8 luglio 2018

Dai giornali di oggi 8 luglio


ITALIA-ECONOMIA
Decreto dignità ancora in primo piano. Un decreto che piace agli italiani (48%) ma non piace ai diretti interessati, imprenditori e lavoratori precari: nel sondaggio Ipr per QN la bocciatura degli imprenditori (64%) dei disoccupati (58%) e dei precari (52%). Tra queste due categorie prevale il timore per la stretta dei contratti a termine. Sul Corriere l’intervento di Berlusconi: “Sono molto preoccupato. Col decreto dignità il governo Conte-Di Maio-Salvini ha mostrato il suo vero volto”. Di Maio vuole regolare per decreto una cosa che non ha mai conosciuto: il mondo del lavoro.”Non avendo idee originali rispolvera nel 2018 soluzioni vetero comuniste a cui non credono più neanche i sindacati. Un errore clamoroso, perché così non si riduce la flessibilità ma i posti di lavoro e si scoraggiano i contratti regolari a vantaggio del lavoro nero”. Sulla stessa lunghezza d’onda Tajani, che a QN dice: “Il decreto sembra scritto dalla Cgil. Faremo una durissima battaglia per riavere i voucher: in agricoltura e turismo sono indispensabili”. Sul Mattino parla il capo di Confindustria Vincenzo Boccia: “Condividiamo i fini del decreto, ossia eliminare precarietà e contrastare le disuguaglianze, ma riteniamo che gli strumenti previsti determineranno solo un elevato turn over per i contratti a tempo determinato. Nessuno si assumerà il rischio delle interpretazioni e dei contenziosi delle causali. Anche per le delocalizzazioni bisogna evitare aree grigie interpretative. Il decreto è migliorabile nell’interesse di tutti”. Sul Messaggero intervista al presidente degli agricoltori della Cia, Dino Scanavino: “Chiediamo la reintroduzione dei voucher, che in agricoltura sono utili nel momento della raccolta. E’ un elemento di civiltà retribuire in modo trasparente i lavori saltuari”. All’agricoltura serve “un piano di innovazione digitale per favorire il ricambio generazionale sui campi”.
Sul Sole e Messaggero le prossime mosse del governo sul lavoro: nella legge di Bilancio dovrebbe trovare spazio una riduzione strutturale del cuneo fiscale (che Di Maio ha circoscritto al made in Italy e alle imprese digitali) mentre nel decreto potrebbero entrare incentivi sulle stabilizzazioni di contratti a tempo determinato, per mitigare gli effetti della stretta contenuta nel decreto dignità. L’intenzione del governo sarebbe quella di agevolare l’uscita dal precariato riconoscendo uno sgravio monetario all’impresa che scommette sulla risorsa.
Dal governo accelerazione anche al taglio delle pensioni d’oro: sarà fatto entro l’estate, scrive Repubblica. Nel mirino gli assegni dai 4.000 euro in su per ottenere risparmi fino a 800 milioni.
Il sottosegretario ai Trasporti Siri, in un’intervista alla Stampa, rilancia la richiesta a Bruxelles di poter sforare il deficit per tre anni, fino quasi al 3% per far decollare la flat tax: “Per sostenere la crescita bisognerebbe scorporare dal deficit tutti gli investimenti in infrastrutture. Per Siri “il Paese ha bisogno di rafforzare il suo sistema logistico: siamo la cerniera di completamento del traffico che arriva dall’Estremo Oriente verso il Nord Europa: per inadeguatezza delle infrastrutture molti di questi traffici continuano ad andare verso i porti del Nord Europa. Dobbiamo adattare i fondali di alcuni porti del Sud, realizzare efficienti retroporti a Genova e Trieste, poi va affrontata la questione di Venezia e di Bagnoli”. Siri rilancia anche la sua proposta sui Bot da vendere alle famiglie: “Non è una patrimoniale nascosta, perché non c’è nessun obbligo d’acquisto. Ma visto che in Italia ci sono oltre 5mila miliardi di risparmio privato immaginare di riservare alle famiglie dei titoli attuali e con maggior sconto fiscale mi sembra un

