ITALIA-POLITICA
Rai, Foa verso la bocciatura, spunta l'ipotesi Rossi (Repubblica p.8).
Fi non cambia idea e annuncia il voto contrario in Vigilanza su Foa, ma
FdI apre alla Lega. L'ipotesi Rossi, in quota FdI, potrebbe essere la
via d'uscita per ricompattare il centrodestra (Stampa p.9), che al
momento è spaccato (Messaggero p.8). Dopo il no di Fi, Salvini non
tratta: “Se Silvio vota col Pd salta l'alleanza” (Repubblica p.9).
Berlusconi – isolato dopo che anche FdI ha dato il via libera (Libero
p.6) - al QN (in prima e p.2): “La domanda sul centrodestra va fatta a
chi ha scelto di fare un governo nel quale tutti i temi sono appaltati
ai grillini, sessantottini in ritardo, che cercano di attuare confuse
idee di sinistra. Sulla presidenza Rai il problema non è il nome ma il
metodo, se siamo alleati si ragiona e si decide insieme. E sulla
presidenza va rispettato il ruolo conferito dalla legge alle
opposizioni”. Sulla Stampa (p.8) parla la Meloni: “Anche noi non abbiamo
condiviso il metodo che ha portato al nome di Foa, però la campagna
scatenata dalla sinistra ci ha convinto a votarlo. Se poi Salvini
sostenesse Rossi ne sarei felicissima, ma non ne vedo le condizioni”.
Sul Messaggero (p.8) parla Toti, che va controcorrente rispetto alle
indicazioni del suo partito: “Un'alleanza con il Pd sarebbe
contronatura, non si rompe per una poltrona. Il Carroccio avrebbe dovuto
consultare gli alleati, ma ci vuole ragionevolezza. Fi e Lega governano
insieme in sette Regioni, sarebbe sconsiderato dissipare questo
patrimonio”. Intanto, Toti lancia il suo “Vivaio” (Corriere p.9).
Rischio razzismo, si apre lo scontro (Messaggero e tutti). Polemiche
dopo il caso dell'atleta di colore della nazionale italiana, Daisy
Osakue, colpita con un uovo da un'auto in corsa. “Situazione pericolosa,
è il risultato dell'odio in rete” dice la campionessa (Stampa p.5 e
tutti). “Non è razzismo” spiegano gli investigatori (Messaggero p.5). E
anche Salvini esclude il razzismo (su tutti). Conte e il ministro
dell'Interno assicurano: “E' solo psicosi” (Repubblica p.2). “Salvini
non si tiene” scrive il Fatto (p.3), che polemizza con le frasi del
vicepremier, che ha condannato le aggressioni ma ha detto:
“L'immigrazione non aiuta”. Nella polemica, Di Maio copre Salvini:
“Attacchi strumentali” e nel Movimento è polemica: una parte si smarca
dal leader leghista (Repubblica e tutti). La Osakue: “Mi hanno colpita
perchè di colore. La situazione è al limite, ma non è questa l'Italia”.
Preoccupa l'escalation dopo i casi di Partinico e Aprilia, dove è un
migrante è morto per sfuggire agli inseguitori, uno dei quali armato di
pistola. Bassetti (Cei) a Repubblica: “Basta alimentare le paure, il
virus xenofobo può riemergere”. Botta e risposta tra Boldrini e la
leghista Saltamartini ad Avvenire (p.5). “Al governo c'è chi semina
paura a colpi di slogan” attacca l'ex presidente della Camera. Ma la
leghista risponde: “La sinistra usa il razzismo per attaccarci”.
Berlusconi al QN: “L'Italia non è e non diventerà razzista, ma episodi
come questi sono gravi”.
Le pagelle dei primi 60 giorni: sul Fatto (in prima e p.15-18) il
bilancio dell'esecutivo di “cambiamento” che ha un unico oppositore:
Sergio Mattarella. Si parte dal premier Conte, considerato il “volto
rassicurante” per far fare bella figura con i leader stranieri, anche se
finora ha inciso su poche partite. Si passa poi al sottosegretatio
Giorgetti, considerato il vero vicepremier. Guardando ai temi più caldi
del momento, il Fatto promuove Toninelli su nomine e grandi opere,
mentre su porti e profughi è “in balia” di Salvini. Tra i due
vicepremier, Di Maio ha sofferto all'inizio Salvini, ma con Ilva e
decreto dignità ha azzeccato le mosse e i sondaggi lo premiano. Salvini
invece, tra tweet fascistoidi e sparate continue, ma adesso è chiamato a
dare prova di concretezza. E a proposito di Salvini, Polito sul Corriere
(p.7) parla di “cattivismo” in riferimento agli episodi legati alle
aggressioni a immigrati e persone di colore: non si può definire
razzismo in senso stretto, ma genera episodi di discriminazione
razziale. Avevamo suggerito – scrive Polito – a Salvini di non indulgere
nel “cattivismo” per quanti consensi gli possa portare. Nel ruolo
istituzionale che ricopre, non si può fare propaganda politica. E
Sarzanini, sempre sul Corriere (p.6), sottolinea l'imbarazzo del doppio
ruolo di ministro dell'Interno e leader di partito: sui reati la scelta
di diffondere solo i dati relativi agli immigrati.
ITALIA-ECONOMIA
Castelli (ad) e Battisti (presidente), binario interno per Fs (MF in
prima e p.2 e tutti): per il vertice scelti due manager del gruppo,
bruciate le candidature dell'ad di Rfi Gentile, dell'ex presidente Sea
Bonomi. Restano in cda le due consigliere, Ternau e Moraci, che avevano
accettato la richiesta di dimissioni del governo, mentre entrano Nogara,
Mentasti e Pronello. L'annuncio su Facebook. Toninelli: “Acquisteremo i
binari regionali disastrati” (Corriere p.28). La missione è sviluppare i
treni regionali e dare maggiore sicurezza e confort ai treni dei
pendolari (Messaggero p.14). Ora si punta su pendolari, Itc e cura del
ferro (Sole p.16): Mazzoncini lascia con utili e investimenti positivi,
mentre resta al palo la sinergia ferro-gomma, mentre l'allargamento ai
servizi di autobus non ha mai toccato le grandi città e il trasporto
locale. Sui nuovi vertici di Fs, per Libero (p.19) la Lega resta a bocca
asciutta: scartati i nomi graditi al Carroccio.
“C'é posta per Tria: i mercati non vogliono la manovra di Di Maio”:
Giornale (p.13) cita il seganto arrivato ieri al governo sull'asta dei
Btp. E' stato un mezzo flop, un segnale per indicare che, se le sparate
del M5S proseguono, sarà bufera. Cottarelli sulla Stampa: Tria ha
indicato che la sua intenzione per la prossima manovra è mantenere il
deficit invariato. Il problema è che questa posizione non lascia spazio
né per le azioni previste dal contratto di governo né per l'aumento
degli investimenti pubblici caro allo stesso Tria. Che fare? Credo che
il governo, per evitare l'immediata reazione dei mercati, cioè un
aumento dello spread, non presenterà una legge di bilancio palesemente
insensata. Ma dovrà comunque dare qualcosa al proprio elettorato.
Secondo me farà due cose. La prima è aumentare il deficit di qualche
decimo di punto, magari portandolo al 2-2,1 per cento. Secondo, adotterà
ipotesi ottimistiche su alcune variabili fondamentali: sulla crescita
del Pil, sull'inflazione e sulle entrate attese dalla pace fiscale.
Questo consentirebbe di raggranellare 20-30 miliardi, cui si potrebbero
aggiungere il riciclo di risorse già esistenti e qualche taglio di spesa.
Alitalia, Toninelli conferma: 51% allo Stato (Messaggero p.15 e altri).
Il ministro annuncia a settembre l'arrivo del nuovo bando di gara, “il
vettore – dice – è strategico per lo sviluppo del Paese”. Dai sindacati
pieno sostegno al piano del governo, con le sigle che apprezzano la
volontà di evitare lo spezzatino e ampliare la flotta.
Resta in evidenza il caso Tav: congelato il mega-appalto da 2,3 mld
(Stampa p.11). La società Telt ha deciso di prendere tempo e non firmare
le procedure per il lancio della gara internzionale per l'avvio del
lavori del tunnel di base di 57,5 km, con la società che si rivolge a DI
Maio: il progetto è del 2011 ed è stato sottoposto a 7 analisi
costi-benefici.
Ilva, i nuovi impegno non bastano (Corriere e tutti). Pollice verso del
ministro Di Maio, all'addendum presentato da ArcelorMittal per il
rilancio del sito pugliese. “Proposte non ancora soddisfacenti” ha
dichiarato il vicepremier, per il quale raggiungere, entro il 2023, una
riduzione delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari
al 15% rispetto al 2017 e azzerare le polveri al 2020, anticipando la
copertura dei parchi minerali “non basta: queste date erano
probabilmente quelle che bisognava prevedere nella procedura di gara e
con questi tempi rimediao in parte a delle criticità espresse all'Anac”.
Ma ArcelorMittal stavolta ferma il gioco, specificando che “gli impegni
aggiuntivi rispetto al contratto di affitto e di acquisto di Ilva
rappresentano i migliori e definitivi”. Il ceo di AM, Geert Van
Poelvoorde per resta “ottimista” sulla conclusione positiva dei
negoziati coi sindacati. Ma Taranto e le sue istituzioni, in polemica
col Mise, disertano l'incontro (Sole, MF e tutti).
Decreto lavoro in aula, il governo punta al via libera senza ricorrere
alla fiducia (Messaggero p.6). Berlusconi, nell'intervista al QN: “Spero
ancora che Salvini ascolti le ragioni di imprese e lavoratori, delle
categorie professionali, degli artigiani e dei commercianti. Distruggere
il lavoro fa parte delle follie ideologiche di certa sinistra: non mi
meraviglio lo faccia Di Maio, ma non può essere avallato da chi si
dichiara di centrodestra”.
ESTERI
Italia-Usa, ieri il premier italiano a Washington (su tutti): luna di
miele, tra baci, sorrisi e nodo Tap (Fatto p.11). Trump elogia l'Italia:
“Cabina di regia sulla Libia, vostra la leadership in Nord Africa”. Per
il Corriere la sponda sul dossier libico è anche una sfida all'attivismo
del “rivale” Macron. Sintonia tra Conte e TRump, con il presidente
americano che spiega: “Sull'immigrazione siete un modello per la Ue”
(Messaggero p.2). Intesa Usa-Italia su tre fronti: Libia, cabina di
regia per il Mediterraneo e questione degli scambi commerciali (Sole in
prima e p.5), anche se restano le divergenze su come ridurre il deficit
commerciale americano, ma ormai l'Italia è l'interlocutore privilegiato
nell'Ue (MF p.4). Altri nodi riguardano il ritiro delle sanzioni a Mosca
e i paletti su fondi Nato e Tap (Messaggero). L'inquilino della Casa
Bianca conferma le sanzioni alla Russia e chiede di finire il Tap
(Corriere p.2-3). E Conte frena su gasdotto e Putin per avere il
sostegno sul futuro della Libia (Stampa p.3). Repubblica (p.7) parla di
diktat Usa all'Italia su Nato, F35, Tap e sanzioni a Mosca. Washington
teme di vedere Salvini, considerato troppo filo russo, nel ruolo di
premier. “Conte e Trump sulla rotta populista: ma per ora più proclami
che fatti” dice al Corriere (p.2) il politologo Kupchan. Ma Luttwak al
Messaggero (p.2) dice: “Nessun problema tra Conte e Trump. Usa pronti a
supportare la leadership dell'Italia in Libia, mentre le posizioni di
Salvini sulla Russia non sono un ostacolo”.
In evidenza, sul Giornale (p. 14) il caso-bodyguard che fa crollare i
consensi di Macron ed il “rottamato” Hollande che tenta di sedurre gli
scontenti. L'ex presidente francese potrebbe trornare in corsa per il
2022 dopo che Le Parisien ha rilevato come “François, se si ricandidasse
avrebbe molto da dire” avendo le potenzialità per intercettare, da
solo, il 15-20% degli scontenti di Macron, il quale dal canto suo
continua ad affrontare l'affaire Benalla dalla distanza perdendo il
contatto con molti connazionali che, invece, chiedono risposte.
31 luglio 2018
30 luglio 2018
Un commento sull' intervento di Mattarella
Questa mattina il quotidiano nazionale " Il Fatto Quotidiano " riporta l' intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ,fatto in occasione per l' anniversario della Giornata contro la Tratta degli Esseri Umani . Il discorso del Presidente della Repubblica é molto forte e giusto come deve essere . Mattarella avvisa tutta l'Europa e non solo l'Italia che dietro lo sfruttamento della tratta degli esseri umani si nascondono pratiche abominevoli che vanno dalla : vendita degli organi umani ,allo sfruttamento sessuale ,alle nuove forme di schiavitù e annientamento della dignità della persona umana . Come già il Santo Padre ,il nostro Presidente della Repubblica invita tutti a " non voltarsi dall' altra parte ,per non guardare e far finta di non capire " . Dice Mattarella , la schiavitù fu una delle pagine più buie e drammatiche della storia dell' Umanità . Oggi sotto nuove spoglie ,la nostra Società si sta ritrovando a vivere nuovamente questo dramma che riguarda tutti gli Stati . Infatti dice Mattarella nessuno Stato ne è esente e nessun Stato può chiamarsi fuori e dire :" I don' t care " a noi non interessa . Ecco perché sostiene con lucida analisi politica ed etica il problema della Tratta degli Esseri Umani è un problema che deve riguardare tutti ,tutte le Persone ,i Cittadini con le loro Coscienze ,gli Stati e le Organizzazioni Internazionali con le loro Istituzioni e le loro risorse . Fino a qui ,Voi direte :" tutto bene ,tutto giusto ,razionale ,opportuno " già ma il punto ,purtroppo è un altro . Leggete anche sul post che riguarda " Il Fatto Quotidiano " le risposte date da coloro che hanno letto la notizia delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente Mattarella . Le persone parlano ,parlando dei disperati vittime della Tratta degli Esseri Umani di " Imbucati " ,offendono deridono il discorso alto ed impegnato del Presidente della Repubblica ,accusato senza fronzoli di essere il " reggitore " della Casta ..... Il caso ed il dileggio a cui appare esposto il nostro Presidente della Repubblica ,impone un ragionamento . L' esplosione e la diffusione dei Social ha sdoganato e fatto diventare in un certo senso " protagonista ,anche della vita pubblica " una grande massa di nostri concittadini ,ignoranti ,rozzi , stupidi ,ferali che un tempo quando c'erano le grandi organizzazioni di massa dei Partiti Popolari e Sindacali e le organizzazioni religiose erano in un certo qual modo " catechizzati " . A quel tempo ,che oggi sembra appartenere ad un'altra Civiltà ed in un certo senso gli appartiene veramente ,la Politica aveva anche una funzione Pedagogica ed istruttiva . Venivano propalati i Valori Universali della Inclusione ,della Tolleranza ,della Uguaglianza del Rispetto della Dignità di ciascuno e della Solidarietà ,della Equità ,della Giustizia . Oggi quella " Cultura etica e politica " non sembra avere più " appeal " . Eppure quella Cultura e quella Narrazione culturale ,avevano consentito al Mondo uscito stremato dal II Conflitto Mondiale ,che aveva prodotto oltre 60 milioni di morti ed una immane distruzione materiale e morale di rinascere . Quella Cultura che si ispirava ai Valori Universali della Giustizia aveva consentito di vincere la Cultura della Morte e della Perversione che umiliava la Dignità Umana che si era impadronita dell' Europa e di una buona parte del Mondo negli anni Trenta dello scorso secolo . Oggi in modo sorprendente questa Cultura Nichilista e Negazionista ,del Rifiuto ,della Segregazione e della Violenza morale e fisica ,sta riprendendo vigore . Un triste e paradossale gioco del destino ,direte ? No, forse più prosaicamente un degrado culturale e quindi etico a cui forse non eravamo preparati ,frutto inaspettato di un certo tipo di sviluppo economico ,attento solo a parametri economico ,finanziari e non interessato al promovimento dello sviluppo sociale . Il pericolo dell' avvento di una nuova stagione delle Barbarie é dietro l'angolo e non soltanto nel nostro Paese. Diciamo No ,quindi a quei leaders politici che a" prezzo stracciato ", ci indicano un nostro nemico ,ci indicano un Capro Espiatorio .Quei politici ,non desiderano la nostra sicurezza ed il nostro bene . Essi sono afflitti da un grave malessere personale , essi vogliono che tutti noi ,si diventi infelici come infelici sono loro . Essi non sono capaci di essere liberi e felici . Essi non vogliono che liberi e felici possiamo esserlo Noi . Diciamo NO ,a questi Bruti . Luca Giordano per Tre Righe .
Dài giornali e oggi 31 luglio
ITALIA-ECONOMIA
Tria frena sul “piano” Di Maio, che ieri sul Corriere prometteva reddito di cittadinanza, flat tax e abolizione della Fornero subito. Il ministro dell’Economia non commenta l’intervista del vice premier ma al Mef la linea resta quella della “gradualità” (Corriere). Nel contratto di governo le misure ci sono tutte ma non è scritto che si debbano fare tutte insieme nel 2019: a parte i costi insostenibili non sarebbe tecnicamente possibile. Ci sono vincoli da bilancio e margini Ue da rispettare. Oggi intanto va in aula il decreto dignità: il M5S lo blinda. Di Maio vuole evitare ogni tentativo di indebolire le norme contro la precarietà e i giochi. “L’Italia non è un Paese attraente per investimenti industriali esteri per l’instabilità politica – dice al Corriere Guido Rosa, presidente dell’Aibe – Manca continuità nelle scelte e nelle azioni economiche e strategiche, come quando si torna indietro su progetti e accordi già sottoscritti, Esattamente quello che sta succedendo in questo momento”. Per Rosa il momento della verità sarà in autunno, con la finanziaria: “Se la legge di Stabilità rispetterà i paletti di equilibrio economico non prevedo scossoni, altrimenti i mercati reagiranno”.
Mossa a sorpresa di Di Maio sull’Ilva: al tavolo del Mise 62 sigle tra Regioni, Comuni e comitati di protesta, invitate per analizzare l’offerta degli indiani di Arcelor Mittal. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, si sfila: “Dilettantismo spaccone, non parteciperò a questa sceneggiata”. Calenda: “Un circo Barnum messo in piedi con l’obiettivo di non decidere”. Solo il governatore Emiliano apprezza: “A chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzionali?”. Lega in difficoltà (Stampa in apertura e altri). Di Maio:”Per me hanno diritto a partecipare tutte le rappresentanze dei cittadini coinvolti”. Fastidio e stupore da Arcelor Mittal. Negative anche le reazioni dei sindacati. Critici anche Pd e FI. Su Repubblica la delusione degli ambientalisti che si aspettavano la chiusura dell’Ilva. Il Fatto: tutti contro il mega-tavolo. Chi vuole l’Ilva immobile? La Stampa parla di bluff di Di Maio: spaventare Mittal perché riduca il numero degli esuberi. Il ministro sarebbe soddisfatto degli investimenti ambientali ma questi sono meno spendibili con gli elettori.
