7 dicembre 2017

LETTERA APERTA A DE LUCIA E BERDINI

 
 

 
 
Cari Vezio De Lucia e Paolo Berdini, che insieme ad altri pubblicate oggi,7 novembre, su il Manifesto un appello contro la costruzione a Roma dello stadio: fatemi fare una volta tanto non la parte del virtuoso, ma quella del diavolo.
Il calcio, piaccia o non piaccia, è lo sport più popolare al mondo. Muove emozioni e passioni in milioni di persone, oltre a enormi interessi in denaro. A Roma gli appassionati di questo sport, tra romanisti e laziali, sono decine e decine di migliaia. E pa...re non ci sia uno stadio, dei due, Olimpico e Flaminio, all'altezza delle esigenze e della situazione. Alle Olimpiadi del 2024 è stato detto no, e a ragione. Troppi rischi e pericoli di grande cementificazione. A dirlo sono stati i 5 Stelle. Ma possono essere ignorate e disattese le aspettative di decine e decine di migliaia di persone? A Madrid e a Barcellona, a Parigi e a Marsiglia, a Manchester e a Londra e in tutte le altre grandi città del mondo, non ci sono stadi capienti e sufficienti quanto basta? Il PD voleva a Roma anche le Olimpiadi, e Marino aveva dato via libera, a certe condizioni, alla costruzione dello stadio. D'accordo nel dire no alla cementificazione: ma si può aspirare a governare Roma dicendo di no a tutto? E si può bocciare il progetto di uno stadio perché è demandata allo Stato la realizzazione sul Tevere di un ponte necessario a smaltire il volume di traffico collegato? E si può fare le barricate a difesa di un ippodromo che verrebbe dallo stadio eliminato, ma che dal 2013 è inutilizzato e chiuso? Insomma, no alle grandi opere che divorano il suolo e il territorio. Sempre, comunque e tutte? Ma se la Capitale finora è stata il paradiso dei palazzinari, può diventare ora quello degli urbanisti astinenti e degli architetti virtuosi? Volete aiutare a capire uno che di queste cose è mezzo ignorante?


Gian Carlo Marchesini
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento