16 luglio 2018

Dai giornali di oggi 16 luglio



ITALIA-ECONOMIA
Decreto Dignità, scoppia il caso Boeri: Tria, Di Maio e Salvini lo attaccano (Corriere): “Dati non scientifici” (Messaggero). Lui resiste. “Io resto al mio posto. Mi caccino se vogliono” (Corriere). “se si voglio liberare di me me lo deve comunicare il premier” (Stampa). Nel corto circuito Mise-Mef-Ragioneria dello Stato-Inps sui dati sul lavoro, Tria e Di Maio decidono di scaricare colpe e responsabilità sull’Inps di Boeri, “salvando” l’altro bersaglio, il Ragioniere generale Daniele Franco. Gli 8 mila posti di lavoro persi ogni anno per effetto del decreto dignità vengono bollati da una nota ufficiale dei due ministri come “stime prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”. Boeri parla di “negazionismo economico” e “attacco senza precedenti alla credibilità di istituzioni nevralgiche per la tenuta dei conti pubblici nel Paese”. Salvini torna a chiedere le dimissioni del presidente dell’Inps, Di Maio frena: “Non possiamo rimuovere ora Boeri. Quando scadrà terremo conto che non è in linea con noi”.
Nel retroscena del Corriere la scelta di Tria di salvare il Ragioniere generale dello Stato e scaricare Boeri. Per Repubblica il vero obiettivo di Di Maio è invece il ministro Tria: “Non può fare quello che vuole”. I Cinque Stelle accusano il ministro di lavorare alla legge di Bilancio con Bankitalia. Intanto Boeri contrattacca ma non ha più sponde: Salvini lo vuole sostituire con Alberto Brambilla, con Tria sembra difficile ricucire, quanto ai 5Stelle, con cui i rapporti erano ottimi, ora qualcosa si è rotto e alla scadenza, nel febbraio 2019, rischia il posto. “Lo spoils system non è la soluzione: i ministri possono dare gli indirizzi ma la burocrazia è imparziale” dice Sabino Cassese al Messaggero. Ma Boeri, fanno sapere dalla Lega, è ormai arrivato al capolinea: il piano della Lega è di riformare la governance dell’Inps così da anticipare la sua decadenza. Lo schema è quello del ddl Damiano del 2017, che prevedeva la reintroduzione di un consiglio di amministrazione. Ma Di Maio per ora frena.
Sulla Verità intervista a Savona: “Basta parlare del piano B, preferisco parlare del piano A, di come l’Europa può restare nell’Unione Europea. L’Italia vive da tempo al di sotto delle proprie risorse, come testimonia un avanzo di parte corrente della bilancia estera. Quest’anno è al 2,7% del pil, per un valore di circa 50 mld, esattamente ciò che manca alla domanda interna. Ma non lo possiamo spendere per l’incontro tra vincoli di bilancio e di debito dei Trattati europei”. La proposta è di “ribaltare” il piano: “L’Ue dovrebbe proporre essa stessa, nel reciproco interesse, un piano di investimenti di tale importo: la crescita del Pil nominale che ne risulterebbe può garantire un gettito fiscale capaci di coprire la quota parte delle spese correnti indotte da Flat tax, salario di cittadinanza e revisione della Legge Fornero senza aumentare né disavanzo né rapporto debito/pil”.
Sul tema anche Moavero, intervistato da Libero: “L’Italia ha un debito elevato ma non c’è alcun problema di insolvenza, anzi il debito inizia a calare. In autunno ci presenteremo con un piano per la legge di Stabilità. La svolta arriverà dagli investimenti, specie privati. Grazie al nostro risparmio abbiamo molta ricchezza da impiegare”. Nessuna patrimoniale però: “Sarà una libera scelta di fiducia, verranno stimolati gli investimenti dei privati perché ciascuno possa contribuire allo sviluppo del Paese”.
Sulla Verità parla anche Tajani: “Dov’è la Flat tax? Dov’è la riforma della Fornero? Non stanno facendo nulla per l’economia. Il decreto dignità è un disastro che danneggia le imprese, e che senza voucher farebbe aumentare solo il lavro nero”.

