ITALIA-POLITICA
Avvenire (in prima e p.6) intervista il vicepremier Di Maio, che a proposito della percezione che il governo sia guidato da Salvini, spiega: “E' un complesso che non ho e quindi non mi procura fastidio. Vedo il lavoro del governo, ascolto le richieste dei cittadini che vogliono tornare a vivere nel Paese più bello del mondo. L'attivismo di Salvini sui migranti? Subiamo da troppo tempo il peso di un fenomeno che coinvolge l'Europa ma che ricade solo in campo a noi. Abbiamo aperto il dibattito e si inizia a discutere a livello europea della questione”. Salvini, seguito per un giorno da Parorama, parla del governo giallo-verde: “Stiamo cercando di cambiare davvero le cose. Voglio essere al centro del cambiamento. Io il vero premier? No, vi sbagliate. Cero, siamo un governo e un'alleanza strana. Ma abbiamo uguali oneri e onori”.
Stop ai vitalizi, si taglia metà della spesa, ma gli assegni non si cancellano (Stampa). In dirittura d'arrivo alla Camera la riforma. Ma ci sono di dubbi della presidente del Senato Casellati: “Si toccano i diritti” (Corriere e tutti). E Giornale avverte: il vero obiettivo sono le nostre pensioni. Gli ex deputati annunciano la class action.
Legittima difesa. “Paese più sicuro ma c'è voglia di pistole facili”: il rapporto del Censis evidenzia come, nonostante calino i reati, il 39% degli italiani sia favorevole a regole meno stringenti per possedere un'arma (Avvenire, QN e altri). Il centrodestra spinge la riforma in Aula che afferma il criterio della “reazione sempre lecita al tentativo di violare il domicilio” (Giornale e altri). Il ministro della Giustizia, Bonafede, al Corriere: “C'è una zona d'ombra su cui bisogna intervenire. Le indagini su chi spara si devono fare sempre, ma non può essere che un cittadino debba affrontare tre gradi di giudizio perchè la norma non è del tutto chiara”. L'ex procuratore Antimafia Roberti al Mattino: “La norma sulla legittima difesa prevede ogni singolo caso e garantisce una proporzionalità della risposta. Se salta questo principio resta solo la legittimazione di sparare a chiunque abbia violato il domicilio”.
Centrosinistra, polemiche sulle 5 idee di Calenda per superare il Pd. Parte la levata di scudi: “Non ci sciogliamo” (Stampa). Padoan e Pinotti apprezzano, ma arriva l'ironia dei renziani, Orfini evoca Marx (Corriere). Intanto, dubbi sull'assemblea del 7 luglio: da capire se si darà il via al congresso o sarà confermata la reggenza di Martina. E spunta l'ipotesi di un leader “pieno” ma a tempo fino alle primarie (Repubblica). Il Tempo rivela il piano di Zingaretti: prendersi il Pd e lasciare la Regione.
Prosegue la serie di interviste ai nuovi ministri. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede al Corriere annuncia il suo progetto di riforma: “Per la lotta alla corruzione la magistratura non ha sufficienti strumenti: servono agenti sotto copertura e il Daspo per i corruttori. E l'aumento delle pene. Intercettazioni? Dopo aver stoppato la riforma Orlando ci stiamo occupando di modificarla”. Stop anche alla riforma delle carceri: “Mina alla base il principio di certezza della pena”.
Su Repubblica parla il titolare dell'Istruzione Bussetti, che sul tema del precariato, che torna sull'eliminazione della chiamata diretta dei prof da parte dei presidi: “Era troppo discrezionale – spiega – e con inefficienze. Ora abbiamo criteri oggettivi di mobilità e assegnazione dei docenti”. Ma l'addio alla chiamata diretta divide i presidi (Repubblica).
ITALIA-ECONOMIA
Allarme imprese: “Il Pil rallenta oltre le attese” (Corriere), plausibile una manovra da 9 miliardi (Sole). In primo piano su Corriere e tutti le previsioni del Centro Studi Confindustria, che vede un rallentamento globale dell’economia e in Italia una frenata delle esportazioni e degli investimenti. Pil rivisto al ribasso: salirà dell’1,3% quest’anno e dell’1,1% nel 2019. Pesano dazi, tensioni geopolitiche e rallentamento dell’export. Confindustria crede poco alla possibilità che Bruxelles conceda flessibilità a Roma e prevede una manovra da 9 mld per quest’anno e da 11 il prossimo. Boccia: “Basta parlare solo di migranti. E’ ora che il governo pensi a giovani e lavoro” (Stampa). “Così la crescita si spegne” (Messaggero). Il Corriere parla di luna di miele con gli industriali mai iniziata e ricorda i punti di frizione: le sanzioni fino al 200% per chi delocalizza, i contributi più elevati sui contratti a termini e il nodo delle infrastrutture.
Intanto Tria trova la sponda della Lega e fa saltare il “decreto dignità” (Stampa). Di Maio nega misteri: “Il decreto sta facendo il giro delle sette chiese ma è pronto, deve essere solo vidimato”. Ma per la Stampa e il Messaggero la faccenda è più complicata: a stopparlo sarebbe stato il ministro Tria per le coperture, giudicate dalla Ragioneria insufficienti e inadeguate a cominciare dall’abolizione dello split payment. Problemi anche nel merito delle misure, specie quelle che impattano sul mercato del lavoro.