Intanto i francesi rispondono sulla Tav: “E’ un cantiere, non un progetto, fermarla è impossibile”, dice il direttore generale del dipartimento della Savoia Yves Sarrand a Repubblica. Ma Beppe Grillo, dal blog, sentenzia: la Tav è “un’opera del secolo scorso, che rappresenta un mondo che ormai non c’è più”. A Torino oggi mobilitazioni di associazioni imprenditoriali e sindacati a sostegno dell’opera. Con lo stop ai lavori in corso, scrive Repubblica, risarcimenti a imprese e Europa per oltre 2 miliardi. Su QN parla il sottosegretario Siri: “Mai discusso uno stop della Tav, nel contratto si parla di ridiscussione del progetto. L’opera fa parte di un corridoio europeo, se non la facciamo rischiamo di tagliare fuori l’Italia da collegamenti strategici verso Ovest”. Quanto alla Tap “al primo posto deve esserci l’interesse generale del Pese, che non può essere tagliato fuori dallo sviluppo del continente”. Sul Messaggero la svolta per Alitalia: in arrivo una nuova gara, con altri paletti, tempi e procedure per trovare un partner industriale alla compagnia di bandiera. Non ci sarà il temuto “spezzatino” né la perdita del controllo da parte dello Stato, che avrà una quota irrinunciabile superiore al 50%. Siri: “La rotta è tracciata, degli errori del passato e della precedente gestione se ne occuperà la magistratura. Noi stiamo preparando una procedura diversa che scatterà da settembre”. Non è chiaro se saranno gli attuali commissari a gestire la nuova fase negoziale. Aperta anche la partita delle partenership: da Fs, a Poste, a Cdp.
ITALIA-POLITICA
Rai, Lega-FI verso la rottura (Corriere e tutti). Scontro sulla figura di Foa, che non ha i numeri in Vigilanza per la presidenza: mancano sei sì. Forza Italia vota contro: “Salvini è ostaggio del M5S, ritiri Foa e si tratti su un altro presidente”. La replica della Lega: “Avete scelto il Pd”. Centrodestra a rischio rottura finale (Messaggero): anche la tenuta nelle Regioni che Lega e Fi governano insieme è a rischio. Ma il governatore lombardo Fontana al Messaggero avverte: “In Regione i rapporti tra Lega e Fi sono fruttuosi, non si può trasferire qui la questione della tv pubblica”. Sulle nomine Rai, al Mattino interviene il segretario dem Martina: “Scandaloso come Lega e M5S abbiano lottizzato i vertici, soprattutto sul presidente: completamente inadeguato, spero che le opposizioni respingano la nomina”. E il Fatto polemizza con il Pd e l'ex premier Gentiloni: attacca sull'azzeramento del cda di Ferrovie e sugli incarichi che si profilano per la Rai, ma l'ex premier a fine mandato aveva tagliato le mani ai successori prorogando i vertici dei Servizi e il ragioniere dello Stato.
Governo Conte, cosa ha fatto in 60 giorni (e cosa vuole fare) (L’Economia): sedici provvedimenti, non tutti concreti. Immigrazione, lavoro, sicurezza e ricambi ai vertici delle imprese statali al centro dell'impegno del nuovo esecutivo. Ora l'attenzione è puntata sulla riforma fiscale con la flat tax e il reddito di cittadinanza. Franco, nell'analisi su l'Economia, evidenzia come il saldo della strategia del governo gialloverde per ora sia quello di un “vorrei ma non posso”. “Quirinale e governo: è tempo di bilanci”: Il Tempo boccia Mattarella, a metà mandato – un disastro, è riuscito a specializzarsi solo come “Presidente dei migranti” – e promuove con riserva Conte: poteva andare peggio.
Cita il Duce, altra sfida di Salvini (Repubblica). “Tanti nemici, tanto onore” ha twittato il vicepremier in vacanza sulla costa romagnola. Dem all'attacco, Zingaretti: “Mussolini ha distrutto e umiliato l'Italia, se questo è l'obiettivo di Salvini i suoi nemici sono gli italiani”. “I dem che gridano all'Uomo Nero sono fuori di testa” titola il Tempo. Bonini e Tonacci su Repubblica definiscono Salvini “ministro della propaganda”, ma sul decreto sicurezza arranca tra slogan e realtà. Intanto, Salvini conquista il Sud (Libero): Lega al 20% nel Mezzogiorno.
“Sui figli dei gay applico la legge. E alle donne dico: non abortite”. Alla Verità parla il ministro leghista alla Famiglia, Fontana: “Il nostro compito è valorizzare la famiglia composta da una madre e un padre, per creare un'inversione del calo demografico. Per favorire la natalità bisogna correggere le storture del sistema fiscale”.
Bonafede alla Verità: “Niente processi a chi spara per difesa”. “Bisogna dare ai magistrati una norma chiara. Con la Lega niente divisioni e non credo si rischi il Far West”. Il ministro annuncia un giro di vite: “Faremo in modo di celebrare il processo solo quando è necessario: chi si è difeso legittimamente non deve attraversare anche il calvario giudiziario”. Agli immigrati Bonafede fa sapere che comincerà a mandare a scontare la pena nei loro paesi. Ai corrotti promette il Daspo: “Chi paga mazzette deve sapere che rischia ben più del carcere”. E sull’agente sotto copertura assicura: “Estenderemo un istituto che è già previsto, non è come l’agente provocatore”.
Bongiorno a Repubblica: “Legittima difesa ma mai il Far West”. “Il razzismo non esiste. L’unico allarme con cui fare i conti è il caos che nasce da scelte sbagliate di indiscriminata apertura delle porte a qualunque immigrazione: ne sono scaturiti singoli episodi di insofferenza e ostilità. Vanno condannati ma senza inventare un allarme razzismo che non esiste”. Quanto alla legittima difesa “io sono per il diritto di reazione: l’aggressione genera ansia e paura.Chi viene aggredito deve avere un diritto di reazione ampio e incontestabile. Chiunque entra in casa altrui per rubare o uccidere accetta il rischio di questa reazione. Ma parlare di Far West è fuorviante: nessuno vuole più armi o maggiore libertà nel loro uso. Bonafede ha le idee chiare”.
ESTERI
Oggi Conte va da Trump con i nodi Iran, Russia e Tap (Verità in prima e p.8): sul gasdotto transatlantico e le spese militari, il presidente Usa non vuole scherzi. Trump punta a sganciare il maggior numero di Paesi dalla Germania e l'Italia può essere un player decisivo, inoltre cerca alleati per l'intesa sui rapporti commerciali con l'Ue, dopo il primo sì di Juncker. Conte a lezione da Trump, speriamo gli serva (Libero in prima e p.5): il premier cerca una sponda contro Macron e Merkel, mentre alla Casa Bianca serve una neutralità strategica italiana nei rapporti con la Russia. Che cosa chiederà Trump all’alleato italiano (Tempo in prima e p.9): ammesso che il presidente Usa voglia smontare l'Ue, non ha bisogno di cercare alleati. Quello che si chiede all'Italia è di fare un po' di più nelle spese militati e di fare un po' meno con Mosca e Teheran, e di darsi una regolata nell'export con gli Usa. “Trump-Conte, il salotto dei tranelli” (Repubblica in prima e p.12): prove di intesa sui rapporti con la Russia e sulla possibile fine delle sanzioni a Mosca, mentre su altre questioni chi spera nell'intesa rischia grandi delusioni.
Tria frena sul “piano” Di Maio, che ieri sul Corriere prometteva reddito di cittadinanza, flat tax e abolizione della Fornero subito. Il ministro dell’Economia non commenta l’intervista del vice premier ma al Mef la linea resta quella della “gradualità” (Corriere). Nel contratto di governo le misure ci sono tutte ma non è scritto che si debbano fare tutte insieme nel 2019: a parte i costi insostenibili non sarebbe tecnicamente possibile. Ci sono vincoli da bilancio e margini Ue da rispettare. Oggi intanto va in aula il decreto dignità: il M5S lo blinda. Di Maio vuole evitare ogni tentativo di indebolire le norme contro la precarietà e i giochi. “L’Italia non è un Paese attraente per investimenti industriali esteri per l’instabilità politica – dice al Corriere Guido Rosa, presidente dell’Aibe – Manca continuità nelle scelte e nelle azioni economiche e strategiche, come quando si torna indietro su progetti e accordi già sottoscritti, Esattamente quello che sta succedendo in questo momento”. Per Rosa il momento della verità sarà in autunno, con la finanziaria: “Se la legge di Stabilità rispetterà i paletti di equilibrio economico non prevedo scossoni, altrimenti i mercati reagiranno”.
Mossa a sorpresa di Di Maio sull’Ilva: al tavolo del Mise 62 sigle tra Regioni, Comuni e comitati di protesta, invitate per analizzare l’offerta degli indiani di Arcelor Mittal. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, si sfila: “Dilettantismo spaccone, non parteciperò a questa sceneggiata”. Calenda: “Un circo Barnum messo in piedi con l’obiettivo di non decidere”. Solo il governatore Emiliano apprezza: “A chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzionali?”. Lega in difficoltà (Stampa in apertura e altri). Di Maio:”Per me hanno diritto a partecipare tutte le rappresentanze dei cittadini coinvolti”. Fastidio e stupore da Arcelor Mittal. Negative anche le reazioni dei sindacati. Critici anche Pd e FI. Su Repubblica la delusione degli ambientalisti che si aspettavano la chiusura dell’Ilva. Il Fatto: tutti contro il mega-tavolo. Chi vuole l’Ilva immobile? La Stampa parla di bluff di Di Maio: spaventare Mittal perché riduca il numero degli esuberi. Il ministro sarebbe soddisfatto degli investimenti ambientali ma questi sono meno spendibili con gli elettori.
Intanto i francesi rispondono sulla Tav: “E’ un cantiere, non un progetto, fermarla è impossibile”, dice il direttore generale del dipartimento della Savoia Yves Sarrand a Repubblica. Ma Beppe Grillo, dal blog, sentenzia: la Tav è “un’opera del secolo scorso, che rappresenta un mondo che ormai non c’è più”. A Torino oggi mobilitazioni di associazioni imprenditoriali e sindacati a sostegno dell’opera. Con lo stop ai lavori in corso, scrive Repubblica, risarcimenti a imprese e Europa per oltre 2 miliardi. Su QN parla il sottosegretario Siri: “Mai discusso uno stop della Tav, nel contratto si parla di ridiscussione del progetto. L’opera fa parte di un corridoio europeo, se non la facciamo rischiamo di tagliare fuori l’Italia da collegamenti strategici verso Ovest”. Quanto alla Tap “al primo posto deve esserci l’interesse generale del Pese, che non può essere tagliato fuori dallo sviluppo del continente”. Sul Messaggero la svolta per Alitalia: in arrivo una nuova gara, con altri paletti, tempi e procedure per trovare un partner industriale alla compagnia di bandiera. Non ci sarà il temuto “spezzatino” né la perdita del controllo da parte dello Stato, che avrà una quota irrinunciabile superiore al 50%. Siri: “La rotta è tracciata, degli errori del passato e della precedente gestione se ne occuperà la magistratura. Noi stiamo preparando una procedura diversa che scatterà da settembre”. Non è chiaro se saranno gli attuali commissari a gestire la nuova fase negoziale. Aperta anche la partita delle partenership: da Fs, a Poste, a Cdp.
ITALIA-POLITICA
Rai, Lega-FI verso la rottura (Corriere e tutti). Scontro sulla figura di Foa, che non ha i numeri in Vigilanza per la presidenza: mancano sei sì. Forza Italia vota contro: “Salvini è ostaggio del M5S, ritiri Foa e si tratti su un altro presidente”. La replica della Lega: “Avete scelto il Pd”. Centrodestra a rischio rottura finale (Messaggero): anche la tenuta nelle Regioni che Lega e Fi governano insieme è a rischio. Ma il governatore lombardo Fontana al Messaggero avverte: “In Regione i rapporti tra Lega e Fi sono fruttuosi, non si può trasferire qui la questione della tv pubblica”. Sulle nomine Rai, al Mattino interviene il segretario dem Martina: “Scandaloso come Lega e M5S abbiano lottizzato i vertici, soprattutto sul presidente: completamente inadeguato, spero che le opposizioni respingano la nomina”. E il Fatto polemizza con il Pd e l'ex premier Gentiloni: attacca sull'azzeramento del cda di Ferrovie e sugli incarichi che si profilano per la Rai, ma l'ex premier a fine mandato aveva tagliato le mani ai successori prorogando i vertici dei Servizi e il ragioniere dello Stato.
Governo Conte, cosa ha fatto in 60 giorni (e cosa vuole fare) (L’Economia): sedici provvedimenti, non tutti concreti. Immigrazione, lavoro, sicurezza e ricambi ai vertici delle imprese statali al centro dell'impegno del nuovo esecutivo. Ora l'attenzione è puntata sulla riforma fiscale con la flat tax e il reddito di cittadinanza. Franco, nell'analisi su l'Economia, evidenzia come il saldo della strategia del governo gialloverde per ora sia quello di un “vorrei ma non posso”. “Quirinale e governo: è tempo di bilanci”: Il Tempo boccia Mattarella, a metà mandato – un disastro, è riuscito a specializzarsi solo come “Presidente dei migranti” – e promuove con riserva Conte: poteva andare peggio.
Cita il Duce, altra sfida di Salvini (Repubblica). “Tanti nemici, tanto onore” ha twittato il vicepremier in vacanza sulla costa romagnola. Dem all'attacco, Zingaretti: “Mussolini ha distrutto e umiliato l'Italia, se questo è l'obiettivo di Salvini i suoi nemici sono gli italiani”. “I dem che gridano all'Uomo Nero sono fuori di testa” titola il Tempo. Bonini e Tonacci su Repubblica definiscono Salvini “ministro della propaganda”, ma sul decreto sicurezza arranca tra slogan e realtà. Intanto, Salvini conquista il Sud (Libero): Lega al 20% nel Mezzogiorno.
“Sui figli dei gay applico la legge. E alle donne dico: non abortite”. Alla Verità parla il ministro leghista alla Famiglia, Fontana: “Il nostro compito è valorizzare la famiglia composta da una madre e un padre, per creare un'inversione del calo demografico. Per favorire la natalità bisogna correggere le storture del sistema fiscale”.
Bonafede alla Verità: “Niente processi a chi spara per difesa”. “Bisogna dare ai magistrati una norma chiara. Con la Lega niente divisioni e non credo si rischi il Far West”. Il ministro annuncia un giro di vite: “Faremo in modo di celebrare il processo solo quando è necessario: chi si è difeso legittimamente non deve attraversare anche il calvario giudiziario”. Agli immigrati Bonafede fa sapere che comincerà a mandare a scontare la pena nei loro paesi. Ai corrotti promette il Daspo: “Chi paga mazzette deve sapere che rischia ben più del carcere”. E sull’agente sotto copertura assicura: “Estenderemo un istituto che è già previsto, non è come l’agente provocatore”.
Bongiorno a Repubblica: “Legittima difesa ma mai il Far West”. “Il razzismo non esiste. L’unico allarme con cui fare i conti è il caos che nasce da scelte sbagliate di indiscriminata apertura delle porte a qualunque immigrazione: ne sono scaturiti singoli episodi di insofferenza e ostilità. Vanno condannati ma senza inventare un allarme razzismo che non esiste”. Quanto alla legittima difesa “io sono per il diritto di reazione: l’aggressione genera ansia e paura.Chi viene aggredito deve avere un diritto di reazione ampio e incontestabile. Chiunque entra in casa altrui per rubare o uccidere accetta il rischio di questa reazione. Ma parlare di Far West è fuorviante: nessuno vuole più armi o maggiore libertà nel loro uso. Bonafede ha le idee chiare”.
ESTERI
Oggi Conte va da Trump con i nodi Iran, Russia e Tap (Verità in prima e p.8): sul gasdotto transatlantico e le spese militari, il presidente Usa non vuole scherzi. Trump punta a sganciare il maggior numero di Paesi dalla Germania e l'Italia può essere un player decisivo, inoltre cerca alleati per l'intesa sui rapporti commerciali con l'Ue, dopo il primo sì di Juncker. Conte a lezione da Trump, speriamo gli serva (Libero in prima e p.5): il premier cerca una sponda contro Macron e Merkel, mentre alla Casa Bianca serve una neutralità strategica italiana nei rapporti con la Russia. Che cosa chiederà Trump all’alleato italiano (Tempo in prima e p.9): ammesso che il presidente Usa voglia smontare l'Ue, non ha bisogno di cercare alleati. Quello che si chiede all'Italia è di fare un po' di più nelle spese militati e di fare un po' meno con Mosca e Teheran, e di darsi una regolata nell'export con gli Usa. “Trump-Conte, il salotto dei tranelli” (Repubblica in prima e p.12): prove di intesa sui rapporti con la Russia e sulla possibile fine delle sanzioni a Mosca, mentre su altre questioni chi spera nell'intesa rischia grandi delusioni.
29 luglio 2018
Un agriturismo sto caldo
Un agosto caldo ? Negli ambienti imprenditoriali e finanziari circolano delle voci. Fake news ? Circola ad es. la voce che ad agosto il clima politico e finanziario intorno al Paese ,potrebbe farsi pesante . Da maggio lo spread è salito di oltre cento punti. Il no tav, l' interruzione della Torino Lione ,dopo gli investimenti effettuati ,preoccupa non solo i mercati ,preoccupa i Centri Decisionali Europei . Il semplice annuncio di voler far crescere il Debito Pubblico ha già prodotto nelle scorse settimane la vendita sui mercati internazionali BTP italiani per oltre 34 miliardi ,non sono bruscolini. Tap, Ilva ,Alitalia ....sono dossier dove trapelano notizie ,sconclusionate che alimentano a livello internazionale una diffusa preoccupazione sul " caso Italia " . La nomina di Foa' alla Presidenza RAI ,le improvvide dichiarazioni addirittura contro il Presidente della Repubblica ....il fatto che un organo di garanzia ,sia stato svalutato ad un organo partigiano di parte ,sollevano inquietanti interrogativi . Le provocazioni di un Grillo sul superamento del Parlamento come organo centrale del funzionamento democratico - repubblicano e le crescenti affinità elettive di un Salvini con il Presidente ungherese Orban .....non sono certo un segnale rassicurante . Si dice che questo governo giallo verde stia pensando ,mettendo le mani avanti ,di anticipare la legge finanziaria già in questa estate , più che per portarsi avanti ,per anticipare ,scenari drammatici che potrebbero improvvisamente verificarsi nelle prossime settimane . Domani il Presidente Conte , incontrerà il Presidente Usa Trump . Quale sarà il contenuto dell' incontro ? Conte ha veramente chiaro ,quali siano gli interessi dell' Italia ? ha chiaro che gli interessi del nostro Paese soprattutto nei confronti dell' alleato americano ,coincidano con gli interessi europei ? Siamo certi che Conte con Trump non vada a siglare una specie di nuovo patto a due ,come risulta congeniale al Presidente Usa che pratica il " divide et impera" . Non dimentichiamo che Trump già qualche mese fa, tentò di " scorporare " Macron e la Francia dall' Alleanza europea e ricevette un :" No, grazie " . Ecco ci chiediamo il Presidente Conte ha così chiari gli interessi italiani da comportarsi come ha fatto il Presidente Francese ? Conte non ha esperienza politica ,non ha fatto neppure il Rappresentante di Classe ,quando stava sui banchi scolastici, come può trattare con il Gigante Americano ? È come se a me chiedeste di fare un intervento al cervello ad un paziente ,lo manderei dritto al Creatore . Alcuni giorni orsono un importante esponente politico nazionale delle nostre file ,ha detto :"siamo in una situazione , qui in Italia che ,in altri tempi avrebbe potuto assistere anche alla discesa in campo di un qualche Colonnello ...." Questa preoccupata analisi ,dico fa il palio ,con le indiscrezioni che ho sentito ,parlando con alcuni alti dirigenti di Aziende di Stato . C' é in giro per il Paese una certa ,giustificata, inquietudine . Speriamo ovviamente che le cose vadano per il verso migliore e non precipitino. Tuttavia come ha con serenità dichiarato anche oggi in una intervista l' ex Premier Paolo Gentiloni ,serpeggia tra le file della Democrazia Italiana e dei suoi responsabili interpreti più di una preoccupazione . Se lo scopo da costruire, fosse una " grande alternativa democratica di Governo " credo che ,occorra essere pronti . Non è infatti il momento di far politica per far testimonianza ,come purtroppo anche tra le nostre parti vedo qualcuno desiderare . Ai Leader di Art. Uno , vorrei dire :" Cari Ragazzi/e non sarebbe opera inutile e vana organizzare in questo mese che sta per iniziare ,che non sappiamo dove ci porterà , una sorta di " Presidio Democratico Permanente " che non vada in ferie ,ma rimanga a far da Sentinella ,si odono in penombra avanzare strane situazioni e "strani volteggi " teniamoci vigili ed attenti . La Repubblica potrebbe aver bisogno anche di noi
Luca Giordano per Tre Righe .
