Oggi Vi segnalo la storia di Marcello Cimino , il senzatetto di 47 anni di Palermo, che ieri notte, e' stato bruciato vivo.
La Procura della Repubblica ha aperto un ' indagine per omicidio. Questa tragedia scuote i nostri animi e ci preoccupa per gli interrogativi che pone alle nostre coscienze.
Marcello Cimino era un marito ed un padre di famiglia, che si era " smarrito", travolto dalla crisi economica, disoccupato, incapace di far fronte ai bisogni primari della sua famiglia si era "arreso" ed aveva iniziato una vita errabonda, una vita da senzatetto. Sono molti, moltissimi i nostri connazionali ed anche immigrati , che travolti dalla crisi economica, che non lascia alternative, non presenta vie di soluzione, si sono arresi ed hanno iniziato una vita da senzatetto. Se vogliamo tentare un 'analisi , potremmo dire che, senza aiuto, senza sostegno solidaristico di classe , di partito, di sindacato, coloro che scelgono di vivere da senzatetto pongono in essere una protesta, una ribellione, mite e non violenta, una sorta, se mi consentite il paragone di " disobbedienza civile". Taluno potrebbe anche ravvisare nella scelta di vivere da senzatetto una protesta contro il Dio in cui si ha fede, per "sentirsi abbandonati e dimenticati , lontani dal cuore del Dio , che ci ama. Altri potrebbero sostenere che la scelta di chi opta di vivere da senzatetto e' la soluzione disperata di chi nella condizione di sub proletariato non dispone degli strumenti culturali e sociali per reagire ad una condizione di alienazione e marginalizzazione . Altri ancora potrebbero dire che la scelta di vivere da senzatetto, costituisca una scelta intima e personale, che comunque deve essere rispettata, quale espressione della piu' autentica liberta' della persona.
Il punto pero' mi sembra un altro e molto piu' grave. Si ha l' impressione, ma spero di essere smentito dai fatti, che Marcello Cimino sia stato brutalmente ucciso, con freddo sadismo da chi ostenta disprezzo ed indifferenza verso chi oggi rappresenta lo sconfitto, lo scarto della nostra societa'. Una societa', la nostra, che spaventata ed insicura, si scaglia con chi a sua volta e' piu' debole ed indifeso, ostentando la volonta' di espungerlo , cancellarlo eliminarlo, non riconoscendo in lui alcuna dignita' e rispetto dovuti alla persona umana. Credo sia questo il triste segnale , il sinistro annuncio che oggi ci arriva da Palermo. A questa deriva , a questa fuga dalla civilta' , dobbiamo reagire con la solidarieta' , l'aiuto , la sollecitudine .Dobbiamo rinforzare i nostri legami sociali nei corpi intermedi della societa' civile, nei partiti, nei sindacati, nelle associazioni, nei luoghi di lavoro e di svago. Dobbiamo riconoscere i nostri fratelli ed operare come giustizia , sollecitudine ,impegno e solidarieta' .
Oggi siamo tutti i figli ed i parenti e gli amici di Marcello Cimino.
Luca Giordano per Tre Righe
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