ITALIA-POLITICA
Salvini sempre al centro della scena politica. In un’intervista al Messaggero annuncia una svolta nei rapporti con la Libia: “Andrò presto a parlare con al Serraj. Un nostro intervento con la Nato è utile e non solo per parlare di migranti e barconi, ma di economia e business, cultura. Penso a un grande evento Africa-Europa sotto la bandiera Ue”, per spendere in Africa i soldi dell’Unione europea. In un colloquio col Giornale Salvini promette invece di blindare le coste italiane: “Marina Militare e Guardia Costiera dovranno essere più attente e vicine al nostro territorio, per cui chiederò a Toninelli e a Trenta si tenere i nostri uomini e le nostre navi più vicine alle nostre coste”, lasciando la zona zona Sar, “Giusto salvare vite – dice Salvini – ma non dobbiamo essere gli unici a girare per tutto il Mediterraneo”. Per le Ong la linea è non farle entrare nei porti italiani e dirottarle in altri Paesi. In tv da Giletti Salvini ironizza: “Ringrazio il governo spagnolo, ma mi auguro che accolga altri 66.629 migranti. Dopo la Spagna adesso toccherà al presidente Macron accogliere, lui che ha il cuore così grande non potrà essere da meno”. E dopo l’impegno per fermare gli sbarchi, promette di aumentare le espulsioni. Repubblica parla di grande bluff: Salvini ferma le Ong, non gli arrivi. Oltre 2 mila i migranti sbarcati in 8 giorni a da navi militari, guardia costiera e anche mercantili, tornati in gioco dopo lo stop alle navi delle Ong. Libero, in apertura, dice invece grazie a Salvini: con lui finalmente “l’Italia s’è desta” e si dice stop ai barconi della Libia.
E la luna di miele del governo con gli italiani continua: il 57% promuove il governo Conte, il 58% è d’accordo con la chiusura dei porti alle Ong; ma scende al 26% chi vorrebbe uscire dall’euro (Repubblica).
“L’umanità viene prima di qualunque sondaggio – dice Martina a Repubblica - Fare i forti con i deboli nel Mediterraneo ed essere complici dei peggiori egoismi nazionali in Europa non porterà a nessuna parte. Sui migranti non siamo in emergenza. Contesto l’efficacia delle decisioni del padre padrone del governo, Salvini. Aquarius è stata la cavia di una operazione politica di propaganda. Ma così si isola ancora di più l’Italia”. Ma il Pd appare in letargo: “No, c’è una battaglia di valori da condurre, Bisogna ripartire dalla vita delle persone, facendo i conti con paura, rabbia e solitudine, diffondendo buone pratiche e valori positive. E da battaglie chiare subito: il raddoppio del reddito di inclusione, il salario minimo per chi non ha contratto, tutele per le partite Iva, stipendi più pesanti per i lavoratori”.
Sempre in primo piano anche l’inchiesta sullo stadio della Roma, a partire dai rapporti tra l'avvocato Lanzalone e il costruttore Parnasi con i politici. Messaggero (in prima e p.6) torna sulla cena tra Davide Casaleggio e Lanzalone, affollata di lobbisti e parlamentari. Erano anche i giorni delle nomine, con Lanzalone che si vedeva già alla Cdp. “Dopo aver scalato il M5S, Lanzalone voleva incassare con arbitrati e consulenze” titola la Stampa. Intanto, il gruppo di Fico va all'attacco, l'ortodosso Luigi Gallo scrive: “Per le partecipate statali bisogna usare criteri limpidi e trasparenti”. Il Giornale attacca il ministro della Giustizia, Bonafede: fa il duro con i corrotti ma tace ancora su Lanzalone. Nel mirino anche i rapporti tra Parnasi e Lanzalone con Bisignani (Stampa, Repubblica, Fatto). Cantone (Anac) a Repubblica: “Conte ha detto di voler intervenire sul fronte delle lobby e sul finanziamento della politica: il tema è sul tavolo da tanto e non può essere più eluso”. Per le Fondazioni “andrebbero previste regole non diverse da quelle delle società quotate in