Luca Giordano per Tre Righe .
Dai giornali di oggi 29 luglio
ITALIA-ECONOMIA
“La Tav va ridiscussa con i francesi. I vincoli di bilancio? Bisogna fare subito reddito di cittadinanza e flat tax”. Sul Corriere intervista al vicepremier Di Maio, che non esclude la fiducia sul decreto dignità e alle imprese dice: “Sono spaventate da una campagna di fake news. A loro dico di aspettare il testo finale prima di giudicare. Stiamo inserendo incentivi per assumere a tempo indeterminato gli over 35”. Sulle Grandi opere Di Maio dice che Tav e Tap non sono in correlazione: “La Tav è nel contratto di governo, c’è scritto che va ridiscussa e il ministro Toninelli a breve incontrerà il suo omologo francese per ripensare un progetto nato 30 anni fa. Non ci sono penali in caso di revisione. Mentre sul Tap bisogna ascoltare le comunità”. Sull’Ilva “l’Anac ha riscontrato criticità e il piano ambientale-occupazionale non è soddisfacente. Ci vorrà tempo, ma vogliamo accertare la verità e agire nella legalità”. Di Maio nega logiche spartitorie per le nomine – “abbiamo solo premiato le capacità per il bene del Paese” – e sul bilancio dice: “Ancora li dobbiamo conoscere i vincoli di bilancio. Ma deve essere chiaro che reddito di cittadinanza e flat tax insieme alla abolizione della legge Fornero sono emergenze sociali. Si devono realizzare. Il prima possibile, Anzi, subito”. Ma Di Maio nega incomprensioni con Tria: “C’è un contratto di governo, quello che dobbiamo seguire”. Quanto al referendum sull’euro “è una nostra sensibilità ma non è nel contratto: questo governo non lo porterà avanti”.
Sulla Stampa la tregua tra Di Maio e Boeri: ieri l’incontro “riservat” al Ministero per ricucire lo strappo seguito al decreto Dignità. Di Maio ha bisogno di un’intesa con l’Inps in vista della Finanziaria: obiettivo, allargare la platea del reddito di inclusione. Nei piani di Di Maio e Tridico c’è quello i aumentare la dote del rei fino a 6miliardi così da raggiungere tutte le famiglie in povertà assoluta. E’ una sorta di superamento del reddito di cittadinanza, che Boeri considera nefasto per i conti pubblici e per il mercato del lavoro. Per il Messaggero invece il governo punta a superare il reddito di inclusione in vista dell’avvento del reddito di cittadinanza, riunendo in uno strumento unico tutti i sussidi a favore delle famiglie indigenti. L’obiettivo è portare la platea a 5 milioni contro il massimo di 2 milioni e mezzo previsti dal Rei.
Sul Sole i conti della manovra, in attesa del giudizio di Bruxelles: tra Iva, spese obbligatorie, spread più alto e minore crescita si parte da 22 miliardi. E questo senza mettere mano a riforma fiscale, reddito di cittadinanza, pensioni, sanità e rinnovi contrattuali. Si tratta di 1,2 punti di pil che senza contromisure porterebbero il deficit al 2%, cosa che Tria vuole evitare. Si tratta con Bruxelles per sconti fino a 11 miliardi.
Sul Corriere la battaglia dei voucher, da domani in aula a Montecitorio: Pd, Leu e sindacati contrari al ritorno, Forza Italia favorevole ad ampliarne l’uso. In pressing per riavere i voucher anche Confesercenti - che stima 30 mila rapporti occasionali nel solo mese di agosto – e le associazioni di bar e ristoranti, che vogliono i voucher anche per il loro settore. Ma il M5S blinda il testo: le uniche modifiche saranno quelle concordate col governo.
ITALIA-POLITICA
La luna di miele tra italiani e governo continua (Corriere): il governo Conte gode dell’apprezzamento del 61% degli italiani con un indice di gradimento del 68, il dato in assoluto più alto degli ultimi 12 anni. Alto gradimento anche per Salvini (60), Di Maio (58) seguiti da Toninelli (46), Grillo (42). A quota 40 Bongiorno, Savona e Tria, seguono Giorgetti e Centinaio (36) e Bonafede (30). Il governo Conte, scrive Pagnoncelli, è in netta crescita nei due mesi di governo (da 60 a 68), un fenomeno interessante per trasversalità e consistenza.
Ma per metà degli italiani durerà solo due anni: il sondaggio di Noto su QN dà il contratto gialloverde a termine. Positivo il giudizio degli italiani sulle mosse del governo in ordine a Tav (60%), politiche sui migranti (53%), lavoro (35%), ma solo il 30% pensa che arriverà a fine legislatura. Per il 44% non andrà oltre i due anni.
Quanto dura il governo gialloblù se lo chiede anche Belpietro, al netto di analisi e “desiderata” di politici che profetizzano una crisi imminente dell’asse Lega-5Stelle. Ma sono gli stessi spiazzati dal voto di marzo. Per Belpietro Salvini e Di Maio continueranno a competere ma il loro legame è cementato dal consenso. E anche se Conte dovesse cadere nulla sarà più come prima.
Sul Messaggero il populismo sdoganato: per il 51% è positivo, considerandolo una formula politica di maggiore attenzione alla gente. Crolla dal 58 al 43% chi la bolla come una forma di demagogia.
Rai, sulla presidenza Foa è scontro tra Berlusconi e Salvini. Forza Italia minaccia di non votare Foa in commissione di Vigilanza, e senza i voti azzurri il presidente scelto dalla Lega non passa. Salvini avverte: se Forza Italia vota contro Foa, alleanza al capolinea (Stampa). “La prossima alleanza Forza Italia la farà col Pd”. “Sulla Rai vedo una forte volontà spartitoria, una proposta unilaterale che la maggioranza ha concordato solo al suo interno, un pessimo segnale”, dice Berlusconi alla Stampa. Quanto può durare l’alleanza tra Lega e Cinque Stelle? “Non credo molto”. Berlusconi critico sull’idea di rimettere in discussione la Tav e sul decreto dignità: “Se questo è l’inizio cosa succederà nella legge di stabilità?”.
Anche Tajani attacca sulla nomina di Foa alla Rai: “La tv pubblica non può diventare una colonia M5S” dice al Messaggero (p.9) Mulé a Repubblica (p.2): “Una nomina che doveva essere inclusiva e divenuta divisiva: l’opposto del pluralismo, così temiamo epurazioni. Per noi c’è spazio per pacificazione. Se Foa dicesse:massimo rispetto per il presidente della Repubblica, non interferirò con la decsione dell’ad, sarò il garante di tutte le forze politiche allora valuteremo. Ma finora ha fatto tutto l’opposto”. Sul Messaggero (p.8) parla Foa: “Non sono Belzebù, io rispetto tutti. Gli attacchi fanno parte del gioco”.
Su Repubblica (p.3) il grido di Gentiloni; “Il peggio deve ancora arrivare, ci vuole una grande alleanza per fermare Di Maio e Salvini”. “E’ la prima volta che si fa un decreto Milleproroghe a ad agosto: questo è un governo sazio di nomine e digiuno di decisioni – dice Gentiloni . ma guai a pensare di avere davanti un gruppo di sprovveduti e sbruffoni. Rappresentano un’onda populista globale e molto pericolosa, che mette in discussione i fondamenti del sistema delle democrazie liberali. Va contrastata con serietà e credibilità”. Ma per Gentiloni bisogna agire rapidamente: “E’ possibile che le tensioni tra le tre componenti esplodano”. Accanto a Cinque Stelle e Lega Gentiloni implicitamente fa riferimento anche al partito della continuità (Tria e Moavero). “Ma non faccio nomi per non inguaiare nessuno”. “Il governo è unito, c’è la determinazione a lavorare per il cambiamento in meglio del Paese – dice Moavero Milanesi ad Avvenire . – C’è la consapevolezza che l’Italia ha bisogno di stabilità, di governi che durino e siano valutati sui fatti”.
ESTERI
“Vogliamo portare gli occhi dell’Europa e del mondo sul Mediterraneo – dice il ministro Moavero Milanesi ad Avvenire – Sia in sede Nato che in sede Ue propugniamo una maggiore attenzione verso il Sud, mentre oggi è sbilanciata verso Est. Non metto in dubbio le sanzioni a Mosca ma dobbiamo procedere parallelamente”. Nello specifico, Moavero ricorda la posizione italiana sugli sbarchi – “il nostro obiettivo è che le navi militari dell’operazione Sophia non sbarchino solo in Italia ma anche in altri Stati” – e verso l’Africa: “Occorre che per le politiche migratorie e di cooperazione con i Paesi africani ci siano più fondi di quelli finora stanziati. L’Unione deve essere più coraggiosa”. Per trovare i fondi c’è anche un’altra strada oltre agli introiti da web tax: “Rivolgersi ai mercati, agli investitori, con apposite emissioni di titoli di debito con garanzia europea, finalizzati a finanziare progetti di investimenti produttivi in grandi opere da realizzare in Africa per creare lavoro e infrastrutture lì. Un’azione europea ben coordinata va a beneficio di tutti”. Moavero parla di “titoli ad hoc, proposti al mercato per finanziare investimenti verificabili nelle loro positive prospettive di reddito”.
Migranti, sul Messaggero intervista al Commissario Ue Avramopoulos: “Con l’Italia condividiamo lo stesso obiettivo: combattere i trafficanti. Per questo dobbiamo lavorare tutti insieme. Le Ong hanno svolto un ruolo cruciale nel salvare vite, una cosa encomiabile. Ma come tutte le navi che operano nel Mediterraneo devono rispettare le leggi in vigore e non ostacolare la Guardia Costiera libica. Piuttosto che mettere le vite e i risparmi nelle mani dei trafficanti, bisogna offrire alle persone che ne hanno bisogno percorsi legali di protezione. Nel frattempo dobbiamo continuare a salvare quante più vite possiamo e rispettare gli obblighi internazionali”.
“La Tav va ridiscussa con i francesi. I vincoli di bilancio? Bisogna fare subito reddito di cittadinanza e flat tax”. Sul Corriere intervista al vicepremier Di Maio, che non esclude la fiducia sul decreto dignità e alle imprese dice: “Sono spaventate da una campagna di fake news. A loro dico di aspettare il testo finale prima di giudicare. Stiamo inserendo incentivi per assumere a tempo indeterminato gli over 35”. Sulle Grandi opere Di Maio dice che Tav e Tap non sono in correlazione: “La Tav è nel contratto di governo, c’è scritto che va ridiscussa e il ministro Toninelli a breve incontrerà il suo omologo francese per ripensare un progetto nato 30 anni fa. Non ci sono penali in caso di revisione. Mentre sul Tap bisogna ascoltare le comunità”. Sull’Ilva “l’Anac ha riscontrato criticità e il piano ambientale-occupazionale non è soddisfacente. Ci vorrà tempo, ma vogliamo accertare la verità e agire nella legalità”. Di Maio nega logiche spartitorie per le nomine – “abbiamo solo premiato le capacità per il bene del Paese” – e sul bilancio dice: “Ancora li dobbiamo conoscere i vincoli di bilancio. Ma deve essere chiaro che reddito di cittadinanza e flat tax insieme alla abolizione della legge Fornero sono emergenze sociali. Si devono realizzare. Il prima possibile, Anzi, subito”. Ma Di Maio nega incomprensioni con Tria: “C’è un contratto di governo, quello che dobbiamo seguire”. Quanto al referendum sull’euro “è una nostra sensibilità ma non è nel contratto: questo governo non lo porterà avanti”.
Sulla Stampa la tregua tra Di Maio e Boeri: ieri l’incontro “riservat” al Ministero per ricucire lo strappo seguito al decreto Dignità. Di Maio ha bisogno di un’intesa con l’Inps in vista della Finanziaria: obiettivo, allargare la platea del reddito di inclusione. Nei piani di Di Maio e Tridico c’è quello i aumentare la dote del rei fino a 6miliardi così da raggiungere tutte le famiglie in povertà assoluta. E’ una sorta di superamento del reddito di cittadinanza, che Boeri considera nefasto per i conti pubblici e per il mercato del lavoro. Per il Messaggero invece il governo punta a superare il reddito di inclusione in vista dell’avvento del reddito di cittadinanza, riunendo in uno strumento unico tutti i sussidi a favore delle famiglie indigenti. L’obiettivo è portare la platea a 5 milioni contro il massimo di 2 milioni e mezzo previsti dal Rei.
Sul Sole i conti della manovra, in attesa del giudizio di Bruxelles: tra Iva, spese obbligatorie, spread più alto e minore crescita si parte da 22 miliardi. E questo senza mettere mano a riforma fiscale, reddito di cittadinanza, pensioni, sanità e rinnovi contrattuali. Si tratta di 1,2 punti di pil che senza contromisure porterebbero il deficit al 2%, cosa che Tria vuole evitare. Si tratta con Bruxelles per sconti fino a 11 miliardi.
Sul Corriere la battaglia dei voucher, da domani in aula a Montecitorio: Pd, Leu e sindacati contrari al ritorno, Forza Italia favorevole ad ampliarne l’uso. In pressing per riavere i voucher anche Confesercenti - che stima 30 mila rapporti occasionali nel solo mese di agosto – e le associazioni di bar e ristoranti, che vogliono i voucher anche per il loro settore. Ma il M5S blinda il testo: le uniche modifiche saranno quelle concordate col governo.
ITALIA-POLITICA
La luna di miele tra italiani e governo continua (Corriere): il governo Conte gode dell’apprezzamento del 61% degli italiani con un indice di gradimento del 68, il dato in assoluto più alto degli ultimi 12 anni. Alto gradimento anche per Salvini (60), Di Maio (58) seguiti da Toninelli (46), Grillo (42). A quota 40 Bongiorno, Savona e Tria, seguono Giorgetti e Centinaio (36) e Bonafede (30). Il governo Conte, scrive Pagnoncelli, è in netta crescita nei due mesi di governo (da 60 a 68), un fenomeno interessante per trasversalità e consistenza.
Ma per metà degli italiani durerà solo due anni: il sondaggio di Noto su QN dà il contratto gialloverde a termine. Positivo il giudizio degli italiani sulle mosse del governo in ordine a Tav (60%), politiche sui migranti (53%), lavoro (35%), ma solo il 30% pensa che arriverà a fine legislatura. Per il 44% non andrà oltre i due anni.
Quanto dura il governo gialloblù se lo chiede anche Belpietro, al netto di analisi e “desiderata” di politici che profetizzano una crisi imminente dell’asse Lega-5Stelle. Ma sono gli stessi spiazzati dal voto di marzo. Per Belpietro Salvini e Di Maio continueranno a competere ma il loro legame è cementato dal consenso. E anche se Conte dovesse cadere nulla sarà più come prima.
Sul Messaggero il populismo sdoganato: per il 51% è positivo, considerandolo una formula politica di maggiore attenzione alla gente. Crolla dal 58 al 43% chi la bolla come una forma di demagogia.
Rai, sulla presidenza Foa è scontro tra Berlusconi e Salvini. Forza Italia minaccia di non votare Foa in commissione di Vigilanza, e senza i voti azzurri il presidente scelto dalla Lega non passa. Salvini avverte: se Forza Italia vota contro Foa, alleanza al capolinea (Stampa). “La prossima alleanza Forza Italia la farà col Pd”. “Sulla Rai vedo una forte volontà spartitoria, una proposta unilaterale che la maggioranza ha concordato solo al suo interno, un pessimo segnale”, dice Berlusconi alla Stampa. Quanto può durare l’alleanza tra Lega e Cinque Stelle? “Non credo molto”. Berlusconi critico sull’idea di rimettere in discussione la Tav e sul decreto dignità: “Se questo è l’inizio cosa succederà nella legge di stabilità?”.
Anche Tajani attacca sulla nomina di Foa alla Rai: “La tv pubblica non può diventare una colonia M5S” dice al Messaggero (p.9) Mulé a Repubblica (p.2): “Una nomina che doveva essere inclusiva e divenuta divisiva: l’opposto del pluralismo, così temiamo epurazioni. Per noi c’è spazio per pacificazione. Se Foa dicesse:massimo rispetto per il presidente della Repubblica, non interferirò con la decsione dell’ad, sarò il garante di tutte le forze politiche allora valuteremo. Ma finora ha fatto tutto l’opposto”. Sul Messaggero (p.8) parla Foa: “Non sono Belzebù, io rispetto tutti. Gli attacchi fanno parte del gioco”.
Su Repubblica (p.3) il grido di Gentiloni; “Il peggio deve ancora arrivare, ci vuole una grande alleanza per fermare Di Maio e Salvini”. “E’ la prima volta che si fa un decreto Milleproroghe a ad agosto: questo è un governo sazio di nomine e digiuno di decisioni – dice Gentiloni . ma guai a pensare di avere davanti un gruppo di sprovveduti e sbruffoni. Rappresentano un’onda populista globale e molto pericolosa, che mette in discussione i fondamenti del sistema delle democrazie liberali. Va contrastata con serietà e credibilità”. Ma per Gentiloni bisogna agire rapidamente: “E’ possibile che le tensioni tra le tre componenti esplodano”. Accanto a Cinque Stelle e Lega Gentiloni implicitamente fa riferimento anche al partito della continuità (Tria e Moavero). “Ma non faccio nomi per non inguaiare nessuno”. “Il governo è unito, c’è la determinazione a lavorare per il cambiamento in meglio del Paese – dice Moavero Milanesi ad Avvenire . – C’è la consapevolezza che l’Italia ha bisogno di stabilità, di governi che durino e siano valutati sui fatti”.
