12 febbraio 2017

Le Riflessioni di Umberto: LO STADIO

 
 
 
                                               Luigi Di Maio
 
Oggi ho ascoltato Di Maio  a colloquio con la Annunziata.
 
Nel 2014, Virginia Raggi (con altri 3 consiglieri), a nome del M5S, ha presentato una denuncia contro l’accordo con il quale l’amministrazione Marino, aveva dato  benestare iniziale al “nuovo stadio” della Roma.
L’esposto del 3 dicembre 2014 espone chiaramente la posizione del movimento:
“il procedimento di approvazione dell’impianto sportivo è una enorme speculazione immobiliare avente lo scopo fraudolento di assicurare enormi vantaggi economici a società private a scapito  degli enti pubblici coinvolti e a discapito dei cittadini.....appaiono non sussitere i requisiti di pubblica utilità previsti dalla legge di riferimento....i terreni sono a rischio alluvione. La scelta dell’area è scellerata....da tale scelta scaturisce il piano economico miliardario e futuri costi, diretti e indiretti, per la collettività”
 
Oggi Di Maio ha detto che i grillini sono sempre stati favorevoli allo stadio.
La questione Berdini è contorta e si fa un certo sforzo a non abbandonarsi a qualche dietrologia.
Mi limito a dolermi che Di Maio sia stato bugiardo.
 
La cosa sarà di scarsa importanza se:
Lo stadio non  si farà, oppure si farà su  un’area diversa e non scellerata.
Se lo scopo fraudolento sarà smascherato e vanificato.
Se non scaturiranno futuri costi, diretti e indiretti per la collettività.
A favore del nuovo stadio ci sono certamente persone di buon senso che non capiscono come mai, nel nostro paese, evitando consumo stupido del suolo e altri soprusi inaccettabili, non sia mai possibile procedere alla costruzione di qualunque cosa, anche se ragionevole e rispettosa delle leggi e della convenienza economica della collettività.
Il guaio è che, a pretendere la costruzione del nuovo stadio, comunque e ovunque, siano, ovviamente il costruttore e il padrone della Roma (gli speculatori), che usano con facilità l’allenatore e qualche giocatore “vessillo”, per ricattare la controparte.
Ma soprattutto lo pretendono  le bande di impresentabili stupidi delinquenti, conosciuti con l’appellativo idiota di “ultrà”, come quelli della Lazio, che hanno voluto dettare la loro legge a due giocatori  neri, Keita e Tounkara, ventenni, che, a Formello, hanno trovato uno striscione, che recitava: “abbassate la cresta o ve la tagliamo noi”, perchè i due avevano litigato con un tifoso e avevano avuto l’ardire di rifiutare il saluto agli ultrà, a fine partita.
 
E’ per non perdere i voti di questi acefali cretini, cui le società calcistiche e la politica  consentono quasi tutto, che bisogna accettare qualunque scempio?

 
Umberto  Pradella

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