1 marzo 2017

LA SCELTA DI DJ FABO:UN APPROFONDIMENTO DAL PUNTO DI VISTA GIURIDICO

 

 
Ho seguito sui media: stampa, radio e televisione, le discussioni aspre e le polemiche che la vicenda tragica di DJ Fabo ed il ruolo di Marco Cappato hanno sollevato. Sono rimasto interdetto  preso tra due fuochi : la comprensione per la scelta di Fabo e le riserve, forti di razionalità e buon senso dei critici. Dico subito che se per vivere la vita, occorre talvolta coraggio, per abbandonarla ne occorre molta di più. Molti di noi, se si fossero trovati nella condizione concreta di DJ Fabo, forse avrebbero fatto la scelta che ha fatto lui. Quello che mi ha sconcertato però sono i discorsi stupidi ed ignoranti , che ho letto e sentito sui media. In particolare mi ha irritato ed offeso per la sua grossolanita' un' affermazione del giornalista Antonello Piroso ,che stamani ho sentito in radio scagliarsi contro il Parlamento, contro i politici con rabbia e livore, facendo finta di scandalizzarsi per il fatto che, in Italia non avessimo ancora una legge che avesse permesso a DJ Fabo di fare in Italia quello che ha potuto fare in Svizzera. Per rispondere a questo interrogativo ,mi sono messo a studiare facendo leva sulla mia formazione giuridica. Per parlare e trattare determinati argomenti occorre possedere competenze tecniche. Sarei uno sciocco presuntuoso, se volessi parlarvi di fisica quantistica , io che di fisica conosco nulla. La stessa cosa accade quando chi non ha come il sig. Piroso cognizione alcuna, tratta del problema legale del suicidio assistito e su presunte colpe del Parlamento e dello stesso Stato italiano. Vediamo cosa pensa sul tema del suicidio uno dei massimi studiosi del diritto italiano Ferrando Mantovani. Egli lo affronta sotto il profilo : ,filosofico, religioso giuridico. Sotto il profilo giuridico tutte le filosofie maggioritarie lo considerano illecito. Sotto il profilo religioso, tutte le religioni realmente tali lo considerano illecito. Per esse l'uomo è soltanto amministratore della vita e non proprietario. Sotto il profilo giuridico per molti secoli è stato punito, oggi è esente da pena. Nel diritto romano era punito ( c'era un'inflazione di suicidi negli ultimi secoli della repubblica  ed i primi secoli dell' impero), nel diritto intermedio i giuristi iniziarono a distinguere tra le varie cause e motivazioni che spingevano al suicidio. Nell' illuminismo considerata l'inutilità della repressione il suicidio venne escluso dal novero dei delitti. Oggi la non punibilità del suicidio trova giustificazione nella teorica della libertà negativa, non intromissione dello Stato nella sfera più intima della persona, ed addirittura nel cd " diritto al suicidio," desumibile per taluni dal fatto che la Costituzione difende la vita umana come diritto e non come dovere. A questa ipotesi oggi fanno riferimento i sostenitori del cd " ,diritto," al suicidio assistito. Vediamo invece qual' è la disciplina attuale nel nostro ordinamento e valutiamo se poi non è così sbagliata , come sostengono i sostenitori del diritto al suicidio assistito. Nel nostro ordinamento giuridico il suicidio costituisce un disvalore ma è giuridicamente tollerato. Si reputa che la vita come la salute non possa essere imposta coattivamente. Non implica una " relatio ad alteros". Gli effetti del suicidio ricadono nella sfera del suicida , non ledono la integrità degli altri. Se distinguiamo tra fatti illeciti e fatti illeciti, : il suicidio, come la prostituzione, l' uso di sostanze stupefacenti, la compravendita di parti anatomiche del corpo umano a scopo di trapianto, sono fatti giuridicamente tollerati. Ne discende che o accettiamo che il suicidio sia soltanto tollerato dal punto di vista giuridico ( vedi art 579,580,cp, legge 47/1948; legge 223/1990,TU leggi di ps) con conseguente punizione invece di tutte le condotte agevolatrici, oppure occorre elevare il suicidio a Diritto ed accettare tutte le conseguenze che ne derivano. In pratica ne deriverebbe la liceità dell'uccisione sulla base del semplice consenso, di un 'infinita' di persone che vorrebbero per i motivi più vari mettere fine alle loro vite, un problema di accertamento della validità del consenso all' eutanasia, la pretesa ad ottenere dallo Stato ad ottenere gli strumenti per l,' uccisione a chi non fosse capace di provvedervi da solo. La punibilità di chi salvasse o impedisse a taluno di suicidarsi ,la legittima difesa di chi ferisse, uccidesse chi tentasse di impedirgli di suicidarsi. Cioe' aperta una strada, nel mondo del diritto si sviluppano una serie di conseguenze non previste dai piu' che sono capaci di scuotere  e distruggere le fondamenta razionali di una società. Per questo forse un approccio cauto e prudente da parte del Parlamento non mi sembra il peggiore dei mali. Piroso e quelli come lui dovrebbero informarsi meglio prima di tranciare giudizi sommari e consigliare soluzioni emotive. Un' ultima considerazione personale. DJ  Fabo nelle condizioni in cui si trovava, considerava la vita senza senso ed attrattiva per lui. Ok, pensate però alla condizione del famoso fisico britannico Hawking, egli non può muoversi, non può parlare, ha un visus ed altre funzioni vitali altamente compromesse neppure come ha pubblicamente affermato è grato della vita che ha avuto seppure gravata dalla tremenda malattia.  Ecco desidero soltanto suggerire che anche la condizione "disperata" e senza scopo di DJ FABO, forse lo era per lui, un altro al posto suo un tipo come Hawking avrebbe scelto di vivere addirittura con gioia e meraviglia di partecipare e far parte di un mistero molto più grande di noi ,del quale ancora sappiamo troppo poco.
Luca  Giordano per Tre Righe

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