16 luglio 2018

La ventilata manomissione del decreto Dignità

Lo strano caso del Dos Ieri 15 luglio,il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ,ha fatto una strana e preoccupante "denuncia" tramite facebook . Egli ha    denunciato che notte tempo ,a poche ore prima che il Decreto Dignita' giungesse per la firma sul tavolo del Presidente della Repubblica ,ignoti burocrati ostili avrebbero aggiunto un prospetto da cui si evince che in termini occupazionali si perderebbero 8.000 posti di lavoro all'anno ,80.000 posti in dieci anni. L'accusa che grida al complotto antidemocratico ed istituzionale e' gravissimo ed ingiusto. E' gravissimo perche' denuncia una falla nel funzionamento democratico istituzionale di stampo  golpistico ,e' ingiusto perche' tradisce l'ignoranza ed il pressapochismo del neo ministro che invero ignora i passaggi tecnici per l'approvazione di un Decreto. La verita' e' piu' prosaica. L' INPS e la Ragioneria dello Stato e lo stesso MEF hanno rilevato con dati "incrociati " che il Decreto Dignita' avrebbe comportato la perdita di 8.000 posti di lavoro all'anno per dieci anni quindi 80.000 posti di lavoro. Certo Di Maio sostiene che con le misure da lui annunciate di posti di lavoro "stabili" se ne costruiranno molti di piu' ma al momento il dato econometrico del salasso dei posti di lavoro persi, e' un dato certo. Un autogol quindi del Ministro del Lavoro? Sicuramente ! Ma il dato preoccupante non e' solo questo . Il dato allarmante e' la "denuncia" propalata dal Ministro del Lavoro per edulcorare la sciocchezza fatta per superficialita' e mancanza di competenza. Accusare gli altri di Tradimento e di Complotto . Svilire come fino ad adesso hanno fatto le leggi e le Istituzioni Repubblicane . Questo e'gravissimo ! Questo e' pericoloso. Mettere sul banco degli imputati alcuni seri ed onesti funzionari dello Stato ,accusati ingiustamente di essere dei "traditori " che tramano alle spalle del Ministro e degli Italiani . E' questa non solo una vergogna , e' questa un attentato alla Repubblica ed alla Democrazia.
Luca Giordano per Tre Righe.

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