2 febbraio 2017

L'INCIDENTE FERROVIARIO DI VIAREGGIO :LA PAROLA AD UN ESPERTO

Pubblichiamo il punto di vista di Giovanni Mantovani, esperto ingegnere trasportista, sulla tragedia causata a Viareggio dal deragliamento di due vagoni carichi di gas e la notizia di ieri  che ha riguardato la sentenza di primo grado che ha visto condannato a sette anni , tra gli altri, "l'ex compagno" Moretti.

Striscione con i volti delle vittime dell'incidente ferroviario

Le nostre ferrovie non sono tutte al Medio Evo. A parte l'Alta Velocità, ci sono tratte di interesse regionale ammodernate, una discreta quantità di nuovo materiale rotabile e tratte che funzionano; per gli impianti di controllo della circolazione sono ai primi livelli (o forse al primo livello) in Europa e RFI sta sperimentando in prima europea, in Sardegna, il segnalamento ERTMS satellitare. Certo, purtroppo ci sono ampie zone con un'offerta scadente, specie al Sud, e c'è una molto opinabile volontà di fare spazio agli autobus.

Un piano nazionale dei traporti è previsto dalla legge e mi pare che sia vigente il Piano Generale approvato nel 2001. Se la situazione è quella che vediamo, vuol dire che era fatto male o che non è stato attuato in misura sufficiente. Comunque credo che in ogni caso il settore dei trasporti non possa essere lasciato totalmente al mercato e alla massimizzazione del profitto. Occorre una lungimirante politica nazionale (correlata con una lungimirante politica europea) e il mercato deve avere adeguate forme di indirizzo e regolazione (competizione per il mercato, non competizione nel mercato).

Dare giudizi sulle sentenze senza avere buona cognizione dei fatti è un azzardo al quale vorrei sottrarmi. Provo a dire solo qualcosa. Risulta che il disastro è stato provocato, come spesso accade, da due cause concomitanti: la rottura dell'assile del carro, con conseguente svio, e l'impatto della cisterna ribaltata sull'estremità di una controrotaia di uno scambio oppure su uno dei picchetti di riferimento geometrico, posti a lato del binario e, a quanto ho capito, costituiti nella fattispecie da uno spezzone di rotaia verticale; la controrotaia è parte essenziale dello scambio, mentre quel tipo di picchetti è in uso da tempo immemorabile, anche se sarebbe ragionevole sostituirli. La prima causa mi pare senz'altro imputabile alla ditta proprietaria del carro e a quelle che per essa facevano verifiche e manutenzione, ma andrebbe capito in quali proporzioni e a quali soggetti delle ditte. Riguardo alla seconda, mi pare che sia controverso quale dei due elementi abbia perforato il carro. In ogni caso era prevedibile che costituissero elemento di rischio per la sicurezza, e con quale probabilità (la sicurezza assoluta non esiste, la regola è porre un limite di probabilità a scenari di fatalità)? La risposta non può essere improvvisata e richiede riflessioni sull'organizzazione delle attività in FS, sull'esistenza di studi al riguardo, sul ruolo di enti di sicurezza. Comunque, per quanto non mi sia simpatico, non credo che una responsabilità possa essere attribuita a Moretti.

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