22 luglio 2018
Dai giornali di oggi 22 luglio
IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti le vicende di Fca. Finisce l'era Marchionne
(Messaggero). E' grave in ospedale, nuovi vertici (Repubblica). Il
manager in fin di vita, la Fiat sotto choc si blinda (Giornale). Manley
per il dopo-Marchionne (Sole e tutti): Camilleri alla guida della
Ferrari, Heywood alla Cnh. “La fine di un'epoca” (Corriere). Elkann: “E'
stato un leader illuminato” (Stampa). “Che fine fa Fca” si chiede La
Verità. Su tutti il ritratto di Marchionne: il primo capo post Avvocato,
ma nel segno degli Agnelli (Giornale). Il manager globale dell'auto che
ha ridefinito uno stile (Sole). Sul Messaggero tutte le svolte dell'uomo
con il maglione. Ha azzerato i debiti (Stampa). Ha portato il marchio
Fca nel mondo e qui il Jobs Act (Fatto).
Tra i temi economici, in evidenza l'intervista a Padoan su Repubblica:
“Il governo M5S-Lega vuole punire l'economia, così a rischio i conti
dell'Italia”. Decreto dignità, il sondaggio di Pagnoncelli sul
Corriere: sì (trasversale) al decreto (Corriere). Intanto, governo
costretto a fare retromarcia sulla stangata alle colf (Giornale).
In politica, spazio al caso nomine. Tria e la Cassa depositi: i suoi
uomini nel Consiglio (Corriere). Ora il nuovo fronte è la Rai. Sul
Giornale parla Tajani (Fi): “Giovani e civici. Torniamo ad essere casa
dei moderati”. Messaggero intervista il ministro dell'Istruzione
Bussetti: “Scuole in sicurezza, anagrafe degli edifici e fondi per 7
mld”. Intanto, boom al Sud di cento e lode nella maturità 2018: è
polemica (QN e altri).
Migranti, i libici: “Non siamo pronti a salvare chi è in fin di vita”
(Fatto). E il commissario Ue Avramopoulos a Repubblica: “la Ue pronta ad
aiutare Roma sui migranti, la Libia non è un porto sicuro”.
ITALIA-ECONOMIA
“Divieti, multe e minacce: punire l'economia è la missione di Lega e
M5S”: su Repubblica (in prima e p.10) parla l'ex ministro Padoan. “Le
misure contenute nel contratto di governo, messe tutte insieme, non sono
sostenibili per la finanza pubblica. L'obiettivo è lo smantellamento:
dall'Ilva, all'attacco al Jobs Act, alla minaccia di rinviare la riforma
delle Banche di credito. Il rischio è l'aumento dell'incertezza sui
mercati. Bisognava continuare sul consolidamento di bilancio e con le
riforme strutturali. Quella che vedo, invece è una politica punitiva nei
confronti dell'economia. I mercati? Sono in attesa – dice Padoan -, il
vero appuntamento è settembre, quando ci saranno la nota di
aggiornamento al Def e la legge di Bilancio”. Poi l'ex titolare del Mef
parla del decreto dignità: “L'unica logica sembra la proibizione: si
proibisce l'estensione dei contratti a termine, si aumentano i costi
introducendo una causale per il rinnovo, si multano le imprese per la
delocalizzazione, invece di creare incentivi per la localizzazione. E mi
preoccupano misure di finanza creativa come mini-Bot e la richiesta di
congelamento dei 250 mln di titolo di Stato”. Secondo un sondaggio di
Pagnoncelli (Corriere in prima e p.8) il decreto dignità incontra largo
consenso tra gli italiani: il 75% è favorevole alla stretta contro le
delocalizzazioni, ai limiti di pubblicità per il gioco d'azzardo e
all'aumento delle indennità per i licenziamenti senza giusta causa. Il
43% degli italiani crede che il Jobs Act non vada smantellato ma
corretto, il 30% vorrebbe che fosse completamente stravolto, solo per il
4% va mantenuto così come è. Il presidente di Confindustria Boccia ad
Avvenire: “Contiamo molto sugli emendamenti del Parlamento per
migliorare il testo. Sui contratti a tempo determinato suggeriamo una
durata massima di 24 mesi, quanto alle delocalizzazioni chiediamo di
definire bene l'oggetto della rivalsa in caso di contributi ricevuti e
da restituire per chi dovesse rompere i contratti con lo Stato.