ESTERI
“Vogliamo portare gli occhi dell’Europa e del mondo sul Mediterraneo – dice il ministro Moavero Milanesi ad Avvenire – Sia in sede Nato che in sede Ue propugniamo una maggiore attenzione verso il Sud, mentre oggi è sbilanciata verso Est. Non metto in dubbio le sanzioni a Mosca ma dobbiamo procedere parallelamente”. Nello specifico, Moavero ricorda la posizione italiana sugli sbarchi – “il nostro obiettivo è che le navi militari dell’operazione Sophia non sbarchino solo in Italia ma anche in altri Stati” – e verso l’Africa: “Occorre che per le politiche migratorie e di cooperazione con i Paesi africani ci siano più fondi di quelli finora stanziati. L’Unione deve essere più coraggiosa”. Per trovare i fondi c’è anche un’altra strada oltre agli introiti da web tax: “Rivolgersi ai mercati, agli investitori, con apposite emissioni di titoli di debito con garanzia europea, finalizzati a finanziare progetti di investimenti produttivi in grandi opere da realizzare in Africa per creare lavoro e infrastrutture lì. Un’azione europea ben coordinata va a beneficio di tutti”. Moavero parla di “titoli ad hoc, proposti al mercato per finanziare investimenti verificabili nelle loro positive prospettive di reddito”.
Migranti, sul Messaggero intervista al Commissario Ue Avramopoulos: “Con l’Italia condividiamo lo stesso obiettivo: combattere i trafficanti. Per questo dobbiamo lavorare tutti insieme. Le Ong hanno svolto un ruolo cruciale nel salvare vite, una cosa encomiabile. Ma come tutte le navi che operano nel Mediterraneo devono rispettare le leggi in vigore e non ostacolare la Guardia Costiera libica. Piuttosto che mettere le vite e i risparmi nelle mani dei trafficanti, bisogna offrire alle persone che ne hanno bisogno percorsi legali di protezione. Nel frattempo dobbiamo continuare a salvare quante più vite possiamo e rispettare gli obblighi internazionali”.
28 luglio 2018
L'Andamento economico degli USA
L' andamento economico Usa . Ieri sono stati diffusi i dati dell' andamento dell' economia Usa . Gli indicatori sono positivi . Il PIL Usa è dato al 4,1% annuo . Era stimato al 2% ed invece già al terzo trimestre era attestato al 2,2%. Le esportazioni USA sono stimate al + 9,3%. Il dato è spiegabile anche con il fatto che ultimamente verso il mercato cinese sia stata esportata una grande quantità di materie prime anche per anticipare la
introduzione dei Dazi ,ma i numeri che contraddistinguono le esportazioni Usa sono importanti . La FED prevede un possibile rialzo del tasso di interesse nel 2018 e nel 2019, segno che la economia Usa marcia ancora ad un ritmo sostenuto ,benché il ciclo economico espansivo sia iniziato già oltre 8 anni fa ,nel 2010. Gli economisti reputano e stimano che la durata del ciclo economico espansivo sia intorno gli 9, 10, anni . Il ciclo espansivo USA è al momento ancora positivo con una crescita dell' oltre il 4% che per noi europei sarebbe un miracolo . I meriti di questa crescita ,credo che vadano ascritti alle politiche inagurate sotto la Amministrazione Obama . Trump adesso con non meritata fortuna politica ,ne sta raccogliendo i frutti e questo , molto probabilmente lo premierà alle votazioni di Mid Term che si svolgeranno tra circa tre mesi. Sarebbe una novità politicamente gravida di conseguenze ,se un Presidente che ha fatto una politica molto discutibile ,fosse premiato dalle urne alle elezioni del Mid Term che ,invece per tradizione ,premiano sempre un Congresso di colore politico avverso alla Amministrazione in carica . Sappiamo però che l' elettorato USA sia molto sensibile all' andamento economico e pertanto questo potrebbe premiare Trump. Da parte sua Trump in materia economica ha effettuato dei tagli modulati alle tasse , ha ripreso una consistente politica di " deregulation" cara oramai dall' epoca di Reagan ai Repubblicani ed ha aumentato le spese statali di sostegno alla crescita . Si può criticare Trump e lo si deve fare ,perché giusto ,la sua Amministrazione presenta molte ombre e solleva molti interrogativi ma occorre essere realisti . Gli Usa crescono l' Europa no ,l ' Italia sta per implodere ..... Questo è il punto . Perché noi Italiani non riusciamo a mettere in atto una politica economica espansiva ? Siamo per caso più stupidi ed incapaci degli altri ? No, non credo ,anche se a sentire i nuovi protagonisti di Governo l'idea di essere proprio stupidi ,beh ...! potrebbe anche fare capolino . Credo che il punto sia un altro . Abbiamo troppi vincoli e troppa poca manovra . Il Fiscal Compact è un enorme limite, il debito monstre un altro limite , una mentalità ancora molto provinciale dal punto di vista sociale ed economica pure. In Italia tutti ci compiaciamo delle lunghe ferie estive ,un vero e proprio Cult che blocca il Paese per circa tre mesi.....una roba che oramai non si vede da nessuna parte ....salvo che in Italia . La vera sfida ,anche quella politica che già all' orizzonte si profila ,anche più vicina dell' orizzonte è come declinare sviluppo economico e tenuta dei Diritti Sociali , solidarietà tra anziani molto garantiti e giovani senza garanzie ,senza diritti sociali ,senza reddito e senza prospettive . Diciamo la verità ,in Italia c'è già ,senza essere stata formalmente dichiarata una guerra generazionale tra anziani benestanti e garantiti e giovani poveri e senza garanzie . I Penta Stellati con i loro modi pre politici e volgari hanno sia pure con sistematica demagogia affrontato e cavalcato il problema è noi invece ? Noi ,blateriamo e balbettiamo frasi e concetti politico economico sociali senza senso che non riescono ad attirare l'attenzione degli elettori ,soprattutto i più giovani . Sarebbe ora di darsi una sveglia ,altrimenti al prossimo giro elettorale gli Italiani ci manderanno a riscaldare le panchine al parco . La politica che ogni giorno perde voti non può e non deve andare in ferie ,deve stare sul pezzo e deve riflettere sul come dare delle chiare risposte a chi in vacanza non può andare
Luca Giordano per Tre Righe .
introduzione dei Dazi ,ma i numeri che contraddistinguono le esportazioni Usa sono importanti . La FED prevede un possibile rialzo del tasso di interesse nel 2018 e nel 2019, segno che la economia Usa marcia ancora ad un ritmo sostenuto ,benché il ciclo economico espansivo sia iniziato già oltre 8 anni fa ,nel 2010. Gli economisti reputano e stimano che la durata del ciclo economico espansivo sia intorno gli 9, 10, anni . Il ciclo espansivo USA è al momento ancora positivo con una crescita dell' oltre il 4% che per noi europei sarebbe un miracolo . I meriti di questa crescita ,credo che vadano ascritti alle politiche inagurate sotto la Amministrazione Obama . Trump adesso con non meritata fortuna politica ,ne sta raccogliendo i frutti e questo , molto probabilmente lo premierà alle votazioni di Mid Term che si svolgeranno tra circa tre mesi. Sarebbe una novità politicamente gravida di conseguenze ,se un Presidente che ha fatto una politica molto discutibile ,fosse premiato dalle urne alle elezioni del Mid Term che ,invece per tradizione ,premiano sempre un Congresso di colore politico avverso alla Amministrazione in carica . Sappiamo però che l' elettorato USA sia molto sensibile all' andamento economico e pertanto questo potrebbe premiare Trump. Da parte sua Trump in materia economica ha effettuato dei tagli modulati alle tasse , ha ripreso una consistente politica di " deregulation" cara oramai dall' epoca di Reagan ai Repubblicani ed ha aumentato le spese statali di sostegno alla crescita . Si può criticare Trump e lo si deve fare ,perché giusto ,la sua Amministrazione presenta molte ombre e solleva molti interrogativi ma occorre essere realisti . Gli Usa crescono l' Europa no ,l ' Italia sta per implodere ..... Questo è il punto . Perché noi Italiani non riusciamo a mettere in atto una politica economica espansiva ? Siamo per caso più stupidi ed incapaci degli altri ? No, non credo ,anche se a sentire i nuovi protagonisti di Governo l'idea di essere proprio stupidi ,beh ...! potrebbe anche fare capolino . Credo che il punto sia un altro . Abbiamo troppi vincoli e troppa poca manovra . Il Fiscal Compact è un enorme limite, il debito monstre un altro limite , una mentalità ancora molto provinciale dal punto di vista sociale ed economica pure. In Italia tutti ci compiaciamo delle lunghe ferie estive ,un vero e proprio Cult che blocca il Paese per circa tre mesi.....una roba che oramai non si vede da nessuna parte ....salvo che in Italia . La vera sfida ,anche quella politica che già all' orizzonte si profila ,anche più vicina dell' orizzonte è come declinare sviluppo economico e tenuta dei Diritti Sociali , solidarietà tra anziani molto garantiti e giovani senza garanzie ,senza diritti sociali ,senza reddito e senza prospettive . Diciamo la verità ,in Italia c'è già ,senza essere stata formalmente dichiarata una guerra generazionale tra anziani benestanti e garantiti e giovani poveri e senza garanzie . I Penta Stellati con i loro modi pre politici e volgari hanno sia pure con sistematica demagogia affrontato e cavalcato il problema è noi invece ? Noi ,blateriamo e balbettiamo frasi e concetti politico economico sociali senza senso che non riescono ad attirare l'attenzione degli elettori ,soprattutto i più giovani . Sarebbe ora di darsi una sveglia ,altrimenti al prossimo giro elettorale gli Italiani ci manderanno a riscaldare le panchine al parco . La politica che ogni giorno perde voti non può e non deve andare in ferie ,deve stare sul pezzo e deve riflettere sul come dare delle chiare risposte a chi in vacanza non può andare
Luca Giordano per Tre Righe .
Dai giornali di oggi 28 luglio
ITALIA-ECONOMIA
Scontro Lega-M5S sulle grandi opere. Sulla Tav, Salvini annuncia: “Si va avanti”. Ma c'è la spinta del ministro Toninelli per bloccare i lavori. Mentre Palazzo Chigi nega che il dossier sia già sul tavolo (Corriere e tutti). Nord in rivolta: imprese e sindacati contro i grillini (Stampa). Secondo il Fatto, il piano del M5S è sostituire il dg della società che realizza l'opera e il commissario del governo, per poi riscrivere il progetto. E i grillini sarebbero pronti a pagare le penali per lo stop (Giornale), anche se l'Ue fa sapere che non ci sarebbe nessuna penale, ma solamente la richiesta di restituzione dei fondi del Cef (Repubblica). Niente penali, ma lo stop costerebbe 2 mld (Messaggero e Avvenire). Al Messaggero parla Guggino, delegato della Transalpine, che raggruppa gli attori francesi: “C'è molta confusione e poca razionalità, se l'Italia si sfilerà chiederemo il conto”. I quotidiani provano a fare i conti del possibile stop alle grandi opere, dalla Tav, al Tap all'Ilva: per il Sole si tratta di 60 mld. Per il Giornale i “no” dei 5S alle infrastrutture ci costano 50 mld. Ma Repubblica evidenzia il gioco su due tavoli dei Cinquestelle: salvano il gasdotto Tap e affossano l'alta velocità. Opposizioni all'attacco. “Non si può dare via libera al Tap e fermare la Torino-Lione per bilanciare” dice Chiamparino a Repubblica. E Toti alla Stampa: “M5S sia responsabile, al Paese servono le infrastrutture”. A livello politico, secondo il Giornale sui binari della Tav si gioca il derby per non perdere voti.
Tornano i voucher, per le piccole aziende agricole, alberghiere e turistiche (Italia Oggi) ma servirà la tessera sanitaria per giocare d’azzardo (Avvenire, Messaggero). Incentivi per la stabilizzazione dei giovani fino a 35 anni anche nel 2019-2020, e fino a ottobre rinnovo dei contratti a termine senza causali (Sole). In evidenza su tutti i giornali il via libera in Commissione Finanze e Lavoro della Camera al decreto lavoro. Il Messaggero parla di gioco d’azzardo come un bancomat per il governo. Il sottosegretario Durigon, in un’intervista al Sole, apre a nuove modifiche: “Possiamo rivedere ancora il tema delle causali, anche sulla durata dei contratti. E in legge di bilancio intervento più ampio su tagli odel cuneo fiscale mirato per alcune categorie. Ma abbiamo deciso di liquidare il Jobs Act che consideriamo un fallimento”. Imprenditori e operai si ribellano a Di Maio, titola Libero in apertura. Da industriali, artigiani e commercianti il “vaffa” contro le nuove regole sui contratti. Il caso-scuola è ancora quello della Nestlé di Benevento, che investe 50 milioni nel sito ma deve congedare 20 interinali perché non può rinnovare i contratti. A rischio pure 130 lavoratori nel sito Stm di Catania. Su Repubblica il Nord ultraleghista che si ribella alla linea di Salvini e guarda a Zaia: “Non basta fermare gli sbarchi dei migranti se poi si danneggiano le aziende”. Pressing delle associazioni di categoria sul governatore veneto: “Deve metterci la faccia”.
ITALIA-POLITICA
Patto sulla Rai, ma è polemica (Corriere e tutti). Il governo trova l'accordo sui vertici della tv di Stato: Salini ad, ma diventa un caso la scelta di Foa come presidente. Nel mirino alcuni tweet del giornalista contro il Quirinale: gelo del Colle (Messaggero e tutti). Il governo considera le due nomine blindate. Ma è la Vigilanza parlamentare ad esprimere il presidente: servono 27 voti su 40, ma la maggioranza ne ha 21. Ora Foa in Vigilanza rischia. Pd, Fi e FdI fanno asse: “Non lo votiamo” (Messaggero e tutti). Si cerca l'intesa con Fi, che però alza il prezzo e tratta sui direttori dei Tg (Fatto). La Lega punta sul Tg1, in corsa Sangiuliano. Ma i 5S in cambio vogliono la guida della rete, che potrebbe essere affidata a Ciannamea (Corriere). Nell'accordo, secondo Repubblica, il Tg2 andrebbe a Matano, ma le opposizioni attaccano: “Stanno lottizzando”.
Lotta a mafiosi e camorristi, Salvini al Mattino (in prima e p.3) assicura: “La prossima settimana in Cdm il decreto per rafforzare l'agenzia dei beni confiscati: la mafia oggi si aggredisce soprattutto togliendole il patrimonio. La priorità è dare gli immobili ai Comuni e allo Stato per fare asili nido, centri per disabili e commissariati. Assumeremo anche nuove forze dell'ordine e miglioreremo i mezzi a loro disposizione”. E sui migranti: “Per me – dice Salvini – scafisti e mafiosi sono la stessa schifezza, visto che il traffico di immigrati clandestini è legato a quello di droga e armi. Combattere gli uni significa combattere anche gli altri. Scafisti e mafiosi sono problemi non solo del Sud, ma europei. Per questo bisogna mettere in collaborazione le intelligence e le polizie postali”.
Intanto si moltiplicano i casi di aggressioni a migranti. Ieri due casi, uno a Vicenza e uno ad Aversa. E’ la moda dell’estate: sparare dal balcone a rom e migranti. E ancora non hanno approvato la riforma della legittima difesa, scrive il Fatto. Sul Giornale lettera di Sallusti a Mattarella sul far west italiano: appello sui violenti nostrani, silenzio sugli stranieri.
Giornale e Messaggero evocano una possibile crisi di governo sulla manovra di autunno. Pd e Fi ci sperano (Giornale p.5). Renzi: “Dopo toccherà di nuovo a noi”. Secondo l’ex segretario dem anche il caso dei soldi “spariti” della Lega esploderà e porterà alla fine della maggioranza (Messaggero p.8).
Sul Messaggero il Grillo-pensiero su democrazia e euro: democrazia superata, referendum sull'euro. In due interviste, una con Iam Bremmer apparsa ieri sul suo blog, e una pubblicata su Russia Today, il fondatore del M5S ha ribadito la sua proposta di un referendum tra gli italiani su Ue ed euro “per avere un piano B in caso succedesse qualcosa. Non dico di lasciare l'euro – ha precisato Grillo -, ma di far decidere il popolo italiano”. Poi l’affondo sulla democrazia: “Ormai meno del 50% va a votare, sono le minoranza a gestire i Paesi. La democrazia è superata, deve essere sostituita con qualcos'altro, con un'estrazione causale”. Sul Corriere la replica di Cassese: Grillo sceglie l’idraulico col sorteggio?
ESTERI
Pil Usa + 4,1% nonostante dazi e tensioni (Sole in prima e su tutti). Il dato è sotto le attese ma è il migliore dal terzo trimestre del 2014 ed è nettamente superiore al trimestre precedente, quando gli Usa avevano registrato il +2,2%, come la Ue che nel 2018 dovrebbe crescere del 2,3%. Europa e America a due velocità. Trump: il mondo ci invidia (Stampa). Se il trend positivo reggerà in autunno Trump vincerà la rincorsa per il voto di Midterm: il piglio protezionista e la riforma fiscale alla fine potrebbero pagare. Ma Wall Street teme gli effetti delle gerre commerciali con Cina e Ue.
Caldo record in Europa (Stampa). Temperature altissime a Berlino e Londra, in tilt anche la Manica, col sistema di condizionamento d’aria del tunnel in panne. Svezia in ginocchio per gli incendi. Mercalli: la calura inedita in Nord Europa è destinata a durare. Avremo un futuro rovente se non tagliamo le emissioni.
In Spagna governo in bilico (Sole in prima): il premier socialista Sanchez “tradito” dagli alleati sulla legge di bilancio. Podemos e i partiti nazionalisti della coalizione chiedevano più spesa sociale e più risorse alle regioni. Ma nonostante l’instabilità il premier socialista esclude il voto anticipato.
27 luglio 2018
Nuovo presidio davanti al Viminale:27; luglio ore 18.00
MANI ROSSE PER FERMARE LE MORTI NEL MEDITERRANEO: NUOVO PRESIDIO NONVIOLENTO VENERDÌ 27 LUGLIO, ORE 18, DAVANTI AL VIMINALE
Nei giorni scorsi ci siamo ritrovati in centinaia per manifestare davanti al ministero dell'Interno in maniera nonviolenta, con le mani tinte di rosso, per denunciare che non è mai stato così pericoloso attraversare il Mediterraneo come lo è ora. Vogliamo dare voce a un’opinione pubblica che esiste e che di fronte alla tragedia umanitaria in corso chiede la riapertura dei porti italiani alle Ong che salvano le vite in mare, e verità su quanto accade davanti alle nostre coste e in Libia.
La rete spontanea che ha dato vita all’azione nonviolenta fa dunque appello a tutti i cittadini e a tutte le organizzazioni perché si uniscano nei prossimi giorni creando iniziative analoghe anche in altre città italiane ed europee, in vista di una grande manifestazione nonviolenta da preparare insieme per il mese di settembre a Roma, con obiettivi chiari: PORTI APERTI, CANALI SICURI, EVACUAZIONE DALLE CARCERI LIBICHE e una priorità: LE PERSONE.
Per questo venerdì 27 luglio ci ritroveremo alle 18.00 davanti al Teatro dell’Opera per poi andare insieme al Viminale dove cammineremo sul marciapiede di fronte alla piazza, in silenzio, senza fermarci e con le mani alzate. Saremo ancora con le mani tinte di rosso, per continuare a chiedere conto al ministro dell'Interno e al governo dell'operato della sedicente guardia costiera libica. Appena due giorni fa il Senato ha approvato il decreto riguardante la cessione di unità navali italiane per il controllo marittimo da parte dei libici, votato in maniera compatta e senza alcuna opposizione, se non quella di quattro senatori di Leu e + Europa.
