Casertano: Sparano a due immigrati al grido “Salvini Salvini” ma la stampa non ne dà notizia
Lo scorso lunedì nel Casertano Daby e Sekou, due ragazzi del Mali, sono stati aggraditi e feriti al grido “Salvini Salvini”. I due immigrati sono stati avvicinati da una Fiat Panda di colore nero, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani che hanno sparato alcuni colpi con una pistola ad aria compressa. Gli uomini a bordo della Panda dopo aver colpito uno di loro al torace, ferendolo in modo lieve, hanno tentato – fortunatamente non prendendo bene la mira - di colpire anche l’altro migrante.
Daby e Sekou, sono arrivati in Italia più di due anni fa dopo essere fuggiti dal Mali, uno dei paesi distrutti da guerre, povertà e siccità. Oggi sono entrambi beneficiari del progetto Sprar del comune di Caserta, gestito dal centro sociale ex canapificio, dalla comunità Rut delle suore orsoline e dalla Caritas.
“Siamo profondamente sconcertati e Indignati - commentano i responsabili del centro sociale ex canapificio dello Sprar di Caserta - per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt'ora spaventati. Questo è l'ennesimo episodio di razzismo dopo i fatti di San Ferdinando, dove qualche settimana fa perdeva la vita un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, ucciso da un colpo di fucile come un animale; dopo l'aggressione in un centro di accoglienza a Sulmona del 12 giugno; e dopo la triste storia dell'Aquarius”.
Una triste e raccapricciante storia di razzismo e crudeltà che non ha avuto alcuna diffusione tra le testate giornalistiche nazionali o sui mezzi di informazione radiotelevisivi. Forse perché non ci è scappato il morto, o forse perché tutti hanno ritenuto di dare ascolto al Ministro Salvini che ha affermato di aver “letto la notizia della sparatoria di Caserta”, da giornalista invita tutti a notare che la fonte è un centro sociale. Insomma, fossi in voi qualche verifica più approfondita mi sembra doverosa".
Dunque, il Ministro dell’Interno, dopo aver criticato per mesi la stampa italiana, oggi addirittura condiziona la diffusione di notizie in relazione ai propri ideali.
Tra la chiusura dei porti, il censimento sui rom e il bavaglio all’informazione si intravede chiaramente uno scenario di inquietante limitazione della libertà rispetto dal quale, se non si costruisce una vera e propria opposizione in cui la libertà e l’uguaglianza non siano solo semplici concetti astratti, saremo travolti.
Maura Pisciarelli
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