Paolo Iglesias
Ieri in Spagna
si è concluso il congresso di "Podemos" che ha segnato la vittoria
netta e chiara di Paolo Iglesias .Ne da’ notizia stamani l' Huffpost. I temi
sono quelli a cui ci siamo abituati: nuova politica, solidarietà, valorizzazione
del lavoro, che è stato ridotto ad una merce, ( pensate a quanto accade in
Italia con i voucher), inclusione, partecipazione politica che parta dal basso.
Sono questi alcuni dei temi che si sono affermati al congresso. Sono
contento per il successo di Podemos , per
l'attenzione riposta ai temi sociali, alla tutela dei più deboli, alla tutela
della dignità del lavoro. Mi rallegro infatti che in Spagna si stia affermando
una cultura politica di sinistra inclusiva e solidale, progressista e
riformista e non come sta accadendo dappertutto in altri Paesi una cultura
populista di destra, egoista e antidemocratica. Tuttavia temo che la proposta
fatta oggi da " Podemos" ,ieri da "Syriza" in Grecia basti
e sia sufficiente a far cambiare marcia alle nostre società, a farci uscire
dalla crisi economica nella quale siamo precipitati oramai quasi da 10 anni e
dalla quale non riusciamo a riemergere. Come scrivevo alcuni giorni fa su Tre
righe , nei tredici anni che vanno dal 1979 al 1992 i paesi del G7 sono passati
dal essere titolari dei 3/4 del reddito globale ad appena la metà. Il trend è
ancora in evoluzione ed è già stato previsto che i Paesi E 7 , dove E sta per
emergenti tra cui : Cina, India, Brasile, Indonesia, Turchia, Russia, Polonia
ma anche molti altri cresceranno da qui al 2050 di un tasso reale di crescita
del 3,6 % annuo. I paesi del vecchio G7 appena se tutto andasse bene dell’ 1,6%
annuo. Questo processo inevitabilmente modificherà i rapporti di forza non solo
economici come sta già avvenendo ma soprattutto politici, militari ,strategici fino
a comportare un radicale cambiamento dei rapporti di forza a livello mondiale.
Non è questa la sede per parlare di questo aspetto, desidero solo riflettere
sulle prospettive delle nostre economie. Alcuni economisti hanno chiarito le
ragioni che stanno producendo il rapido sviluppo della crescita economica e
sociale dai paesi del G7 a quelli del E 7 . Due sembrano determinanti : la notevole crescita demografica ed il basso
costo del lavoro, la digitalizzazione delle tecnologie produttive che ha
consentito alle economie emergenti di attingere al know how dei paesi già
maturi tecnologicamente e produrre in modo competitivo gli stessi
prodotti. Ad esempio alcuni studi hanno già previsto che intorno al 2050 l'
Italia occuperà se tutto andasse
bene il 22 /23 posto tra i paesi produttori del mondo, qualche anno fa ( gli
anni 80 di Craxi ,"la barca va") eravamo al V posto. Le conseguenze
di tutto ciò ,per chi non lo sapesse , comportano un concreto e drammatico
impoverimento del reddito da lavoro e degli assegni previdenziali. Sta per
arrivare e travolgere le nostre vite un' età della povertà e dell' insicurezza.
Questo spiega l ' affermarsi prepotente delle destre nel mondo. Questo spiega
il pericolo concreto ed attuale al quale sono esposti la " tenuta ",
la conservazione dei nostri sistemi democratici e liberali. Per questi motivi
dico senza mezzi termini che la proposta politica di forze e programmi politici tipo " Podemos"
non basta, non basta affatto. Da questo processo involutivo nel quale siamo
precipitati non si esce a parer mio solo con alcuni slogan e programmi che
richiedono giustizia ed equità. Occorre invece ipotizzare contro tutta la
ideologia recente che desidera espungere lo Stato dall' economia restituita ai
privati, un ritorno massivo del pubblico nell' economia. Occorre che questo intervento
venga fatto a scala di Unione Europea con enormi investimenti infrastrutturali,
quindi molto + Europa non di meno. Nessuno Stato europeo infatti avrebbe da
solo la forza e capacità di affrontare la sfida della competitività economica
su scala globale. Ma il punto è in realtà un altro. Qui sta il succo della
questione. In Italia, in Europa, dobbiamo puntare ed dobbiamo farlo
immediatamente a produzioni industriali con altissimo valore aggiunto, tecnologicamente
all' iper avanguardia. I prodotti che dovremo proporre al mercato mondiale
dovranno essere così elaborati e complessi che non tutti avranno le competenze
scientifiche, tecnologiche, aziendali, organizzative , di rispetto ambientale e
di alto standard qualitativo per starci dietro. Per fare questo però, abbiamo
bisogno di un patto sociale nuovo pacificato, un nuovo ruolo dello Stato, penso
per intenderci ad un Super ministero delle partecipazioni statali a livello
europeo, una super ricerca scientifica ed universitaria ,una rivoluzione nella
educazione scolastica. In pratica dobbiamo progettare e realizzare una
nuova impetuosa crescita programmata, compatibile con il rispetto ed
addirittura il recupero ambientale, con una politica del lavoro solidale e
corretta. Non è un programma semplice, è un programma razionale ! L' unico che
mi sembra possa avere senso.
Buon inizio
di settimana a tutti.
Luca Giordano.
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