Continuiamo a chiedere di conoscere le condizioni di quanti, grazie anche a risorse e mezzi italiani, vengono riportati nei centri di detenzione libici dove vengono perpetrate violenze, stupri, torture. Chiediamo inoltre al Governo e ai ministri competenti di dimostrare la loro umanità e porre fine all’odissea della nave Sarost 5, che ha salvato 40 persone tra cui due donne incinte una delle quali a rischio di aborto, e che è bloccata dal 15 luglio al largo della Tunisia, senza avere ancora ricevuto la disponibilità di un porto sicuro in cui sbarcare.
Invitiamo ognuno di voi a venire senza altra bandiera, simbolo, appartenenza che il ritrovarsi nel non potere e volere essere complici di questa strage di stato.
Nei giorni scorsi ci siamo ritrovati in centinaia per manifestare davanti al ministero dell'Interno in maniera nonviolenta, con le mani tinte di rosso, per denunciare che non è mai stato così pericoloso attraversare il Mediterraneo come lo è ora. Vogliamo dare voce a un’opinione pubblica che esiste e che di fronte alla tragedia umanitaria in corso chiede la riapertura dei porti italiani alle Ong che salvano le vite in mare, e verità su quanto accade davanti alle nostre coste e in Libia.
La rete spontanea che ha dato vita all’azione nonviolenta fa dunque appello a tutti i cittadini e a tutte le organizzazioni perché si uniscano nei prossimi giorni creando iniziative analoghe anche in altre città italiane ed europee, in vista di una grande manifestazione nonviolenta da preparare insieme per il mese di settembre a Roma, con obiettivi chiari: PORTI APERTI, CANALI SICURI, EVACUAZIONE DALLE CARCERI LIBICHE e una priorità: LE PERSONE.
Per questo venerdì 27 luglio ci ritroveremo alle 18.00 davanti al Teatro dell’Opera per poi andare insieme al Viminale dove cammineremo sul marciapiede di fronte alla piazza, in silenzio, senza fermarci e con le mani alzate. Saremo ancora con le mani tinte di rosso, per continuare a chiedere conto al ministro dell'Interno e al governo dell'operato della sedicente guardia costiera libica. Appena due giorni fa il Senato ha approvato il decreto riguardante la cessione di unità navali italiane per il controllo marittimo da parte dei libici, votato in maniera compatta e senza alcuna opposizione, se non quella di quattro senatori di Leu e + Europa.
Continuiamo a chiedere di conoscere le condizioni di quanti, grazie anche a risorse e mezzi italiani, vengono riportati nei centri di detenzione libici dove vengono perpetrate violenze, stupri, torture. Chiediamo inoltre al Governo e ai ministri competenti di dimostrare la loro umanità e porre fine all’odissea della nave Sarost 5, che ha salvato 40 persone tra cui due donne incinte una delle quali a rischio di aborto, e che è bloccata dal 15 luglio al largo della Tunisia, senza avere ancora ricevuto la disponibilità di un porto sicuro in cui sbarcare.
Invitiamo ognuno di voi a venire senza altra bandiera, simbolo, appartenenza che il ritrovarsi nel non potere e volere essere complici di questa strage di stato.
Casa Delle Donne Roberta Agostini:revoca concessione ennesima scelta sbagliata
OMR0167 3 POL TXT Omniroma-CASA DONNE, AGOSTINI (LEU): "REVOCA CONCESSIONE ENNESIMA SCELTA SBSBAGLIA" (OMNIROMA) Roma, 26 LUG - "La revoca della concessione alla Casa internazionale delle donne è l'ennesima scelta grave e sbagliata del Comune a 5 stelle, che nega e non comprende il valore della Casa, mettendo a rischio un luogo prezioso che da anni offre servizi importanti, per le donne di Roma e non solo, sul piano sociale e culturale". Lo afferma in una nota Roberta Agostini di Mdp-Leu di Roma. "Chiediamo nuovamente che la questione sia affrontata con l'eccezionalità che la contraddistingue e che si faccia ogni sforzo possibile per rivedere la decisione e trovare la soluzione giusta. Noi ci opporremo in ogni modo a qualsiasi tentativo di chiusura", conclude Agostini. red 261824 LUG 18
I FATTI DI CEUTA E MELILLA di Luca Giordano
I Fatti di Ceuta. Ceuta e' un comune spagnolo che si trova in Marocco in corrispondenza dello stretto di Gibilterra . Appartiene alla Spagna dal 1618. Ha una posizione strategica , perché permette di controllare lo stretto di Gibilterra e quindi l'accesso al Mediterraneo . Ceuta e' anche il luogo dove i migranti hanno tentato come già accaduto nel 2011 e come accaduto ieri di entrare nella U.E. Ieri infatti ben 800 giovani marocchini hanno dato materialmente l'assalto alle barriere di confine tra : Marocco e Spagna . Questi giovani hanno assaltato i recinti di confine alti più di sette metri ,tirando calce viva ,pietre e feci addosso alla polizia spagnola . Sono accaduti quindi degli scontri con l'intervento dipolizia marocchina e spagnola ,ci sono stati molti feriti ,oltre 600 giovani marocchini sono riuscito ad entrare in territorio spagnolo . Questi giovani non erano perseguitati politici , richiedenti asilo , profughi da guerre e distruzioni. Essi desideravano solo andare in Spagna e quindi in Europa ,come noi si potrebbe voler andare in Canada o Nord America. Infatti c'è immigrazione ed immigrazione . A dire il vero, c'è in questo caso anche molta ingiustificata violenza . Ecco che il problema viene ad assumere aspetti e caratteristiche diverse nella sostanza e nel contenuto di tante narrazioni ,che si fanno sul punto. Siamo difronte ad un problema storico epocale e drammatico . Il grande storico Alessandro Barbero proprio per spiegare la clamorosa sconfitta dell' imperatore romano Valente ad Adrianopoli ,spiega e chiarisce che nel IV secolo lo stesso grande impero romano ,proprio come l'Europa oggi ,si trovò davanti ad un' immigrazione di massa ,di interi popoli i Goti per primi ma non solo che sconfinavano dentro il " Limes" . Roma , che aveva un' organizzazione amministrativa ,politica e militare eccezionale , tentò di arginare ed organizzare il fenomeno umano e sociale ma come sappiamo fallì. Oggi l'Europa mutatis mutandis ,si trova in una situazione per alcuni versi ,analoga . L' immigrazione verso l'Europa non si può spiegare solo con il tema dei disperati che fuggono da guerre e carestie . Infatti in Marocco non ci sono né guerre , né carestie e persecuzione religiosa o etnica . Questi giovani fuggivano dal Marocco perché volevano andare in Europa per loro motivi personali . Se mi permettete il paragone è come se uno per diventare ricco invece di lavorare usasse violenza sugli altri . Perché nel caso di specie l'assalto al confine spagnolo se non è stato violenza cosa è stato ? La violenza è inaccettabile e non può essere tollerata .La violenza non ha giustificazioni. Non si può edulcorare la violenza e trovarvi giustificazioni sociali od umane. Occorre fare chiarezza sul tema dell' immigrazione in Europa . Il tema deve essere affrontato con lucidità e giustizia e soprattutto con una presa di responsabilità da parte di tutta l'Europa ,tutta . Roma era l' Impero più potente del mondo antico. Le pressioni demografiche che si determinarono ai suoi confini ,contribuirono a determinarne l' implosione . Oggi la Comunità Europea è una grande organizzazione politica ed amministrazione amministrativa ,tuttavia oggi l'Europa come un tempo l ' impero romano devono sapere che se un problema di tal fatta non viene affrontato con intelligenza ,lucidità ,giustizia ed organizzazione , beh..! prima o poi si determinano dei fattori che diventano incontrollabili ,ingestibili e drammatici . Luca Giordano ,per Tre Righe
Dai giornali di oggi 27 luglio
ITALIA-POLITICA
Conte a colloquio con Massimo Franco (Corriere in prima e p.2-3): “Se
M5S e Lega continuano a crescere insieme nei sondaggi e a confermare il
consenso nel Paese, questo governo può durare 5 anni. Stiamo provando a
ricucire il Paese, che abbiamo ereditato diviso e lacerato da un
referendum costituzionale sbagliato”. Il premier torna anche sulle
polemiche dei giorni scorsi che hanno visto protagonista il ministro
Tria: “Il titolare del Mef è il custode arcigno dei conti, ma non esiste
che lasci il governo, anzi è parte attiva e coinvolta nel tentativo di
ottenere dall'Europa spazi di manovra che ci consentano di cambiare le
cose”. Europa e peso dell'Italia a livello internazionale su cui Conte
si sofferma parecchio: “Ai vertici Ue, in passato, l'Italia non si è
fatta valere per timore di rimanere isolata. Noi, in un'Ue debole,
stiamo cercando di far capire che possiamo aiutarla a rafforzarsi, e
sull'immigrazione l'atteggiamento sta cambiando a nostro favore”.
Nomine: oggi il giorno della scelta in Rai (su tutti). Il primo scoglio
è la scelta del presidente: alt a Bianca Clerici. Asse Pd-Fi per Minoli
o Annunziata (Corriere p.6). Ma anche sull'ad c'è stallo: Salini ha dei
punti deboli, l'alternativa è Ciannamea. Per il Fatto (in p.2) Gianni
Letta, al lavoro per Berlusconi, spinge per Del Noce come presidente: in
ogni caso, il mediatore di Berlusconi cerca di strappare un paio di
direzioni. Secondo la Stampa (p.5), Salvini avrebbe avanzato una
proposta al M5S: “A noi la direzione del Tg1, che sarebbe affidata a
Sangiuliano, in cambio del via libera all'ad voluto dai grillini e alla
rinuncia alla presidente”. Per Repubblica (p.13) anche FS entra nella
partita: oltre a Sangiuliano al Tg1, Salvini chiede anche Bonomi come ad
delle Ferrovie al posto del dimissionario Mazzoncini. Il Corriere (p.6)
cita una “guerra di dossier” tra M5S e Lega dietro le nomine. E il
presidente della Camera Fico non apprezza la lottizzazione delle cariche
(su tutti). E Renzi al Sole attacca: “Avevano detto che non avrebbero
messo le mani nella Rai, ma ci stanno mettendo anche i piedi, la testa.
Si stanno spartendo anche i direttori dei Tg, quando avranno finito
litigheranno”, Nello spoils system tra Lega e M5S entra anche il fronte
dell'elettricità: il Carroccio vuole la presidenza dell'Arera, dove è
stato indicato Paolo Arata, mentre al M5S andrebbe la guida del Gse, che
vorrebbe affidare a Del Fabbro. Ma l'accordo non c'è: tra i grillini
alcuni preferirebbero il Gse, dove potrebbe essere nominato Besseghini,
a quel punto la Lega sceglierebbe Nucci per Gse.
Altro tema caldo i rom e gli sgomberi a Roma. “L'Italia non sia un Far
West”: da Mattarella l'allarme dopo gli spari alla bimba rom (su tutti).
Per Breda (Corriere p.4) le parole del Capo dello Stato sono indirizzate
al governo. Il ministro Salvini e la sindaca di Roma Raggi, però,
spingono sulla linea dura: sgombero del campo rom con l'ok della Ue
(Messaggero in prima e p.2-3). Libero (in apertura) esulta: Evviva,
Salvini caccia i rom. Ma il segretario della Lega, dopo il monito di
Mattarella che in molto vedono indirizzato proprio a lui, dice: “Non
sono così importante” (Corriere p.5). Dal Carroccio respingono l'accusa
di essere a favore delle armi e tornano a spingere sulla nuova legge per
la legittima difesa.
ITALIA-ECONOMIA
Decreto Dignità. Dopo gli attacchi il governo rilancia: bonus da 300 mln
sulle assunzioni stabili (Corriere p.8 e tutti). “Stiamo ancora
quantificando una percentuale ma si arriva anche al 10% del costo del
lavoro a tempo indeterminato” ha detto Di Maio. L'apertura di
Confindustria, Boccia: “E' in linea con il nostro pensiero, ridurre il
cuneo fiscale. Immagino che i 300 mln siano solo per la trasformazione
dei contratti dal tempo determinato a indeterminato perchè la cifra è
bassa. Però – avverte il leader industriale – è paradossale apprenderlo
in tv e non in un confronto diretto” (Sole p.20). Intanto, torna ad
affondare Berlusconi, che chiede a Salvini di bloccare il provvedimento.
Renzi al Sole (in prima e p.4): “Questo è il decreto disoccupazione. Non
mi interessa l'eredità del mio governo ma i posti di lavoro”. L'ex
premier difende il Jobs Act: “Ha fatto aumentare occupati e diminuire
del 75% i contenziosi in materia di lavoro. Finalmente vedo le prime
proteste delle aziende del Nord Est: in quelle aree ha vinto la Lega
parlando di Flat tax mentre ora il Carroccio vota per il decreto
disoccupazione”. E contro le proteste degli industriali del Nord Est, il
leghista Da Re al Corriere (p.8) dice: “Le critiche? Imprese votate al
dio denaro. Abbiamo chiesto una proroga per apportare i giusti
correttivi senza sbilanciarci verso le imprese che di contentini ne
hanno già avuti tanti, noi pensiamo anche agli operai. Ho criticato il
decreto dignità punto per punto, ora si sta aggiustando il tiro”. Il
governatore veneto Zaia al Messaggero (p.9): “Se il decreto viene
approvato così come è stato presentato rischia di avere un impatto
pesante e il territorio è preoccupato”. Libero (p.21) intervista il
segretario della Fim Cisl, Bentivogli: “Mettere il lavoro al centro
dell'agenda politica significa affrontare le partite della grande
trasformazione del lavoro e delle produzioni, mentre c'è ancora un
utilizzo del lavoro come scontro di carattere ideologico sull'operato
dei vari governi, che allontana dalla discussione seria che andrebbe fatta”.
Infrastrutture, “La Tav non si farà più”, adesso anche Conte cede al
pressing del M5S (Stampa in prima e p.2, Repubblica in prima e p.2).
L'Alta velocità sacrificata per far digerire agli elettori grillini il
sì al Tap, visto che i vertici del M5S sono spaventati dai sondaggi tra
i militanti, in larga parte contrari all'opera. Ma è scontro con il
Carroccio, che considera la Tav un'opera strategica. E c'è il nodo dei
fondi da restituire alla Ue. Per la Stampa, la Tav sarebbe sacrificata
in favore del Tap, sul gasdotto Conte avrebbe rassicurato il presidente
americano Trump. Il Sole (in prima e p.8) analizza quanto costerebbe non
portare avanti il progetto che porterebbe in Italia il gas naturale
proveniente dal Mar Caspio: fino a 40 mld, secondo le stime elaborate da
Socar, ente azero per il gas, e dalla britannica Bp. Mentre per il
governo italiano i costi si aggirerebbero sui 15 mld.
Non fare il Tap costerebbe fino a 40 mld (Sole in prima e p.5).
ESTERI
Tregua fragilissima sul fronte dazi tra Usa e Ue (Sole in prima e p.3 e
tutti), in attesa di negoziati commerciali bilaterali con l'obiettivo di
azzerare tariffe, barriere e sussidi. La schiarita ha portato sollievo
all'industria tedesca, ma le preoccupazioni Ue restano diffuse, in
particolare la Francia si oppone ad un vasto negoziato che includa
l'agricoltura.
Il presidente delll'Europarlamento, Antonio Tajani, al Sole (p.18)
propone “da qui al 2027 per l'Africa un piano europeo da 50 mld.
L'Europa ha i mezzi per attuare una strategia globale di investimenti
verso l'Africa sino a 50 miliardi di euro nel budget 2021-2027 che in
autunno entra nella fase di definizione dei capitoli di spesa. Cinquanta
miliardi che devono servire per progetti di sviluppo nell'agricoltura,
nello sviluppo di un sistema idrico efficiente, nel contrasto al
cambiamento climatico, nelle infrastrutture, anche digitali, nella
sanità. Soluzioni in cui molte nostre Pmi, italiane ed europee, eccellono”.
Brexit, sul Corriere (p.13) parla Greg Clark, l'inviato di Londra. “Se
si farà una Brexit senza accordo sarà un disastro per tutti gli europei”.
Francia, Benalla su Macron: “Tutto dipende dal suo sorriso” (Corriere
p.12). Pala il bodyguard dello scandalo francese: “L'Eliseo come una
corte monarchica”. Ma nell'intervista a Le Monde, il bodyguard spiega:
“Se la prendono come me per arrivare al Presidente. Ho sbagliato, ma
sono un capro espitatorio”. Per il Fatto (p.13) una “tempesta in un
bicchier d'acqua”, ma Macron affoga.
Assalto dei migranti, Spagna in difficoltà (Messaggero p.11 e altri). In
600 scavalcano le barriere dell'enclave in Marocco ed entrano in
territorio iberico. Duro scontro con la polizia, al collasso il sistema
di accoglienza. E Madrid chiede aiuto all'Europa.
Libia, Libero (p.9) intervista Omar Al Hassi, leader dell'Assemblea dei
Liberi Patrioti: “L'Italia può salvare il Paese dalla guerra civile
continua. Parigi sta riempiendo lasciato da Roma”.
Conte a colloquio con Massimo Franco (Corriere in prima e p.2-3): “Se
M5S e Lega continuano a crescere insieme nei sondaggi e a confermare il
consenso nel Paese, questo governo può durare 5 anni. Stiamo provando a
ricucire il Paese, che abbiamo ereditato diviso e lacerato da un
referendum costituzionale sbagliato”. Il premier torna anche sulle
polemiche dei giorni scorsi che hanno visto protagonista il ministro
Tria: “Il titolare del Mef è il custode arcigno dei conti, ma non esiste
che lasci il governo, anzi è parte attiva e coinvolta nel tentativo di
ottenere dall'Europa spazi di manovra che ci consentano di cambiare le
cose”. Europa e peso dell'Italia a livello internazionale su cui Conte
si sofferma parecchio: “Ai vertici Ue, in passato, l'Italia non si è
fatta valere per timore di rimanere isolata. Noi, in un'Ue debole,
stiamo cercando di far capire che possiamo aiutarla a rafforzarsi, e
sull'immigrazione l'atteggiamento sta cambiando a nostro favore”.
Nomine: oggi il giorno della scelta in Rai (su tutti). Il primo scoglio
è la scelta del presidente: alt a Bianca Clerici. Asse Pd-Fi per Minoli
o Annunziata (Corriere p.6). Ma anche sull'ad c'è stallo: Salini ha dei
punti deboli, l'alternativa è Ciannamea. Per il Fatto (in p.2) Gianni
Letta, al lavoro per Berlusconi, spinge per Del Noce come presidente: in
ogni caso, il mediatore di Berlusconi cerca di strappare un paio di
direzioni. Secondo la Stampa (p.5), Salvini avrebbe avanzato una
proposta al M5S: “A noi la direzione del Tg1, che sarebbe affidata a
Sangiuliano, in cambio del via libera all'ad voluto dai grillini e alla
rinuncia alla presidente”. Per Repubblica (p.13) anche FS entra nella
partita: oltre a Sangiuliano al Tg1, Salvini chiede anche Bonomi come ad
delle Ferrovie al posto del dimissionario Mazzoncini. Il Corriere (p.6)
cita una “guerra di dossier” tra M5S e Lega dietro le nomine. E il
presidente della Camera Fico non apprezza la lottizzazione delle cariche
(su tutti). E Renzi al Sole attacca: “Avevano detto che non avrebbero
messo le mani nella Rai, ma ci stanno mettendo anche i piedi, la testa.
