30 dicembre 2017

INTERCETTAZIONI :LA DIFESA E' GARANTITA A CHI PUO' PERMETTERSELA



                                                                       Andrea Orlando

Il via libera definitivo alla riforma sulle intercettazioni, già approvata dal Governo lo scorso 2 novembre, è arrivato ieri,29 dicembre, dal Consiglio dei Ministri. Dalla sua pubblicazione, prevista per gennaio, passeranno sei mesi affinché entri in vigore.
Il decreto legislativo approvato ieri conferma il ruolo delle intercettazioni come strumento fondamentale per le indagini introducendo nel codice penale il delitto di “diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente” (escluse quelle realizzate per esercizio del diritto di difesa o di cronaca), disponendo il divieto di trascrizione delle conversazioni ritenute irrilevanti ai fini delle indagini.
La riforma, inoltre, rivede la disciplina del deposito degli atti: al deposito delle comunicazioni segue l’acquisizione esclusiva di quelle rilevanti e la separazione e la custodia in archivio di quelle ritenute irrilevanti. Questa valutazione è nelle mani del pubblico ministero che diviene, quindi, il custode dell’archivio. Viene rivisto anche l’utilizzo dei cantatori informatici semplificando l’utilizzo delle intercettazioni che riguardano reati più gravi.

Alla soddisfazione del ministro della giustizia Andrea Orlando che ha dichiarato che d’ora in poi “abbiamo un Paese che utilizza le intercettazioni per contrastare la criminalità e non per alimentare i pettegolezzi o distruggere la reputazione di qualcuno”, si sono susseguite una serie di critiche.

L’Anm non boccia la riforma, tuttavia il presidente Eugenio Albamonte ritiene che "si poteva fare meglio. "Lo strapotere della polizia giudiziaria, la vicenda dei trojan e i tempi troppo lunghi per l'entrata in vigore della possibilità per i giornalisti di ottenere e pubblicare l'ordinanza di custodia cautelare sono i punti negativi della riforma". 
Il presidente dell’anca, Raffaele Cantone ha dichiarato di avere “qualche perplessità sul fatto che sia la polizia giudiziaria a dover trascrivere le intercettazioni rilevanti pre le indagini. Gli abusi ci sono stati e bisognava intervenire. Ma credo che lasciare al pm il ruolo di garante sia nell’interesse di tutti, anche della polizia”.

“È una riforma che non possiamo considerare positiva perché per tutelare privacy e riservatezza si è scelto di limitare fortemente il diritto di difesa. Il che crea danni significativi a chi si trova coinvolto il vicende giudiziarie. Già oggi difendere è complicato. Domani diventerà pressoché impossibile, tanto meno nella fase cautelare”. A fare questa valutazione non è un imputato, ma l’Unione delle camere penali.  Per Rinaldo Romanelli, componente della giunta del sindacato degli avvocati, “il vulnus di questa riforma resta: non dare copie agli avvocati di tutto il materiale intercettato. Tanti processi si fanno sulla base delle intercettazioni: ma il 98% per cento del materiale intercettato è irrilevante, non bastano 10 giorni per trovare invece le conversazioni utili alla difesa”. La ricerca del materiale difensivo, dunque, sarà possibile soltanto ai grandi studi legali e quindi il garantismo c’è, ma solo per chi può permetterselo.

Maura Pisciarelli

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