“Dichiaro guerra al precariato” dice Di Maio ad Avvenire, confermando per l’inizio della prossima settimana il varo del “decreto dignità”. “Voglio debellare il tempo determinato all’infinito. Oggi si può arrivare a proroghe fino a 72 mesi: noi vogliamo che si utilizzi il tempo determinato per brevi periodi e per esigenze aziendali. Dopo il primo rinnovo il costo del tempo determinato aumenta perché se un’azienda vuole investire su un lavoratore lo può assumere a tempo indeterminato”. Di Maio conferma la lotta a slot machines e videolottery, un freno alla liberalizzazioni delle aperture – “8 giorni di festività all’anno chiusi credo sia una scelta di buon senso” – e conferma il reddito di cittadinanza: “Le coperture ci sono e saranno inserite nella prossima legge di Bilancio”.
Non per Repubblica, secondo la quale sarà una manovra povera: niente reddito di cittadinanza e Flat tax solo per pochissimi. I margini quest’anno sono ristrettissimi ed è già partita una trattativa riservata con la Commissione europea per rimandare al 2021 il pareggio di bilancio e farsi accordare una quota di flessibilità deficit-pil per il 2019. Nel quadro tracciato la legge di Stabilità dovrebbe attestarsi intorno a 18 mld, 12,5 per disinnescare le clausole Iva, 5,5 per il resto. Il calo della crescita e il rialzo dello spread non aiutano.
Sulla Stampa intervista al ministro dell’Agricoltura Centinaio: “Sui dazi Di Maio e Salvini fanno un ragionamento giusto sul piano politico ma sbagliato dal punto di vista tecnico. I dazi chiamano dazi e noi dobbiamo evitare che vengano messi a nostro danno. Quando ci sarà occasione, se mi verrà chiesto, spiegherò cosa è meglio fare per proteggere i nostri prodotti. Il metodo migliore è quello della reciprocità tra Paesi: controlli severi e garanzie sanitarie su quello che arriva nei nostri porti”.
ESTERI
Duello a Bruxelles (Avvenire): clima rovente alla vigilia del Consiglio Europeo, al via da oggi. Per Ue e Merkel sono i giorni del giudizio, scrive il Sole. Conte pronto a giocare la carta del veto all’eurosummit:”Niente accordo senza aiuti sugli sbarchi” (Stampa, Sole). A dispetto del discorso pronunciato alla Camera, senza spigoli né toni aggressivi, sui quotidiani rimbalza l’indiscrezione che l’Italia sarebbe pronta a una iniziativa clamorosa: mettere il veto e bloccare la conclusione del Consiglio Europeo se non otterrà la co-gestione sia degli approdi che della distribuzione dei migranti. Se questo concesso passasse, Roma sarebbe pronta anche a riprendersi indietro i migranti già transitati altrove, per esempio in Germania. Anche per il Messaggero Roma sarebbe pronta a riprendersi i migranti “filtrati” a Berlino ma in cambio del superamento del regolamento di Dublino e di nuova flessibilità sui conti ; o, in subordine, sulla possibilità di utilizzare fondi europei per finanziare la riforma dei centri per l’impiego e l’introduzione del reddito di cittadinanza. Per Repubblica i “paletti” dell’Italia alla Ue sono altri: riscrittura delle regole sugli sbarchi e soldi all’Africa, ma sottobanco ci sarebbe anche la flessibilità sui conti pubblici, sempre in cambio di aprire al rientro in Italia degli immigrati andati in Germania. Tutto per andare in soccorso alla Merkel, messa in grave difficoltà dal suo ministro, il Cdu Horst Seehofer (Messaggero e altri). Il Fatto parla invece di un piano Conte per aprire hotspot in Albania e Kosovo. Libero: sveglia Conte, oggi in Europa tocca menare
Sulla Stampa il piano di Vienna per la Ue: “Fuori tutti i migranti dai confini”. Una linea dura figlia della “destabilizzazione” portata dai migranti nei Paesi europei. Il paper austriaco propone un completo cambio di paradigma, per arrivare all’arresto dell’immigrazione illegale in Europa, con lo stop agli ingressi, arresto immediato per i clandestini e rimpatri. Il progetto prevede un potenziamento di Frontex e campo in stati extra Ue dove inviare i migranti espulsi dalla Ue.
Intanto la Lifeline arriva a Malta (Corriere): i 233 migranti a bordo distribuiti in 8 Paesi (Repubblica). Berlino: non da noi (Messaggero). Salvini canta vittoria: “Nuovo successo del governo italiano”. Di Maio: “D’ora in poi non vale più il principio che è il Paese di sbarco a sobbarcarsi gli sbarcati: se vale per Malta deve valere anche l’Italia”. Sami (Unhcr) a Repubblica: “Ora Bruxelles stabilisca un meccanismo che regoli questi sbarchi”
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