Nota unitaria Confederali.
L’immobilismo del comune blocca la città:
cancellato anche il prolungamento della metro B1
Dopo il blocco del prolungamento della metro B per Casalmonastero un altro colpo alle speranze dei cittadini del quadrante est di Roma di veder affrontare l’oramai insostenibile situazione della viabilità e della mobilità (o, meglio, della immobilità).
Si viene a conoscenza, infatti, in questi giorni che il 9 giugno del 2017 con la delibera n. 113 la giunta Raggi ha cancellato il prolungamento della metro B1 fino a Porta di Roma.
Il progetto prevedeva il prolungamento della metro B1 fino a porte di Roma attraversando i quartieri, con le relative fermate, di Tufello, Vigne nuove, Casale Nei, Bufalotta.
L’alternativa proposta, solo come vaghissima idea peraltro, appare fantasiosa come la leggendaria funivia di casalotti; si tratterebbe del cosiddetto “PEOPLE MOVER”: un sistema a fune, adottato in alcune piccole città (Pisa, Perugia, Venezia), con carrozze che contengono al massimo 15 persone e per tratti brevi.
Un sistema del tutto inadeguato alla realtà della zona e soprattutto a risolvere la congestione da traffico di attraversamento che interessa i quartieri che sono ormai soffocati quotidianamente dalle auto.
Ancora una volta una sorta di “damnatio memoriae”, per la quale ogni amministrazione cancella, a prescindere dal merito, quello che l’ amministrazione precedente ha messo in campo: si ricomincia tutte le volte da capo con nuove proposte, spesso mirabolanti e fantastiche, e intanto la citta è condannata all’immobilità e alla decadenza.
Con il prolungamento della metro B1 si sarebbe avuto un beneficio per tutta la zona poiché tutto il traffico provienente dalla Salaria, da via della Bufalotta e anche dalla via Nomentana, attraverso il GRA, avrebbe potuto essere dirottato sul previsto parcheggio di scambio con la metro, contribuendo in tal modo a risolvere o almeno a diminuire la congestione da traffico di tre arterie che oggi sono ipercongestionate per la somma tra il traffico di attraversamento e quello dei residenti: il risultato è spesso la paralisi.
Appare francamente sconcertante e incomprensibile, questa decisione dell’amministrazione comunale che rischia di penalizzare ulteriormente gli abitanti del quadrante orientale della città
La Cgil Rieti Roma Est Valle Aniene, la Cisl Roma Capitale e Rieti e la Uil Roma e Lazio, rivolgono un invito alla giunta di rivedere questa scelta, e si impegnano in ogni caso a realizzare tutte le possibili iniziative per sollecitare l’amministrazione comunale ad affrontare i problemi degli abitanti di questo territorio.
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