25 giugno 2018
Dai giornali di oggi 25 giugno
ITALIA-POLITICA
Ballottaggio, altro balzo della Lega. Resa del Pd nelle roccaforti rosse: il centrodestra vince a Pisa, Siena e Massa (Corriere e tutti). Su 20 capoluoghi sedici cambino colore: il Pd ne perde 12, la destra tre, uno il M5S (Messaggero) Con l’affluenza in caduta libera (al 47,6%) vince il centrodestra in tutta Italia mentre il M5S porta a casa il sindaco di Imola e quello di Avellino. L’alleanza grillo-leghista di governo tutto considerato tiene. Nel centrodestra si fanno già nuovi conti tra i voti che separano la Lega da FI; nel Pd ci si avvicina alla resa dei conti in un partito sull’orlo del baratro. Fedriga al Corriere: “Un dato clamoroso che supera aspettative già ottime. L’inversione totale dei numeri tra centrodestra e centrosinistra ci descrivono un paesaggio politico del tutto nuovo”. Fedriga ribadisce la fedeltà all’alleanza del centrodestra “anche se credo che gli elettori siano contenti del nuovo governo del cambiamento. Ma l’alleanza resta quella del centrodestra”. E una Lega più forte “non credo possa compromettere una lunga alleanza”. Sul Messaggero parla il plenipotenziario di Salvini Stefano Candiani sul caso di Terni: “La sinistra si è scollegata dal cuore e dall’anima di questa città. Ora ci siamo presi Terni, l’hanno prossimo ci prenderemo la Regione Umbria”. “Salvini si sta mangiando i 5Stelle ma quelli fanno blocco contro di noi” dice il vicepresidente dem della Camera. “Cerchiamo di riorganizzare il partito per affrontare una fase difficile: ci sono tutte le premesse che chi è al governo finisca per spaccarsi. Noi ci prepariamo a tutti i possibili scenari. Ormai Salvin ifa la linea per tutti: vedo un appiattimento totale di tutto il M5S ma non su Di Maio ma su Salvini”. Sul Corriere l’intervento di Martina nella prospettiva del voto europeo della primavera prossima: “Il Pd deve svolgere un ruolo di federatore delle forze progressiste per un’Europa più equa e giusta. Alle derive nazionaliste dobbiamo contrapporre l’alternativa di un nuovo progetto sociale prima che politica coalizzando un fronte che sappia unire i Socialisti e Democratici alle forze interessate al progetto. La nostra sfida è far convergere la socialdemocrazia spagnola e portoghese con il riformismo di Tsipras e di Macron. Se Salvini e Di Maio hanno scelto Orbàn e Kurz, noi cercheremo di unirci a tutte le forze progressiste per battere i nazionalismi”. Sul Giornale il sondaggio choc che gela Renzi: il nuovo partito a cui sta lavorando per “superare” il Pd avrebbe un consenso del 4%. Quanto a lui, nelle classifiche del consenso arriva ottavo, dopo Martina e Gentiloni. Per il Pd la prossima tappa è l’assemblea nazionale del 7 luglio, che però dovrebbe limitarsi a confermare Martina come reggente rinviando le scelte al congresso che si svolgerà dopo le Europee del 2019.
In Forza Italia intanto tira aria di rivolta (Corriere, Giornale): l’intervista di Toti sulla necessità di cambiare FI, pena l’esodo collettivo verso la Lega, suscita la reazione dura delle parlamentari azzurre, a cominciare da Catfagna, Gelmini, Polverini e Bergamini. Ma parlare di Forza Italia vuol dire parlare del futuro di Berlusconi, che i sondaggi danno Nazione: all’ombra di Salvini il partito sarebbe sotto il 10%. Analisi severa anche dall’ex ministro Scajola, reduce dalla vittoria a Imperia, città della quale sarà sindaco: “Il centrodestra non c’è più, i partiti sono in profonda crisi. La politica deve ripartire dai nomi non dai manifesti”.
Intanto Lega e M5S litigano sui Giochi Olimpici di Torino del 2026: anche Toninelli si schiera per il sì promettendo “Giochi sfavillanti”. Una posizione che potrebbe irritare la Lega che quei Giochi preferirebbe dirottarli su Milano.
ESTERI
Italia-Francia, lo scontro paralizza la Ue. Nulla di fatto al mini-vertice sui migranti (Stampa). Tra Conte e Macron la tensione resta alta e sui migranti non si trova d’accordo. Il Ft, in prima pagina, parla di Italia che disgrega il summit “salva-Merkel” con la richiesta di stralciare il sistema europeo dei migranti. Dal premier Conte arriva la richiesta del radicale cambiamento del regolamento di Dublino, in un piano in dieci punti articolati su tre filoni principali: centri di accoglienza e di verifica dei migranti in Nord Africa e altri Stati extra europei, rafforzamento dei controlli alle frontiere della Ue di terra e di mare, condivisione europea delle problematiche interne, superando la regola di assegnazione dei rifugiati al Paese. Conte vorrebbe poi collegare lo sblocco dei fondi destinati alla Turchia per i flussi dall’Africa. Difficile che il suo piano passi, almeno nella sua interezza scrive il Corriere. Ma Conte si dice comunque soddisfatto dell’esito del vertice. E quando Macron ha attaccato Salvini - “è lui il vostro problema”- lo ha difeso: noi uniti, la penso come lui (Messaggero, Corriere). Per il Giornale la vera svolta è che a Bruxelles l’Italia si è presentata con sua proposta di piano e costretto i partner a discuterne. Tajani al Messaggero: “L’Europa è a un bivio. O affronta il tema dell’immigrazione con una strategia a breve, medio e lungo termine oppure rischia di essere travolta”. Intanto Salvini prepara una visita in Libia dove vedrà al Serray. L’obiettivo è rafforzare gli accordi già in essere. Ma con altre mille profughi in mare l’Italia tiene chiusi i porti e si riaccende lo scontro con Malta. Il ministro dell’Interno maltese attacca Toninelli: “Perché i migranti non sono stai messi al sicuro in Italia? Questa è la vera disumanità”. Toninelli: “Negli ultimi 4 anni abbiamo salvato 600 mila vite umane, molte di più di Malta e di tutti gli altri Paesi europei. Ora mi dica chi è il disumano”.
