23 giugno 2018

Dai giornali di oggi 23 giugno


ITALIA-POLITICA
Salvini tracima: “Inutili e dannosi 10 vaccini”. Grillo reagisce: “Sono fondamentali, non si toccano” (Stampa, Repubblica). Sui vaccini scontro nel governo (Corriere Messaggero). La ministra grillina parla di “polemiche strumentali, finalizzate a creare un circo mediatico che a me non interessa alimentare. La politica non fa scienza, e comunque il tema va discusso anzitutto dal ministero della Salute”. Anche Di Maio in campo: “Ognuno ha la sua opinione ma il contratto parla chiaro: vogliamo rivedere il decreto Lorenzin ma per poter assicurare una tutela vaccinale a tutti”. In serata Salvini frena: “Condivido il suo pensiero a questo ci atterremo e al contratto di governo”. Le frasi di Salvini innescano la dura reazione della comunità scientifica ma è essenzialmente politico il dato della polemica. I Cinque Stelle sono chiaramente in affanno per il pressing di Salvini: nella guerra di parole Di Maio è sempre indietro. Il Corriere lancia l’ipotesi di un “tutore” o di un comitato che affianchi il vice premier e due volte ministro per la guida del Movimento. Grillo in arrivo a Roma per dare sostegno a Di Maio. Ma complessivamente, nonostante anche l’inchiesta di Roma che investe il Campidoglio la base d5 Stelle assolve i vertici. Dal sondaggio di Pagnoncelli emerge che meno di un terzo sta seguendo la vicenda e per il 33% l’inchiesta riguarda più o meno tutte le forze politiche; solo il 24% punta il dito sui Cinque Stelle; solo per il 6% l’inchiesta dimostra che il Movimento è uguale agli altri.
Domani è il giorno dei ballottaggi: sul voto nei comuni pesano le sortite di Salvini, su sbarchi e immigrati, rom e ora anche vaccini (Sole). In particolare ad attrarre elettore è stata la campagna assillante di Salvini sul tema dell’immigrazione e della sicurezza. “I migranti sono un tema di distrazione di massa – dice il cardinal Bassetti alla Stampa – il governo deve unire e pacificare il Paese e agire concretamente a favore di famiglie, giovani e poveri, cercando di dare una risposta concreta al clima di rancore sociale che serpeggia nel Paese. Il premier Conte si ispiri all’umanesimo fiorentino per vincere questa sfida”.
Intanto sul fronte giustizia si muove il ministro Bonafede: “Intercettazioni, bloccherò la riforma” (Corriere e tutti). Raccogliendo le richieste del presidente dell’Anm Minisci, il ministro ha detto che il testo Orlando verrà senz’altro bloccato. “Avvierò una valutazione delle risorse che sono state investite per la strumentazione necessaria perché non ci piace buttare soldi. Il mio impegno prioritario è capire le linee della riscrittura del provvedimento e su questo avvierò un confronto con procure e avvocati”. La riforma perciò sarà riscritta. Critico l’ex ministro Orlando: “Dichiarazioni affrettate”. Repubblica torna sul tema delle scorte, dopo lo scontro a distanza tra Salvini e Saviano. “Saviano rischia: lasciategli la scorta, io so quanto pesa” dice a Repubblica Lorenzo Biagi, figlio di Marco, ucciso 16 anni fa a Bologna. “La scorta non è affatto un privilegio né un motivo di vanto: ti stravolge la vita”. Per avergliela tolta il padre fu ucciso, nonostante “l’avesse detto e scritto in ogni modo perché gli venisse rassegnata. Non fu ascoltato e nemmeno credito. Questa è la rabbia che ancora provo contro le istituzioni che lo hanno lasciato solo”. Sul Fatto parla la moglie di Marco Biagio: “Ciò che è accaduto a mio marito è la risposta”. Sempre sul Fatto il grido di Ingroia: “Così lo Stato mi lascia solo”. L’ex pm, rimasto senza protezione a maggio, ha scritto a Minniti e Salvini ricordando le molte minacce anche recenti ricevute dalla mafia.

