I moderni studiosi della sociologia politica dicono che il fallimento
della rivoluzione comunista sia dovuto sostanzialmente alla natura
dell' uomo che impedisce di creare quello stato ideale, neutrale
super partes capace di imporre a tutti di contribuire secondo le
proprie capacita' e di distribuire a tutti secondo i loro bisogni.
In qualsiasi formazione sociale si vengono sempre a creare delle
classi dominanti, sempre degli squilibri.
Uno dei principi limite che i critici attribuiscono a Marx e' in
sostanza quello di non avere tenuto conto di elementi che hanno poi
portato le societa' comuniste al fallimento.
Marx e' partito enunciando la concezione materialistica della storia
cioe' ha sostenuto che la storia e' sempre lotta di classe tra oppressi
ed oppressori. Il suo limite pero' è quello di non avere capito che
questa condizione e' intrinseca alla società,' di qualsiasi tipo
e non e' superabile neanche con la rivoluzione comunista
perche' legata a caratteristiche intrinseche dell' individuo.
Lo Stato è composto di persone che portano al suo interno
e quindi nella classe di potere, non soltanto le proprie
idee dominanti ma anche il proprio desiderio di prevalere.
Quella sorta di paradiso terrestre, per cui i conflitti sarebbero
cessati per sempre non si e' manifestato
primariamente in quello che era lo stato guida della rivoluzione
comunista, l'Unione Sovietica.
Paese che ho avuto l'opportunità di visitare negli anni 70, scortato da
una gentile e bella interprete di nome Tania che parlava un italiano
perfetto, la quale mi disse di aver imparato l'italiano in una scuola
per corrispondenza ( solo questo? ndr).
In realta' l'italiano lo aveva studiato alla scuola di lingue estere del KGB.
Ed era difatti un agente del KGB come mi fu confermato nella
ambasciata italiana a Mosca
della rivoluzione comunista sia dovuto sostanzialmente alla natura
dell' uomo che impedisce di creare quello stato ideale, neutrale
super partes capace di imporre a tutti di contribuire secondo le
proprie capacita' e di distribuire a tutti secondo i loro bisogni.
In qualsiasi formazione sociale si vengono sempre a creare delle
classi dominanti, sempre degli squilibri.
Uno dei principi limite che i critici attribuiscono a Marx e' in
sostanza quello di non avere tenuto conto di elementi che hanno poi
portato le societa' comuniste al fallimento.
Marx e' partito enunciando la concezione materialistica della storia
cioe' ha sostenuto che la storia e' sempre lotta di classe tra oppressi
ed oppressori. Il suo limite pero' è quello di non avere capito che
questa condizione e' intrinseca alla società,' di qualsiasi tipo
e non e' superabile neanche con la rivoluzione comunista
perche' legata a caratteristiche intrinseche dell' individuo.
Lo Stato è composto di persone che portano al suo interno
e quindi nella classe di potere, non soltanto le proprie
idee dominanti ma anche il proprio desiderio di prevalere.
Quella sorta di paradiso terrestre, per cui i conflitti sarebbero
cessati per sempre non si e' manifestato
primariamente in quello che era lo stato guida della rivoluzione
comunista, l'Unione Sovietica.
Paese che ho avuto l'opportunità di visitare negli anni 70, scortato da
una gentile e bella interprete di nome Tania che parlava un italiano
perfetto, la quale mi disse di aver imparato l'italiano in una scuola
per corrispondenza ( solo questo? ndr).
In realta' l'italiano lo aveva studiato alla scuola di lingue estere del KGB.
Ed era difatti un agente del KGB come mi fu confermato nella
ambasciata italiana a Mosca
Per concludere
Il fallimento dell' idea di Marx starebbe quindi negli elementi di cui,
pur nella sua grandezza come filosofo e sociologo, soprattutto non
avrebbe tenuto conto
Rimango comunque un socialista radicale
Luciano Mormile
Il fallimento dell' idea di Marx starebbe quindi negli elementi di cui,
pur nella sua grandezza come filosofo e sociologo, soprattutto non
avrebbe tenuto conto
Rimango comunque un socialista radicale
Luciano Mormile
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