ITALIA-POLITICA
Migranti ancora in primo piano: il pressing di Conte perché sia l’Europa ad aprire le porte ai 450 migranti sbarcati nella notte a Pozzallo fa breccia. Dopo il sì di Malta e Francia anche Germania, Spagna e Portogallo aiutano l’Italia (Fatto) ma non nei Paesi dell’Est (Messaggero). Praga fa muro: “Un tale approccio è la strada per l’inferno” (Corriere e tutti). Fico: “La strada per l’inferno è non saper accogliere tutti insieme in un’ottica di solidarietà. Chi non accetta quote va sanzionato pesantemente” (Stampa). Anche Conte su questa linea: “Via i fondi ai Paesi che rifiutano” (Messaggero). Dice no alle quote anche l’Ungheria. Di Stefano (M5S) al Corriere: “Col gruppo Visegrad nessuna sintonia: noi crediamo, lavoriamo per un’Europa unita e solidale. Loro non stanno facendo altrettanto”. In Europa “se qualcosa sta cambiando è per la nostra azione seria e decisa: se avessimo continuato con le politiche del governo Renzi non sarebbe cambiato nulla”. “Abbiamo svegliato la Ue e fermato gli sbarchi” dice a Libero il ministro Moavero Milanesi: “Ora l’Unione ha una linea chiara e la responsabilità viene condivisa. Anche la Nato deve pensare al Mediterraneo”. Moavero Milanesi a Libero parla anche di governo e del rapporto Lega-M5S: “Gli italiani hanno visto in questi partiti la loro stessa voglia di cambiamento. Lega e M5S si comprendono bene, meglio di quanto non si dica. Non vedo particolari lacerazioni, sulle scelte importanti il governo è unito: Salvini e Di Maio possono essere in una naturale competizione, come leader di partiti, ma è un contesto emulativo a chi fa di più piuttosto che uno scontro sterile”. Poi sulla durata dell'esecutivo, spiega: “Gli italiani hanno bisogno di stabilità. Le scadenze future non vanno viste come una minaccia alla durata del governo: le europee del 2019 sono la verifica della sintonia con gli elettori, non un momento di rottura”.
Sul Messaggero, in vista del voto Ue del 2019, una simulazione dell'Istituto Cattaneo sul prossimo Europarlamento evidenzia il crollo di 11 punti percentuali per Pse e Ppe. Crescono gli euroscettici e le destre salgono oltre il 20%, ma senza sfondare. Il capo delegazione dei 5S all'Europarlameno, Laura Agea, al Messaggero: “I cittadini sono stufi del patto Ppe e S&D che governa in Ue, serve un cambiamento e il M5S è pronto a dialogare con chi voglia mettere in discussione il dogma dell'austerity”.
Nel centrodestra Tajani, ora vicepresidente di FI, alla Verità dice: “Il nostro obiettivo per le prossime europee è raggiungere almeno il 16,8%, c'è l'ipotesi di candidare Berlusconi al Sud. Per Fi lavoro ad una stagione di allargamento, puntando su movimenti civici, società civile e congressi”. Votazioni europee che per Marcello Pera, intervistato da Libero, rappresentano la data di scadenza del governo: “A quel punto è possibile che Salvini assorba una parte di Fi, l'unico modo per evitare questo scenario è una fusione dell'elettorato di Fi e quello di Renzi, ma non parlo dei partiti”. Intanto, da Berlusconi arriva l'ultimatum alla Lega: il Cav chiede di staccare la spina al governo, il suo timore è che il patto con il M5S si trasformi in qualcosa di più stabile (Repubblica).
In Italia, un carotaggio realizzato da Swg mostra come “prima gli italiani” sia la parola d'ordine preferita dal 19% degli italiani: lo slogan leghista è il preferito di un elettorato in cerca di protezione  (Messaggero). Nelle rilevazioni emerge però un'area del 35% che resta di sinistra, in attesa di un “racconto” credibile.
Centrosinistra, il Fatto intervista Gianni Cuperlo, che guarda al futuro del Pd: “Apprezzo Zingaretti per la serietà e le capacità di governo. Gli ho detto che serve discontinuità con le ultime stagioni in termini di impianto, classe dirigente, concezione del potere”. Poi in merito ad una riapertura del dialogo con i 5S, dice: “E' stato un errore favorire la saldatura con la destra peggiore, il M5S ha contraddizioni profonde e il compito di una opposizione intelligente è farle emergere”. Per Repubblica il Pd è sospeso tra immobilismo e guerra civile: mentre Zingaretti chiede “il congresso subito o non resta niente”, scoppia la polemica con Orlando. E Calenda molla: “Del partito non mi occupo più”.
Nomine, Guerini verso la guida del Copasir, per la Vigilanza Rai in pole c'è il forzista Gasparri (Corriere p.6). Mercoledì il verdetto che dovrebbe assegnare al Pd la guida del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, mentre per la Vigilanza Rai in corsa ci sarebbe anche Alberto Barachini. Mercoledì saranno eletti anche i 7 membri del cda Rai, mentre manca l'accordo nella maggioranza di governo su Cdp: per il ruolo di ad, Salvini spinge per Marcello Sala, il ministro Tria preferirebbe Dario Scannapieco, e il M5S punta su Fabrizio Palermo.

