Riduzione dell'orario di lavoro a 32 ore a settimana con un salario minimo a 1700 euro; l'abrogazione del Jobs Act, (in Francia si chiama loi El Khomri); il rilancio dei servizi pubblici e dell'impiego; il divieto per le imprese di licenziare; la nazionalizzazione dei beni comuni e dei settori portanti dell'economia. A promuovere \questo programma - una irruzione di realtà, secondo i media francesi - è un operaio del Nouveau Parti Anticapitaliste candidato alle presidenziali francesi: Philippe Poutou, lavoratore che passa 30 ore settimana a fare manutenzione in officina, un sindacalista della CGT che conosce bene il diritto del lavoro e le infrazioni da parte delle imprese, e che da anni si batte contro la chiusura del suo stabilimento Ford. «C'è in Francia chi, come l'imprenditore Bernard Arnault, possiede un patrimonio di 40 miliardi di euro, e se noi parliamo della necessità di poter garantire alla gente di poter vivere di quel che guadagna, o di diritto alla casa, ci dicono che è impossibile, è utopia. E perché quando sono le banche a rubare è normale, e se noi diciamo «espropriazione», invece è assurdo? Cent'anni fa le ferie pagate erano considerate un'utopia. E non sono mica stati i padroni a rendersi spontaneamente conto che il lavoro minorile era un'aberrazione. Ci dicono che è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. Ma chi l'ha detto che hanno ragione loro? » Contro la lepenizzazione del dibattito politico che ha fatto dei temi della sicurezza, del protezionismo, della patria da difendere, delle frontiere da salvare e della tradizione da preservare il denominatore di questa campagna elettorale, Poutou ha scelto di sollevare altre questioni: la solidarietà, i rifugiati, l'accoglienza, l'internazionalismo di chi lavora. Le parole che insistono nel suo programma sono anticapitalismo, antimperialismo, femminismo. E poi no all'islamofobia e basta con lo stato di emergenza. Insomma, Il buon senso dell'estrema sinistra contro le ingiustizie insensate di questa società.
Buone notizie dalla campagna per le presidenziali in Francia.
Gian Carlo Marchesini
Nessun commento:
Posta un commento