10 giugno 2018

Dai giornali di oggi 10 giugno


ITALIA-ECONOMIA
Più flessibilità sui conti in cambio di riforme: su Repubblica (in apertura e a p.2) l’offerta Juncker e Tusk a Conte, durante un incontro al maniero de La Malbaie prima che iniziassero i lavori del G7. “Sui conti pubblici possiamo offrirti  flessibilità ma il governo deve mettere mano alle riforme strutturali e non deve spendere senza coperture”, il senso del colloquio. La strategia, scrive Repubblica, è quella di blandire il premier e di coinvolgerlo nelle scelte dell’Unione nella speranza di tenerlo nei binari, per evitare sterzate italiane che potrebbero danneggiare il continente. Conte avrebbe apprezzato l’apertura e garantito di “non volere che la situazione precipiti”. A Moscovici il compito di affiancare Tria per preparare il dossier su conti e riforme. A Bruxelles vedrebbero bene una riforma che dopo il Jobs Act apra ancora il mercato del lavoro creando occupazione.  Il Corriere riferisce invece il colloquio tra Conte e la Lagarde (Fmi): “Abbiamo parlato dei conti pubblici italiani, mi ha riferito che non c’è alcuna preoccupazione nei confronti dell’Italia”.
Ma sulla spesa in deficit è scontro tra le due anime del governo, col M5S che frena la Lega pronta a sforare. Tria, in mezzo ai due fuochi, punta al calo del debito (Stampa).
“Economia italiana forte: ora meno deficit e più investimenti”, la linea del ministro Tria nella sua prima intervista al Corriere. “I fondamentali della nostra economia sono a posto. Né ci si può accusare di politiche di bilancio avventurose”. Sull’euro “la posizione del governo è netta e unanime: non è in discussione alcun proposito di uscire dall’euro. Di più: agiremo in modo tale che non si avvicinino condizioni che possano mettere in discussione la nostra presenza nell’euro”. Sulle pensioni dice: “Credo che la nostra legislazione pensionistica possa essere migliorata ma lo si farà con attenzione alla sostenibilità, anche quella di lungo termine”. Sulla prossima manovra prende tempo e rimanda al Def a settembre. Ma sui conti garantisce: “Saranno coerenti con l’obiettivo della riduzione del rapporto debito/pil”. Sulla pace fiscale “dobbiamo fare i conti e simulare ciò che  è possibile ottenere”, ma “non bisogna discutere solo di singoli impegni e coperture. E’ più importante il complesso della manovra, sulla logica complessiva. L’obiettivo è la crescita e l’occupazione, non tramite deficit spending. Abbiamo un programma di riforme strutturali  vogliamo che agisca anche dal lato dell’offerta, creando condizioni più favorevoli all’investimento e all’occupazione”.
Su Repubblica (p.7) parla Armando Siri (Lega): “Per noi la soglia del 3% di deficit non è un tabù. Ma deciderà Tria, con i partner europei”. E prospetta la “pace fiscale” prossima ventura: “Condono entro l’anno, se possibile per decreto legge. Nel 2019 introduzione della nuova flat tax sia per le imprese e le partite Iva al 15% che per le famiglie: se non tutte, un primo blocco con due aliquote al 15 e al 20%. Sarà una rivoluzione: per la prima volta chiederemo flessibilità a Bruxelles non per tamponare un’emergenza ma per un progetto strutturale di crescita”.
“Bene abbassare le tasse ma rigore sui conti” raccomanda Visco, nel suo colloquio con Manacorda alla Repubblica delle idee di Bologna (Repubblica p.4 e tutti). “Una riforma fiscale è opportuna ma è una cosa complessa – dice il governatore di Bankitalia – Non si possono abbassare le tasse e poi vedere l’effetto che fa”. Positivo in sé anche l’obiettivo del reddito di cittadinanza ma “bisogna capire i modi, i tempi e avere chiari i vincoli di bilancio”. Per Visco “il punto cruciale è decidere le priorità”. Quanto ai mercati “è evidente che percepiscono un rischio”. E sull’euro: “di uscita non si parla, non se ne deve parlare. Non solo è improponibile ma è anche dannoso. E’ vero però che si possono fare passi avanti: bisogna essere presenti ai tavoli di discussione”. 
Sul Messaggero le misure allo studio del governo contro la disoccupazione. L’obiettivo resta sempre il reddito di cittadinanza ma si procederà per tappe: prima, il potenziamento dei centri per l’impiego, seconda il rafforzamento del reddito di inclusione avviato dal governo Gentiloni.  Si ragiona di allargare la platea dei beneficiari del “rei” e aumentare l’entità degli assegni, passando da 250 mila famiglie, che mediamente incassano un assegno di 300 euro al rei a 1 milione di famiglie con un assegno di almeno 600 euro.
Sul Giornale i tagli in arrivo sulle pensioni per effetto della “Fornero”: l’ultimo adeguamento per le pensioni calcolate col metodo retributivo prevede un taglio medio degli assegni dell’1,2% per chi andrà in pensione nel 2019. Una beffa per le nuove generazioni di pensionati e anche una sfida al nuovo governo che i pensionati col contributivo li vorrebbe favorire, tagliano gli assegni dei “retributivi” più ricchi.