ESTERI
Trump vede Putin ma sfida la Ue e alla Cbs dice: “L’Unione Europea è nemica degli Usa, guardate cosa ci fa con i commerci”. In apertura sulla Stampa e su tutti l’ennesima frase shock di Trump, che rovescia il mondo “come lo abbiamo conosciuto dalla Seconda Guerra Mondiale” scrive la Stampa. Forse è solo tattica o forse no, dopo la linea adottata al vertice Nato e il consiglio dato alla May di fare causa alla Ue per la Brexit. All’appuntamento con Putin Trump arriva dopo due anni di sospetti e accuse, con la certezza dell’intelligence Usa che Putin abbia interferito nelle presidenziali del 2016 per bloccare la Clinton. Resta da capire se Trump sapeva ed era colluso o se aveva interessi inconfessabili che lo rendevano ricattabile dal Cremlino. Oggi Trump cerca di avviare una relazione con Putin su Siria, Ucraina, disarmo e Iran, anche se la linea della vigilia è il basso profilo: “Non è neppure un summit, ma solo un incontro per conoscersi meglio”. Putin arriva a Helsinky forte del successo dei Mondiali: ieri alla finale c’era l’Internazionale populista e filo russa al completo,da Salvini a Orban. Non farà alcuna concessione strategica economica o militare, scrive la Stampa, ma conoscendo Trump, che vive di gesti improvvisi e di immagine, farà tutto quello che fa audience e tv per rimandare a casa Trump da maestro del disgelo. Per Repubblica nel gioco di Trump a sgretolare l’alleanza dell’Occidente per ora vince Putin. Putin è anche il secondo leader straniero più amato dagli italiani (27%) dopo la Merkel (34%), secondo le “Mappe” di Diamanti oggi su Repubblica; Trump è terzo (20%), ultimo è Macron (15%). Sull’Economia il meteo di Washington: nuvole su Merkel e Macron, sole verso Est e in Italia (per ora). Una strategia di successo, quella di Trump, perché ha trovato un terreno favorevole: scomunicare i leader che cercano di restaurare lo spirito delle origini.
Turchia, a due anni dal tentato golpe Erdogan prende il controllo dell’esercito (Stampa): “Abbiamo posto fine alla divisione tra civili e militari. I legami fra ministero della Difesa e Stato Maggiore saranno basati sulla solidarietà. Non ci sarà nessuna tensione sulle decisioni da prendere”. Con la riforma della Costituzione il presidente sta estendendo il suo potere ai centri nevralgici del Paese

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