5 marzo 2017

Le riflessioni di Umberto: L'indifferenza o la tolleranza spesso rasentano la complicità.

Sostenere che vivere a Frosinone sia gratificante, rimane un’idiozia se non è una boutade.
Per questo le statistiche devono essere prese con le molle,se non si conoscano i criteri informatori (e se li si conoscono, non è detto che siano validi).Ma ci sono anche statistiche serie, quasi mai tenere con noi, vere purtroppo anche se le si sfronda da evidenti o sommerse partigianerie.
Altrettanta attenzione vigile deve essere data a comportamenti individuali e sociali che ci sembrano migliori di altri, come la nostra politica dell’accoglienza.
Non ti viene il dubbio che, se non ci fosse la geografia di mezzo, non saremmo tanto accoglienti?
Faccio un esempio contrario, in cui la geografia non dà una mano: in Italia ci sono 4 milioni di disabili. Non solo siamo arretratissimi nel facilitare i loro movimenti, ma lo stato italiano, in generale – rivela Iacona – spende la miseria di 8 euro l’anno procapite, per  i loro problemi: beati e indifferenti, tra le collettività statali peggiori.
Concordo: negli USA, annegano nella corruzione, per cui la distanza nella graduatoria appare ingiustificata.
Il problema, secondo me, non è soltanto nel livello della corruzione in sè, ma nell’attegiamento mentale nei suoi confronti. Non so quale sia quello americano, ma certamente quello italiano è di totale acquiescenza, indifferenza o furbesca partecipazione. La nostra evasione fiscale non dipende dal livello delle tasse; altri paesi con imposizione totale più elevata, ne hanno molta meno.
Per evitare derive che sfiorano atteggiamenti razzisti mi sembra bene fare riferimento alle vicende della storia che hanno modellato i singoli e le collettività contemporanee.
Mi sembra indubbio che l’arte di arrangiarsi – che sa di guasti e cinismo, fregature e furberie (evitiamo di forzarla a industriosità e fantasia che sono tutt’altra cosa: agiografia invece di qualunquismo) - insieme a cinico e formale ossequio al potere, spesso piaggeria, ci derivino da una storia complicata e lontana mille miglia dalle oleografie fino a poco tempo fa imperanti e per fortuna quasi del tutto abbandonate.
E’ indubbio che la nostra storia indichi”particulari” guicciardiniani che altrove non si trovano.
Vedo che mi sto ripetendo, per cui smetto.
Aggiungo solo che si può essere inclini a vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto e che queste attitudini debbano essere tenute a bada, ma questo non vuol dire che o le belle cose o quelle brutte debbano essere ignorate.
Personalmente credo che il brutto prevalga e lo penso tenendo a bada il mio pessimismo, che invece, ripeto, mi dice che, fra poco, se le statistiche oneste lo saranno davvero, non ci vedranno più, sempre o quasi, tra gli ultimi, soltanto perchè molti altri paesi ci avranno raggiunto in basso.
Umberto    Pradella 
 

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