3 ottobre 2017

Analisi della crisi catalana

Le notizie che giungono dalla Spagna sono sconfortanti . Nelle prossime ore da Barcellona potrebbe arrivare la dichiarazione unilaterale di indipendenza .Il Premier spagnolo ha convocato i leaders dei principali partiti. Il Governo centrale non esclude l' applicazione dell' art. 155 della Costituzione che,potrebbe portare alla sospensione della autonomia rivendicata da Barcellona dopo che un referendum sull' indipendenza della cui regolarità e conformità costituzionale dai piu' si dubita ,ha salutato con altissima maggioranza la scelta di dichiararsi indipendenti dal Governo centrale di Madrid . In un Paese che ,alla fine degli anni trenta del secolo scorso fu sconvolto da una feroce guerra civile che produsse devastazione e morte ,i contesti di oggi tra Barcellona e Madrid sollevano più di una paura e lasciano intravedere scenari inquietanti . Nel nostro Paese stranamente sul tema non si sono registrate riflessioni profonde ed attente sulle possibili ripercussioni e conseguenze del voto della Catalogna . L' ottimo Lucio Caracciolo su il settimanale "L'Espresso" del 24 settembre u.s. e l' informatissimo Alberto Negri sul " Sole 24 Ore " di ieri ,sono stati  gli unici intellettuali della carta stampata a far sentire le loro voci ed spiegare le loro riserve sull' iniziativa della Catalogna che, pretende l' indipendenza .   Caracciolo ad esempio ha messo in evidenza l' assurdo fenomeno per cui mentre si riflette del come costruire gli Stati Uniti di Europa ,nel nostro continente si diffondano irrazionali e presuntuosi progetti di frammentazione  e divisione. Egli ci avverte quello che adesso accade in Spagna ,presto potrebbe accadere : nel Regno Unito , in Belgio nelle Fiandre, in Germania con la Baviera, in Francia con la Corsica, in Italia con il Veneto , la Sardegna e chissà con chi altri . L' idea afferma Caracciolo che un progetto di Unione Europea possa passare per una disintegrazione degli Stati storici nazionali è una tesi che, egli con eufemismo definisce quantomeno " acrobatica " ......piuttosto suggerisce il Direttore di Limes ,si corre concretamente il rischio del crescente  aumento delle pulsioni xenofobe che ,trasformerebbero il presunto vantaggio per pochi in una sicura tragedia per molti ..... Per conto suo Alberto Negri con notevole acume sottolinea come alla base di tutte queste rivendicazioni di indipendenza ci sia una spiegazione economica. Le zone più ricche e benestanti non vogliono più pagare per quelle più povere. Questa prospettiva invero per chi avesse ( come ho dovuto far io all' università ) studiato Scienza delle Finanze ,un classico della gestione finanziaria dello Stato nazionale , è un vero abominio . Anche il pensiero politico liberale ,conservatore non mette in discussione l' ovvio principio secondo cui ,in una comunità statale ,compito dello Stato sia e debba essere la redistribuzione sul territorio nazionale delle risorse ,acquisite con il prelievo fiscale , questo di badi bene , ancora prima della redistribuzione della ricchezza tra le classi sociali . Per queste semplici ragioni , Negri mette in evidenza non solo l 'irrazionalità delle scelte separatiste che tendono a frammentare i singoli Stati nazionali europei ma sopratutto le vere ragioni di egoismo e cinismo economico sociale che dietro le sbandierate dichiarazioni  di libertà ed indipendenza coprono politiche regressive e reazionarie .Egli peraltro dimostra prendendo spunto dalla esperienza della frammentazione della ex Iugoslavia di come molti degli Stati sorti da quella diaspora un realtà siano così piccoli e deboli che ,per sopravvivere hanno bisogno continuo del sostegno economico e strategico dell' Unione Europea che deve farsi carico della loro salvezza.  Un aumento di costi ,un aumento di problemi legati anche alla sicurezza interna ed esterna .Personalmente temo si stia avverando quello che all' indomani della crisi del 2008 dei sub prime disse un importante studioso  ,l' economista francese  Jean- Paul Fitoussi ,il quale riferendosi all' Europa che all' epoca sembrava lontana dal cuore negli USA della crisi , ci ammoniva dicendo : " state attenti cari cittadini europei , questa crisi che ha una matrice finanziaria ,presto si abbatterà sulle nostre economie ,poi indebolirà le finanze dei nostri Stati nazionali ,poi aggredirà le stesse vecchie  strutture nazionali producendo una rovina che ,forse le nostre società non saranno in grado di gestire ". Ecco io credo che la differenza rispetto alla crisi economica mondiale iniziata nel 2008 ed ancora non trascorsa ,malgrado i proclami ed una debole congiuntura favorevole ,sia da ascrivere alla debolezza intrinseca del modello di unione europea ,rispetto al modello statunitense . Questa incongruenza e resistenza a dar vita ad una unione europea vera e completa ha favorito tra l' altro il crescere dei partiti populisti ,demagogici e xenofobi . Occorre al più presto recuperare l' impegno e la determinazione alla costruzione di una " comune casa europea per tutti " prima che sia troppo tardi , già vedo tanti stupidi che senza costrutto invocano e gridano a voce alta " distruggiamo tutto " .
Luca Giordano per Tre  Righe.

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