Con Cinthia
Nixon, Jennifer Ehle, Keith Corradine, Emma Bell, Duncan Duff, Joanna Bacon,
Eric Loren, Benjamin Wainwright, Annette Badland, Rose Williams, Gran
Bretagna-Belgio, del 2016.
Emily,
una poetessa sofferente
Il film “A Quiet Passion”, del regista inglese Terence Davies, è
sostanzialmente la biografia di Emily Elisabeth Dickinson, una poetessa americana
oggi molto amata, interpretata da Cinthia Nixon.
Emily Dickinson nasce nel 1830 in una
piccola cittadina del Massachusetts, e cresce in una famiglia borghese di
tradizione puritana. Nel film Emily ragazza (interpretata da giovane da Emma
Bell) ha un’aria ribelle, anticlericale e promettente, decide di lasciare il college femminile di Mount Holyoke, di
formarsi sulla fornita biblioteca di famiglia, e di vivere una religiosità tutta
a modo suo.
Inizia a scrivere poesie e ottiene il
permesso dal padre (Keith Carradine) di poterle scrivere di notte – a quei
tempi si doveva chiedere il permesso che fare una qualsiasi cosa – e riporta
una prima pubblicazione di un suo testo, ma in forma anonima perché era
sconveniente che fosse una donna a scrivere poesie. Così la sua vita continuerà
a scorrere lenta e noiosa senza grandi scosse o emozioni, tutte convogliate
nella scrittura solipsista.
Il fratello Austin (Duncan Duff) parte
per andare a studiare all’Università e costituirà il primo abbandono subito
da Emily. Poi Austin si sposerà e tornerà a vivere lì vicino, lavorando come
avvocato nello studio legale del padre (Keith Carradine). Avrà anche una
bambina di nome Martha. A un certo punto scoppierà la guerra di Secessione di
cui Emily scriverà molto (di quel periodo sono la metà dei suoi scritti), ma al
fratello sarà impedito di partire da parte del padre che lo vuole, unico figlio
maschio, accanto a sé.
La sorella Vinnie le rimarrà sempre
vicina, specialmente nei momenti emotivamente più difficili come quello della
morte, prima del padre, poi anche della madre.
Dopo che anche la sua fedele amica
Vrilyng Buffam la abbandonerà per sposarsi, Emily si rifiuta man mano di
frequentare chiunque. In tutta la vita avrà solo un’infatuazione platonica per
un reverendo sposato che apprezzava le sue poesie, dopo di che si rinchiuderà
in casa, anzi nella sua stanza al piano di sopra, evitando qualsiasi contatto
con il sociale che non fosse filtrato dall’adorata sorella. Sarà durissima con
il fratello quando scoprirà che ha un’amante, la seducente Mabel Loomis Todd,
anch’essa a sua volta sposata. Quella di Emily Dickinson, dotata di grande
sensibilità, è una vita di sofferenza interiore, tormentata dall’angoscia di
morte, attratta e terrorizzata dall’idea di provare amore, di lasciare i suoi
luoghi, la sua famiglia, le sue sicurezze. Arriverà ad ammalarsi del morbo di
Bright, una malattia renale che poi fu chiamata nefrite e che la condurrà
lentamente alla morte a cinquantasei anni.
Tutto ciò è narrato molto lentamente,
forse anche troppo, in più di due ore di film, con una splendida fotografia e
con musiche perfettamente scelte. Tra pizzi e merletti, carrozze d’epoca e
velette, Cinthia Nixon riesce a essere bravissima e dona varie espressioni e
molte sfumature al personaggio. Del regista del film così scrive Tonino De Pace in “Sentieri Selvaggi”: «Davies è forse
uno dei registi per il quale diventa anche semplice, per lo spettatore,
osservare quanto della sua opera costituisca “fatto personale” e quanto piacere
della costruzione in funzione della scena. Il suo cinema ci ha abituati,
progressivamente, ad una sempre maggiore purezza che si manifesta innanzitutto
con la successiva eliminazione dell’elemento strettamente autobiografico, il
che è avvenuto con il suo film “Sunset
Song” del 2000 che ha segnato una cesura con il passato e da lì in poi è
diventata una costante per il suo lavoro narrativo».
Tutta la storia si svolge nella casa di
famiglia (parzialmente ricostruita in Gran Bretagna) e nel suo curatissimo giardino
- che Emily amava molto - e che sembra uscito dai quadri degli impressionisti
americani come Phili Leslie Hale o Henry Wadson Lonfellow. Del resto è proprio
della metà dell’Ottocento l’unione dell’arte e scienza specialmente nei
confronti della botanica e solo poco più tardi, diventerà The
Garden Movement e verrà fondato il Garden Club of America, all’inizio del
Novecento.
Oggi Emily Dickinson è considerata tra
le poetesse più sensibili di tutti i tempi e una delle più rappresentative.
All’epoca alcune caratteristiche dei suoi scritti erano considerate inusuali,
mentre oggi sono molto apprezzate e considerate inconfondibili del suo stile.
La punteggiatura, l’uso non convenzionale delle maiuscole, le disgressioni
enfatiche, le rime asimmetriche, le voci multiple e le metafore sofisticate
sono considerate sue cifre stilistiche, stimate e tradotte in molte lingue.
Ghisi Grütter
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