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LA CAMPAGNA
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Tso: una zona d’ombra che va illuminata
La cronaca continua a dare conto di drammatiche vicende legate alle pratica del Trattamento Sanitario Obbligatorio. Tra le tante, sono eclatanti quella di Giuseppe Casu, morto “di Tso” a Cagliari nel 2006 dopo sette giorni di ininterrotta contenzione, e quella di Francesco Mastrogiovanni, morto nel 2009 a Vallo della Lucania dopo “87” ore di analoga ininterrotta contenzione, riprese integralmente da una telecamera all’interno del reparto.Queste vicende evidenziano come sia nella fase dell’avvio del Tso che nel corso della concreta esecuzione dello stesso, si consumino violazioni dei diritti fondamentali, consacrate in prassi consolidate, divenute emblema della “banalità del male” in ambito sanitario.
Una riforma non più rinviabile
A 39 anni dalla “Legge Basaglia”, non è più rinviabile un riesame dell’Istituto del Trattamento Sanitario Obbligatorio, in considerazione:- della evoluzione della cornice giuridica internazionale e nazionale sulla libertà di cura;
- dell’evoluzione del concetto di “Salute Mentale”;
- dell’esperienza e dei risultati conseguiti dalla legge Basaglia nella sua applicazione pratica, da cui deriva della necessità di dare tutele giuridiche più significative e concrete a coloro che vengono sottoposti a TSO;
- della presa di coscienza politica e sociale secondo cui occorre orientare l’ intervento pubblico sulla “salute mentale” al coordinamento dei diversi strumenti di welfare che, incidendo sui fattori predisponenti al disagio psichico, può realizzare risparmi significativi
La nostra “Legge Mastrogiovanni”
La proposta di riforma di Radicali Italiani prende la mosse da questo quadro e dalla banale considerazione che durante il Trattamento sanitario obbligatorio non è imposto il controllo in contraddittorio sulla legalità delle condizioni di privazione della libertà personale, imposto dall’ art. 13 della Costituzione e quindi dal codice di procedura penale.Nel raccogliere le raccomandazioni delle carte internazionali ed in un’ottica tesa a ridurre il ricorso al Tso, perché sia ricondotto al ruolo di extrema ratio, la proposta si compone di tre articoli che si sostituiscono agli attuali artt. 33 – 35 della legge 23/12/1978 n. 833 regolatrice della materia. La previsione della difesa tecnica mira a costituire un presidio utile ad approfondire e rendere effettivo il controllo di legalità della procedura, a fronte della registrata insufficienza del controllo da parte del Sindaco e del Giudice tutelare, le autorità previste dalla legge del 1978.
Circa l’ esecuzione del Trattamento sanitario obbligatorio, si chiarisce:
- l’ impossibilità di utilizzare strumenti di contenzione meccanica;
- la natura “aperta” dei reparti;
- la necessità di salvaguardare la comunicazione del paziente con l’ esterno, attraverso le visite e l’ uso di altri mezzi di comunicazione;
- la necessità di valorizzare il monitoraggio e la sorveglianza a cura del Garante Nazionale dei Detenuti e Ristretti.
Leggi o ascolta l’intervento di Marco Pannella del 28 aprile 1978 sulla “controriforma” dell’istituto manicomiale, che introdusse il Tso nell’attuale formulazione. Per approfondire, leggi l’articolo nella rubrica di Michele Capano.
Leggi Gli organismi internazionali ed il trattamento involontario in psichiatria
Leggi la relazione, la sintesi e la proposta di “legge Mastrogiovanni”
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