23 giugno 2018

DALLA TUNISIA:LETTERA APERTA ALL'ITALIA

 
 
 
Dalla Tunisia, le proteste dell'Università contro la discriminazione nei confronti degli immigrati
L'appello a diffondere la lettera aperta
Lettera aperta
Noi docenti di lingua italiana in scuole e università pubbliche e private della Tunisia, firmando questa lettera, intendiamo esprimere la nostra disapprovazione nei confronti delle dichiarazioni razziste del neo ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini. Esse rivelano la totale mancanza di conoscenza del complesso contesto socio-economico del Paese in cui viviamo e lavoriamo con passione da anni. Come parte della comunità italiana in Tunisia, dichiariamo di non sentirci assolutamente rappresentati da un governo che decide di lasciare in mezzo al mare una nave con centinaia di migranti, accompagnando a questa scelta dichiarazioni inaccettabili, dal macabro tempismo. Proprio in quelle ore, infatti, nelle acque territoriali tunisine venivano ripescati 84 cadaveri di migranti morti tentando di raggiungere l'Italia.
Molti di noi vivono in Tunisia da tempo. Conosciamo bene quale sia la realtà sociale ed economica del Paese, diretta conseguenza della rivolta popolare del 2010/2011.
Il rovesciamento della dittatura poliziesca (sostenuta a livello internazionale anche dall’Italia) non ha prodotto il cambiamento radicale che molti speravano potesse dare loro la dignità di vivere e lavorare nel proprio Paese. Al contrario, la situazione economica è rimasta instabile e fragile: le classi popolari si impoveriscono sempre di più i tassi di disoccupazione e di inflazione aumentano progressivamente da otto anni a questa parte. A ciò si è aggiunta recentemente la forte svalutazione del dinaro. Tutto questo ha reso la vita delle persone sempre più difficile. Inoltre le restrizioni alla libertà di movimento impediscono alla maggior parte dei tunisini di viaggiare e poter visitare l’Europa. Spesso per molti giovani unica finestra sul mondo sono internet e i social network che, come fu per Rai 1 negli anni ’80, contribuiscono a dare dell’Italia e dell’Europa un’immagine paradisiaca e, quindi, distorta.
Noi insegnanti di lingua e cultura italiana ci confrontiamo ogni giorno con classi di ragazzi che, pur tra innumerevoli difficoltà, portano avanti i loro studi nella speranza di trovare un lavoro gratificante qui in Tunisia. Cerchiamo di trasmettere, trovando terreno fertile, valori quali la tolleranza, il rispetto e la convivenza pacifica tra persone appartenenti a culture e comunità religiose differenti. Lo facciamo con passione e gratitudine verso un Paese che, a differenza del nostro, ci ha accolti, valorizzando le nostre competenze e dandoci in mano il futuro dei suoi giovani.
Giovani la cui freschezza, genuinità e concreta voglia di confrontarsi con una realtà diversa dalla loro si contrappongono al triste quadro di apatia, pregiudizio e imbarbarimento etico-culturale che si sviluppa sotto i nostri occhi in Italia ormai da anni, lasciando spazio solo alle logiche criminali dello sfruttamento e del ricatto dei lavoratori "extracomunitari" che molto spesso ci rimettono la vita.
Pensiamo sia ugualmente inaccettabile sviluppare il dibattito innescato dai recenti eventi ponendolo esclusivamente sul piano della migrazione "legale" e "clandestina".
Il fulcro della questione non è di certo di natura giuridica bensì strutturale: riguarda lo stato perenne di sottosviluppo e di dipendenza economica di questi Paesi.
Pertanto condividiamo appieno quanto dichiarato dal Forum Tunisino dei Diritti Economici e Sociali che, in un comunicato del 3 Giugno scorso, afferma:
"Si esorta il governo tunisino a rinunciare all'approccio securitario verso l'emigrazione non regolamentare [...]. Questo contesto drammatico deve ugualmente condurre a rivedere le modalità della cooperazione con l'Unione Europea fondata soprattutto sulla sicurezza e la chiusura delle frontiere. Non si può continuare a rinviare ad un periodo indefinito le politiche di sviluppo che tengano conto delle aspirazioni della gioventù alla dignità e alla giustizia sociale".
Non ci resta, infine, che invitarvi a visitare la Tunisia: un Paese storicamente tollerante e accogliente in cui molti italiani emigrarono all'indomani dell'Unità d'Italia, dando vita ad una grande comunità che viveva fianco a fianco con tunisini musulmani, tunisini ebrei, maltesi, francesi e altre minoranze. Auspichiamo, infine, un maggiore impegno da parte delle istituzioni per favorire gli scambi culturali e i progetti di studio italo-tunisini, a nostro modo di vedere unica via in grado di costruire, da entrambe le parti, una visione critica e cosciente del reale.
Tunisia, 20 giugno 2018
Sottoscrizioni
I docenti del Dipartimento d’Italiano dell’Istituto Superiore delle Lingue di Gabés
Marina Carbone, Facoltà di Lettere e delle Scienze Umane di Sfax
Margherita Ranaldo, Facoltà di Lettere e delle Scienze Umane di Sfax

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