6 giugno 2018

Dai giornali di oggi 6 giugno


ITALIA-ECONOMIA
Conte non dà i numeri e innervosisce i mercati (Giornale, Sole, MF): Piazza Affari perde l’1% con le banche di nuovo nel mirino, lo spread torna a sfiorare i 240 punti base. Il Sole parla di un discorso senza colpi d’ala e soprattutto senza sciogliere nessuno dei nodi del contratto: euro, Iva pace fiscale, riforma Fornero, Sud, infrastrutture. Bloomberg parla di mercati innervositi dall’annuncio di misure populiste, il Sole sottolinea il tentativo di recupero, nella replica, col passaggio sull’euro: “l’uscita non è mai stata in discussione, ma è legittimo chiedere all’Europa di rinegoziare le politiche economiche”. Monti evoca la troika: “Il governo deve mostra più umiltà e realismo” se vuole evitare all’Italia “l’umiliazione della troika” (Sole). Per Massimo Franco (Corriere) la vera sfida del governo sarà con i mercati finanziari, che “voteranno” a seconda dei provvedimenti governativi. Per Dino Pesole (Sole) il silenzio sulle coperture non dà certezze sul deficit. Inquieta anche l’assenza di indicazioni sulle clausole Iva.
Il Sole torna sul tema della riforma della Fornero. Il silenzio di Conte rimanda ai tanti nodi da sciogliere tra Lega e M5S: prima di arrivare a “quota 100” (con un minimo di 64 anni di età) o “quota 41” bisogna decidere se le future pensione saranno ricalcolate o meno con il “contributivo”. Questa è l’opzione prediletta dalla Lega, così da restare nel target dei 5 mld l’anno di maggiore spesa previdenziale ma ciò comporterebbe una penalizzazione sull’assegno finale.
Sul Sole prima intervista al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. La prima domanda è su Tav e terzo valico: “Il punto di caduta è nel contratto: tutte le opere verranno sottopeste a un’attenta valutazione del rapporto tra costi e benefici, verificandone la sostenibilità economica e ambientale”. Tra le sue priorità indica “mobilità fossil free, ferrovie regionali, legalità e Sud”. E sul piano da 140 mld di Delrio dice: “Qui non si tratta di azzerare tutto ma di sviluppare in continuità ciò che funziona e di innovare laddove le cose non vanno bene, per esempio snellendo le procedure che passano dal Cipe”. Per il Messaggero Toninelli si prepara a rivedere l’accordo Fs-Anas, fusione voluta dal governo Renzi che non convince né Lega né M5S. Esclusa la quotazione delle Frecce in Piazza Affari. Toninelli punta a un rafforzamento della capacità di progettazione di Anas e a rivedere il tema delle concessioni autostradali. Confermata invece la “cura del ferro” di Delrio aumentando gli investimenti sulle tratte regionali e migliorando la manutenzione della rete ferroviaria.
Sulla Stampa, la leader della Cisl Furlan apre al governo – “ha rilanciato l’idea di un patto sociale attraverso un rinnovamento del dialogo sociale” – ma chiede un ripensamento sulla Flat tax: “Una riforma del fisco è una priorità ma deve premiare quelli che le tasse le hanno sempre pagate, lavoratori dipendenti e pensionati, con un occhio di riguardo per i redditi più bassi. Le simulazioni che abbiamo visto sulla Flat tax ci dicono esattamente il contrario, che ne trarrebbero vantaggio soprattutto i ceti medio-alti”. Furlan delusa anche per il silenzio sul Mezzogiorno ma rilancia: “Visto che ha parlato di patto sociale e dialogo credo che debba convocare le parti sociali per un confronto su crescita, sviluppo, lavoro, infrastrutture, innovazione e ricerca”.

ITALIA-POLITICA
A Conte la fiducia di 171 senatori (Corriere e tutti), primo sì per il governo Conte, la “lavatrice” del Salvimaio (Fatto p.2). Il premier parla 75 minuti, promette concretezza e realizzazione del contratto. Blinda l'euro, poi dice: “Se populismo e anti-sistema è ascoltare la gente e togliere privilegi, allora lo siamo” (su tutti). “Va in scena l'orgoglio populista” titola Avvenire. Nel suo discorso, il premier conferma la volontà di rimanere nella Nato e l'intenzione di bloccare le sanzioni alla Russia. Le reazioni. Mosca soddisfatta, ma è gelo a Bruxelles (Messaggero). Dagli Usa apprezzano l'impegno per l'Alleanza.
Mentre Libero attacca il discorso di Conte - “parla più di un'ora senza dire niente” -, la maggior parte degli analisti evidenzia il tentativo del premier di mediare tra le diverse anime che lo sostengono: M5S-Lega.
Salvini soddisfatto: “E' un bel progetto, che non rinnega il passato. Sono contento di non aver fatto saltare il tavolo” (Corriere p.7). Il segretario leghista rivendica il buon rapporto costruito con i 5S, ma resta convinto di non aver fatto saltare il tavolo di centrodestra. “Ma nella Lega c'è chi borbotta” segnala Libero (p.8). “Non so quanto durerà” avverte Bossi a Repubblica (p.6). “Il contratto qualche problema ce lo porta – ammette il Senatur -. Credo sia un accordo di governo e non elettorale, il centrodestra resta il nostro perimetro naturale, e credo che Berlusconi non sia fuorigioco”.
Nel M5S, per garantire la tenuta al Senato, Di Maio al lavoro per il risiko delle nomine: fuori i ribelli (Corriere p.9). Per il Messaggero (p.4) il leader grillino apre alla gestione collegiale, e arrivano due nuovi capigruppo: D'Uva e Patuanelli. Tra i temi su cui punta il M5S c'è la democrazia diretta, con il neoministro Fraccaro che al Corriere (p.9) dice: “Non vogliamo sostituire la democrazia rappresentativa, ma integrarla, dando maggiori strumenti di partecipazione ai cittadini”.
Sul fronte delle opposizioni, il Pd prova a resistere all'onda gialloverde. Renzi: “Non siete lo Stato ma il potere” (Repubblica p.8). “Rispetto a voi siamo un'altra cosa” ha rivendicato l'ex segretario Pd, dando la linea al Pd (Corriere e tutti). Poi ha chiamato in causa il ministro Trenta: “Il titolare della Difesa chiarisca al Copasir” (Stampa p.3 e tutti).
Berlusconi si oppone “per adesso” al governo (Stampa p.5). Il leader azzurro alza il muro: “Sono inadeguati” (Corriere p.19). A Fi non piacciono i toni giustizialisti di Conte e del nuovo governo. Intanto, sul Corriere (p.10) parla Lupi (Noi con l'Italia): “Voteremo contro a Montecitorio, ma non facciamo l'errore che sta facendo la sinistra: questo governo non è il male assoluto”. La Russa (FdI) al Giornale: “Ci asteniamo, è il male minore. Siamo una forza di opposizione, anche se da regolamento l'astensione al Senato non equivale più al voto contrario”.
Verderami (Corriere p.6): solo Salvini e Di Maio possono far saltare il banco. Di certo questo governo non cadrà nelle Aule delle Camere, non solo perchè il voto di fiducia ha mostrato una solida maggioranza, ma anche perchè gli avversari di Lega e M5S non hanno interesse a mettere in crisi l'esecutivo, anzi confidano che duri per rigenerarsi.

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