8 febbraio 2017

ISRAELE CONTRO LA COMUNITA' INTERNAZIONALE

 
                                Benjamin Netanyahu
                            Primo ministro di Israele
 
Da Israele arrivano  nuove notizie allarmanti. Il Parlamento israeliano, la Knesset, ha votato 60/52 a favore della legalizzazione retroattiva di circa 400 edificazioni dei coloni israeliani in Cisgiordania. La decisione è stata criticata dal Procuratore Generale israeliano che ha pubblicamente affermato che ove fosse impugnata questa delibera , la Procura potrebbe non resistere dubitando della sua legittimità . Il premier conservatore Benjamin Netanyahu, ha osservato che, se ciò avvenisse, il Procuratore Generale, tale Avichoi Mandelblit, verrebbe per questa ragione sostituito. La decisione della Knesset appare in piena contraddizione con la Risoluzione ONU n. 2334. Alla Knesset la decisione di legittimare retroattivamente gli insediamenti in Cisgiordania e' stata appoggiata dal gruppo parlamentare che fa capo all' ultraconservatore Bennet che appoggia il governo Netanyahu. L' Autorità palestinese ha protestato vivamente , il governo turco anche. Il presidente palestinese A. Mazen ha richiesto ufficialmente l' intervento diplomatico francese che il presidente Hollande per il Medio Oriente aveva offerto nei giorni scorsi.
Personalmente ho simpatia ed alta considerazione per Israele ed il suo popolo. Occorre infatti considerare e non dimenticare che nel Medio Oriente, Israele è l' unica vera democrazia. Ciononostante credo che la decisione israeliana presa  dal parlamento israeliano sia profondamente errata e gravida purtroppo di gravi conseguenze negative per Israele, per il travagliato processo di pace, per la sicurezza e la pace nel Medio Oriente ed in tutto il mondo. Si allontana in modo drammatico ed ingiusto la prospettiva dei due stati,due popoli, che ha rappresentato la pietra miliare del processo di pacificazione del conflitto israelo-palestinese, mortificando il lavoro della Road-map fin qui svolto. Non posso sottotacere che viene apportato un " vulnus" gravissimo all' autorità dell' ONU, atteso che la deliberazione della Knesset  si pone in aperto e pieno contrasto con la direttiva ONU, con la Comunità Internazionale degli Stati. Non è chi non veda che tale decisione offende anche lo spirito " west-faliano" che con difficoltà si stava facendo strada anche in medio oriente. Colpisce che un leader democaticamente eletto come il presidente Netanyahu possa con spavalderia affermare che il governo israeliano si riserva di sostituire il titolare del potere giudiziario inquirente e requirente se quest'ultimo non fosse acquiescente con i desiderata del governo israeliano. Sembra che Netanyahu voglia cosi " scimmiottare" la posizione assunta negli Usa dall' Amministrazione della Casa Bianca che non accettando le impugnazioni dei procuratori federali del provvedimento anti immigrazione limitato ad alcuni paesi ed non altri. In queste ore assistiamo quindi in importanti paesi democratici, ed  Israele è tra questi, alla messa in discussione del principio della divisione dei poteri: legislativo, esecutivo,giudiziario. La paura a questo punto è che dappertutto si faccia strada la sottocultura della " democratura" la voglia al potere di uomini " forti" che mettendosi sotto i tacchi il diritto internazionale, il diritto statale, la tradizione repubblicana e moderna della divisione dei poteri, spostino indietro le lancette della Storia, molto indietro fino al ritorno ai sovrani assoluti almeno quelli si pretendeva che fossero " illuminati" , adesso neppure quello. I nostri tempi rifuggono in politica dalla razionalità , dal buon senso e sono vittima delle passioni più becere e stupide. Temo che ci faremo molto male, molto .... ma come impedirlo?
Luca Giordano .

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