5 luglio 2018

Dai giornali di oggi 5 luglio



ITALIA-ECONOMIA
In primo piano ancora le polemiche sul “decreto dignità”. L'allarme
delle imprese del Nord: “A rischio investimenti e lavoro” (Sole in prima
e p.2-3 e tutti). Le aziende, preoccupate, chiedono flessibilità: serve
subito un confronto. L'urlo del Nord abbandonato: “Il Carroccio ci ha
tradito” (Giornale p.3 e tutti). Di Maio, intervistato dalla Stampa (in
prima e p.3): “Siamo il governo amico delle pmi. Le critiche sono
arrivate dalle organizzazioni che rappresentano le grandi industrie. Le
pmi sanno che siano al lavoro per ridurre la burocrazia a rendere meno
pensanti per loro le buste paga: chi non sfrutta i lavoratori non ha
nulla da temere. La nostra lotta è contro la precarietà, che è una
sciagura anche per le aziende – dice il vicepremier –: applicheremo
selettivamente la riduzione del cuneo fiscale, cominciando dai settori
strategici come made in Italy, tecnologie, cultura e turismo”. Furlan
(Cisl) al Sole (in prima e p.2): “Contro la precarietà bisogna tagliare
il costo del lavoro a tempo indeterminato. Serve un confronto tra
governo e parti sociali, le novità sui rinnovi dei contratti a termine
sono in linea con quanto accade in Ue, ma il problema è la
reintroduzione delle causali”. E il giuslavorista Pavone alla Stampa
avverte: “Con la riforma, il rinnovo dei contratti a termine diventerà
quasi impossibile”. Mentre la segretaria Cisl Furlan al Sole parla anche
di delocalizzazioni: “E' la parte del dl che condivido di più: non si
può lasciare che le multinazionali arrivino, prendono agevolazioni,
spostano i siti produttivi e lasciano disoccupazione”. Dubbi sulle mosse
contro le delocalizzazioni espressi invece dal leghista Maroni, che a
Libero (p.5) mette in guardia: “Così le aziende fuggiranno”. E Tremonti
al Sole (p.3) dice: “Ci sono elementi formali che erodono credibilità al
sistema. Nella formulazione attuale si profila un forte incremento di
contenziosi, che impatta sulla credibilità anche internazionale del
nostro ordinamento”.
La Lega vuole smontare il decreto e incassa il ritorno dei voucher
(Repubblica p.2 e altri): Salvini annuncia modifiche in Parlamento -
“per renderlo più produttivo” -, ma trova la sponda di Di Maio solo alla
reintroduzione dei buoni lavoro in settori come agricoltura, turismo e
lavori domestici. Sul resto, il leader 5S dice: “Se vogliono annacquare
il dl faremo argine” (su tutti). Maroni a Libero: “Modificherei il dl
introducendo vantaggi per le assunzioni stabili, reintroduzione dei
voucher e cambio di strategia contro le delocalizzazioni: non punizioni
per chi se ne va ma incentivi a restare”. Su licenziamenti, voucher e
contratti prime divisioni tra 5S e Carroccio (Corriere e tutti).  Ma per
la Stampa la Lega media: non presenterà emendamenti al testo, tutto
verrà risolto all'interno del governo. La differenza di vedute resta
contenuta, la Lega non intende incendiare i rapporti.
Tiene banco anche lo scontro su pensioni e migranti tra Salvini e Boeri
(su tutti). “Abbiamo bisogno di immigranti regolari che paghino fin da
subito i contributi per sostenere il sistema pensionistico” ha detto il
numero uno dell'Inps, che sull'introduzione di 'quota 100'  avverte:
“Costa dagli 8 ai 20 mld l'anno, non si può smontare la Fornero”.
L'attacco di Salvini: “Vive su Marte”. Un'inchiesta del Corriere (p.5)
evidenzia come gli stranieri salvino l'Inps, tra lavori umili e più
figli: essendoci sempre meno italiani che alimentano le casse
previdenziali, l'abbassamento dell'età pensionabile comporterebbe un
aumento dei contributi. Ma il Messaggero (p.5) scrive: dagli stranieri
11 mld all'Inps, ma uno su tre pesa sul welfare. DI Maio alla Stampa:
“Con la disoccupazione giovanile al 30%, mi pare complicato sostenere
che l'immigrazione sia necessaria. E non importa se in questo momento
non siamo di fronte a un'invasione. Il mandato di Boeri scade nel 2019,
su molte cose abbiamo una visione comune. Ma l'Inps deve fare il suo
lavoro e lasciare a noi la politica. Boeri dice che 'quota 100'
costerebbe 20 mld? Fa riferimento a quattro diverse ipotesi con pesi
differenti. Noi abbiamo un obiettivo, ma ci affideremo al buonsenso”.
Sul Corriere (p.4) parla Alberto Brambilla, candidato a succedere a
Boeri all'Inps: Da lui mi sarei aspettato che ci parlasse dei conti e
dell'attività dell'Inps. Le stime sulle pensioni? Non è normale che non
si aspetti di capire quali sono i capisaldi della proposta”. Intanto, la
Stampa (p.5) fa il ritratto di Boeri, “l'extraterrestre scomodo che non
fa sconti a nessun governo. Protagonista di velenose polemiche con Renzi
e con la maggioranza di centrosinistra e l'esecutivo Gentiloni. Adesso
tocca a Lega e M5S”.

