15 dicembre 2017

IL MIO TESTAMENTO BIOLOGICO

 
La sofferenza è un bene prezioso non solo per chi soffre, ma per il resto dell'umanità. Lo sviluppo della medicina e della scienza tutta in fondo nasce dalla lotta, vecchia quanto l'uomo, volta a sconfiggere la sofferenza e la morte. Con il testamento biologico, noi diventiamo giustamente liberi di stabilire, in maniera preventiva, se essere sottoposti o meno a terapia anche in condizioni disperate. La legge attribuisce così al singolo la piena autodeterminazione. Ebbene, messo adesso di fronte alla possibilità-dovere di decidere cosa debba esser fatto o meno in caso di una malattia, che mi renda incapace di esprimere le mie volontà, e che non mi lasci alcuna speranza o solo una debolissima speranza di vita, e magari di una vita di ulteriore dolore, cosa deciderò? Se lo studio, l'analisi della mia sofferenza e malattia dovessero servire alla scienza per sperimentare nuove vie di cura per gli altri esseri umani, lascio quel che resta della mia vita alla scienza, perché continui nella sua ricerca. Se, invece, la mia vita dovesse diventare un inutile peso, nessuno si preoccupi di quel che sarà del mio corpo. Anzi, se rimanesse qualche organo utile, si predisponga pure tutto affinché, quando arriverà il momento, serva a salvare altre vite. Poi, si lasci l'ultima parola a quel Dio che ho sempre amato e cercato, e nel quale è la vera vita.
 
Massimo Frana

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