18 aprile 2017

LE PILLOLE DI MARCHESINI

L'Accumulazione
 
In venti anni, dal 1985 al 2005, una quantità oscillante tra gli otto e i dieci punti percentuali di PIL si è spostata dal monte salari al monte profitti. Una cifra enorme che per l'Italia equivale a 120 miliardi l'anno non più presenti nelle buste paga dei lavoratori, e passati nella disponibilità delle imprese che spesso li hanno impiegati nel circuito finanziario più che per gli investimenti produttivi. I miliardi sono diventati 200 negli anni successivi, quando la produzione del danaro per mezzo di danaro ha segnato la sconfitta del lavoro.
Lungi da me l'idea che quanto evidenziato da Paolo Pagliaro in una puntata di 8 e 1/2 sia da attribuire a colpe di Renzi. Troppo piccolo per avere colpe così grandi. Ma certo è che i governi dei paesi occidentali, e i governi italiani con essi (da Berlusconi, a Monti, a Letta, a Renzi, ma anche i governi precedenti) ispirati ad un modello totalmente liberista in cui ha prevalso la speculazione finanziaria, hanno favorito se non provocato questo fenomeno di accumulazione capitalistica. Vale ancora una volta il principio del più forte: economicamente, in questo caso.
 
Secondo Salvini

Secondo Salvini chi è un migrante economico e approda in Italia non perchè scappa dalla guerra, ma dalla miseria economica, deve essere riportato con la forza nel Paese da cui è partito. Noi, spiega Salvini, abbiamo già tre milioni di individui sotto la soglia di povertà. Faccio due osservazioni. La prima: ma quando per un prolungato periodo storico i migranti economici siamo stati noi - negli USA, in America Latina, in Australia, in molti Paesi dell'Europa - forse che siamo... stati rispediti con la forza a casa? Ma non abbiamo imparato proprio niente dalla storia, neanche il dovere della reciproca solidarietà? Seconda obiezione: i tre milioni di italiani sotto la soglia di povertà sono sicuramente una realtà. Ma non è anche vero che i migranti che arrivano qui, lavorando, contribuiscono alla crescita del Pil e a sostenere il fabbisogno per le pensioni di tutti? E Salvini non ha nulla da dire sul fatto che intanto le diseguaglianze aumentano e il 10% della popolazione detiene il 60% della ricchezza? Salvini è verbalmente un caterpillar che fa leva sull'egoismo e la necessità di protezione per chi ha, al punto da reclamare il diritto di armarsi e sparare su chiunque venga a trovarsi dentro i confini della sua proprietà. A meno che non accetti zitto di lavorare per due euro all'ora. Italia first: a Salvini manca il parrucchino, e poi ci siamo.

Ancora su Villa Blanc

Mi rendo amaramente conto che è dura lottare affinché la Luiss, università privata, tenga aperto il parco di Villa Blanc ai cittadini, quando La Sapienza, università pubblica, chiude e sigilla sabato e domenica il Parco del Castro Laurenziano dove, in mezzo a prati e giardini, ha sede la Facoltà di Ingegneria. Ho anche chiesto invano di visitare il sito della basilica romana sotterranea su cinque livelli il cui accesso è interno al Parco, ma pare non si riesca a trovare la ...chiave. Ne deduco, sempre molto amaramente, che è il pubblico e il suo cattivo esempio a favorire e giustificare a Roma l'invadenza predona del privato. Sono Municipio, Comune, Regione e Stato ad avere da tempo abdicato. Come pretendere che sia rispettoso il privato? A decidere sul come utilizzare e valorizzare le risorse ambientali presenti sul territorio si direbbe essere il privato, e il pubblico nel tempo si sia adeguato e sottomesso. Rimangono testimoni e sentinelle i cittadini volontariamente attivi: ma la partita è durissima, visto che pubblico e privato si direbbero essere tra loro omologati e complici. Per disciplinare e arginare il privato bisogna anche e insieme rieducare il pubblico.

La Differenza

Ecco in che cosa l'Italia differisce dalla Turchia. Qui Renzi ha perso il Referendum del 4 dicembre con il 59%. Là Erdogan sembra avere vinto con il 51%. Certo, Renzi non è Erdogan e l'Italia non è la Turchia - quantomeno non ancora. Ma lo scopo dei due referendum, nella sostanza, era lo stesso. Qui è fallito, là è riuscito. Ora bisogna estromettere dalla scena politica colui che qui da noi c'ha provato. Così come aveva promesso in caso di sconfitta, e poi non ha mantenuto

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