Borsa, e sanzioni penali analoghe a quello dell’illecito finanziamento, che invece ora riguardano solo i partiti e non le fondazioni”. Per il Corriere il M5S pensa all’introduzione di un registro per le donazioni per rendere pubblici i bilanci e i nomi dei finanziatori e un tetto da 10 mila euro. Salvini, sul Messaggero, apre a una riflessione sul finanziamento ai partiti “Bisogna potenziare in maniera diretta il finanziamento dei cittadini attraverso la dichiarazione dei redditi. Non credo che il finanziamento pubblico ai partiti possa funzionare”: E sull’inchiesta romana dice: “Nella mia carriera ne ho viste tante rivelarsi bufale. Mi auguro che i giudici facciano in fretta ma il governo non rischia nulla”. Nel frattempo arrivano i primi interrogatori, i partiti tremano per l'indagine (Messaggero): Parnasi contribuiva alle casse sia della fondazione “PiùVoci” vicina alla Lega e a Salvini, sia a quelle di Eyu di Francesco Bonifazi, renziano di ferro (Stampa). Il tesoriere della Lega, Cementero al Corriere: “Parnasi mi è sempre parsa una persona perbene. 'PiùVoci' è un'associazione culturale che si è impegnata per il pluralismo dell'informazione. Parnasi non ha mai finanziato la Lega. La sua donazione ha avuto un altro obiettivo, quello di sostenere Radio Padania. Quindi non vedo il motivo della restituzione dei soldi”. Sul Corriere parla anche il segretario della fondazione dem Eyu Peradotto: “I fondi a Eyu non erano per il Pd ma per una ricerca sul rapporto tra gli italiani e il concetto di proprietà immobiliare. Restituire i soldi? Non scherziamo, noi abbiamo svolto un lavoro normalmente retribuito”. Da Parnasi, per attirarsi le simpatie, anche biglietti in tribuna d'onore ai politici: “Diamo i ticket a Francesco Boccia – disse Parnasi -. Di Salvini me ne fregherei”.
[18/6, 07:53] Michele Cardulli: ITALIA-ECONOMIA
“I fondamentali economici sono buoni, serve solo far ripartire un po’ di fiducia altrimenti i mercati possono crearci qualche problema: non me la prendo con gli investitori, fanno il loro mestiere. Mi dà fastidio chi specula politicamente sul Paese, mettendo in giro voci senza fondamento solo per mettere in difficoltà il governo”. Su Libero intervista al vice ministro dell’Economia Massimo Garavaglia, “terzo uomo chiave della Lega nel governo” dopo Salvini e Giorgetti. “Sull’euro si tratta di ragionare senza creare climi allarmistici: un conto sono le osservazioni accademiche, che dimostrano che l’euro vale troppo per l’Italia e ci danneggia, oltre ad avere problemi strutturali suoi; un altro conto sono le questioni tecniche in merito alle quali possiamo interloquire con l’Europa”. E sul fisco dice: “Oggi è una giungla per furbi, dove chi è più abile paga meno. Se iniziamo a disboscare sarà possibile abbassare le tasse”. Garavaglia conferma lo stop all’aumento dell’Iva, sorvola sul rapporto deficit-pil, conferma la riforma della legge Fornero e della flat tax dice: “E’ nel programma e si fa ma per gradi. Si può iniziare dalle imprese medio-piccole, forse già ad agosto, per poi passare alle grandi e infine alle persone. Ma ci saranno altre forme di agevolazioni fiscali, per esempio per le partite Iva: oggi la gente le chiude e non le apre, noi dovremo renderle fiscalmente appetibili e puntare a un vero boom delle partite Iva”. Quanto alla pace fiscale “non sarà il classico condono, ma tutti potranno sanare i contenzioni aperti”. E per sconfiggere l’evasione fiscale Garavaglia promette “semplificazione e smettere di picchiare sempre su chi si può prendere, perché ha già fuori la testa: vorrei che ci si concentrasse sull’economia in nero, riportandola nel mercato. Bisogna puntare ai pesci grossi, agli evasori totale e disincentivare l’elusione”.
