2 gennaio 2017

L' "INQUIETUDINE" DEL MONDO MUSULMANO

 
 
Il nuovo anno è iniziato contrassegnato dall' 'attentato di Istanbul che è' stato rivendicato dall' Isis . Nelle stesse ore il Presidente francese Hollande parlando in Iraq ai soldati francesi ha detto " siamo qui a combattere per evitare che i terroristi colpiscano in casa da noi". Sono venti anni almeno che negli Usa , in Europa ed altrove subiamo gli attentati del cd fondamentalismo musulmano . In epoca precedente il leader palestinese Arafat aveva ammonito gli europei , a non sottovalutare la polveriera del Medio Oriente disse se " non volete che l'intera Europa , si trasformi nel martoriato Libano" a quell'epoca infatti infuriava la guerra civile libanese . Oggi a distanza di oltre 30 anni " l'avvertimento di Arafat sembra più che mai attuale. Cosa ci troviamo davanti ?
Possiamo fornire molte risposte , fare diverse analisi geo-politiche , ognuna con una certa dose di verità ed approfondimento, tuttavia una considerazione di fondo si impone a tutto campo. Nel flusso storico iniziato con il "rassemblement " successivo alla fine del II conflitto mondiale l'unica civiltà che è rimasta come si suol dire " al palo " e' quella musulmana . Divisa tra sunniti e sciiti , con una " cultura " della Cosa pubblica non adeguata allo sviluppo ed alla concorrenza degli altri Stati e delle altre civiltà , con una componente scientifica e tecnologica, sociale da terzo mondo , con un passato glorioso di potenza che non ha avuto un' adeguata eredità non ripresa da alcuno  , e' auto implosa e con la sua crisi ha investito la sicurezza e la stabilità delle altre civiltà . Stiamo parlando, se qualcuno lo avesse dimenticato, di un miliardo circa di persone, che vivono dall' Africa atlantica al sub deserto sahariano fino al Pacifico dell'Indonesia ed oltre, con numerose comunità in Europa , Nord America, India , Russia , Cina . Questa polveriera impressiona e spaventa tutti . È ovvio che soltanto una piccola ( minuscola) percentuale musulmani e' radicalizzata e desidera le barbarie dello stato islamico .Eppure la mancata condanna a cui assistiamo quotidianamente in occasione di ogni attentato da parte dei rappresentanti delle comunità islamiche organizzate , ci dimostra che tra di loro serpeggia un' inquietitudine ed un profondo malessere . Cosa può fare la Comunità Internazionale per contenere questa crescente violenza ? Certamente isolare i violenti dal cd corpo sociale , avviare a soluzione la questione arabo palestinese ed israeliana che appare caratterizzata da evidenti ingiustizie, e rappresenta una ferita aperta nella auto narrazione del mondo arabo, favorire lo sviluppo di sistemi nazionali statali e superstatali nel mondo islamico votati alla pacifica costruzione di società umane che sostengano lo sviluppo della persona umana e dei diritti sia pure attraverso l'ottica e la cultura del mondo musulmano. Un compito immane , non previsto almeno trenta , venti anni orsono dalle " intelligenze " mondiali , un compito che adesso però dobbiamo intraprendere se non desideriamo abbandonarci al caos alla violenza ed alla disperazione .
 
Luca Giordano

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