20 febbraio 2017

OMAGGIO ALLA DONNA

Le figure femminili fondamentali nella mia infanzia e adolescenza sono state mia madre, mia nonna, mia sorella. Poi le prime fidanzatine, infine, in successione temporale, le due mogli. E mia figlia ora madre di quattro bambini, dei quali due femmine. Ci sono state anche, tra un tempo e l'altro, diverse amanti e amiche, ma quelle, per quanto care, per la mia vita meno centrali e significative. L'esperienza di relazione prolungata con queste figure femminili si è trasformata nel tempo, pur nelle singole, forti e sfaccettate individualità, in un unicum che a me viene da declinare nei termini di alcuni luoghi, tratti e funzioni: casa, cibo, igiene e salute, vestiario ordinato e pulito, accoglienza, protezione e pazienza, canto e musica, arte e poesia, abbraccio e carezza, compassione ed empatia, memoria degli affetti e loro venerata custodia. Senza una costante, attiva e operosa presenza femminile che si è così manifestata, la mia vita sarebbe stata piuttosto selvatica e disordinata, sprovveduta e caotica, poco dignitosa e scarsamente pulita, a volte perfino ritirata, nascosta e autodistruttiva. Le donne, particolarmente queste che ho citato, mi hanno insegnato a volere bene e rispetto a me stesso, agli altri, alla vita, specialmente quella più umile, fragile, bisognosa. Con il loro esempio quotidiano mi hanno trasmesso una capacità di attenzione e ascolto, di dedizione e cura. di accettazione e tolleranza che altrimenti non credo avrei avuto. Per averle sperimentate nel tempo come potente, soccorrevole e provvidenziale unicum, ora, forse a causa anche dell'età non più bambina, mi rendo a volte conto di confondere e scambiare i loro nomi come se fossero figure intercambiabili ed equivalenti. 
 E questo è, alla presenza del femminile nella mia vita, l' omaggio. E se è poco mi scuso.
 
Gian Carlo Marchesini

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