La legislatura volge al temine e sfuma per migliaia di bambini, figli di immigrati nati in Italia, il sogno di essere riconosciuti come cittadini Italiani.
Il 2017 si chiude in Parlamento con l’approvazione del bilancio e il naufragio dello Ius Soli. Non ci sarà più tempo, infatti, per la cittadinanza ai minori stranieri: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è ormai pronto a sciogliere le Camere tra il 28 e il 29 dicembre.
Il Quirinale ha come date cerchiate di rosso quelle di giovedì e venerdì prossimi: l'intenzione del capo dello Stato sarebbe infatti quella di sciogliere le Camere dopo la conferenza stampa di fine anno del premier Paolo Gentiloni. Conferenza prevista per il giorno 28. Subito dopo o al massimo il giorno successivo il Premier salirà al Colle.
Il premier non dovrebbe dimettersi proprio per restare in carica in una fase che potrebbe dimostrarsi molto complicata, soprattutto se non uscirà subito dalle urne una maggioranza chiara. Cosa più che probabile vista la legge elettorale.
A segnare il fischio finale dei lavori parlamentari è stata la polemica sullo ius soli. L'esame del disegno di legge è arrivato in Aula nella tarda mattinata di ieri, ma ha subito un arresto per la mancanza del numero legale. Assenti i senatori pentastellati, gran parte dei centristi e un cospicuo numero di democratici. Il Presidente del Senato Pietro Grasso, che guiderà la nuova forza di sinistra Liberi e Uguali, constatando l'impossibilità di andare avanti, ha fermato i lavori fissando la nuova seduta per il 9 gennaio del 2018: che sarà resa di fatto impossibile dallo scioglimento delle Camere previsto entro quest'anno. Il mancato numero legale “è responsabilità di destra e M5S”, attacca il Pd, laddove Lega e Fi esultano per lo stop al ddl. Maria Cecilia Guerra, capogruppo al Senato di Articolo1-mdp ed esponente di Liberi e Uguali, ha detto: «Non è il fato né la fine della legislatura ad aver portato la legge sulla cittadinanza su un binario morto ma una scelta politica del PD, che l’ha tenuta inutilmente ferma in commissione per la paura di perdere consensi, prima nella campagna per il referendum istituzionale, poi nelle amministrative. Sempre sbandierando una volontà che non si è mai concretizzata in una vera assunzione di responsabilità. Da ultimo la farsa di una calendarizzazione dopo la legge di bilancio che, come avevamo previsto, non poteva portare a nulla».
Lo ius soli, approvato dalla Camera lo scorso ottobre, dove il PD ha una larga maggioranza anche senza i voti di Alternativa Popolare, e rimasto bloccato al Senato, avrebbe allargato i criteri per ottenere la cittadinanza italiana e avrebbe riguardato soprattutto i bambini nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia da piccoli.
I moderati hanno centrato l’obiettivo con l’avallo di un governo a traino PD che, nella coerenza dello smantellamento dei diritti, conclude questa legislatura posizionandosi definitivamente al centro, un centro che guarda ormai palesemente a destra.
Maura Pisciarelli
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