24 luglio 2018

Dai giornali di oggi 24 luglio

ITALIA-ECONOMIA
L’Ue: “Se l’Italia sfora, punita dai mercati”. Sulla Stampa l’avvertimento in codice di Bruxelles dopo l’intervista di Salvini ieri sul Corriere e di Casaleggio sulla Verità. “Se Roma dovesse sfidare i vincoli europei i problemi non arriverebbero dalla Commissione ma dai mercati”. Non una minaccia, “soltanto una constatazione” se il governo dovesse tirare troppo la corda. La valutazione dei conti italiani è rinviata ad ottobre ma l’attenzione su Roma è sempre altissima. Tria, intervistato dal Washington Post, rassicura: l’Italia vuole ridurre il debito, per questo il deficit resterà entro i limiti; quanto alla flat tax sarà finanziata aumentando altre tasse. Ma Tria è isolato.
Tria-Cinque Stelle, dopo la manovra il nuovo fronte è quello delle banche (Messaggero). Di Maio insofferente ai limiti di bilancio: “Si prende la legge e si dice: il reddito di cittadinanza è la priorità e ci sono i soldi”. Ma ora il tema del contendere sono le banche. A settembre scade la garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni dei crediti in sofferenza. In gioco ci sono circa 30 mld di euro di emissioni assicurate dallo Stato: dubbi grillini sulla proroga, con Di Maio che alle banche manda a dire: “Se ne sono infischiate dei risparmiatori e dello Stato: la devono pagare”.
Su conti, riforme e politica del governo giallo-verde “lavorano” Fmi e agenzie di rating: per fine luglio è previstala presentazione della “lettera” al governo italiano a valle del check up annuale del Fondo Monetario internazionale (Sole).
In Parlamento sul Decreto Dignità, virata di Martina: sul Corriere la retromarcia del Pd sull’emendamento che chiedeva la soppressione dell’articolo che aumenta del 50% l’indennizzo in caso di licenziamento senza giusta causa. Intanto in commissione si lavora sul vaglio degli oltre 850 richieste di modifica sul tavolo, 180 quelle già bocciate (Messaggero). Tra queste anche il taglio delle tasse sulle sigarette elettroniche ma non si esclude un ripescaggio. Oggi si entra nel vivo delle votazioni, non è esclusa la fiducia. Lo scontro è sugli emendamenti di Leu che puntano a reintrodurre l’articolo 18 e su quelli del centrodestra che chiedono di introdurre la flat tax (FI) o per l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi (Fdi) . Tra le novità lo slittamento di un anno dell’Isee precompilato. Intanto sui contratti a tempo spunta la deroga per la scuola (Sole): un emendamento della maggioranza allunga oltre i 36 mesi il tempo di utilizzo dei supplenti. Il Sole parla di due pesi e due misure, in tema di lotta alla precarietà. E la Cgil lancia l’allarme sui  posti a rischio: 15 mila solo a Torino.

