Ho
seguito sui media: stampa, radio e televisione, le discussioni aspre e le
polemiche che la vicenda tragica di DJ Fabo ed il ruolo di Marco Cappato hanno
sollevato. Sono rimasto interdetto preso tra due fuochi : la comprensione per
la scelta di Fabo e le riserve, forti di razionalità e buon senso dei critici.
Dico subito che se per vivere la vita, occorre talvolta coraggio, per
abbandonarla ne occorre molta di più. Molti di noi, se si fossero trovati nella
condizione concreta di DJ Fabo, forse avrebbero fatto la scelta che ha fatto
lui. Quello che mi ha sconcertato però sono i discorsi stupidi ed ignoranti ,
che ho letto e sentito sui media. In particolare mi ha irritato ed offeso per
la sua grossolanita' un' affermazione del giornalista Antonello Piroso ,che
stamani ho sentito in radio scagliarsi contro il Parlamento, contro i politici
con rabbia e livore, facendo finta di scandalizzarsi per il fatto che, in
Italia non avessimo ancora una legge che avesse permesso a DJ Fabo di fare in
Italia quello che ha potuto fare in Svizzera. Per rispondere a questo
interrogativo ,mi sono messo a studiare facendo leva sulla mia formazione
giuridica. Per parlare e trattare determinati argomenti occorre possedere
competenze tecniche. Sarei uno sciocco presuntuoso, se volessi parlarvi di
fisica quantistica , io che di fisica conosco nulla. La stessa cosa accade quando chi non ha come il sig.
Piroso cognizione alcuna, tratta del problema legale del suicidio assistito e
su presunte colpe del Parlamento e dello stesso Stato italiano. Vediamo cosa
pensa sul tema del suicidio uno dei massimi studiosi del diritto italiano
Ferrando Mantovani. Egli lo affronta sotto il profilo : ,filosofico, religioso
giuridico. Sotto il profilo giuridico tutte le filosofie maggioritarie lo
considerano illecito. Sotto il profilo religioso, tutte le religioni realmente
tali lo considerano illecito. Per esse l'uomo è soltanto amministratore della
vita e non proprietario. Sotto il profilo giuridico per molti secoli è stato
punito, oggi è esente da pena. Nel diritto romano era punito ( c'era
un'inflazione di suicidi negli ultimi secoli della repubblica ed i primi
secoli dell' impero), nel diritto intermedio i giuristi iniziarono a
distinguere tra le varie cause e motivazioni che spingevano al suicidio. Nell'
illuminismo considerata l'inutilità della repressione il suicidio venne escluso
dal novero dei delitti. Oggi la non punibilità del suicidio trova
giustificazione nella teorica della libertà negativa, non intromissione dello
Stato nella sfera più intima della persona, ed addirittura nel cd " diritto
al suicidio," desumibile per taluni dal fatto che la Costituzione difende la
vita umana come diritto e non come dovere. A questa ipotesi oggi fanno
riferimento i sostenitori del cd " ,diritto," al suicidio assistito.
Vediamo invece qual' è la disciplina attuale nel nostro ordinamento e valutiamo
se poi non è così sbagliata , come sostengono i sostenitori del diritto al
suicidio assistito. Nel nostro ordinamento giuridico il suicidio costituisce un
disvalore ma è giuridicamente tollerato. Si reputa che la vita come la salute
non possa essere imposta coattivamente. Non implica una " relatio ad
alteros". Gli effetti del suicidio ricadono nella sfera del suicida , non
ledono la integrità degli altri. Se distinguiamo tra fatti illeciti e fatti
illeciti, : il suicidio, come la prostituzione, l' uso di sostanze
stupefacenti, la compravendita di parti anatomiche del corpo umano a scopo di
trapianto, sono fatti giuridicamente tollerati. Ne discende che o accettiamo che
il suicidio sia soltanto tollerato dal punto di vista giuridico ( vedi art
579,580,cp, legge 47/1948; legge 223/1990,TU leggi di ps) con conseguente
punizione invece di tutte le condotte agevolatrici, oppure occorre elevare il
suicidio a Diritto ed accettare tutte le conseguenze che ne derivano. In
pratica ne deriverebbe la liceità dell'uccisione sulla base del semplice
consenso, di un 'infinita' di persone che vorrebbero per i motivi più vari
mettere fine alle loro vite, un problema di accertamento della validità del
consenso all' eutanasia, la pretesa ad ottenere dallo Stato ad ottenere gli
strumenti per l,' uccisione a chi non fosse capace di provvedervi da solo. La
punibilità di chi salvasse o impedisse a taluno di suicidarsi ,la legittima
difesa di chi ferisse, uccidesse chi tentasse di impedirgli di suicidarsi.
Cioe' aperta una strada, nel mondo del diritto si sviluppano una serie di
conseguenze non previste dai piu' che sono capaci di scuotere e
distruggere le fondamenta razionali di una società. Per questo forse un
approccio cauto e prudente da parte del Parlamento non mi sembra il peggiore
dei mali. Piroso e quelli come lui dovrebbero informarsi meglio prima di
tranciare giudizi sommari e consigliare soluzioni emotive. Un' ultima
considerazione personale. DJ Fabo nelle condizioni in cui si trovava,
considerava la vita senza senso ed attrattiva per lui. Ok, pensate però alla
condizione del famoso fisico britannico Hawking, egli non può muoversi, non può
parlare, ha un visus ed altre funzioni vitali altamente compromesse neppure come
ha pubblicamente affermato è grato della vita che ha avuto seppure gravata
dalla tremenda malattia. Ecco desidero soltanto suggerire che anche la
condizione "disperata" e senza scopo di DJ FABO, forse lo era per
lui, un altro al posto suo un tipo come Hawking avrebbe scelto di vivere
addirittura con gioia e meraviglia di partecipare e far parte di un mistero
molto più grande di noi ,del quale ancora sappiamo troppo poco.
Luca
Giordano per Tre Righe
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