ITALIA-POLITICA
Lega a rischio chiusura (Giornale p.7). In merito all'inchiesta sui
soldi scomparsi del Carroccio, Salvini all'assalto chiede l'intervento
del Quirinale: “Deve intervenire, la Cassazione attacca la democrazia”
(su tutti). Ma il costituzionalista Luciani al Corriere (p.3) avverte:
“La Carta esclude l'intervento del Colle”.  La replica di Csm e Anm al
segretario della Lega: “Inaccettabile”. Intanto, il procuratore capo di
Genova, Francesco Cozzi invita alla prudenza: “Non è stato disposto
nessun sequestro, bisogna attendere il Riesame. Dire che è un processo
politico – prosegue – è come dire che un chirurgo, quando opera, compie
un intervento politico su un paziente perchè è di un partito o di un
altro. La procura di Genova lavora solo su profili tecnici” (Corriere
p.2). Su Libero (in prima e p.7) la “verità sui 49 mln mai rubati dalla
Lega: per i pm Bossi avrebbe preso solo un mln, perchè allora bloccarne
48? E ora il partito rischia di perdere parte del 2x1000”. Ma il
Corriere (p.2) evidenzia l'enigma dei soldi: lingotti, diamanti e fondi
in Tanzania. I soldi in mille rivoli per amministrare il partito, ma una
parte non si sa dove sia finita. Finora recuperati solo 3,5 mln dei 49.
Istruttoria della GdF sui conti correnti (Messaggero p.2).Il Carroccio
può salvare i conti, ma trema per un nuovo superteste (Stampa p.5).
“Assediati dai pm ma alleati con i giustizialisti” scrive Minzolini
(Giornale). Il Carroccio studia un'exit strategy: nuovo partito e nome
diverso (Messaggero p.3). Il piano per salvarsi prevede un taglio netto
con il passato, e aumentano i timori dello stato maggiori per le
elezioni Europee.
M5S, neoeletti in rivolta per i contributi obbligatori: allarme tra
senatori e deputati per gli oboli da versare al fondo pmi e a Rousseau
(Messaggero p.7 e tutti).

ESTERI
“Irresponsabile chiudere i confini”: Mattarella ribadisce la necessità
di “non essere emotivi” e di “affrontare il fenomeno delle migrazioni in
modo comune con la Ue” (Corriere p.6 e tutti). “Cancellare Schengen è
poco responsabile” ha detto il capo dello Stato. Secondo una stima di
Bruxelles, Schengen rappresenta il tesoro dell'Ue: scambi per 3 mld,
limitarlo potrebbe costare fino a 1.430 mld mld in nove anni, una sua
cancellazione “produrre effetti devastanti sulle economie degli Stati
membri” (Messaggero p.11). Ma Vienna annuncia controlli al Brennero a
partire da luglio (Repubblica p.6). Nonostante l'annuncio austriaco, i
dati indicano che nel mese di giugno al Brennero la quota di migranti è
stata pari a zero: crollati i transiti verso Nord, solo 149 mln 2018 e
non sono stati registrati passaggi nel mese scorso (Corriere p.7).
Dall'Austria arriva uno sgambetto all'Italia: Kurz si accoda alla
chiusura tedesca e annuncia che i “profughi da respingere debbono
tornare verso i Paesi di primo ingresso” (Libero p.11). Ma secondo la
Stampa (p.10) l'Austria fa subito marcia indietro: “Non ci conviene
bloccare il Brennero”.
Dazi, la Cina vuole “arruolare” la Ue (Giornale p.18): dalla mezzanotte
di domani scoppia la guerra a colpi di tariffe tra l'America e il
Dragone. Pechino propone un comunicato congiunto contro Trump, ma
Bruxelles dice no. La Cina cerca di approfittare dei contrasti tra
Europa e Usa sui commerci per dividere il blocco occidentale (Stampa
p.18). Intanto, il secondo round sui dazi, manda al tappeto le Borse
(Corriere p.33): i timori di una replica di Pechino alle tariffe Usa che
scatteranno domani hanno fatto perdere l'1% a Shangai, lo 0,31% a Tokyo,
lo 0,26% a Francoforte e lo 0,36% a Piazza Affari.
Turchia, è ufficiale: Erdognan si proclama dittatore (Libero p.13). Dopo
la vittoria elettorale, il presidente turco fa cambiare la Costituzione
per assumere tutti i poteri del governo.

Nessun commento:

Posta un commento