13 febbraio 2017

IL MODELLO PODEMOS

                                                                    Paolo Iglesias
 
Ieri in Spagna si è concluso il congresso di "Podemos" che ha segnato la vittoria netta e chiara di Paolo Iglesias .Ne da’ notizia stamani l' Huffpost. I temi sono quelli a cui ci siamo abituati: nuova politica, solidarietà, valorizzazione del lavoro, che è stato ridotto ad una merce, ( pensate a quanto accade in Italia con i voucher), inclusione, partecipazione politica che parta dal basso.  Sono questi alcuni dei temi che si sono affermati al congresso. Sono contento per il successo  di Podemos , per l'attenzione riposta ai temi sociali, alla tutela dei più deboli, alla tutela della dignità del lavoro. Mi rallegro infatti che in Spagna si stia affermando una cultura politica di sinistra inclusiva e solidale, progressista e riformista e non come sta accadendo dappertutto in altri Paesi una cultura populista di destra, egoista e antidemocratica. Tuttavia temo che la proposta fatta oggi da " Podemos" ,ieri da "Syriza" in Grecia basti e sia sufficiente a far cambiare marcia alle nostre società, a farci uscire dalla crisi economica nella quale siamo precipitati oramai quasi da 10 anni e dalla quale non riusciamo a riemergere. Come scrivevo alcuni giorni fa su Tre righe , nei tredici anni che vanno dal 1979 al 1992 i paesi del G7 sono passati dal essere titolari dei 3/4 del reddito globale ad appena la metà. Il trend è ancora in evoluzione ed è già stato previsto che i Paesi E 7 , dove E sta per emergenti tra cui : Cina, India, Brasile, Indonesia, Turchia, Russia, Polonia ma anche molti altri cresceranno da qui al 2050 di un tasso reale di crescita del 3,6 % annuo. I paesi del vecchio G7 appena se tutto andasse bene dell’ 1,6% annuo. Questo processo inevitabilmente modificherà i rapporti di forza non solo economici come sta già avvenendo ma soprattutto politici, militari ,strategici fino a comportare un radicale cambiamento dei rapporti di forza a livello mondiale. Non è questa la sede per parlare di questo aspetto, desidero solo riflettere sulle prospettive delle nostre economie. Alcuni economisti hanno chiarito le ragioni che stanno producendo il rapido sviluppo della crescita economica e sociale dai paesi del G7 a quelli del E 7 . Due sembrano determinanti :  la notevole crescita demografica ed il basso costo del lavoro, la digitalizzazione delle tecnologie produttive che ha consentito alle economie emergenti di attingere al know how dei paesi già maturi tecnologicamente e  produrre in modo competitivo gli stessi prodotti. Ad esempio alcuni studi hanno già previsto che intorno al 2050 l' Italia  occuperà se  tutto andasse bene il 22 /23 posto tra i paesi produttori del mondo, qualche anno fa ( gli anni 80 di Craxi ,"la barca va") eravamo al V posto. Le conseguenze di tutto ciò ,per chi non lo sapesse , comportano un concreto e drammatico impoverimento del reddito da lavoro e degli assegni previdenziali. Sta per arrivare e travolgere le nostre vite un' età della povertà e dell' insicurezza. Questo spiega l ' affermarsi prepotente delle destre nel mondo. Questo spiega il pericolo concreto ed attuale al quale sono esposti la " tenuta ", la conservazione dei nostri sistemi democratici e liberali. Per questi motivi dico senza mezzi termini che la proposta politica di forze  e programmi politici tipo " Podemos" non basta, non basta affatto. Da questo processo involutivo nel quale siamo precipitati non si esce a parer mio solo con alcuni slogan e programmi che richiedono giustizia ed equità. Occorre invece ipotizzare contro tutta la ideologia recente che desidera espungere lo Stato dall' economia restituita ai privati, un ritorno massivo del pubblico nell' economia. Occorre che questo intervento venga fatto a scala di Unione Europea con enormi investimenti infrastrutturali, quindi molto + Europa non di meno. Nessuno Stato europeo infatti avrebbe da solo la forza e capacità di affrontare la sfida della competitività economica su scala globale. Ma il punto è in realtà un altro. Qui sta il succo della questione. In Italia, in Europa, dobbiamo puntare ed dobbiamo farlo immediatamente a produzioni industriali con altissimo valore aggiunto, tecnologicamente all' iper avanguardia. I prodotti che dovremo proporre al mercato mondiale dovranno essere così elaborati e complessi che non tutti avranno le competenze scientifiche, tecnologiche, aziendali, organizzative , di rispetto ambientale e di alto standard qualitativo per starci dietro. Per fare questo però, abbiamo bisogno di un patto sociale nuovo pacificato, un nuovo ruolo dello Stato, penso per intenderci ad un Super ministero delle partecipazioni statali a livello europeo, una super ricerca scientifica ed universitaria ,una rivoluzione nella educazione scolastica.  In pratica dobbiamo progettare e realizzare una nuova impetuosa crescita programmata, compatibile con il rispetto ed addirittura il recupero ambientale, con una politica del lavoro solidale e corretta. Non è un programma semplice, è un programma razionale ! L' unico che mi sembra possa avere senso.

Buon inizio di settimana a tutti.
Luca Giordano.

 

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