14 febbraio 2017

STADIO DELLA ROMA:L'OPINIONE DI ROBERTO MORASSUT

Roberto Morassut, parlamentare PD, è stato il padre del Nuovo Piano Regolatore nel 2008  come assessore nella giunta Veltroni. E' persona, competente ed appassionata. delle vicende Roma. Particolare non da poco è anche un apprezzato poeta in vernacolo romanesco
Leggiamo cosa dice sul futuro stadio della Roma. Il suo punto di vista ci può aiutare a comprendere meglio i termini della questione.
 
 
L'INGORGO DI TOR DI VALLE
Fin dall'inizio di questa storia ho espresso tutte le mie riserve sull'operazione Tor di Valle sulla quale la Giunta Raggi sta precipitando. Lo dissi nel 2014 mettendo in guardia pubblicamente sulla avventurosa scelta urbanistica di realizzare un nuovo quartiere con annesso stadio di calcio in quel luogo. Le motivazioni della mia contrarietà erano due e le ribadisco.
1. La legge sugli stadi ( approvata nel 2014) dopo almeno 5 anni di gestazione è una legge sbagliata e che andrebbe ritirata o abrogata. Produce molti problemi e confligge apertamente con aspetti essenziali della normativa urbanistica italiana, peraltro già molto fragile e indebolita da decenni di mancate riforme. Per disciplina di gruppo io votai quella legge dopo aver però contribuito a modificarla e migliorarla ( ritengo ) sotto molti aspetti ma continuo a pensare che sia una legge sbagliata. Essa introduce solo per i grandi impianti sportivi una procedura approvativa speciale che limita le prerogative di pubblicità degli atti dei provvedimenti urbanistici e impone tempi contingentati oltre i quali si prevede perfino un potere sostitutivo dei più alti organi esecutivi dello Stato, quasi come nel caso degli interventi per realizzare infrastrutture logistiche o militari finalizzate alla sicurezza o alla difesa del territorio nazionale. La legge, inoltre, contempla la possibilità di realizzare nuovi impianti a condizione che sia garantito un equilibrio economico e finanziario anche attraverso la realizzazione di strutture complementari e di supporto all'impianto. Una formulazione assai vaga e alla quale furono imposti però alcuni limiti che bisognerebbe rispettare con rigore. Una legge che altera, quindi, sostanzialmente la normativa generale urbanistica ed apre la strada a ingorghi procedurali, possibili contenziosi, incertezze sulle competenze degli enti coinvolti e presenta profili di incostituzionalità più volte sottolineati da molti osservatori. Tali incertezze si sono puntualmente manifestate nel corso dell'iter approvativo del progetto di Tor di Valle e ora stanno emergendo in modo clamoroso.
2. La localizzazione dell'intervento comporta molte difficoltà progettuali sia urbanistiche che edilizie. La zona di Tor di Valle ha una sua indubbia delicatezza ambientale e enormi problemi di accessibilità. Il costo elevato delle opere pubbliche per urbanizzare e proteggere dal punto di vista idraulico i nuovi insediamenti hanno spinto in alto le superfici utili di nuova costruzione privata che dovrebbero coprire i costi delle opere. Una più attenta lettura della legge ( nelle parti modificate ai fini di una maggiore trasparenza ed utilità pubblica ) dovrebbe far comprendere i rischi di forzare la legge che quel progetto comporta. Tali problemi potevano essere messi a fuoco da subito e le amministrazioni che hanno avuto il compito di seguire questa proposta dovevano da subito parlare chiaro come ( mi permetto di ricordare ) fu fatto nel 2005 quando fu presentata la proposta del nuovo Stadio delle Aquile in zona Tiberina; proposta dalla quale si è poi generata l'idea di una legge che ritengo davvero folle e dannosa. Questo non significa che la Roma e la Lazio non debbano avere un loro stadio di proprietà. Ma come accaduto per altre situazioni ( vedi Juventus Stadium ) si poteva e si potrebbe pensare ( e questa è una delle modifiche positive introdotte nella legge ma del tutto ignorate ) a riutilizzare il patrimonio impiantistico esistente a Roma di proprietà pubblica: l'Olimpico ed il Flaminio. Con costi minori per tutti e risultati migliori. Sarebbe interessante aprire una discussione su questo e si scoprirebbe che potrebbe esistere lo spazio di una piena soddisfazione delle comunità locali, delle squadre di calcio e anche del Coni proprietario dell'Olimpico.
Infine una considerazione.
Viviamo in tempi di populismo mediatico.
Ho già detto ( scrivendo da questo profilo) che quando si raccoglie in modo indistinto la voce del popolo ci si può trovare dentro di tutto ( dal "no al cemento" , al #famostostadio ) ed è pericoloso. Si può restare imprigionati e paralizzati come sta accadendo alla giunta Raggi che è stata incapace di dire sin da subito le cose con chiarezza ma ha pattinato sugli equivoci e le furbizie.
Ma lo dico anche per noi democratici che siamo una forza politica seria e responsabile. Inseguire l'onda di un grido dagli spogliatoi non ci porta voti. Facciamo una proposta diversa e puntiamo sul patrimonio sportivo e pubblico esistente che altrimenti rovinerà ancora di più di oggi. La legge sugli stadi dice chiaramente che la priorità deve essere data dal recupero degli impianti esistenti. Spero se ne possa discutere nel merito. Lo dico anche da sportivo e tifoso della Roma.
Roberto Morassut (tratto dalla sua pagina fb)

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