26 febbraio 2017

UNA TRANQUILLA SERATA CON "VECCHI AMICI"

Trascorrere una serata a cena in allegra compagnia di una decina di vecchi amici, tutti professionalmente attivi in vari campi, intelligenti, colti, da sempre socialmente e politicamente sensibili, e scoprire che la gran parte di loro ha votato Sì al referendum del 4 dicembre, e considera la vittoria del No una catastrofe, e Renzi una risorsa ancora fondamentale per il Paese. Ascoltare i loro insulti sprezzanti contro chi sta lasciando il PD sostenendo che così il Paese andrà... verso la inevitabile rovina. Applicare i criteri di analisi e lettura del vecchio materialismo marxista. e rendersi conto che la vera ragione dell'adesione a un personaggio piccolo e imbarazzante come Renzi non ha nulla a che fare con la riforma della Costituzione, o con la salvezza del Paese, ma con la semplice scelta di chi, interno e organico a un ceto benestante che è quello dell'establishment, ha capito che Renzi è colui che meglio interpreta e tutela i propri interessi. Ci sono serate in compagnia di vecchi amici che per la comprensione di come funziona sul piano personale la politica, e le scelte concrete che determina, sono più illuminanti di un rissoso e inconcludente congresso del PD.
Ieri sera a cena, tra gli argomenti pro Renzi dei miei amici professionisti colti e intelligenti che il 4 dicembre hanno votato Sì, uno mi ha particolarmente colpito. Alla mia domanda su come potevano avere stima e fiducia in un soggetto come quello, qualcuno mi ha obiettato: ma io non ho nessuna stima di Renzi, quel che mi convince sono le sue proposte, il suo progetto di riforme per il Paese. O vogliamo restare fuori dalla cerchia dei Paesi europei più moderni e avanzati? E poi colui ha precisato: in politica non bisogna votare perché si ha stima, o interrogarsi sul chi qualcuno realmente è e perché, ma piuttosto concentrarsi su cosa ti viene proposto. Renzi sarà pure arrogante e presuntuoso, ma quello che fa e intende fare è necessario e giusto. Quali alternative altrimenti ci sono? E l'amico ha concluso desolato: ma non vedi che ora, dopo la sconfitta di Renzi al Referendum, la sinistra si sta spaccando, il Paese sta sprofondando? Questo invito a scindere e separare chi è a proporti qualcosa, e perché, dal cosa ti viene proposto, a me sembra posizione discutibile se non proprio del tutto inaccettabile. Insomma: non mi importa chi sei, da dove vieni e dove vai, né in che compagnia stai, e perché mi proponi quel che mi proponi: se la tua proposta mi piace e conviene io la accetto senza battere ciglio, purché sia in sintonia con il mio interesse. Se la coperta è troppo corta, e qualcuno deve restare per forza con il culo scoperto, perché deve essere proprio il mio? Il che, come criterio e metodo per decidere la politica sociale ed economica di un Paese, che esclude a priori il mettere sé stessi in discussione, dichiarandosi però e allo stesso tempo aperti e progressisti, io lo percepisco e ritengo modello di cortissimo e irresponsabile respiro, di opportunistico e autoreferenziale cinismo. Non è questa la sinistra che si è smarrita, o sarò un ingenuo idealista io?
 
Gian Carlo Marchesini

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