Chiaramente non mi sono mai sognato di contrapporre una URSS malefica agli USA paladini della giustizia sociale e della libertà. Ho manifestato per il Vietnam e preso botte dalla Celere; ho manifestato fuori dell'ambasciata di Grecia nel 1967 e ho preso botte; ho manifestato per il Cile di Allende e qui non ho preso botte dalla Polizia, ma ho rischiato di prenderle dai compagni extraparlamentari che volevano impedire al democristiano Corghi e a Galloni di parlare dal palco della manifestazione. Ricordo che un esponente degli Inti Illimani, che erano rimasti bloccati in Italia, chiese di parlare per ringraziare Corghi e Galloni della loro partecipazione alla manifestazione, polemizzando con quelli che li fischiavano.
Ho manifestato contro i missili a Comiso, ho manifestato per la Palestina, per Cuba, per il Nicaragua, per El Salvador e per tutti quei popoli che si battevano per la loro libertà.
Purtroppo però non abbiamo mai manifestato per l'Ungheria, per la Polonia, per la Cecoslovacchia ecc. ecc.. Ci dicevano che se lo avessimo fatto, ci saremmo prestati ad una strumentalizzazione fascista e io, sia pure sentendomi a disagio, non ho manifestato per questi popoli dell'Europa Orientale che si battevano per la loro libertà e autonomia politica. Così facendo abbiamo sbagliato e abbiamo reso meno credibile le nostre affermazioni di autonomia di giudizio rispetto al patto di Varsavia. Chissà che non avesse qualche ragione il PSI che non aderiva alle marce pacifiste, accusando gli organizzatori di essere pacifisti a senso unico. E che diamine, una manifestazione piccola, piccola fuori dell'ambasciata dell'URSS dopo l'invasione dell'Afghanistan si sarebbe potuta anche fare.
L'URSS e la Russia prima non sono mai stati dei piccoli stati, ma sempre dei grandi imperi che invadevano i popoli più piccoli, rivaleggiando con gli imperi europei (quello dell'Inghilterra, quello francese, quello Ottomano......); non sono mai state accerchiate, ma al contrario accerchiavano. Non erano loro a dover temere i finlandesi, ma questi a doversi guardare da loro.
Dovessi descrivere la Russia prima e l'Urss poi e di nuovo ancora la Russia di Putin, le rappresenterei come il lupo della favola di Fedro che accusava l'agnello di intorbidargli l'acqua benché questo fosse a valle del suo accusatore.
Davvero non prenderò le parti degli USA in un eventuale giudizio per stabilire chi sia più inaffidabile fra loro e la Russia. Sono anch'io convinto che né la Russia, né gli USA gradiscano troppo un'Europa unita e forte, così come entrambi non volevano l'evoluzione democratica del PCI e il suo ingresso nell'area governativa, al punto da sostenere gli uni e gli altri i terrorismi rossi e quelli neri nel corso degli anni '70 e '80.
Quanto all'uso del capitale ne parleremo un'altra volta, senza tralasciare di ricordare che mentre il cattolicesimo ha sostenuto a lungo che chiedere interessi per avere prestato denaro fosse peccato, il luteranesimo e il calvinismo non hanno per niente deprecato la richiesta di interessi, comprendendo come questo aiutasse di molto la circolazione del denaro, sostenendo la creazione di nuove attività imprenditoriali, commerciali, artigianali, creando così posti di lavoro e ricchezza.
La globalizzazione dei mercati non è ancora globalizzazione delle responsabilità, non è cioè globalizzazione dei modi di governare. Non è pensabile un livellamento dei sistemi di governo delle economie dei vari paesi, altrimenti i paesi più ricchi, tra i quali sta sicuramente il nostro, dovrebbero decrescere felicemente, ma soprattutto rapidamente per consentire a chi è indetro, i tre quarti del modo, di vedere meglio remunerate le proprie ricchezze.
Ho letto qualche giorno fa un bel libro di Francesco Piccolo (soggettista e sceneggiatore con Nanni Moretti del film "Il Caimano") intitolato "Il desiderio di essere come TUTTI". Il protagonista, che è lo stesso autore, cresce con idee comuniste e litiga continuamente con suo padre che lo rimbrotta dicendogli che fa il comunista perché sa che il comunismo non verrà mai da noi.
Quando vado al supermercato Coop a fare la spesa, talvolta ho comprato prodotti Equi e Solidali e li ho pagati un bel pò di più di quelli che non hanno questa ambizione. Io lo posso fare perché, tutto sommato, con la mia pensione di ferroviere ci campo bene e mi sento a posto con la coscienza perché credo che quei soldi che ho pagato in più andranno nelle tasche dei campesinos guatelmatechi. Poi però mi domando se quelli che hanno un reddito assai più basso del mio, acquisteranno il caffé equo e solidale o quello della Nestlè? Tu che ne dici?
Aldo Luciani
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