7 luglio 2018

Dai giornali di oggi 7 luglio


ITALIA-ECONOMIA
Crescita  S&P taglia le stime all’1,3% nel 2018 e conferma l’1,2% nel 2019 (Corriere, Sole): pesa il rischio politico. Col risultato delle elezioni, “improbabile” che le riforme strutturali siano messe in atto. Anche dall’Istat segnali di rallentamento (Messaggero): per l’Italia si prevede la prosecuzione “della fase di debolezza dell’attività manifatturiera, accompagnata da calo degli ordinativi e delle esportazioni”. Fiducia delle imprese in calo, ai minimi da inizio 2017. La Reuters rilancia voci secondo cui il governo sarebbe pronto ad aumentare il deficit 2019 dallo 0,8 all’1,4% del pil. Giorgetti: “Previsioni premature: abbiamo programmi ambiziosi e molto dipende dall’atteggiamento che avrà l’Europa”. Sul Sole, Siri (Lega) rilancia: investimenti “di mercato” fuori dai limiti del deficit. Per il Sle la prossima battaglia europea del governo sarà proprio quella per rilanciare gli investimenti pubblici, alla luce del crollo registrato in dieci anni (-34%) mentre è salita la spesa corrente (+16%), spinta da sostegno a redditi e occupazioni, welfare e migranti. Sul Giornale in apertura il conto dei primi due mesi di governo Conte: via dall’Italia 55 miliardi. Solo a giugno sono fuoriusciti capitali per 16 mld (MF). Sono i dati “Target 2”, diffusi da Bankitalia.
Intanto Di Maio accelera su benefici fiscali per le Partite Iva: il tetto del forfait può passare da 50 a 80 mila euro (Stampa). La proposta del M5S mira a introdurre una flat tax indiretta per le partite Iva sin dalla prossima legge di Stabilità, così da favorire professionisti, start up, pmi. L’obiettivo è quello di allargare la platea elle partite Iva che godono di un regime forfetario (con tassazione al 15%), alzando la soglia da 50 a 80 mila euro annui. Di Maio è pronto ad anticipare anche sgravi fiscali sul lavoro stabile (Sole, Corriere). Ma sui voucher è netto: “Non sono intenzionato a far sfruttare i nostri giovani e meno giovani con i voucher – dice a Repubblica – Se ci sono specifici lavori che ne hanno bisogno discuteranno le Camere, ma devono essere limitati”. Quanto al taglio del cuneo fiscale sarà selettivo: “Interesserà le imprese più deboli e le eccellenze, pmi con precise mission come il made in Italy,le nuove tecnologie”. Sul Corriere parla l’imprenditore leghista Francesco Calzavara: “Se le restrizioni riguarderanno anche i contratti stagionali, noi del settore alberghiero saremo rovinati. Il turismo oggi è fatto di mordi e fuggi: abbiamo bisogno di lavoratori a chiamata”. Forza Italia chiede la reintroduzione dei voucher, almeno per agricoltura e turismo. Su Libero l’allarme di Bloomberg: il decreto dignità disincentiva le imprese a investire e ad assumere.
Il Messaggero torna sul tema pensioni, con le stime su “quota 100”: la misura favorisce soprattutto i lavoratori con carriere lunghe e stabili e gli statali. I beneficiari si concentrerebbero nel pubblico impiego e nel Nord. Quanto ai costi, sono stimati in 6,5 mld per la sola quota 100, a cui se ne aggiungerebbero altri 4,8 per l’uscita contributiva: dunque 11,3 mld.

