Roberto Speranza eletto all’unanimità coordinatore nazionale, “Non ci arrendiamo all’idea di un’Italia consegnata all’egemonia della nuova destr



Domenica u.s. si è svolta a Roma l’assemblea nazionale di Articolo1- mdp che ha eletto all’unanimità Roberto Speranza come coordinatore nazionale del movimento nato lo scorso anno a seguito della scissione del Partito Democratico. I 500 delegati, eletti nelle scorse settimane nelle varie assemblee territoriali, hanno animato la discussione politica che si è conclusa con la votazione del coordinatore e del coordinamento nazionale.
La presidenza, in apertura dei lavori ha annunciato che gli iscritti del 2018 al movimento sono oltre 21 mila, “un risultato importante soprattutto dopo i deludenti risultati delle elezioni politiche del 4 marzo e delle amministrative di maggio”, commentano i membri della commissione per il tesseramento. Tra gli iscritti sembra essere forte la volontà di ricostruire un campo della sinistra che si ponga come argine al proliferare della cultura conservatrice e populista in Italia e in Europa.
Roberto Speranza che ha aperto il dibattito, durato oltre 5 ore, ha cercato di affrontare le diverse questioni politiche e culturali che sembrano essere alla base della sonora sconfitta del centrosinistra, mostrando una disponibilità al dialogo con il Movimento 5 Stelle sulle questioni di merito come, per esempio, il DL Dignità che, “Seppur timido – dice Speranza – sembra mostrare la volontà di risolvere il problema della disoccupazione e della povertà”. Non sono certamente mancate le critiche a Gentiloni che, proprio sul tema del lavoro, in un tweet di qualche giorno fa scriveva: “Migliaia di lavoratori a termine passeranno da precari a disoccupati”. Inaccettabile l’idea che l’alternativa sia tra il lavoro precario e la disoccupazione. E a proposito del precariato, Speranza ha dichiarato con forza che “Se torneranno i voucher daremo battaglia in Parlamento e nel Paese”.

Nella maggior parte degli interventi è emerso l’europeismo convinto di Mdp, tra tutti Pier Luigi Bersani che in una frase raccoglie la necessità di rinnovamento della classe dirigente e la necessità di ripensare l’Europa: “Ci vuole una proposta nuova da affidare a forze larghe e rinnovate. Reichlin ci direbbe che il nostro sovranismo è la questione nazionale. Noi, l’Italia, non possiamo respirare in un mondo chiuso. Dobbiamo stare in un mondo aperto proteggendo i ceti più deboli”.
Ma lo stesso Bersani afferma con forza: “Al PD dico, nessuno pensi di farsi federatore senza fare i conti visibilmente, sinceramente con quanto è successo in questi anni. Non è questione di persone, e non è solo la politica. Quanti silenzi in questi anni…”
Eppure l’esigenza di allearsi e di aprire i propri orizzonti, anche con il futuro partito di Liberi e Uguali è di primario ordine perché, ritiene Speranza, “Per noi LeU è un mezzo, non un fine. Un mezzo per ricostruire la sinistra e riportarla al governo. Non mi interessa l’idea di una piccola forza autoreferenziale e minoritaria”.

Una platea calda, ma anche molto attenta che ha partecipato attivamente al dibattito e che, viste le temperature elevate di una domenica di fine luglio, ha mostrato un attaccamento ideale e politico ad un percorso che sembra non arrestarsi perché come ha detto con voce forte Roberto Speranza: “Non ci arrendiamo all’idea di un’Italia irrecuperabile e consegnata ormai alla nuova egemonia della destra. Non arrendersi significa resistere e lavorare per costruire l’alternativa. Non sarà facile e non sarà scontato ci vorrà tempo e fatica. Occorre spezzare il disegno delle nuove destre”.

Maura Pisciarelli