20 febbraio 2017

IL TEATRO VITTORIA, DALLA MIA FINESTRA

 Pubblichiamo le impressioni di Emanuele Macaluso, già esponente di spicco del PCI, sulla politica nazionale che  in questi giorni appassionano i commentatori politici in particolare le recenti vicissitudini del PD.
Macaluso, che  non ha mai aderito al PD,  le commenta lucidamente sulla sua pagina fb.

                                                        Emanuele Macaluso
Il teatro Vittoria, dove si è riunita la minoranza del Pd, guidata da Emiliano-Rossi-Speranza, con alle spalle il solito D’Alema, è a due passi da casa mia. Se mi affaccio alla finestra vedo tanta polizia, la Rai con complicate attrezzature che occupano una parte della piazza, e uno stuolo di giornalisti in attesa che venga pronunciata la fatidica parola: scissione.
Infatti oggi tutti i giornali dedicano tante pagine alla scissione. E in attesa dell’evento tutti ricordano che altre scissioni hanno interessato storicamente la sinistra. Fra queste viene elencata quella del 21 gennaio 1921, quando nacque il Partito comunista d’Italia. Tutte le scissioni sullo stesso piano. Ma la scissione comunista nasce sull’onda di un “piccolo” evento: la Rivoluzione d’Ottobre, che cambiò radicalmente non solo la società russa, ma influenzò, nel bene e nel male, tutto il mondo. C’è un altro piccolo particolare che caratterizzò quella scissione, le persone che guidarono quel processo, che si chiamavano Gramsci, Bordiga, Togliatti, Terracini, Tasca, Camilla Ravera, Scoccimarro, l’operaio Giovanni Parodi che aveva guidato l’occupazione della Fiat, Ruggero Grieco e altri. E, pur restando nel Psi sino al 1924, i “terzini”, cioè quelli che stavano con la Rivoluzione d’Ottobre, e poi aderirono al Partito comunista, si chiamavano Serrati, Di Vittorio, Li Causi, Novella, Maffi e altri. E non è certo un caso che da quella scissione nacque e crebbe un partito, il Pci, che ha avuto il ruolo che conosciamo nella storia d’Italia.
Signori, di che parlate? Non vedete chi oggi fa le scissioni e chi dirige il partito da cui si vogliono scindere? E invece di vedere cosa fare per recuperare alla sinistra il ruolo che le spetterebbe, si fanno scissioni? Si sminuzza ancora il centrosinistra? Penoso.
Emanuele Macaluso - 18 febbraio 2017

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