18 febbraio 2017

DEMOCRATICI SOCIALISTI AL TEATRO VITTORIA

                               Le scarpe di D'Alema, seduto in prima fina insieme a Bersani

Voglio raccontarvi che questa mattina ho assistito alla manifestazione promossa al Teatro Vittoria da Enrico Rossi e dalla Associazione Democratici socialisti da lui fondata. Alla iniziativa si sono uniti nella sfida a Renzi anche Michele Emiliano e Roberto Speranza. Arrivato in Piazza S. Maria Liberatrice alle 10.30 mi sono trovato di fronte ad una grande marea di militanti in attesa di poter entrare in sala. Nell'attesa è stato interessante sentire gli umori e le dichiarazioni delle persone in attesa. Tutte estremamente critiche, persino arrabbiate nei confronti di Renzi e del Pd come è attualmente interpretato dalla Segreteria. In molti invocavano la scissione.
Devo dire che gli interventi degli oratori sono stati sicuramente molto forti, ma anche orientati ad evitare la rottura. Sul palco con il compito di disciplinare gli interventi Peppino Caldarola.
E' intervenuto per primo Enrico Rossi rivendicando con forza una svolta politica che metta al centro della sua azione la tutela del lavoro, il contrasto alla povertà, l'impegno a favore delle categorie più deboli a cominciare dai giovani. Si è dichiarato contrario all'attuale percorso moderato e centrista del Partito ed indisponibile nei contronti di un Pd che diventi in Partito di Renzi.   Ha chiesto che il Partito sostenga il Governo in carica fino alla fine della legislatura, proponendo un congresso programmatico per discutere e definire una nuova linea politica.
Roberto Speranza ha rivendicato lo spirito dell'Ulivo ed i valori della sinistra democratica. Ha rimprovrerato a Renzi di aver tentato di rottamare non solo i suoi avversari, ma anche, nella ricerca di una sua egemonia personale, le idee ed il programma con i quali nel 2007 è stato fondato il PD. Ha negato che esista un problema di calendario e di nome del leader. Esiste invece un problema di linea politica e di progetto per il paese. Alle 13
Michele Emiliano ha esordito dichiarandosi pentito di aver sostenuto Renzi. Ha manifestato la sua contrarietà ad un congresso lampo, ad un congresso rivincia del referendum, ad un congresso come conta tra opposte fazioni. Ha citato Pier Luigi Bersani e le sue dimissioni da Segretario del PD nel 2013 dopo l'elezione di Napolitano. Questa citazione ha suscitato una vera e propria standing ovation nei confronti del vecchio Segretario. Con quelle dimissioni Bersani è stato capace di vincere il prorpio personalismo e di vivere il partito come una comunità, consentendo a Renzi di diventare Presidente del Consiglio. Il partito, ha concluso, ha bisogno di un Segretario che non divida e che sappia invece comporre con approccio democratico una sintesi in un partito plurale. 
Josi Giobbe
 
                                                                    Enrico Rossi
                                                                Roberto Speranza
                                               Michele Emiliano

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