ITALIA-POLITICA
Bagarre sulle parole di Casaleggio: “Parlamento forse inutile” (Sole in prima e p.18). Polemica dopo le dichiarazioni rilasciate a La Verità da Davide Casaleggio, che ha parlato di “inevitabile superamento della democrazia rappresentativa”. Casaleggio imbarazza il M5S (Stampa p.8). Le sue parole hanno suscitato la reazione di Fico - “ho convocato la Conferenze dei presidenti di commissione per rendere più efficienti i lavori della Camera perchè credo nella centralità del Parlamento” - e Di Maio, che ha sottolineato come “con atti concreti” il Parlamento debba dimostrare di non essere obsoleto. La profezia del presidente di Rousseau fa insorgere le opposizioni. Martina (Pd) “Serve una reazione forte”. Per Calderoli a Repubblica (p.9) “Casaleggio filosofeggia, continui a fare l'ideologo e immaginare sistemi per il 3018: per quanto ci riguarda, ci teniamo il Parlamento”. Giornale (in prima e p.12) parla di “ultima follia a 5 Stelle”. Intanto, grazie ai provvedimenti contro i vitalizi e al decreto dignità, per quasi tutti i sondaggisti (tranne Swg) il M5S ri-sorpassa la Lega e torna il primo partito (Fatto in prima e p.2). In ogni caso resta un testa a tesa, con i due partiti che compongono la maggioranza che superano il 30% dei consensi. Mai visto che oltre il 60% degli elettori sostiene i partiti al governo – commenta Polito sul Corriere (p.7) -. Una possibile maggioranza alternativa è sempre esistita, oggi invece non è così, privando le opposizioni della legittimazione popolare per proporsi come un'alternativa. E per Folli (Repubblica p.26) il dato sul consenso di Di Maio e Salvini è imponente e colpisce in quanto certifica la trasformazione in atto dell'assetto politico: un movimento nato cinque anni fa, il M5S, e un partito ricostruito dalle fondamenta da Salvini su base nazionalista, esercitano una sorta di egemonia senza contrasti in un Paese che ha o aveva fino a ieri tutt'altre tradizioni politiche e culturali.
Rai, prove di lottizzazione. Fico: cda sia indipendente (Repubblica in prima e p.8). Rinvio al 27 luglio per il nuovo cda. Nonostante le resistenze della Lega, Salini resta il favorito come dg, mentre Giovanna Bianchi Clerici traballa come possibile presidente, e la Lega valuta il nome di Gianmarco Mazzi, che avrebbe l'appoggio anche di Fi e FdI e potrebbe sbloccare lo stallo. “Danneggiò la Rai per 2 milioni. Ora Salvini la vuole presidente”: sul Fatto (in prima e p.3) il ritratto di Giovanna Bianchi Clerici, condannata per danno erariale per la nomina illegittima dell'ex dg Meocci e ora in corsa per la presidenza. Non solo Rai, nomine in alto mare anche in Fs: tensione nella maggioranza (Sole in prima e p.18). Non sarebbe più sul tavolo il nome di Bonomi, e i 5S smentiscono le voci su Stefano Donnarumma.  A prescindere dai nomi, Lega e M5S concordato sulla necessità dello stop alla fusione Anas-Ferrovie. Oggi, intanto, è il giorno di Cdp: Palermo ad e Tononi presidente. Tra le nomine, in arrivo anche la scelta di Dal Fabbro al Gse (MF p.8, Notizia Giornale in prima e p.2-3).
Nella partita delle nomine spicca quella per la presidenza dell’Istat. Su Messaggero e Stampa parla il prescelto, Gian Carlo Blangiardo: “La mia nomina? Non è campata in aria, ma la procedura è lunga e prevede un processo di verifica trasparente. L’Istat ha l’obiettivo fondamentale di fare informazione. Non ci deve essere alcun condizionamento politico, questo è chiarissimo – dice al Messaggero – I dati sono quelli, poi spetta alla politica individuare le azioni necessarie”.

ESTERI
Migranti sulle navi della Ue, Moavero “riapre” i porti (Corriere in prima e p.8). Il ministro degli Esteri, dopo il colloquio con l'omologo tedesco, annuncia che “l'Italia garantirà l'approdo nei suoi porti alle persone salvate dalle navi militari durante il periodo necessario a raggiungere una revisione delle regole operative della missione Sophia”. E dalla Ue arriva l'offerta: centri controllati e rimpatri assistiti (Stampa p.11). La Commissione elabora un documento per gestire l'accoglienza, attraverso procedure d'asilo accelerate e piattaforme nei Paesi extra Ue. Intanto, sull'accoglienza, arriva la stretta di Salvini: aiuti solo ai rifugiati (Messaggero in prima e p.11 e altri). La direttiva del Viminale prevede tagli alle spese, si passa da 35 a circa 20 euro al giorno, e inclusione sociale limitata, cioè riservata esclusivamente ai beneficiari di forme di protezione, a chi è in attesa verranno solo “assicurati servizi assistenziali di prima accoglienza”. Sulla Stampa (p.9) parla Gian Carlo Blangiardo, il pole per la presidenza Istat: “Non ho paura di parlare di espulsioni e porte chiuse. Bisogna togliere a tanti poveri disgraziati l'idea che la soluzione dei loro problemi sia indebitarsi per infilarsi su una barca o attraversare il deserto rischiando la vita per arrivare qui: rischiano di ritrovarsi di nuovo alla casella si partenza”. Intanto, Avvenire (in apertura e p.5) riprende i numeri che vedono diminuire il numero delle partenze ma aumentare quello dei morti: a luglio raddoppiate le vittime rispetto al 2017, quando gli arrivi erano 5 volte di più.
Guerra dei dazi, Juncker da Trump per tentare l’ultima mediazione (Sole p.17). Bruxelles domani proporrà idee “fuori dagli schemi” per cercare una soluzione ma prevale il pessimismo, visti gli umori del presidente Usa dopo la sentenza dell’Antitrust Ue su Google. Parallelamente la Commissione europea lavora a contromisure nel caso di un ulteriore giro di vite da parte statunitense: si parla di dazi del 20% su prodotti importati Usa per un ammontare di 10 mld. Ma la Germania si batte per una posizione europea meno rigida, essendo la sua industria automobilistica la più esposta ai dazi americani.

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