In Turchia il voto di ieri non cambia gli assetti:Erdogan è sempre più padrone della nazione. Cl 53% dei voti avrà il potere assoluto. Sul voto hanno pesato forti pressioni e brogli.
E’ feeling anche tra Trump e la sua America: record di consensi per Trump. Tra i repubblicani il consenso sfiora il 90%. Lo slogan della tolleranza zero è la conferma che Trump capisce le loro paure e vuole mantenere le promesse fatte in campagna elettorale
ITALIA-ECONOMIA
Slitta la fattura elettronica, mini-stretta sui contratti a termine: sul Corriere e sulla Stampa anticipazioni del “decreto dignità” che domani dovrebbe arrivare in consiglio dei Ministri su proposta del ministro Di Maio. Nel testo ci sono il rinvio dell’obbligo di fatturazione elettronica per i carburanti al 1 gennaio 2019 (sperando così di scongiurare lo sciopero dei benzinai indetto per il 29) e un primo intervento sul Jobs Act. Per scoraggiare il ricorso al contratto a termine Di Maio propone la riduzione da 5 a 4 delle proroghe e la reintroduzione delle causali a partire dalla prima proroga. Accantonate altre misure. Confermato invece lo stop al redditometro, allo spesometro e allo split payment , che avrebbe dovuto arginare l’evasione Iva. Repubblica parla a riguardo di colpo di spugna sull’antievasione. Nel decreto ci sarà anche la norma contro le delocalizzazioni, anche questa però più “realistica” rispetto agli annunci dei giorni scorsi. Ad essere coinvolte sarebbero le aziende italiane ed estere con almeno 1000 dipendenti che hanno ricevuto contributi pubblici e che spostano gli impianti fuori dalla Ue: sarebbero obbligate a trovare un acquirente in grado di garantire i livelli occupazionali oppure restituire i contributi ricevuta e pagare una sanzione del 2% del fatturato. Sul gioco d’azzardo confermato lo stop alla pubblicità.
Sul fronte pensioni, la Cgil contro Di Maio per la proposta di taglio alle pensioni d’oro: “E’ del tutto inefficace. Con quello si fa poco, serve flessibilità” dice Roberto Ghiselli. “Le risorse per l’incremento delle pensioni minime devono arrivare dalla fiscalità generale”. Ghiselli conferma che anche la Cgil vuole riformare la Fornero ma non nella direzione del governo: “Pochi i lavoratori con i requisiti di quota 100, meglio proseguire con l’Ape sociale e insistere sulla flessibilità”.
Intanto nella pubblica amministrazione le impronte agli Statali promesse dalla ministro Bongiorno diventano un caso. Nell’intervista di ieri la ministro prometteva guerra ai furbetti, fino ad arrivare all’uso delle impronte digitali per evitare che qualcuno strisci un cartellino non suo. No dei sindacati. Sorrentino (Cgil): “La Bongiorno è un ministro o uno sceriffo?”. Foccillo (Uil): “Si segue la scia dei governi precedenti contro i fannulloni, nonostante rappresentino solo lo 0,2-0,3% dei lavoratori pubblici.”. Ganga (Cisl): “Ci aspettavamo un segnale di conforto per i lavoratori pubblici che ogni mattina fanno il loro dovere”. Provvedimento contro i disonesti sono già nel nuovo contratto. E anche il rilevamento delle presenze attraverso le impronte digitali è già attivo a Salerno all’Ospedale Ruggi D’Aragona e presto lo sarà al comune di Santa Margherita Ligure.
La Stampa torna sulla crisi dello spread che in passato e di recente ha colpito l’Italia: non c’è una correlazione diretta tra le scommesse sul ribasso di Piazza Affari e l’aumento dello spread. Secondo i dati, le scommesse al ribasso sono aumentate mentre lo spread calava, per poi diminuire tra il 2015 e il 2017, periodo in cui lo spread ha cominciato a salire. Tendenza che si è invertita nel maggio scorso, quando sono progressivamente cresciute le segnalazioni di posizioni short alla Consob, raggiungendo il picco il 18, 11 giorni prima del picco dello spread. Un dato che smonta il teorema dell’attacco all’Italia e del grande complotto speculativo dei mercati contro il nostro Paese. A spiegare il perché è stato il numero uno di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, secondo il quale “il rischio del debito sovrano ha rimpiazzato l’esposizione bancaria come maggiore fattore di rischio globale”, E l’Italia, col suo enorme debito pubblico, rappresenta la minaccia maggiore. Il primo giugno scorso a scatenare il panico fu il lancio della Reuters sul piano degli eurodeputati grillini e leghisti per uscire dall’euro. Un piano di nessun valore pratico, ma che in quel momento bastò a scatenare i rider.
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