Si stanno spartendo anche i direttori dei Tg, quando avranno finito
litigheranno”, Nello spoils system tra Lega e M5S entra anche il fronte
dell'elettricità: il Carroccio vuole la presidenza dell'Arera, dove è
stato indicato Paolo Arata, mentre al M5S andrebbe la guida del Gse, che
vorrebbe affidare a Del Fabbro. Ma l'accordo non c'è: tra i grillini
alcuni preferirebbero il Gse, dove potrebbe essere nominato Besseghini,
a quel punto la Lega sceglierebbe Nucci per Gse.
Altro tema caldo i rom e gli sgomberi a Roma. “L'Italia non sia un Far
West”: da Mattarella l'allarme dopo gli spari alla bimba rom (su tutti).
Per Breda (Corriere p.4) le parole del Capo dello Stato sono indirizzate
al governo. Il ministro Salvini e la sindaca di Roma Raggi, però,
spingono sulla linea dura: sgombero del campo rom con l'ok della Ue
(Messaggero in prima e p.2-3). Libero (in apertura) esulta: Evviva,
Salvini caccia i rom. Ma il segretario della Lega, dopo il monito di
Mattarella che in molto vedono indirizzato proprio a lui, dice: “Non
sono così importante” (Corriere p.5). Dal Carroccio respingono l'accusa
di essere a favore delle armi e tornano a spingere sulla nuova legge per
la legittima difesa.
ITALIA-ECONOMIA
Decreto Dignità. Dopo gli attacchi il governo rilancia: bonus da 300 mln
sulle assunzioni stabili (Corriere p.8 e tutti). “Stiamo ancora
quantificando una percentuale ma si arriva anche al 10% del costo del
lavoro a tempo indeterminato” ha detto Di Maio. L'apertura di
Confindustria, Boccia: “E' in linea con il nostro pensiero, ridurre il
cuneo fiscale. Immagino che i 300 mln siano solo per la trasformazione
dei contratti dal tempo determinato a indeterminato perchè la cifra è
bassa. Però – avverte il leader industriale – è paradossale apprenderlo
in tv e non in un confronto diretto” (Sole p.20). Intanto, torna ad
affondare Berlusconi, che chiede a Salvini di bloccare il provvedimento.
Renzi al Sole (in prima e p.4): “Questo è il decreto disoccupazione. Non
mi interessa l'eredità del mio governo ma i posti di lavoro”. L'ex
premier difende il Jobs Act: “Ha fatto aumentare occupati e diminuire
del 75% i contenziosi in materia di lavoro. Finalmente vedo le prime
proteste delle aziende del Nord Est: in quelle aree ha vinto la Lega
parlando di Flat tax mentre ora il Carroccio vota per il decreto
disoccupazione”. E contro le proteste degli industriali del Nord Est, il
leghista Da Re al Corriere (p.8) dice: “Le critiche? Imprese votate al
dio denaro. Abbiamo chiesto una proroga per apportare i giusti
correttivi senza sbilanciarci verso le imprese che di contentini ne
hanno già avuti tanti, noi pensiamo anche agli operai. Ho criticato il
decreto dignità punto per punto, ora si sta aggiustando il tiro”. Il
governatore veneto Zaia al Messaggero (p.9): “Se il decreto viene
approvato così come è stato presentato rischia di avere un impatto
pesante e il territorio è preoccupato”. Libero (p.21) intervista il
segretario della Fim Cisl, Bentivogli: “Mettere il lavoro al centro
dell'agenda politica significa affrontare le partite della grande
trasformazione del lavoro e delle produzioni, mentre c'è ancora un
utilizzo del lavoro come scontro di carattere ideologico sull'operato
dei vari governi, che allontana dalla discussione seria che andrebbe fatta”.
Infrastrutture, “La Tav non si farà più”, adesso anche Conte cede al
pressing del M5S (Stampa in prima e p.2, Repubblica in prima e p.2).
L'Alta velocità sacrificata per far digerire agli elettori grillini il
sì al Tap, visto che i vertici del M5S sono spaventati dai sondaggi tra
i militanti, in larga parte contrari all'opera. Ma è scontro con il
Carroccio, che considera la Tav un'opera strategica. E c'è il nodo dei
fondi da restituire alla Ue. Per la Stampa, la Tav sarebbe sacrificata
in favore del Tap, sul gasdotto Conte avrebbe rassicurato il presidente
americano Trump. Il Sole (in prima e p.8) analizza quanto costerebbe non
portare avanti il progetto che porterebbe in Italia il gas naturale
proveniente dal Mar Caspio: fino a 40 mld, secondo le stime elaborate da
Socar, ente azero per il gas, e dalla britannica Bp. Mentre per il
governo italiano i costi si aggirerebbero sui 15 mld.
Non fare il Tap costerebbe fino a 40 mld (Sole in prima e p.5).
ESTERI
Tregua fragilissima sul fronte dazi tra Usa e Ue (Sole in prima e p.3 e
tutti), in attesa di negoziati commerciali bilaterali con l'obiettivo di
azzerare tariffe, barriere e sussidi. La schiarita ha portato sollievo
all'industria tedesca, ma le preoccupazioni Ue restano diffuse, in
particolare la Francia si oppone ad un vasto negoziato che includa
l'agricoltura.
Il presidente delll'Europarlamento, Antonio Tajani, al Sole (p.18)
propone “da qui al 2027 per l'Africa un piano europeo da 50 mld.
L'Europa ha i mezzi per attuare una strategia globale di investimenti
verso l'Africa sino a 50 miliardi di euro nel budget 2021-2027 che in
autunno entra nella fase di definizione dei capitoli di spesa. Cinquanta
miliardi che devono servire per progetti di sviluppo nell'agricoltura,
nello sviluppo di un sistema idrico efficiente, nel contrasto al
cambiamento climatico, nelle infrastrutture, anche digitali, nella
sanità. Soluzioni in cui molte nostre Pmi, italiane ed europee, eccellono”.
Brexit, sul Corriere (p.13) parla Greg Clark, l'inviato di Londra. “Se
si farà una Brexit senza accordo sarà un disastro per tutti gli europei”.
Francia, Benalla su Macron: “Tutto dipende dal suo sorriso” (Corriere
p.12). Pala il bodyguard dello scandalo francese: “L'Eliseo come una
corte monarchica”. Ma nell'intervista a Le Monde, il bodyguard spiega:
“Se la prendono come me per arrivare al Presidente. Ho sbagliato, ma
sono un capro espitatorio”. Per il Fatto (p.13) una “tempesta in un
bicchier d'acqua”, ma Macron affoga.
Assalto dei migranti, Spagna in difficoltà (Messaggero p.11 e altri). In
600 scavalcano le barriere dell'enclave in Marocco ed entrano in
territorio iberico. Duro scontro con la polizia, al collasso il sistema
di accoglienza. E Madrid chiede aiuto all'Europa.
Libia, Libero (p.9) intervista Omar Al Hassi, leader dell'Assemblea dei
Liberi Patrioti: “L'Italia può salvare il Paese dalla guerra civile
continua. Parigi sta riempiendo lasciato da Roma”.
Recensione film: L'INSULTO regia Ziad Doueiri
Con Rita Hayek, Adel Karam, Kamel El Basha, Diamand Bou Abboud, Camille Salameh, Christine Choueiri, Libano, Francia, Usa, Belgio del 2017. Musica di Èric Neveux, montaggio Dominique Marcombe. Sceneggiatura di Ziad Doueiri e Joelle Touma.
Beirut è una città colta e cosmopolita che mi ha sempre affascinato. Negli anni ho avuto modo di conoscere, in diverse parti del mondo, vari libanesi che più volte danneggiati e bombardati, hanno sempre avuto la forza di reagire, di ricominciare da capo con forza e determinazione. Dicevano che il Libano era considerato un po’ come la “Svizzera del Medio Oriente”. ”L’insulto“ mostra la città di Beirut che sta tentando di rinascere dopo anni e anni di complicate guerre civili (1975/90) che hanno lasciato 150.000 morti e la distruzione della capitale, teatro dei vari conflitti. Ciononostante nelle periferie multietniche non si vive bene, ancora oggi le fazioni religiose e politiche sembrano vivere sui carboni ardenti. Molti partiti populisti fomentano le differenze e le diseguaglianze (come ovunque nel resto del mondo, purtroppo). Nell’ottobre del 2016 è eletto il Presidente maronita Michel Aoun e il film inizia con la partecipazione di Toni Hanna (il bravissimo Adel Karam), un libanese cristiano, a una manifestazione del Partito di Bashir Gemayel, il leader politico assassinato nel 1982, esponente di una dinastia politica ancora attuale ma separata in diverse fazioni al suo interno. Una sciocca questione di un tubo di scarico fuori norma, fomenterà una diatriba tra Toni e Yasser Abdallah Salameh (l’attore di teatro Kamel El Basha), un ingegnere palestinese che lavora come capocantiere in una ditta di costruzioni. L’escalation del conflitto passa da violenza verbale a violenza fisica, coinvolgendo man mano sempre più persone e diventando un simbolo del razzismo e di regolamento di conti tra culture e religioni, infine un caso nazionale.
Il film è interessante e intenso, però verso il finale diventa un po’ troppo educativo. Il tema è di estremo interesse, l’azione è portata avanti con un bel ritmo, è ben spiegata la spirale della violenza e di come da un piccolo banale episodio possa amplificare la rabbia fino a rischiare di far nascere una nuova guerra civile. Le donne nel film sono presentate più sagge e meno impulsive dei loro uomini, anche se non riescono ad incidere più di tanto sui comportamenti irresponsabili e inspiegabili dei loro mariti. Shirine Hanna (Rita Hayek), la bella moglie di Toni, tenta inutilmente di farlo ragionare, mentre Nadine Wehbe (Diamand Bou Abboud già notata in “Insyriated” di Philippe Van Leeuw), la bravissima avvocatessa della difesa è addirittura la figlia dell’astuta volpe, sua controparte, l’avvocato Wajdi Wehbe (Camille Salameh) cui tiene testa per tutto il processo - ma non esiste un conflitto di interessi tra accusa e difesa??
Il regista conclude la vicenda con una sua speranza di pace, un desiderio di solidarietà che non lascia spazio all’immaginazione del spettatore. Così scrive Francesco Boille in “Internazionale”: «Non ci può essere perdono e quindi riconciliazione senza assunzione di responsabilità reciproca – perché tutti hanno colpe e giustificazioni – e senza conoscenza storica e comprensione piena del dolore immenso che fa covare questa rabbia insensata e perenne dell’orgoglio, della frustrazione».
Per analogia sul ruolo delle immagini – statiche o in movimento - vorrei riportare le parole di Paolo Pellegrin, famoso fotogiornalista della Magnum, che in una conferenza stampa alla domanda “Se una foto può cambiare la storia” ha risposto così: «Io non credo di potere cambiare la testa a nessuno, e non è questo il compito che mi sento addosso. Io voglio far parte di un mondo dove le fotografie entrano in un circuito sociale, cariche di informazioni e di emozioni, acquistano nel loro vagare anche una vita propria, possono incontrare persone e coscienze e far nascere qualcosa. Una fotografia non è un'ideologia che stravolge le menti, è un seme: se sposta qualcosa lo fa piano, crescendo dentro chi la guarda. A questo credo ancora, lo dico da fotografo ma anche da lettore, perché nessuna fotografia esiste davvero se non incontra una coscienza che la accoglie e la completa».
La sceneggiatura di questo film il regista l’ha scritto con la sua ex-moglie e addirittura con la consulenza della madre avvocatessa. Ziad Dueiri avrebbe voluto un processo con la giuria popolare all’americana, che non esiste in Libano, allora sua madre gli ha suggerito il processo con un collegio giudicante a tre magistrati. Un altro elemento che può ricordare la cinematografia americana è l’obbligatorio scazzo tra i due protagonisti maschili, come due bravi cow boys prima di fare amicizia. Ziad Dueiri, che aveva esordito a Cannes nel 1998 con “West Beyrouth”, al suo quarto lungometraggio, ha vinto con “L’insulto” l’Oscar 2018, quale miglior film in lingua straniera. Con l’attore Kamel El Basha (primo attore arabo a ottenere questo premio) ha invece vinto la Coppa Volpi alla 74ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Al suo rientro in Libano, a causa del suo precedente film “The Attack”, è stato arrestato perché accusato di collaborazionismo con Israele, poi processato e prosciolto.
Ghisi Grütter
VIVA l'SLAM di Umberto Pradella
Non credo che il buonismo e il cattivismo siano categorie del razionale. Non credo che la storia si svolga tenendo conto delle preferenze di questo o quel gruppo umano. Non credo che la stupida difesa leghista di valori che non conoscono, sia risolutiva Non credo che una cultura sia sottomessa ad un’altra se ha la forza di una cultura viva. Non credo che i problemi si risolvano alzando muri. Non è mai successo che abbiano salvato la società che ci si è asserragliata dentro. Personalmente, di essere italiano, compagno di evasori, corruttori, corrotti, profittatori, imprenditori che assoldano caporali, caporali, gente che si vanta di sapersi sempre arrangiare, familisti amorali, mi dispiace molto. Sono contento di essere accomunato a francesi, tedeschi, olandesi, spagnoli e cosi via..a marocchini, ghanesi, cinesi, giapponesi... che non appartengano alle categorie di cui sopra o altre idiote e inumane. Contesto la credenza che la gente di Salvini sappia chi è musulmano o cristiano; che non metta nello stesso mucchio africani e romeni, bulgari, moldavi e compagnia europea. Mi ripugna chi dice che i rom italiani purtroppo dobbiamo tenerceli, perchè è un razzista che dichiara la sua pochezza, ignoranza, presunzione e idiozia. Non credo che chi esalta la nostra cultura o religione di cui spessissimo non sa nulla, possa legiferare al riguardo. Di più: non amo la patria. Nesuna patria. Sono dalla parte dei baschi, dei catalani, degli scozzesi, dei veneti.... contro gli stati nazionali. Senza scardinare le retoriche nazionali e lasciare che si formino aggregazioni che necessitano di un governo più ampio, che sappia opporsi, con una massa critica sufficiente,al “sistema” capitalistico – finanziario per il quale l’uomo è fattore di produzione e non soggetto, non si potrà mai assurgere a maggior e seria civiltà. Scardinare le nazioni e abbandonarne le asfittiche culture odierne, anacronistiche e incerte, vuol dire creare una nuova civiltà forse tanto capace di generare valori più nuovi e migliori di quelli ingrugniti, velenosi, ansiosi e poveri di contenuti che non siano soltanto facciate di cartone, quinte di teatro: quello dei mediocri, miopi, un poco ottusi leader che ci governano, in occidente e non solo in Italia. Potrei essere scorretto e citare le amanti, i tradimenti, le corna, la lotta costante dei maschi italici contro l’emancipazione femminile, che ha consentito alle donne di rifiutarsi di figliare e che fa parte della “cultura” deterore di questo paese. Non vedo l’Islam come un monolite integralista, perchè non è così. Non più dell’integralismo cattolico, ortodosso, ebraico, delle sette protestanti. Non credo che la poligamia sia la catastrofe, perchè è spessisimo non praticata anche nei paesi musulmani, essendo, oggi, un lusso come lo sono le amanti di tromboni e persone “civili” dell’occidente (che comprende anche l’estremo oriente dei giapponesi e degli australiani). Forse i difensori dei privilegi del sangue, che pensano che il sangue debba fare premio, mentre lo stesso sangue circola nelle vene degli italiani e degli altri europei come dei musulmani e dei maori, dei rom e degli ebrei e dei palestinesi che piaccia o non piaccia e che circola purtroppo nelle vene dei maschi nostrani sicuri che le femmine siano una proprietà, amano più un mafioso con sangue italico che un musulmano civile. Il mio sangue sarà uguale a quello di Salvini e dei plebei mentali al seguito, ma la cosa non mi importa; il mio cervello e il mio modo di intendere ogni cosa è profondamente diverso. L’italianità non è una categoria intelligente. Mi sconcertano quei poveri di spirito che contrappongono Dante a Chaucer o incrociano il fioretto (più spesso la clava) per cercare maggiori grandezze dei campioni nazionali, che immaginano rendano per sangue, somma e intelligente la loro piccolezza e stupidità. Siamo soliti gloriarci dei romani. Anche quelli che i romani hanno bastonato e sottomesso, per esempio, nei Campi Raudi, vicino proprio a Vercelli. Io sono di gente “bruno alpina”, (come le vacche), appartenente alle tribù dei Cimbri e dei Teutoni, che ai Campi Raudi, , Mario ha decimato e sottomesso (i superstiti). Non mi sento nè inferiore nè superiore ai romani, di cui ho assorbito la cultura. Quella di una società egemone e ricca di intelligenza e di valori di civiltà che ha avuto il diritto di prevalere (quasi su tutto il mondo conosciuto, tranne che dove governava l’impero persiano). E’ soltanto la immediata risposta a qualche cosa che mi rattrista: miei cari amici stanno un poco scivolando su posizioni di (accennata) accettazione dello sciovinismo e della presunta superiorità di una qualunque patria; anche di quella oscena del più osceno mestatore che l’Italia abbia visto dai tempi di Mussolini. Ascoltano, mi sembra senza cera nelle orecchie, le sirene di Salvini, leader della plebe in cui Berlusconi e lo stesso successore attuale, alla guida della destra becera e incolta,ha trasformato il popolo pensante. Non amare il PD renziano è giusto se si professano idee diverse e meno prevaricanti; il peggio nasce sempre da errori o tendenze precedenti; non ex abrupto. Questo non può condurre a omaggiare – come se non fosse indecente di suo, ma soltanto perchè prima c’era Renzi - il deteriore campione del razzismo e del sovranismo; il primo odioso e ascentifico oltre che incivile; l’altro stupido e irrazionale. Il ragionamento zoppica. Chiedo scusa per la mia irruenza. Spero che l’amicizia che provo per molti di noi, prevalga. Questa è una reazione immediata. Non è una razionale confutazione delle tesi del lurido ministro dell’interno e vicepresidente del governo del re travicello che crede di poter passare alla storia come presidente del consiglio dei ministri e che sarà ricordato come utile fantoccio. Userò la ragione nella mail che ho annunciato. Non ci saranno aggettivi e moti dello spirito: constatazioni e numeri controllabili in visioni che tentino di guardare avanti. umberto
26 luglio 2018
Oref boccia la delibera dei cinque stelle sulla Multiservizi
[26/7, 18:54] +39 338 285 1207: _26 lug 18:22 - Dire_
*MULTISERVIZI. OREF BOCCIA DELIBERA M5S: SERVIZI GESTIBILI DA SOCIETA`*
(DIRE) Roma, 26 lug. - L`Oref ha bocciato la delibera della Giunta capitolina sulla Roma Multiservizi per l`indizione della gara a doppio oggetto e l`individuazione di un socio privato per la creazione di una nuova societa` mista pubblico-privato. Eanche l`Autorita` garante della concorrenza e del mercato, pur dando un sostanziale via libera al progetto incardinato dal M5S, avanza significative prescrizioni e suggerimenti sottolineando il pericolo, con l`attuale provvedimento, del possibile prefigurarsi scenari di extra-redditivita` per i privati a fronte di rischi giudicati troppo bassi dall`Agcm. La maggioranza pentastellata aveva tentato di inserire la proposta di delibera nella discussione odierna in Assemblea capitolina, salvo poi ritirarla dopo le proteste delle opposizioni. L`Oref, in particolare, "ritiene, nell`ambito e nei limiti delle proprie competenze, di non poter esprimere un parere favorevole circa la scelta della costituzione di una nuova societa` come proposto della decisione della Giunta capitolina".Per l`organismo di revisione capitolino, infatti, "non sono giustificate le ragioni che precluderebbero il raggiungimento dell`interesse pubblico cui e` funzionale l`azione dell`ente, qualora si adottassero le procedure ad evidenza pubblica senza ricorrere alla costituzione di una nuova societa` a partecipazione mista" e "non sussistono motivate ragioni che giustifichino economicita` della gestione ed economia di risorse pubbliche ne` adeguati presupposti circa la sottrazione della fornitura dei servizi alla concorrenza, in assenza di palese necessita`, adeguatezza e proporzionalita` rispetto agli obiettivi che l`amministrazione intende perseguire". Ma soprattutto, si legge nel parere, "nel perimetro delle partecipate di Roma Capitale esistono societa` che potrebbero gestire i servizi oggetto della proposta".(Mgn/ Dire18:22 26-07-18 .