Sul Messaggero il piano di Tria per tagliare gli sconti fiscali: si comincia da detrazioni e aiuti alle imprese considerati dannosi per l’ambiente, col Ministero dell’Ambiente che ha già stilato un elenco di 57 misure dal valore di 16,1 mld, anche se l’ultima parola spetterà a Di Maio e Salvini. In cima alla lista degli sconti fiscali da tagliare c’è la riduzione delle accise diesel, gli incentivi alle fonti inquinanti, l’Iva agevolata per i fertilizzanti; poi ci sono la riduzione delle accise per l’autotrasporto e per l’agricoltura.
Sul Giornale il bilancio della rottamazione bis delle cartelle: 4 milioni e mezzo le cartelle rottamate; in arrivo le lettere ai 950 mila contribuenti che hanno aderito con gli importi e i bollettini per i versamenti che dovranno iniziare da luglio. Le entrate attese sono di 2 mld tra 2018 e 2019.
Lavoro, su Corriere, Fatto e Giornale la replica del ministro Di Maio all’ad di Foodora Italia Cocco che ieri minacciava l’abbandono dell’Italia delle piattaforme digitali se passa il decreto sulla gig economy. “Ho tutta la volontà di favorire la crescita di nuove attività legate alla gig economy – la replica di Di Maio – se lavoriamo insieme l’Italia diventerà un modello da seguire. Ma non si accettano ricatti: i nostri giovani prima di tutto”. Oggi al Ministero l’incontro con i rappresentanti di Foodora, Deliveroo, JustEat, Glovo e Domino’s Pizza, per creare un filo diretto con le imprese sulle situazioni critiche, senza intermediazione dei sindacati. Cocco (Foodora): “Ascolteremo le proposte del ministro per la crescita. Credo che la migliore tutela per questi ragazzi sia quella di offrire un mercato del lavoro attivo e vivace, pieno di opportunità e con le tutele massime possibile, tenendo a mente la sostenibilità del modello”.
[18/6, 07:53] Michele Cardulli: ESTERI
Oggi il premier Conte dalla Merkel. Per la Stampa l’Italia è pronta a proporre un piano europeo non solo sui migranti ma anche su lavoro e povertà (Stampa). Sui migranti la linea di Conte è “chi mette piede in Italia, mette piede in Europa”: perciò insisterò sulla promozione di centri di identificazione in Africa. Ma Roma vuole mettere sul tavolo dell’Unione anche i dossier di lavoro e povertà, in vista dell’introduzione di una sorta di sussidio di disoccupazione europeo. Su Repubblica la proposta che la Merkel farà a Conte: l’idea di Berlino è di riformare la Guardia Costiera europea portandola da 2 mila a 10 mila agenti provenienti dalle polizie di tutta Europa, col compito di pattugliare le frontiere marittime nel Mediterraneo e lavorare a terra per migliorare identificazioni e registrazione di migranti. Berlino vorrebbe un primo accordo a fine mese da finalizzare poi in autunno, ma bisogna vedere se gli italiani accetteranno che agenti stranieri con divisa Ue intervengano sul loro territorio. L’Italia proporrà invece un blocco totale delle Ong e la spartizione tra i Ventisette di tutti i migranti, anche quelli illegali salvati in mare, idea peraltro di Minniti ma già bocciata.
Grecia-Macedonia, accordo sul nome: l’ex Paese jugoslavo diventa Repubblica di Macedonia del Nord, con capitale Skopje (Messaggero, Corriere). L’accordo firmato ieri dopo sei mesi di trattative mette fine a una disputa durata 27 anni. Ma i nazionalisti di entrambi i Paesi protestano. L’accordo, che deve comunque essere ratificato dal Parlamento macedone e poi passare da un referendum, consentirà alla futura Macedonia del Nord di diventare membro della Ue e della Nato, passaggio che sembra preoccupare non poco Putin. I russi non hanno mai visto con favore l’intesa che segna la separazione dalla regione greca della Macedonia, perché aumenta ulteriormente il numero dei Paesi balcanici membri della Nato.
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