E’ l’”economia condivisa (mai definizione è stata più mistificatoria) che racconta una sfida antropologica: importante è l’uso di una cosa più che il suo possesso esclusivo.
E’ il futuro che si è insinuato prepotentemente nel presente, con una forza dirompente sul modello di consumo fondato sulla proprietà.
Il secondo aspetto, non meno importante del primo, è che l’immagine romantica – o almeno libertaria – degli iscritti a Uber o Airbnb o ebay o qualcuna delle altre grandi società proprietarie dei sofware, è una vernice sottilissima, che basta grattare con l’unghia per scoprirne la sostanza: una nuova forma di sfruttamento dei più deboli: quelli che hanno bisogno di reddito purchessia, che precari e poveri rimangono, garantendo fatturati molto pingui e crescenti ai gruppi che li usano, e che li legano con contratti molto stringenti e scaricano su di loro la responsabilità intera (giuridica, fiscale,...).
Vale la pena di ragionare su tutto questo, ma quello che è immediatamente osservabile è la sfida ai padroni del capitalismo dei consumi, in ogni settore.
L’aggiustamento – se aggiustamento sarà – spingerà ancora più in basso una porzione crescente della popolazione, falcidiando i ricavi dei gruppi alberghieri, del lusso, ma anche della distribuzione degli alimentari... e oggi anche delle banche con il “social lending” (prestito sociale tra privati. Come al solito, il vantaggio, di gran lunga maggiore, è del padrone del software) provocando un enorme tsunami occupazionale (ricerca di Pwc).
Netfix e Spotify stanno desertificando i mercati del video e della musica. Le alternative – che provocano effetti già visibili sulla industria automobilistica – di Uber ai taxi; di Car2go all’auto in città; di Blablacar all’auto fuori città;....stanno provocando il collasso del mercato delle auto, destinato a ridursi di circa il 60% per quanto riguarda il parco e del 40 per la domanda di auto nuove (secondo la Barclays, in USA e poi in Europa).
La loro affermazione non è senza forti contrasti. Solo da noi la tassazione – che colpisce le organizzazioni e non i singoli – è stata proibita. In altri paesi si cerca di contrastarne l’avanzata. Non per niente, in genere, sono le lobby a fare certe leggi e il capitalismo “del consumo di possesso” è ancora molto forte. I furbi tengono i piedi in due staffe. E’ guerra tra capitalismi. La finanza la fa da padrona su tutte due le sponde, e sposterà capitali giocandoli sul presunto vincente. Le persone ovviamente sono irrilevanti, come tutto che non sia profitto cumulabile.
Come altre nuvole ( o altri raggi di sole?),che lo sostanziano, il futuro è già qui .
Umberto Pradella
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