[26/7, 18:54] +39 338 285 1207: _26 lug 16:38 - Dire_
*MULTISERVIZI. IN AULA PROTESTE OPPOSIZIONI, RINVIATA DELIBERA GARA DOPPIO OGGETTO*
M5S AVEVA TENTATO DI INSERIRE PROPOSTA A ORDINE LAVORI CONSIGLIO DI OGGI4(DIRE) Roma, 26 lug. - La proposta di delibera sul futuro della Roma Multiservizi, contenente i nuovi indirizzi per l`indizione della gara a doppio oggetto per la scelta del socio privato, per l`affidamento del servizio scolastico integrato di competenza di Roma Capitale e per la creazione di una societa` Spa mista pubblico-privata, non verra` inserita nell`ordine dei lavori dell`Assemblea capitolina di oggi. Nonostante il tentativo della maggioranza, infatti, le rimostranze delle opposizioni sulla tempistica di presentazione della delibera, arrivata in commissione solo stamattina, hanno avuto come effetto il rinvio della discussione della proposta. "Siete davvero poco seri, perche` stiamo parlando di delibere di svariati milioni di euro, e segnatamente di una gara da 46 milioni all`anno di servizi da affidare con la gara a doppio oggetto, e un fondo da prevedere in anticipazione da 510mila euro di capitale sociale, che e` quanto vale il 51% della quota di partecipazione capitolina alla nuova compagine societaria", le proteste della consigliera capitolina del Pd, Valeria Baglio."Sappiamo da sei mesi che bisogna intervenire, e ancora una volta ci troviamo a votare in pochi giorni. Non imparate mai", ha concluso. (Mgn/ Dire16:38 26-07-18 .Pref
*MULTISERVIZI. OREF BOCCIA DELIBERA M5S: SERVIZI GESTIBILI DA SOCIETA`*
(DIRE) Roma, 26 lug. - L`Oref ha bocciato la delibera della Giunta capitolina sulla Roma Multiservizi per l`indizione della gara a doppio oggetto e l`individuazione di un socio privato per la creazione di una nuova societa` mista pubblico-privato. Eanche l`Autorita` garante della concorrenza e del mercato, pur dando un sostanziale via libera al progetto incardinato dal M5S, avanza significative prescrizioni e suggerimenti sottolineando il pericolo, con l`attuale provvedimento, del possibile prefigurarsi scenari di extra-redditivita` per i privati a fronte di rischi giudicati troppo bassi dall`Agcm. La maggioranza pentastellata aveva tentato di inserire la proposta di delibera nella discussione odierna in Assemblea capitolina, salvo poi ritirarla dopo le proteste delle opposizioni. L`Oref, in particolare, "ritiene, nell`ambito e nei limiti delle proprie competenze, di non poter esprimere un parere favorevole circa la scelta della costituzione di una nuova societa` come proposto della decisione della Giunta capitolina".Per l`organismo di revisione capitolino, infatti, "non sono giustificate le ragioni che precluderebbero il raggiungimento dell`interesse pubblico cui e` funzionale l`azione dell`ente, qualora si adottassero le procedure ad evidenza pubblica senza ricorrere alla costituzione di una nuova societa` a partecipazione mista" e "non sussistono motivate ragioni che giustifichino economicita` della gestione ed economia di risorse pubbliche ne` adeguati presupposti circa la sottrazione della fornitura dei servizi alla concorrenza, in assenza di palese necessita`, adeguatezza e proporzionalita` rispetto agli obiettivi che l`amministrazione intende perseguire". Ma soprattutto, si legge nel parere, "nel perimetro delle partecipate di Roma Capitale esistono societa` che potrebbero gestire i servizi oggetto della proposta".(Mgn/ Dire18:22 26-07-18 .
[26/7, 18:54] +39 338 285 1207: _26 lug 16:38 - Dire_
*MULTISERVIZI. IN AULA PROTESTE OPPOSIZIONI, RINVIATA DELIBERA GARA DOPPIO OGGETTO*
M5S AVEVA TENTATO DI INSERIRE PROPOSTA A ORDINE LAVORI CONSIGLIO DI OGGI4(DIRE) Roma, 26 lug. - La proposta di delibera sul futuro della Roma Multiservizi, contenente i nuovi indirizzi per l`indizione della gara a doppio oggetto per la scelta del socio privato, per l`affidamento del servizio scolastico integrato di competenza di Roma Capitale e per la creazione di una societa` Spa mista pubblico-privata, non verra` inserita nell`ordine dei lavori dell`Assemblea capitolina di oggi. Nonostante il tentativo della maggioranza, infatti, le rimostranze delle opposizioni sulla tempistica di presentazione della delibera, arrivata in commissione solo stamattina, hanno avuto come effetto il rinvio della discussione della proposta. "Siete davvero poco seri, perche` stiamo parlando di delibere di svariati milioni di euro, e segnatamente di una gara da 46 milioni all`anno di servizi da affidare con la gara a doppio oggetto, e un fondo da prevedere in anticipazione da 510mila euro di capitale sociale, che e` quanto vale il 51% della quota di partecipazione capitolina alla nuova compagine societaria", le proteste della consigliera capitolina del Pd, Valeria Baglio."Sappiamo da sei mesi che bisogna intervenire, e ancora una volta ci troviamo a votare in pochi giorni. Non imparate mai", ha concluso. (Mgn/ Dire16:38 26-07-18 .Pref
ROMA :NASCE IL GRUPPO DI LIBERI E UGUALI NEL MUNICIPIO ROMA II
Roma, 24 Luglio - Si è costituito oggi ufficialmente il gruppo di Liberi e Uguali nel Municipio Roma II. Si tratta di un passo importante nell'ambito del processo costituente di Leu avviato all'indomani delle elezioni del 4 marzo e che entro l'anno porterà al congresso fondativo del nuovo partito, popolare, civico e di sinistra. Nelle prossime settimane si costituirà anche nel nostro territorio il comitato promotore di Leu, sarà quello il luogo in cui tutti coloro che sono interessati a dar vita al nuovo soggetto unitario della sinistra saranno impegnati non solo nell'elaborazione e discussione del manifesto fondativo ma anche in un processo condiviso di apertura, dialogo e inclusione delle forze civiche, democratiche e progressiste. Crediamo si tratti di un modello vincente come dimostrato dalle recenti vittorie di Giovanni Caudo e Amedeo Ciaccheri, rispettivamente nei municipi III e VIII.
Sarà inoltre l’avvio di una collaborazione in rete con gli eletti alle ultime amministrative, i consiglieri LeU municipali Matteo Pietrosante, Cesare Lucidi e Samuele Marcucci e con chi vorrà unirsi a noi ma anche con i nostri rappresentanti regionali Daniele Ognibene e l’assessore Claudio Di Berardino.
È da qui che si parte per una nuova prospettiva per la capitale e non solo.
Così in una nota la consigliera Municipio Roma II Giovanna Maria Seddaiu-Liberi e Uguali
Dai giornali di oggi 26 luglio
ITALIA-ECONOMIA
Tria frena sul deficit: “Non sforeremo il 3%” (Messaggero). Flat tax nel 2019 ma con gradualità (Italia Oggi). “Sarà la manovra a rassicurare i mercati” (Sole). Rispondendo al question time alla Camera, il ministro del Tesoro ha rassicurato mercati e Bruxelles che il governo non ha nessuna intenzione di superare il limite del 3% nel rapporto deficit/pil (Salvini aveva appena detto il contrario). Quanto al fisco Tria ha confermato “che si inizierà a implementare la riforma della flat tax fin dalla prossima legge di bilancio secondo un’implementazione graduale e sempre compatibilmente con i saldi di bilancio. Stesso discorso per il reddito di cittadinanza. Quanto alla “pace fiscale”, Tria ha confermato i dati illustrati dal direttore delle Entrate Ruffini nella sua audizione dell’11 luglio. Tria ha chiarito che il valore “contabile” dei crediti fiscali si avvicina a 800 mld, ma “l’ammontare su cui effettivamente si può tentare il recupero è assai più limitato, pari a circa 50 miliardi”. Sul Messaggero la battuta che circola su Tria tra i broker di Londra, riferita da Brunetta: “Quando parla lui si compra, quando parlano gli altri si vende”.
Toninelli azzera Mazzoncini e il consiglio Fs: “Alt alla fusione con Anas, ora i pendolari” (Sole in prima e a p.7 e tutti). Per Repubblica un assalto al treno col pretesto dei pendolari. L’annuncio del ministro è arrivato via Facebook poi la lettera ai consiglieri firmata con il ministro Tria in cui Toninelli scioglie l’intero consiglio usando formalmente la legge Frattini e intima la convocazione entro il 31 luglio di una nuova assemblea per il rinnovo dei vertici. Un accordo sui nomi (che ora diventano 5) nella maggioranza ancora non c’è, scrive il Sole. Per Anas si va al superamento dell’integrazione – “operazione sbagliata”; per Toninelli – e ora è interesse della società mantenere autonomia finanziaria anche fuori da Fs. Il Corriere critico col Mit: le sorti delle grandi opere come la Tav cambiano a giorni alterni. Dipendono dalle "lune" del M5S.
Stallo Ilva: Mittal cede sull’ambiente, restano gli esuberi (Fatto 3). Sull’Ilva Di Maio ha (quasi) vinto, titola Libero. Ieri l’incontro tra Di Maio e Aditya Mittal, nonostante l’avvio da parte del Ministero della procedura di accertamenti sulla regolarità della gara. L’azienda propone filtri-hi tech per ridurre del 30% le emissioni, ma il governo giudica ancora troppo rischiosa la clausola di garanzia per evitare esuberi a fine piano. Arcelor Mittal giura sulla regolarità della gara e chiede un confronto con le parti sociali per presentare il piano migliorativo. Tavolo con Regione e Comune la prossima settimana. Le imprese: basta con i ritardi.
ITALIA-POLITICA
In primo piano le polemiche per la copertina di Famiglia Cristiana contro Salvini: “Vade retro”. Il settimanale riporta la reazione della Chiesa ai toni xenofobi e antievangelici del ministro sulla questione dell'accoglienza, riprendendo una nota della Presidenza della Cei che, senza mai nominare il leader del Carroccio, avverte: “Non possiamo lasciare che inquietudine e paure condizionino le nostre scelte, determinando le nostre risposte, che alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e di rifiuto”. “La scomunica di Famiglia Cristiana a Salvini: è come Satana” titolano Giornale, Libero e Verità. “Addirittura Satana” è il commento sorpreso del ministro dell'Interno, che ieri ha incontrato la sindaca di Roma Raggi per parlare degli sgomberi dei campi rom nella Capitale (Messaggero p.8). “Mi sembra di pessimo gusto – ha proseguito il vicepremier -, non pretendo di dare lezioni a nessuno, sono l'ultimo dei buoni cristiani, ma non penso di meritare l'accostamento al diavolo”. Il Tempo all'attacco del settimanale: “E' Famiglia Musulmana”. Intanto, arriva il monito di Mattarella a 80 anni dalle leggi razziali: “Il razzismo è un male che ancora avvelena la società” (su tutti). Per Avvenire (in prima e p.5) non è difficile leggere nel messaggio del capo dello Stato il riferimento all'attualità. Ma per Breda (Corriere p.13) Salvini risponde come uno che non si sente chiamato in causa: condivide la condanna del Capo dello Stato, ricordando come quelle leggi furono un atto “folle e fuori dal mondo”. Ma, concentrandosi sugli sgomberi dei campi nella Capitale, parla dei 30mila rom che “si ostinano a vivere nei campi”, che sono una minoranza, ma rappresentano “una sacca parassitaria”. Ma Avvenire avverte: nessun uomo è mai un “parassita”.
Crocifisso nei luoghi pubblici, fanno discutere obbligo e multe (Avvenire in prima e p.14): polemica sulla proposta leghista per ribadire l'obbligo in tutti gli edifici pubblici. Nel testo si spiega il principio secondo il quale un simbolo di per sé religioso debba entrare nei luoghi della laicità: “Emblema di valore universale”. La polemica di Padre Spataro: “Usarlo come un Big Jim è blasfemo. La croce è segno di protesta contro violenza e ingiustizia”.
Autonomia, 13 Regioni vogliono far da sé (Fatto p.4): fioccano le richiesi di Regioni che chiedono autonomia. Dalla Liguria alla Puglia, ognuno chiede una competenza nuova. La Toscana vorrebbe gestire in proprio i Beni Culturali, il governatore ligure Toti i porti. La ministra agli Affari Regionali Erika Stefani: “II mio obiettivo è dire sì a chi ha fatto domanda”. A spingere le Regioni verso l'autonomia è la riforma del titolo V della Costituzione del 2001 e il referendum con cui Lombardia e Veneto, nove mesi fa, hanno avviato il proprio iter autonomista, rompendo gli argini anche per tutte le altre.
In apertura sulla Verità il quarto mutuo di Renzi: 1 milione di euro per l’acquisto di una villa nella zona più bella di Firenze. A gennaio l’ex premier dichiarava 15 mila euro in banca, poi ha dato 400 mila euro di caparra e ora ha rogitato il nuovo immobile. Belpietro: senatore, ci spieghi come si fa a farsi dare dalla banca un mutuo così, vista la sua dichiarazione dei redditi.
Sul Foglio attacco a Bonafede per la “giustizia sfregiata”: “il cambiamento è lo sputtanamento”, scrive Cerasa. Gli avvocati del popolo aggrediscono lo Stato di diritto giocando con gogna, giustizia e intercettazioni.
ESTERI
Dazi, raggiunto l’accordo Usa-Europa (Messaggero). Tregua armata tra Trump e Juncker sul fronte dell’auto. L’intesa raggiunta prevede l’apertura di una sessione formale di negoziato nella quale Usa e Ue cercheranno di risolvere le questioni aperte in campo commerciale. Le auto saranno però oggetto di una trattativa separata, che partorirà nuovi parametri di imposizione reciproca. Si cercherà di ridurre la pressione burocratica sul commercio e di semplificare le operazioni di dogana. Usa e Ue cercheranno insieme di spingere per l’ammodernamento delle regole del Wto.
Grecia in ginocchio dopo gli incendi, varato un piano straordinario. Ottanta i morti accertati ma il bilancio potrebbe essere ancora più drammatico: si cercano i dispersi casa per casa (Messaggero). Varoufakis accusa: “Parlano di atti dolosi per coprire le loro colpe”. “Quella di lunedì è stata una convergenza funesta tra clima e cronici guasti della nostra società. Non posso escludere la pista dei piromani, ma non ci credo – dice l’ex ministro delle Finanze Dietro il disastro, l’incapacità di Atene di finanziare i servizi di soccorso”.
Tria frena sul deficit: “Non sforeremo il 3%” (Messaggero). Flat tax nel 2019 ma con gradualità (Italia Oggi). “Sarà la manovra a rassicurare i mercati” (Sole). Rispondendo al question time alla Camera, il ministro del Tesoro ha rassicurato mercati e Bruxelles che il governo non ha nessuna intenzione di superare il limite del 3% nel rapporto deficit/pil (Salvini aveva appena detto il contrario). Quanto al fisco Tria ha confermato “che si inizierà a implementare la riforma della flat tax fin dalla prossima legge di bilancio secondo un’implementazione graduale e sempre compatibilmente con i saldi di bilancio. Stesso discorso per il reddito di cittadinanza. Quanto alla “pace fiscale”, Tria ha confermato i dati illustrati dal direttore delle Entrate Ruffini nella sua audizione dell’11 luglio. Tria ha chiarito che il valore “contabile” dei crediti fiscali si avvicina a 800 mld, ma “l’ammontare su cui effettivamente si può tentare il recupero è assai più limitato, pari a circa 50 miliardi”. Sul Messaggero la battuta che circola su Tria tra i broker di Londra, riferita da Brunetta: “Quando parla lui si compra, quando parlano gli altri si vende”.
Toninelli azzera Mazzoncini e il consiglio Fs: “Alt alla fusione con Anas, ora i pendolari” (Sole in prima e a p.7 e tutti). Per Repubblica un assalto al treno col pretesto dei pendolari. L’annuncio del ministro è arrivato via Facebook poi la lettera ai consiglieri firmata con il ministro Tria in cui Toninelli scioglie l’intero consiglio usando formalmente la legge Frattini e intima la convocazione entro il 31 luglio di una nuova assemblea per il rinnovo dei vertici. Un accordo sui nomi (che ora diventano 5) nella maggioranza ancora non c’è, scrive il Sole. Per Anas si va al superamento dell’integrazione – “operazione sbagliata”; per Toninelli – e ora è interesse della società mantenere autonomia finanziaria anche fuori da Fs. Il Corriere critico col Mit: le sorti delle grandi opere come la Tav cambiano a giorni alterni. Dipendono dalle "lune" del M5S.
Stallo Ilva: Mittal cede sull’ambiente, restano gli esuberi (Fatto 3). Sull’Ilva Di Maio ha (quasi) vinto, titola Libero. Ieri l’incontro tra Di Maio e Aditya Mittal, nonostante l’avvio da parte del Ministero della procedura di accertamenti sulla regolarità della gara. L’azienda propone filtri-hi tech per ridurre del 30% le emissioni, ma il governo giudica ancora troppo rischiosa la clausola di garanzia per evitare esuberi a fine piano. Arcelor Mittal giura sulla regolarità della gara e chiede un confronto con le parti sociali per presentare il piano migliorativo. Tavolo con Regione e Comune la prossima settimana. Le imprese: basta con i ritardi.
ITALIA-POLITICA
In primo piano le polemiche per la copertina di Famiglia Cristiana contro Salvini: “Vade retro”. Il settimanale riporta la reazione della Chiesa ai toni xenofobi e antievangelici del ministro sulla questione dell'accoglienza, riprendendo una nota della Presidenza della Cei che, senza mai nominare il leader del Carroccio, avverte: “Non possiamo lasciare che inquietudine e paure condizionino le nostre scelte, determinando le nostre risposte, che alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e di rifiuto”. “La scomunica di Famiglia Cristiana a Salvini: è come Satana” titolano Giornale, Libero e Verità. “Addirittura Satana” è il commento sorpreso del ministro dell'Interno, che ieri ha incontrato la sindaca di Roma Raggi per parlare degli sgomberi dei campi rom nella Capitale (Messaggero p.8). “Mi sembra di pessimo gusto – ha proseguito il vicepremier -, non pretendo di dare lezioni a nessuno, sono l'ultimo dei buoni cristiani, ma non penso di meritare l'accostamento al diavolo”. Il Tempo all'attacco del settimanale: “E' Famiglia Musulmana”. Intanto, arriva il monito di Mattarella a 80 anni dalle leggi razziali: “Il razzismo è un male che ancora avvelena la società” (su tutti). Per Avvenire (in prima e p.5) non è difficile leggere nel messaggio del capo dello Stato il riferimento all'attualità. Ma per Breda (Corriere p.13) Salvini risponde come uno che non si sente chiamato in causa: condivide la condanna del Capo dello Stato, ricordando come quelle leggi furono un atto “folle e fuori dal mondo”. Ma, concentrandosi sugli sgomberi dei campi nella Capitale, parla dei 30mila rom che “si ostinano a vivere nei campi”, che sono una minoranza, ma rappresentano “una sacca parassitaria”. Ma Avvenire avverte: nessun uomo è mai un “parassita”.
