Questa mattina per recarmi da un mio amico, ho preso la linea B della metropolitana. Alla fermata San Giovanni è salita sulla metro una giovane donna di colore che teneva in braccio, in un porta enfant , un bel bimbo, un negretto di un anno o poco più.
I nostri sguardi, gli sguardi del negretto ed il mio, si incrociarono
per un istante ed io, come faccio spesso, istintivamente gli strizzai
l'occhio. Al mio gesto il viso del bambino si aprì in un largo sorriso.
A questo punto, guardando la madre, a voce alta indicando il piccolo dissi : "Questo è un bel bambino, è un bambino italiano". La madre a testa china ed a voce bassa sussurrò "Magari". Dalla fila dei passeggeri seduti solo un'anziana signora fece cenno di alzarsi per offrire il proprio posto a sedere alla giovane madre che ringraziò senza accettare.
La donna rimase in piedi a testa bassa finchè il treno non raggiuse la fermata di Termini dove la donna scese dopo avermi salutato senza guardarmi e sempre a testa bassa.
A testa bassa purtroppo.
I nostri sguardi, gli sguardi del negretto ed il mio, si incrociarono
per un istante ed io, come faccio spesso, istintivamente gli strizzai
l'occhio. Al mio gesto il viso del bambino si aprì in un largo sorriso.
A questo punto, guardando la madre, a voce alta indicando il piccolo dissi : "Questo è un bel bambino, è un bambino italiano". La madre a testa china ed a voce bassa sussurrò "Magari". Dalla fila dei passeggeri seduti solo un'anziana signora fece cenno di alzarsi per offrire il proprio posto a sedere alla giovane madre che ringraziò senza accettare.
La donna rimase in piedi a testa bassa finchè il treno non raggiuse la fermata di Termini dove la donna scese dopo avermi salutato senza guardarmi e sempre a testa bassa.
A testa bassa purtroppo.
Josi Giobbe
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