L'obiettivo principale è creare lavoro a partire dai giovani, per questo
chiediamo il taglio totale dei carichi fiscali per i primi due o tre
anni”. Domani al voto in Commissione le modifiche al decreto: giù le
tasse sulle e-cig, una misura per salvare 5 mila precari nella scuola e
tornano i voucher (Stampa p.5). Verso una legge ombibus che imbarca
anche il bonus (che non funziona) alle assunzioni dei giovani del
vecchio governo (Repubblica p.20). L'esponente dem, Damiano alla Stampa:
“Sono arrabbiato con il Pd che ha presentato un emendamento per
sopprimere l'articolo del dl che aumenta le penalizzazioni per chi
licenzia i lavoratori. Una follia. Continuare a ritenere il Jobs Act una
misura perfetta è sbagliato, non stupiamoci se i lavoratori ci mollano”.
Intanto, si va verso la retromarcia ai rincari previsti per i
collaboratori domestici (Giornale p.9).
ITALIA-POLITICA
Nomine, il nuovo fronte è la Rai (Corriere p.8). Corsa a cinque per il
posto di ad: in pole l'ex direttore di La7 Salini (Stampa p.6). In
settimana la scelta, in corsa anche Tagliavia, Flussi, Soldi e
Annecchino. Ma ci sarebbe anche Eleonora Andreatta. Bianca Clerici verso
la presidenza (Corriere). Intanto, sulla scelta di dg e direttori, pesa
il tetto stipendi: solo interni (Messaggero p.7). Su tv pubblica e
Ferrovie torna il braccio di ferro con il Tesoro, ma su Cdp sarebbe
pronta l'intesa. Tutti gli uomini di Ttria entrano nel board (Corriere
p.9): deleghe di ad a Fabrizio Palermo e vicepresidenza a Luigi
Paganetto, venerdì prossimo un cda per formalizzare le deleghe
(Messaggero p.7). Nel consiglio allargato ci saranno il dg entrante
Rivera e il ragioniere dello Stato riconfermato, Daniele Franco. Ma –
scrive Fubini sul Corriere – anche i se di nomina governativa nel
consiglio ristretto saranno vicini al ministro Tria: tra questi Turicchi
e Paganetto.
Legittima difesa, duello Camera-Senato (Repubblica p.11). Montecitorio
mette all'ordine del giorno tre proposte di modifica: parte la sfida tra
i due rami del Parlamento a chi taglierà il traguardo del primo voto su
una legge che pesa in termini elettorali. Favorito Palazzo Madama. Su
Repubblica parla Mario Cattaneo, che nel 2017 sparò ad un ladro in fuga
ed è stato rinviato a giudizio per eccesso colposo di legittima difesa:
“Mi pesa quel ladro ucciso, non si dovrebbe sparare. Mi dispiace per
quella giovane vita stroncata: se i giudici ragionano non mi possono
condannare. Ho affrontato i ladri per paura che salissero dove dormivano
i miei nipoti. Non chiedo pietà, ho solo difeso la mia famiglia”.
Sul Corriere l'agguato di Busto Arsizio, due fermi per il ferimento
grave del benzinaio: secondo gli inquirenti i rapinatori “hanno sparato
per uccidere”. A corredo il dossier sulle rapine in calo per case,
banche e uffici, ma non per le strade. Il segretario del sindacato di
Polizia Silp Cgil, Daniele Tissone: “Servirebbero più agenti nel
territorio, non più armi in giro. Tornerei ad assumere poliziotti,
carabinieri e finanzieri. Almeno 5mila all’anno, per fronteggiare il
numero di quelli che vanno in pensione".