ITALIA-POLITICA
Lega, indagine su 100 conti in 40 istituti di credito: così i pm cercano tracce dei mln “scomparsi” (Corriere). Al vaglio i rapporti bancari nella galassia della Lega: gli inquirenti si stanno imbattendo in un labirinto di bonifici, prelievi e giroconti, ma avvertono: “Può trattarsi di movimenti regolari”. Domani l'incontro tra Mattarella e Salvini dopo le tensioni sulla sentenza della Cassazione (Messaggero e tutti). “Sono, ovviamente, escluse dall'oggetto del colloquio – precisano dal Quirinale - valutazioni o considerazioni su decisioni della magistratura”. Decisiva la mediazione del sottosegretario Giorgetti, con Salvini che annuncia: “Spiegherò le molte cose fatte al Viminale”. Tutti i quotidiani sottolineano il fatto che il capo dello Stato incontrerà Salvini in qualità di ministro e vicepremier, non di segretario della Lega. Il presidente della Repubblica non può essere coinvolto in polemiche sulle toghe. Ma per Magri (Stampa) Salvini proverà a porre la questione di come sia possibile che una vasta area politica venga privata delle risorse per molti anni, e si aspetterà di trovare, se non condivisione, perlomeno ascolto. Salvini dirà al Colle che la fine del Carroccio sarebbe un problema per la democrazia (Libero). Secondo il Giornale sottolineerà che “la Lega è vittima di un attacco giudiziarioe minaccerà di far saltare il governo per spezzare l'assedio”. Per Repubblica la sfida della Lega ha come obiettivo l'insediamento di un suo uomo al vertice del Csm. Intanto, sull'indagine sui 49 mln di rimborsi “scomparsi”, l'europarlamentare leghista Borghezio al Corriere dice: “Vedo molto fumus persecutionis da parte di una magistratura politicizzata”. Poi, sull'incontro tra Salvini e Mattarella, dice: “Le correnti di sinistra della magistratura usano le sentenze a scopo politico. Il presidente della Repubblica dovrebbe accorgersene”. L'ex procuratore capo di Torino Caselli a Repubblica: “E' fuori da ogni logica attribuire a una corrente una decisione come quella della Cassazione sulla Lega: la discriminazione diventa un attacco esplicito all'indipendenza di tutta la magistratura”.
Pd, ieri l'assemblea che ha confermato Martina segretario fino al prossimo 24 febbraio, quando partirà il congresso (su tutti). Ad infiammare l'assemblea è stato Matteo Renzi, che ha attaccato tutti: “Non ho perso da solo”. Sulla sconfitta tira in ballo Gentiloni (Stampa), l'ex premier se ne va: “Imbarazzante” (Repubblica). Renzi sfida anche la minoranza: “Al congresso perderete di nuovo”. Per il Fatto, Renzi perde i voti ma non il vizio e assicura: “Non lascio mi riprendo il Pd”. L'ex segretario ora punta su Delrio (Repubblica), considerato l'anti-Zingaretti (Avvenire). Ieri lite anche tra Renzi e Zingaretti (Messaggero e altri). Geremicca (Stampa) sottolinea come il Pd sia intrappolato nella sfida dei leader mentre non si ferma la fuga dei voti. Ma i dem rischiano l'irrilevanza politica. “Superiamo il Pd con una nuova forza aperta” dice l'esponente dell'area renziana, Matteo Richetti alla Stampa. Sul Corriere parla Riccardo Nencini, segretario del Psi, che ieri ha riunito alcune opposizioni al governo: “Una concentrazione repubblicana per trasformare l'opposizione in alternativa credibile. Proponiamo un fronte repubblicano, serve anche il Pd”.
Forza Italia, Berlusconi in una lettera al Corriere attacca il decreto “dignità”: ci opporremo alle Camere, ma abbiamo anche proposto un disegno di legge, sono sicuro che avremo al nostro fianco tutti colo che sono eletti con il comune programma di centrodestra. Giornale intervista Adriano Galliani, neo coordinatore dei dipartimenti: “Sarò l'allenatore azzurro, scoprirò nuovi talenti. Mai un partito unico, dobbiamo delineare meglio l'identità di Fi, bisogna rifare il partito, nel centrodestra, ma geneticamente diverso da Lega e FdI”. Anche Tajani, vicepresidente di Fi, al QN punta al rilancio del partito: “Dobbiamo rinnovarci, aprire un processo democratico e aprire le porte alle liste civiche, ai giovani”.

ESTERI
Missione a sorpresa di Moavero a Tripoli, dal presidente Al Serraj: una sfida a Macron, che appoggia invece il generale Haftar, scrive la Stampa. Sul tavolo il tema dei migranti e della stabilità del Paese. Italia pronta a investire soldi e a costruire strade (Messaggero): l’intenzione è rispolverare il Trattato di Amicizia del 2008 stretto tra Berlusconi e Gheddafi che prevedeva progetti infrastrutturali di base per 5 mld di dollari (in partnership tra Italia e Ue), iniziative speciali come la costruzione di 200 unità abitative e la restituzione dei crediti vantati dalle aziende italiane verso enti libici. Da Moavero ribadita la necessità del controllo delle frontiere della Libia. Per Repubblica il governo Conte ha capito che la Libia è lo snodo essenziale per la politica estera italiana, e dopo la visita inconcludente di Salvini, quella di Moavero cerca invece di rilanciare una collaborazione globale con Tripoli. A breve seguiranno altre spedizioni ministeriali, concentrate sugli aspetti militari e imprenditoriali. Iniziative che trovano la sponda americana, che vogliono un partner europeo che si assuma la leadership della questione libica, per stabilizzare il paese e frenare le partenze verso l’Europa. Sta al governo Conte dimostrare che l’Italia può essere interlocutore privilegiato per questa operazione.
Sul Fatto intervista al ministro Toninelli: “I nostri aiuti alla Libia miglioreranno la situazione. Spero che da qui all’autunno le polemiche sui migranti si possano sgonfiare. Chi dice che siamo un governo di destra sbaglia. Questo non ‘ l’esecutivo dell’immigrazione ma quello del reddito di cittadinanza, dell’equità sociale e di tante altre cose”. Toninelli tiene il punto sui porti – “si chiudono per motivi di ordine pubblico, ma motivi non ce ne sono stati e gli scali non sono stati chiusi” – e sulle navi delle Ong: “Violavano il codice di condotta del governo Gentiloni, abbiamo solo fatto rispettare la legalità”. Ma la linea è “evitare che i migranti partano: lo faremo dotando la Libia di mezzi per rafforzare i controlli e addestrando il personale “. Quanto agli hotspot “la Libia è un Paese instabile, è un lavoro complesso”.

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