Questa
mattina su Tre Righe troverete pubblicato un interessante articolo
avente per oggetto la situazione neoenomico-sociale del Paese ,il
ritardo sulla tabella di marcia dell' Europa che diversamente da Noi ,si è già
ripresa. L ' articolo presentato con il logo di Articolo Uno è per noi
particolarmente interessante perché ci induce a fare una breve riflessione, che
sorge spontanea. Quanto è visibile agli elettori Articolo Uno ? Quanto il
tema centrale del lavoro è declinato secondo iniziative, riflessioni e proposte
capaci di veicolare consenso ,adesioni, stimoli al corpo elettorale ? Articolo
Uno si sta collocando in modo utile ed opportuno sul palcoscenico politico ? è
in grado di calamitare adesioni ,suscitate interesse, passione politica e civile
? Perché a ben ragione, questo dovrebbe fare un partito della Sinistra, per calamitare
voti .Questo dovrebbe fare una forza di don sinistra che come afferma avrebbe
una vocazione maggioritaria ,una volontà quindi di andare al Governo , per
descrivere un nuovo patto speciale connotato da :
sviluppo, diritti, solidarietà, giustizia, legalità, partecipazione e democrazia.
Bene se questo è il programma ,ad oggi Articolo Uno non è ancora entrato a
pieno regime. Vediamo perché . Il battesimo sul piano politico e sociale è
stata la grande affermazione elettorale avvenuta al referendum costituzionale
del 04 dicembre u.s. Chi vi scrive aveva con passione aderito e
partecipato con tutte le sue forze capacità a quella importantissima iniziativa
di resistenza democratica, mi piacerebbe ricordarla come " la nostra ora
più bella " ,chi vi scrive insieme ad alcuni compagni e compagne che
subito erano diventati dei cari amici, sollecitavano una prosecuzione coerente
ed efficace dell' iniziativa operata con lo schieramento democratico a tutela
della nostra Carta Costituzionale .Dovevamo e potevamo già in quel momento
lavorare di intesa con altre forze progressiste rappresentate dal movimento di
Rodotà e Zagrebelsky, Sinistra Italiana, ed altri . Se cosi avessimo fatto ed
avremmo fatto bene, capitalizzavamo l' insegnamento che era giunto dalla
campagna elettorale USA,ed in particolar modo dall' insegnamento politico e
morale dettato da Bernie Sanders. Una proposta di nuovo socialismo riformista
,che nasce dal basso, dal corpo sociale ,che è autentico ed appassionato. Un
movimento socialista e del lavoro che nasce da una esigenza molto sentita nel
corpo elettorale. Un movimento che negli USA giustamente aveva preso le
distanze dà una sinistra che ancora abbracciata all' establishment aveva perso
credibilità ed appeal. A ben vedere si trattava della stessa via indicata in
G.B. da Jeremy Corbyn . In Italia invece sembra si stia seguendo un' altra
impostazione . Articolo Uno è nato dalla convergenza di esponenti politici
partitici che facevano capo al PD, a S.I. ed ad una nomenklatura che era a
quest 'ultimi connaturata e congeniale . È accaduto inoltre che in una ottica
politico tradizionale si sia detto : apriamo anche a coloro che al momento
della prova referendaria stavano dall' altra parte, apriamoci ad un fronte più
largo . Il rischio di questa operazione tipica della politica tradizionale a
mio avviso è stato quello di immettere dentro la nascente formazione politica
un ceto politico già compromesso con la vecchia politica ,con il renzismo (
parecchi che adesso militano in Articolo Uno ), erano fino a pochi mesi orsono
convinti militanti renziani . Addirittura questi esponenti
renziani come sta accadendo a Roma ,stanno riuscendo ad assurgere a compiti e
funzioni di direzione e coordinamento. Qualcuno dirà : " ecco la solita
pastetta all' italiana , la solita tendenza al riposizionamento camaleontico .
Come dargli torto ? Temo che ancora non siamo nati e già sembriamo una nuova ed
ulteriore declinazione di una classe politica espressione dell' establishment .
Inoltre occorre dire che sulla base pratica dell' esigenza di darsi una
struttura ed un assetto, non si è proceduto con metodo democratico alla scelta
di rappresentanti e membri dei vari organi intermedi del nascente movimento. Si
è detto : " al momento si procede così". Ma i problemi non finiscono
qui. Vi è infatti un problema più grave ed importante. Corriamo il rischio
attuale e concreto di operare politicamente solo sul piano mediatico. Credere
di rappresentare una forza politica rappresentativa del sociale, del mondo del
lavoro, che invece non andiamo ad incontrare. Io credo che noi militanti della
prima ora ,noi che abbiamo difeso la Carta Costituzionale quando sembravamo
prossimi ad essere sconfitti, dovremmo rivolgerci al sociale ,dovremmo recarci
nei luoghi di lavoro e di fatica, per ascoltare ,capire, rispondere alle esigenze
ed ai problemi delle persone. Dobbiamo ricreare le filiere del consenso e della
organizzazione politica . Dobbiamo riflettere sulla nostra collocazione
politica e sociale sul piano del lavoro, sul piano territoriale comunale e regionale, dobbiamo
comprendere che posizione assumere rispetto a grandi questioni che riguardano
l' immigrazione, la sicurezza, l' impegno e la militanza dell' Italia in Europa e
nel mondo. Che posizione assumiamo rispetto ai grandi temi della pace e della
sicurezza ? Come ci poniamo ? Con chi vogliamo collaborare e come e perché ?
Insomma come potrete notare i problemi sono tanti e le risposte non sono ancora
pronte .Vedo al momento un problema ingombrante di spezzoni di forze politiche
che cercano un riposizionamento .Capisco, Però mi rendo conto che una forza
politica per essere credibile deve nascere e rappresentare bisogni autentici
del corpo sociale ,rifuggire il rischio di apparire malgrado tutto
autoreferenziale ,ed artificiale. Buon lavoro a tutti.
Luca Giordano per Tre
Righe
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