Chi di rottamazione ferisce, di rottamazione perisce.
Così mentre la legislatura volge al termine e la campagna elettorale è già iniziata, Matteo Renzi deve fare piuttosto in fretta a passare la bomba, che lui stesso ha costruito, per evitare che gli esploda tra le mani. Infatti l'arma segreta della commissione banche che il segretario del PD ha fortemente voluto per poter scaricare le colpe della crisi bancaria sulla dirigenza veterocomunista del suo partito, è diventata la cicuta di cui si sta nutrendo a piccole dosi il giglio magico.
"Penso che si tratti di un vero e proprio conflitto d'interessi. Oggi voterei la mozione di sfiducia sulla Boschi" dichiara la toscana Elisa Simoni, parlamentare di Liberi e Uguali, nonché cugina di Matteo Renzi, fuoriuscita dal PD per aderire al movimento Articolo1-mdp guidato da Roberto Speranza.
Appare in effetti molto debole la scusa che l'ex ministro Boschi si occupasse del proprio territorio, anche perché in casi di possibile conflitto esiste la delega. Ma Renzi ha affermato che ora la bella Maria Elena "sarà valutata dagli elettori", se fosse vero, sarebbe il primo confronto vero che l'attuale sottosegretario avrebbe con il voto. Se fosse vero ciò che dice Matteo Orfini e cioè che "la Boschi è una leader del PD amata dagli elettori", allora non avrà alcun problema ad essere rieletta. Se poi le affideranno un collegio sicuro che non include Laterina, sarà tutta un'altra storia, o meglio un'ulteriore catastrofica storia.
E mentre l'ideatore della rottamazione sta perendo dei colpi della stessa spada con cui ha tentato di colpire D'Alema, Bersani e tutta la storia della sinistra, le agenzie hanno battuto la notizia che un'altra donna, Laura Boldrini, ha preferito Pietro Grasso all'enfant prodige dei democratici affermando che "sinistra e conservazione sono due concetti che non possono stare insieme".
Chissà, forse è il caso di dire:
chi di rottamazione ferisce, di rottamazione perisce.
Maura Pisciarelli
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