ITALIA-POLITICA
Un italiano su due chiede Flat tax e riforme: sul QN (p.2) il sondaggio si Noto sulle priorità degli italiani. Il 67% vuole la cancellazione della Fornero, il 60% favorevole a una riforma fiscale, mentre il 62% chiede la risoluzione del problema dell'immigrazione.
Tema immigrazione con cui fa i conti Salvini, che “affronta” i primi 467 migranti arrivati in Sicilia e Calabria: “Basta buonismo, no a un'estate di sbarchi” (Corriere p.8). Dal titolare del Viminale in arrivo una stretta sugli approdi delle Ong: “Le scannerizzeremo una ad una” (Messaggero p.5 e altri). Dubbi di Fico e della “sinistra” 5S sulla linea dura verso Ong e migranti (Corriere p.9): grillini pronti a farsi sentire in Aula. “Esistono distanze dalla Lega - dice la senatrice grillina Nugnes al Corriere (p.9) -, ma aspetto i provvedimenti e farò il mio lavoro con gli emendamenti. Non possiamo dire che questi migranti devono tornare a casa loro se una casa non ce l'hanno, ricordiamoci che stiamo parlando di vite umane”. Del tema dei rimpatri parla, nell'intervista al Corriere (p.8), il capo di gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi: “Anche l'Ue ci ha chiesto di aumentare i rimpatri e non c'è nulla di eversivo. Certo, serviranno risorse non solo economiche”. La 5S Lombardi al Messaggero (p.11): “Salvini punta ai rimpatri, e ha ragione quando scopriamo che chi delinque spesso torna a farlo. L'unico modo di risolvere il problema è affrontarlo in ambito europeo”. Nel frattempo, al Viminale in arrivo un piano anti-ambulanti: spiagge pattugliate e prefetti mobilitati. Faro sul racket del piccolo commercio (Messaggero p.5).
Intanto, intesa vicina Lega-5S sulla legittima difesa: licenza di sparare ai ladri (Stampa p.10). La difesa sarà legittima anche se l'intruso è disarmato. Ma Salvini cede sull'obbligatorietà del processo.
Tra i temi caldi del governo anche la partita delle nomine. La carta della continuità per Palazzo Chigi e Mef (Messaggero p.11): l'ex rutelliano Busia in pole come segretario generale della Presidenza, mentre Tria conferma lo staff di Padoan. Intanto, i leghisti strappano la delega sulle Tlc (Repubblica p.6).
Amministrative, oggi al voto in 761 Comuni. Test per il governo (Messaggero p.8).“Aiuteremo i nostri sindaci” ha detto ieri Di Maio, polemiche per la frase che rompe il silenzio elettorale. Dem e FdI parlano di “intervento inaccettabili”. Delrio a Repubblica (p.11) attacca: “Un'affermazione che suona malissimo. Come vedo queste Amministrative? Non sono sfiduciato – assicura il capogruppo dem -, Ma se non arriviamo al ballottaggio a Treviso o a Brescia e altrove, vuol dire che l'aria nera che sta avvolgendo il Paese sta offuscando anche gli occhi degli elettori in periferia”. Ma per la Stampa (p.11) il voto è in salita per il Pd: l'alleanza populista deciderà i ballottaggi (Stampa p.11): leghisti e grillini pronti a convergere al secondo turno. A Vicenza, i grillini lasciano campo libero alla Leg. Ma la sinistra prova a resistere: testa a testa Pd-centrodestra, al ballottaggio si vedrà se tiene il patto di governo (Repubblica p.11).

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