Crocifisso nei luoghi pubblici, fanno discutere obbligo e multe (Avvenire in prima e p.14): polemica sulla proposta leghista per ribadire l'obbligo in tutti gli edifici pubblici. Nel testo si spiega il principio secondo il quale un simbolo di per sé religioso debba entrare nei luoghi della laicità: “Emblema di valore universale”. La polemica di Padre Spataro: “Usarlo come un Big Jim è blasfemo. La croce è segno di protesta contro violenza e ingiustizia”.
Autonomia, 13 Regioni vogliono far da sé (Fatto p.4): fioccano le richiesi di Regioni che chiedono autonomia. Dalla Liguria alla Puglia, ognuno chiede una competenza nuova. La Toscana vorrebbe gestire in proprio i Beni Culturali, il governatore ligure Toti i porti. La ministra agli Affari Regionali Erika Stefani: “II mio obiettivo è dire sì a chi ha fatto domanda”. A spingere le Regioni verso l'autonomia è la riforma del titolo V della Costituzione del 2001 e il referendum con cui Lombardia e Veneto, nove mesi fa, hanno avviato il proprio iter autonomista, rompendo gli argini anche per tutte le altre.
In apertura sulla Verità il quarto mutuo di Renzi: 1 milione di euro per l’acquisto di una villa nella zona più bella di Firenze. A gennaio l’ex premier dichiarava 15 mila euro in banca, poi ha dato 400 mila euro di caparra e ora ha rogitato il nuovo immobile. Belpietro: senatore, ci spieghi come si fa a farsi dare dalla banca un mutuo così, vista la sua dichiarazione dei redditi.
Sul Foglio attacco a Bonafede per la “giustizia sfregiata”: “il cambiamento è lo sputtanamento”, scrive Cerasa. Gli avvocati del popolo aggrediscono lo Stato di diritto giocando con gogna, giustizia e intercettazioni.
ESTERI
Dazi, raggiunto l’accordo Usa-Europa (Messaggero). Tregua armata tra Trump e Juncker sul fronte dell’auto. L’intesa raggiunta prevede l’apertura di una sessione formale di negoziato nella quale Usa e Ue cercheranno di risolvere le questioni aperte in campo commerciale. Le auto saranno però oggetto di una trattativa separata, che partorirà nuovi parametri di imposizione reciproca. Si cercherà di ridurre la pressione burocratica sul commercio e di semplificare le operazioni di dogana. Usa e Ue cercheranno insieme di spingere per l’ammodernamento delle regole del Wto.
Grecia in ginocchio dopo gli incendi, varato un piano straordinario. Ottanta i morti accertati ma il bilancio potrebbe essere ancora più drammatico: si cercano i dispersi casa per casa (Messaggero). Varoufakis accusa: “Parlano di atti dolosi per coprire le loro colpe”. “Quella di lunedì è stata una convergenza funesta tra clima e cronici guasti della nostra società. Non posso escludere la pista dei piromani, ma non ci credo – dice l’ex ministro delle Finanze Dietro il disastro, l’incapacità di Atene di finanziare i servizi di soccorso”.
ATENE di Massimo Frana
Sono stato ad Atene qualche anno fa. La città si sviluppa, come un grande anello, intorno all'Acropoli, che la notte si staglia illuminata al di sopra delle case e ti lascia senza fiato per quell'aura di imperturbabilità atemporale, che dalle sue mura spira. Più sotto l'Agorà. Resti di templi, palazzi, vie, lungo le quali quotidianamente si muovevano uomini come Socrate, Platone, Aristotele, solo per citarne i più grandi. E tu senti che su quelle strade ha cominciato a fare i suoi primi grandi passi la civiltà dell'Occidente. Da quella città, da giorni ormai, arrivano le immagini di un fuoco devastante, che ha seminato morte e distruzione. Atene brucia. E quelle fiamme sembrano ammonirci sul pericolo che l'Europa stessa attraversa, dilaniata com'è da spinte separatistiche, da egoismi, paure cieche e irrazionali. Dimentica dei suoi valori fondanti: la fiducia incondizionata nella ragione e nelle capacità dell'uomo, la calocagathia, l'ideale cioè di bellezza e bontà perfettamente armonizzate nel fanciullo, l'universalità e il cosmopolitismo. Atene città aperta e Socrate primo grande cittadino del mondo, capace di coniugare la sua appartenenza alla polis con un messaggio universale e senza tempo. L'Acropoli immersa nel fumo ci avvisa: non dobbiamo dimenticare chi siamo. Nostro compito è salvare Atene e con quella città, salvare noi stessi.
25 luglio 2018
Violenza sulle donne
Due gravi casi di violenza sessuale sulle donne in Italia nelle ultime ore. Il primo caso è accaduto a Reggio in Emilia . Una giovane donna ,mentre mentre passeggiava,è stata aggredita alle spalle ,gettata dietro un cespuglio .Il bruto ha abusato di lei , colpendola ripetutamente per vincere le sue resistenze. L 'aggressore è un cittadino ucraino ,richiedente asilo politico in Italia . A Napoli una giovane ragazza inglese in vacanza insieme al genitore ,diplomatico , è stata violentata da due giovani italiani e quindi dal soccorritore ,anche esso italiano ,che si era offerto di aiutarla . È dell' altro giorno la notizia di una giovane cinese , conduttrice di un Bar a Bologna che è stata sequestrata e violentata tutta la notte da un cittadino rumeno che si trovava agli arresti domiciliari per altro reato. Sono fatti gravissimi ,che denunciano qualora ce ne fosse bisogno ,la deriva ed il degrado del nostro vivere civile . Le Destre, Lega in testa, già propongono un consistente aumento delle Pene e l' introduzione della pena accessoria della Castrazione Chimica ,per gli autori di questi reati. La Lega come Fratelli di Italia cavalca il fatto che alcuni delitti di stupro ,sono commessi da stranieri ,magari come nel caso di Reggio i di Pamela ,richiedenti Asilo Politico e protezione internazionale . Si tratta come è ovvio di demagogia a basso prezzo. I casi di violenza sulle donne sono commessi da Italiani e non . Occorre essere lucidi e razionali. Le responsabilità penali nello stupro come in altri casi di delitto sono sempre e soltanto personali. L'appartenenza etnica ,culturale o religiosa non c'entrano nulla . Il tentativo di confondere il piano personale è soggettivo con quello di gruppo o di etnia per agitare temi xenofobi o razzisti ,deve essere rimandato ai mittenti in quanto pericoloso ed irrazionale , capace tuttavia di " legittimare " delle " crociate " verso gruppi etnici ,religiosi o minoranze . Anche il tema dell' aumento delle Pene ,deve essere trattato " cum grano salis" cioè con misura ed intelligenza ,le pene per la violenza sessuale ,sono già pene gravi . L' introduzione della cd castrazione chimica comporta un intervento fisico ( rectius ,chimico) sulla persona del colpevole che introdurrebbe nel nostro sistema giuridico la possibilità di imporre alla persona contro la sua intima volontà delle cure o trattamenti sanitari obbligatori ,capaci di interagire con gli aspetti intimi della personalità . Sarebbe anche dal punto di vista culturale del rispetto della persona umana un evidente è chiaro arretramento ,un imbarbarimento civile e non una maggiore punizione come vorrebbe far credere il Salvini . L' Ordinamento Giuridico ci " avvisa " attenti ad ablare alcuni capisaldi giuridici quello ad es. della intangibilità della libertà intima della persona umana . Ammessa una possibilità di manomissione di alcune libertà e Beni protetti poi per derivazione logica si può pervenire per successiva elaborazione ad un completo ribaltamento e pregiudizio della tutela della libertà morale e fisica della persona umana. L' altro giorno anche tra le nostre fila ,ho sentito un intervento che lamentava una" pessima sentenza della suprema corte di Cassazione ,che avrebbe cassato, annullato una sentenza di condanna per stupro . Le cose in verità stanno diversamente . Quella non è stata una sentenza " scandalo " . La corte è intervenuta solamente a correggere l'applicazione ingiusta di una circostanza aggravante che era stata applicata in modo illegittimo nel caso ,sottoposto al suo esame. È indispensabile in questa fase convulsa del nostro vivere civile mantenere sempre un approccio razionale ,laico e di buon senso nel valutare e giudicare i fatti. Tuttavia non ci puo' sfuggire che stiamo assistendo ad un veloce processo di imbarbarimento del vivere civile . Non è un problema soltanto italiano. Purtroppo crescono in modo esponenziale i casi di violenza sulle donne e sui minori nel mondo. Forse ne vengono denunciati di più . Temo sia un problema più grave di quello posto dal semplice accadimento delle violenze di genere . Lo psichiatra e studioso Severino Andreoli ha recentemente spiegato per chiarire queste tristi aggressioni di un tema più " ampio" di svalutazione della importanza e tutela della vita umana ,che a suo dire è stata e viene nella cultura contemporanea svenduta. La stessa morte diventa irrilevante ,basti pensare dice Andreoli all'indifferenza con cui trattiamo le centinaia ,migliaia di morti dei migranti . Addirittura Josefa la giovane donna salvata in extremis nel Canale di Sicilia , è stata "accusata " sui social .....di avere lo smalto sulle unghie ......Siamo al Delirio, stiamo diventando una Società pervertita e disumanizzata ,afferma lo Studioso . Temo abbia ragione. La struttura e la cultura neo capitalista ha prodotto propalando una cultura del consumismo portato al parossismo una conseguenziale indifferenza alla vita umana alla considerazione della libertà morale delle persone . In questo senso la violenza brutale sulle donne e' segno di questo imbarbarimento .Se davvero vogliamo che qualcosa possa cambiare e che le vite e la sicurezza e la libertà morale delle persone a cui vogliamo bene ,siano più sicure e piene di vita e gioia ,beh ! allora dobbiamo tutti impegnarci per costruire una nuova cultura della tutela della vita che oggi abbiamo purtroppo smarrita .
Luca Giordano per Tre Righe.
Luca Giordano per Tre Righe.
Dai giornali di oggi 25 luglii
ITALIA-ECONOMIA
Mattarella blinda Tria per prevenire la crisi (Stampa). Colle in campo dopo le dichiarazioni di Di Maio e Salvini sui conti pubblici, suonate come una sfida alla Ue (e a Tria). Mattarella h aavviato un giro informale di incontri col premier Conte e con i presidenti di Camera e Senato Fico e Casellati. Una moral suasion indirizzata ad evitare norme fuori dai parametri e dichiarazioni che suscitino reazioni da Bruxelles e dai mercati. Obiettivo: prevenire attriti che potrebbero portare a una crisi di governo. Per il Foglio, il tema non è “se” succederà qualcosa di traumatico nel governo, ma “quando”. In un’intervista apparsa ieri sul Washington Post Tria ha ribadito: “Non c’è alcuna discussione sul fatto che l’Italia appartenga o meno all’Ue e all’eurozona”. Parole ben diverse da quelle pronunciate lunedì da Salvini sul Corriere e Casaleggio sulla Verità, ricorda la Stampa. Per il Foglio, l’intervista rilasciata da Tria al Washington Post è il segno che all’interno del governo sta maturando la convinzione che il governo potrà durare solo a condizione che il contratto firmato da Salvini e Di Maio non sia rispettato nei suoi punti più importanti. E’ questo il messaggio che Tria nasconde tra le righe delle sue interviste rassicuranti. Le promesse populiste dipendono dall’aumento del deficit e Tria ha detto che non ci sarà.
Intanto il ministro Fraccaro, in audizione in Parlamento, rassicura: “Escludo il referendum retroattivo sui Trattati internazionali: non è intenzione del governo uscire dall’euro” (Sole).Il governo prevede però l’introduzione di referendum consultivi preventivi sui “futuri trattati internazionali di cessione di sovranità”, comprese le leggi di spesa, ora escluse dalla Costituzione.
Il Corriere torna sul decreto dignità, con l’ira degli industriali veneti: “Il governo ci rovina”. In duen riunioni promosse da Confindustria a Treviso e a Padova, esplode lo scontento degli imprenditori. Durissimo Massimo Finco (Confindustria Venetocentro): “Di Maio non ha mai lavorato in vita sua. Zaia non può far finta di niente in cambio di un barcone di immigrati in meno”. Dal presidente Boccia nuove critiche al decreto dignità: “E’ antitetico al contratto di programma, che verte su reddito di cittadinanza e flat tax. Invece si aumenta il costo dei contratti a tempo determinato e dei licenziamenti”. “Forse Boccia non ha letto bene il testo – la replica di Di Maio – e comunque per noi l’unica opinione che conta è quella dei cittadini, che mi dicono che del decreto dignità c’era bisogno come il pane”. Intanto alla Camera il percorso del decreto si è fatto in salita. Martina al Corriere: “Questo non è un decreto dignità ma un decreto disoccupazione. Ci sono migliaia di cittadini che rischiano il licenziamento e la fine del contratto a tempo determinato. La propaganda M5S si scontra con la realtà. L’unica è tagliare il costo del lavoro a tempo indeterminato”.
ITALIA-POLITICA
Stop del Guardasigilli Bonafede alla riforma delle intercettazioni voluta dall'ex ministro Orlando: col milleproroghe approvato ieri, l'entrata in vigore slitta al marzo 2019 per modificarne l'impianto (Messaggero p.8). A Repubblica (p.6) Bonafede dice: “Un bavaglio varato dopo il caso Consip. La riforma avrebbe portato al voluto concentramento delle informazioni in poche mani con lesione del diritto di difesa, della privacy, e un grande danno all'efficacia delle indagini”. Pd all'attacco. Orlando: “Le date smentiscono Bonafede”. E Renzi polemizza: “E' stata lanciata nell'agosto 2014 e nessuno si aspettava la vicenda Consip. Il ministro spieghi piuttosto cosa si diceva con Lanzalone”. Per il Giornale (p.10) il M5S vuole dare ai pm la libertà di intercettare. L'Anm plaude allo stop alla riforma, il presidente Minisci al Corriere (p.8): “Siamo soddisfatti dello slittamento, la riforma non tutelava la privacy e violava i diritti della difesa, in più avrebbe danneggiato le indagini. Ora si tratta di ripensare il mezzo intercettazioni”. Di diverso avviso il Procuratore di Torino, Spataro: “Rinvio positivo se funzionale a reperire altre risorse. Ma non sono d'accordo con chi vorrebbe ridiscutere l'intero provvedimento”. Nell'intervista a Repubblica, Bonafede torna su alcune polemiche dell'ultimo periodo, dalla mancanza di donne negli incarichi al Csm al caso del Palazzo di Giustizia di Bari. Intanto, in arrivo a settembre la legge con il Daspo per i corrotti e l'agente sotto copertura: già in corso gli “stess test” per la verifica (Fatto p.3 e altri).
Fa ancora discutere l’intervista di Casaleggio. Martina al Corriere: “L’idea di Casaleggio sul Parlamento è pericolosa, può alimentare una nuova forma di autoritarismo. Si vuole sostituire la fatica della rappresentanza e della mediazione con una foratura sulla democrazia diretta per via tecnologica. Io penso che l’alternativa alla dittatura dell’algoritmo sia un’idea forte di comunità”. Quanto al Pd “i sondaggi ci puniscono – dice Martina - dobbiamo fare di più. Ma sono convinto che ci sia già nel Paese più spazio per l'alternativa di quello che si vede ora. Dobbiamo mettere in campo una nuova idea di futuro, che sia alternativa all'egoismo individualista proposto da questo governo”.
Nomine, vertice a Palazzo Chigi per il cda Rai: Salini in pole per il ruolo di ad, nella rosa anche Ciannamea e Castellari (Messaggero p.4). Ma è braccio di ferro Lega-M5S per i direttori: Salvini vorrebbe Giordano al Tg1, mentre Di Maio punta sulla Gabanelli. Per la Stampa (p.7) la sfida invece è tra Gome e Sangiuliano. Polemica Repubblica (p.10): l'ora della lottizzazione selvaggia, un Cencelli d'altri tempi. Per la presidenza, dopo il veto del M5S sulla Bianchi Clerici, Lega e Fi riesumano Del Noce, l'epuratore che cacciò Enzo Biagi (Fatto in prima e p.2). Il ministro Tria rivendica la propria autonomia: “Salvini fa i colloqui? Non mi condizionano” (Corriere e tutti). Intanto, il titolare del Mef si prende la rivincita: vertici del Tesoro blindati (Repubblica p.12 e tutti). Confermato come Ragioniere dello Stato Daniele Franco, Alessandro Rivere nuove dg del Tesoro e Fabrizia Lapecorella confermata nell'incarico di direttore generale delle finanze. Si chiude il cerchio anche per Cdp: ok a Tononi e Palermo, vicepresidenza a Luigi Paganetto. Giornale (p.12) parla di “colpo di Tria sulla Cdp: piazzati i suoi fedelissimi”.
ESTERI
Salvini dice no “all'elemosina” europea sui migranti (Corriere in prima e su tutti): la Commissione Ue ha proposto 6 mila euro per ogni migrante accolto, ma il ministro dell'Interno al Tempo (in prima e p.2-3) spiega: “Questo non è un contributo, ma carità. Ed è anche insultante: 6mila euro a profugo per un massimo di cinquecento, significa che se anche aderiscono 20 Paesi abbiamo un totale di 10mila persone. E tutte le altre?”. Anche Conte respinge la proposta: “La solidarietà europea non ha prezzo, non ne abbiamo mai fatto una questione di soldi”. Però, secondo il premier, nel piano di Bruxelles ci sono elementi interessanti, a cominciare dalla costituzione di una cabina di regia per la ripartizione dei migranti tra vari paesi (Corriere p.13). Intanto Salvini promette: entro l'estate il decreto con la stretta. Via lo status di rifugiato a chi commette un reato (Messaggero p.10).
Macron e il bodyguard: sono io il responsabile (Corriere). E spiazza tutti: “Benalla non è il mio amante e non ha i codici nucleari”. Una vicenda delicata ma gestita malissimo dall’Eliseo, quella del bodyguard di Macron, che ha ridato fiato alle opposizioni finora in evidente crisi ed è costata altri 4 punti di popolarità a Macron, sceso al 32%. Così ieri il presidente ha cancellato la sua visita al Tour de France e in serata, davanti ai parlamentari della sua maggioranza, si è assunto responsabilità piena per i fatti del primo maggio, quando Benalla trascinò una donna e picchiò un uomo durante una manifestazione: “Ciò che è accaduto il primo maggio – ha detto Macron – è grave e serio. E’ stata per me una delusione, un tradimento, Se cercano un responsabile l’unico sono io”. Per il Sole Macron rischia di pagare per Benalla più che per le riforme.
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