ESTERI
Ue a pezzi sui migranti e la Merkel apre a patti tra due o più Stati (Repubblica). Pessimismo sull’incontro a 16 di domani e sul Consiglio Ue di fine mese. Il tavolo del vertice si allarga e cresce il rischio flop (Sole). Si allontana l’idea di rivedere il trattato di Dublino. Merkel: “Meglio elaborare accordi bilaterali e multilaterali”. Possibile che la cancelliera voglia far trattare tra loro il ministro Seehofer e Salvini. Salvini, intervistato dallo Spiegel, attacca ancora Macron – “un signorino educato che eccede in champagne: ci dia il telefono della sua capitaneria di porto e i prossimi 10 barconi vanno a Marsiglia – e alla Germania manda a dire: “Noi non possiamo prenderne uno di più, anzi ne vogliamo consegnare un paio”. Poi l’avvertimento: “Entro un anno si deciderà se la Ue ci sarà ancora oppure no”. Sulla Stampa il piano di Conte sui migranti, a cui hanno lavorato Farnesina e Viminale. Il piano punta a cancellare e non a riformare il regolamento di Dublino, e in attesa di una riscrittura ne chiede l’applicazione alle sole frontiere terrestri. L’Italia chiede poi  “contestualità negli impegni reciproci e nella necessaria copertura finanziaria”, Centri di assistenza ai migranti in tutti i Paesi di transito in Nord Africa come piattaforme dalle quali organizzare i rimpatri e la definizione di fondi europei per i rimpatri assistiti. Conte, Di Maio e Salvini puntano dunque a politiche di filtro e di contenimento sul fronte africano da finanziare e attivare immediatamente e contestualmente. Ma la Francia alza il muro: teniamo Dublino. E i centri di identificazione restino in Sicilia (Stampa). Per il resto Parigi intende rispolverare il sistema delle quote di migranti, da spartire fra i Paesi della Ue anche se fino ad ora è stato un flop. Grandi (Onu) a Repubblica: “L’Europa agisca unita con un piano regionale per gli sbarchi. Il trattato di Dublino va rivisto, era disegnato per un’altra Europa e un’altra fase delle migrazioni. Va rivisto ma tutti insieme”.
Intanto la Lifeline, con 230 persone a bordo, resta ancora in alto mare: Malta rifiuta lo sbarco (Stampa e tutti). Toninelli alla Verità: “Malta si rifiuta di intervenire, comportamento disumano”. Il ministro ne ha anche per la Lifeline: “Può portare al massimo 50 persone, ne ha a bordo oltre 200: operano nella illegalità e nell’insicurezza. Sono irresponsabili”. Meloni, su Libero: “Serve il blocco navale contro gli sbarchi, da gestire con un coordinamento europeo, perché il confine Sud del Mediterraneo è il confine di tutta l’Unione, non dell’Italia”.
Dazi, la nuova minaccia degli Usa (Corriere, Sole e tutti): “Barriere del 20% sulle auto Ue”, Trump rilancia l'escalation commerciale colpendo le automobili europei. La minaccia del presidente americano si fa sentire immediatamente sulle Borse, con i titoli del settore automobilistico che soffrono: Ferrari cede l'1,19%, Fca il 2,42%. “Scelta poco saggia” quella di Trump secondo il presidente Tajani. Secondo Rampini (Repubblica) nella minaccia di Trump c'è poco di europeo: Italia e Francia esportano pochissime auto negli Usa, la vera partita riguarda i rapporti con la Germania. Sul Messaggero i controdazi europei: rincarano jeans Levis’, Harley e bourbon. Le misure, partite ieri, valgono 2,8 miliardi di dollari, contro i 6,4 miliardi imposti da Washington. Per il Giornale trema il Made in Italy: se la guerra dei dazi dovesse estendersi fino al settore agroalimentare, già fortemente penalizzato dalle sanzioni alla Russia

ITALIA-ECONOMIA
“Mancano le coperture economiche, il reddito di cittadinanza nel 2018 non si può fare” (Stampa). Tria gela Di Maio: “Solo interventi a costo zero” (Repubblica). Il ministro dell’Economia, ieri all’Eurogruppo, stoppa il vice premier, che aveva ipotizzato il reddito di cittadinanza dal 2018 utilizzando anche fondi europei: “Per quest’anno i giochi ormai sono fatti”. L’Italia intende rispettare la richiesta Ue di riduzione del deficit strutturale dello 0,3%, “sforzo” che da solo vale 5 mld: “Ci muoveremo su interventi strutturali che non hanno costi” come il sostegno agli investimenti pubblici”. Per il ministro il vero scoglio da superare sono i mercati, per riconquistarne la fiducia.
L’altro stop a Di Maio arriva direttamente dalla commissaria Ue Marianne Thyssen: il fondo sociale europeo può essere usato per rafforzare i servizi pubblici per l’impiego e contro la disoccupazione ma non per sostituire la spesa nazionale né per misure ordinarie né per politiche passive (Sole). “Il reddito di cittadinanza? Partirà dal 2019 – dice la vice ministro dell’Economia Laura Castelli (M5S) - Le liti con la Ue non servono”. Sul reddito di cittadina critico anche Cottarelli: troppo “generoso” quello previsto dal M5S rispetto al reddito minimo garantito in altri Paesi europei, anche rispetto al livello del debito pubblico. E questa generosità avrebbe riflessi pure sull’offerta di lavoro: il rischio che una persona rimanga inattiva cresce al crescere del reddito ricevuto in assenza di lavoro (Sole). Fitoussi al Messaggero: “Giusto dare una scossa al Paese, servono investimenti pubblici. Dopo una lunga fase senza interventi occorre puntare su infrastrutture e nuove tecnologie. I timori di Cottarelli? Ha la posizione dei funzionari Ue che hanno visto precipitare l’Europa senza reagire”. Intanto Di Maio “sterza”: il reddito non sarà automatico e a pioggia. Ne potrà usufruire solo chi lavorerà gratuitamente almeno 8 ore settimanali. Libero e Giornale lo attaccano: ideona Di Mario, lavorare gratis.
Da Bruxelles niente sconti nemmeno sulla manovra (Sole). Il commissario Ue Dombrovskis: “Bisogna usare la ripresa economica per ridurre l’indebitamento. Non è il momento di politiche espansive”. Per l’Italia si profila una correzione sui conti del 2019 da 10 mld; potrebbe tornare in discussione anche la manovrina 2018. Intanto spuntano extra costi anche sui migranti: con la spesa per l’accoglienza quadruplicata tra il 2014 e il 2017 (da 640 milioni a 24 mld), lo Stato l’anno scorso ha accumulato debiti fuori bilancio per mezzo miliardo (Sole)

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