Sul Giornale (in prima e p.10) parla Tajani: “Nel voto europeo della
prossima primavera dovremo recuperare i consensi perduti. Ho chiesto a
Berlusconi di candidarsi e di farlo al Sud, che questo governo ha
dimenticato. Vogliamo occupare il grande spazio dei moderati, che hanno
perso un riferimento”. Poi sul governo Lega-M5S, dice: “Il decreto
dignità sembra scritto dalla sinistra, non so come la Lega possa
accettarlo. Speriamo che Salvini si ricreda e torni a casa: è un
esecutivo in cui tutto è incerto e contraddittorio”.
Giornale (p.8) prosegue nell'inchiesta sui collaboratori di Di Maio: al
Mise il segretario è un suo compaesano senza curriculum. Daniel De Vito,
a capo della segreteria tecnica del dicastero, assunto, ma manca il cv
sul sito.
ESTERI
Migranti, il commissario Ue Avramopoulos a Repubblica (in prima e p.8):
“L'Italia merita sostegno e solidarietà, ma serve una soluzione
strutturale e sostenibile. Serve la riforma di Dublino: lavoro perchè
tutti i governi capiscano che Italia e Grecia non possono più essere
vittime di questo sistema: servono centri di controllo in tutta la Ue,
luoghi dove coordinare meglio gli sbarchi e la gestione dei migranti. Ma
Salvini sbaglia – avverte Avramopoulos -: la Libia non può essere
considerata un porto sicuro”. Intanto sale lo scontro: l'ong catalana
Proactiva Open Arms ha denunciato le guardie costiere di Libia e Italia
per omissione di soccorso e omicidio colposo (Repubblica p.9 e tutti).
Le due navi della Ong, che si era rifiutate di attraccare a Catania, non
considerando più l'Italia come un porto sicuro, sono arrivate a Palma di
Maiorca, dopo aver recuperato nei giorni scorsi i corpi di una donna e
di un bambino al largo della Libia. E salvato una donna, Josefa: anche
lei presenterà un esposto per omicidio colposo. Il Viminale replica alle
accuse: “la donna è strumentalizzata. Non meritano risposta le Ong che
insinuano, scappano, minacciano denunce, ma non svelano con trasparenza
finanziatori e attività”. Fatto (in prima 3) riporta le parole di un
ufficiale libico: “Per il primo soccorso in mare non siamo addestrati”.
E sul caso Josefa, dice: “Per noi erano morti e li abbiamo lasciati lì”.
Intanto, la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo per fare
chiarezza sulla morte dei quattro migranti avvenuta sabato davanti
all'isola di Linosa, prima del trasbordo dal barcone con 450 migranti a
bordo sulla nave della GdF (Messaggero p.8 e altri).
Austria-Italia (Stampa p.9 e tutti): Vienna accelera sul passaporto
degli altoatesini. A settembre la bozza del provvedimento. Dubbi della
Farnesina, e il deputato del Carroccio Maturi avverte: “Gli italiani
diventerebbero cittadini di serie B”.
Spagna, Casado elettor presidente del Pp spagnolo (Corriere p.15 e
tutti): i Popolari virano a destra. Per il dopo-Rajoy bocciata la
centrista Sàen de Santamaria.
Si preannuncia teso il G20 dei ministri finanziari e banchieri centrali
a Buenos Aires, con gli Usa isolati per le minacce di dazi a Clagarde
(Fm) accusa: “La guerra commerciale sottrarrà al Pil mondiale lo 0,5%
entro il 2020”. Intanto si cerca di calmare la polemica interna agli Usa
sul rialzo dei tassi di interesse (Corriere p.31).
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