ITALIA-POLITICA
“Via le correnti di sinistra”: la Lega, in difficoltà per la sentenza della Cassazione sui 49 mln di euro di rimborsi “spariti”, apre un altro fronte con le toghe (Sole e tutti). Lo fa il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, auspicando “forte imparzialità e meno correnti” in magistratura, “in particolare le correnti di sinistra”. Ira del Csm. Legnini: “Adesso intervenga Bonafede” (Messaggero). Morrone frena: “Uscita irruente e infelice, ma parlavo a titolo personale”. Il ministro bolla il giudizio politico “espresso in un luogo dove non dovrebbero entrare le opinioni personali” ma anche “le storture del correntismo” (Messaggero). Di Maio, in un’intervista a Repubblica, si schiera con la Lega: “Non siamo contro i pm ma le correnti vanno superate”. Quanto alla vicenda dei conti della Lega “la magistratura ha tutti gli strumenti per trovare quei soldi, qualora ci siano. Salvini ha detto che sono stati spesi. Io non ho imbarazzo, perché questa storia riguarda la Lega di Bossi.Piuttosto, parliamo dell’inchiesta sul governatore della Basilicata Pittella”. Domani il voto del Csm, che rischia di essere un referendum su Davigo (Stampa).
Intanto Salvini abbassa i toni con Mattarella: “Attendo rispettosamente di vederlo per parlare delle cose belle che fa il governo”. Ma sull’incontro il Colle prende tempo (Messaggero). E sui soldi della Lega la Cassazione bussa a Bossi: “Secondo lui i soldi ci sono, ci dica dove si trovano” (Messaggero, Corriere). Sul Corriere i malumori in seno ai Cinque Stelle sul caso Lega. Fico si schiera con Bonafede: “Le sentenze si rispettano”. Ma il Guardasigilli è in imbarazzo con l’alleato leghista e questo, scrive Bianconi, rende ancora più difficoltoso il cammino delle ambiziose riforme che ha in cantiere Bonafede.
Pd in assemblea: no al congresso subito, Martina traghettatore (Sole). Delrio si sfila (Messaggero). Per Repubblica si va verso Martina segretario a tempo e primarie all’inizio del 2019. Ma per la Stampa il vero nodo sarà l’alleanza con i grillini. Il governatore del Lazio Zingaretti, l’unico che finora ha fatto un passo avanti in vista delle primarie, ha fatto capire che bisogna guardare ai 5 Stelle e alla loro componente più critica. Ma in un’intervista a Renzi detta un’altra linea: “Se mettiamo di litigare presto toccherà di nuovo a noi del Pd, I cicli di governo sono più brevi, ma dobbiamo farci trovare pronti. Le divisioni hanno portato Salvini al governo: da sinistra per anni hanno attaccato il Matteo sbagliato”. E chiude a sinistra e 5 Stelle: “I primi atti del governo dimostrano che di sinistra non hanno nulla: sono una corrente della lega. Fico può fare un post per togliersi il peso dalla coscienza, ma la maggioranza politica è di destra radicale”. Quanto alla sinistra “il futuro non è tornare all’articolo 18 ma rilanciare su ceto medio, meritocrazia, talento”. E sulla villa di Firenze: “Assurdo, stiamo progettando di vendere la casa di Pontassieve e comprare a Firenze mettendoci la differenza con un mutuo. Sono parlamentare, faccio conferenze all’estero, posso fare un mutuo?”.  Gad Lerner al Fatto: “Il Pd non ha nessun futuro: si è piegato ai fascio-leghisti.
In Forza Italia, il neo vice segretario Tajani rilancia Berlusconi: “Sarà il nostro capolista alle elezioni europee”, dice alla Stampa. E del governo giallo-verde dice: “E’ un matrimonio contro natura, non so quanto durerà. Noi continuiamo a credere nel centrodestra: la Lega da sola non vince, FI parla alle imprese e all’Europa”.

ESTERI
Fra America e Cina è guerra dei dazi. Pechino contro Trump: “Fai il bullo” (Stampa, Sole e altri). Con Washington che ha imposto tariffe del 25% sull’importazione di prodotti cinesi per 34 mld di dollari e la Cina che ha risposto con una rappresaglia analoga, Trump minaccia ora un’escalation da 500 mld di dollari. “Gli Stati Uniti hanno scatenato la più grande guerra commerciale della storia” accusa Pechino. Trump punta a riequilibrare il deficit commerciale con la Cina e a contenere Pechino nella sua corsa alla leadership nella produzione di hi-tech, considerata una minaccia alla supremazia e alla sicurezza nazionale degli Usa. Ma l’escalation di misure rischia non solo di penalizzare la stessa economia americana ma di innescare una crisi globale. Anche la Russia ha deciso di rispondere ai dazi Usa su acciaio e alluminio varando tariffe tra il 25% e il 40% su alcune importazioni dall’America. E la Ue è pronta a reagire su misure contro l’import di auto negli Usa con tariffe su prodotti americani per 300 mld  di dollari. Cecilia Malmstroem (Commissaria Ue): “L’escalation dei dazi tra Usa e Cina è uno sviluppo preoccupante. Le guerre commerciali sono cattive e non facili da vincere”
Migranti, Juncker vede il cancelliere Kurz: rafforziamo le frontiere (Corriere). La Ue pronta a rafforzare i controlli sui confini esterni: un accordo in tal senso potrebbe arrivare il 20 settembre prossimo al vertice tra capi di governo a Salisburgo. Si parla di 10 mila guardie di frontiera da ingaggiare da qui al 2020. Ma sulla riforma del regolamento di Dublino l’intesa resta difficile. Dall’Austria frontiere chiuse ai migranti anche di ritorno dalla Germania.

Nessun commento:

Posta un commento