26 febbraio 2017

SPAGNA:LE VITE SPEZZATE

                                        Francisco Franco
 
Questa mattina, leggendo il Messaggero, mi sono "imbattuta" nella storia di Ines Madrigal, 47 anni. Una storia che per decenni si è ripetuta in Spagna. Migliaia di vite spezzate, di identità rubate. Bambini appena nati strappati alle famiglie degli oppositori del regime franchista. Quei bambini dovevano esser "rieducati" in nome della patria. Dopo quasi 50 anni, Ines, con il suo coraggio, è riuscita a riportare sul banco degli imputati uno dei tanti, un ex ginecologo, oggi 85enne, per il quale la Procura ha chiesto 11 anni di carcere, dopo il pagamento di una cauzione, da parte dell'ex medico, per responsabilità civili di 465 mila euro. Tutto è iniziato solamente nel 2008 quando in un'istruttoria, poi archiviata, l'allora giudice dell' Audiencia National, stimava in 30 mila i bambini rubati nella Spagna franchista fino al 1950 e altri ancora fino agli anni '90. Un tema delicato e irrisolto della politica spagnola.
Come tutti sappiamo, le truppe di Franco conquistarono il potere in Spagna dopo una martoriata  guerra civile, durata  dal 1936 al '39. Cominciarono allora gli arresti verso gli oppositori al regime. Tra loro, migliaia di donne attiviste e molti bambini, che passarono i loro primi anni di vita in prigione, colpevoli di essere figli di oppositori. L'ideologia franchista supponeva l'inferiorità umana degli oppositori di sinistra. Uno dei meccanismi più terrificanti, fu quello di sottrarre alle madri i figli appena nati, facendo credere loro, che i bambini erano morti alla nascita. Il partito franchista e la Chiesa, assunsero un ruolo fondamentale in questa epurazione. Anche dopo la dittatura , i sequestri andarono avanti, grazie anche alla rete ben organizzata in reparti di maternità e cliniche di varie città, da medici, religiosi e personale infermieristico. Ines Madrigal, ha combattuto per anni per avere giustizia. Noi ci auguriamo che lei, come tante altre vittime della follia umana, possa riceverla.
Mi chiedo però come si possa sanare la frattura psichica che lei, come altri, ha vissuto, da quando ha scoperto di essere un'altra persona, vittima di un traffico illegale che ha operato in Spagna e cancellato migliaia di identità. La storia non deve farci dimenticare. La politica deve fare altrettanto. Buona domenica.
Anita Costantini.

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