15 luglio 2018

Dài giornali di oggi 15 luglio

Dai giornali
ITALIA-ECONOMIA
Polemiche sul decreto dignità, Di Maio si butta sul complotto: “Decreto
sabotato dalle lobby” (Repubblica e tutti). A pesare è il nodo degli 8
mila posti persi all'anno evidenziato nella relazione. L'accusa alla
squadra del Tesoro: “Manomessa la relazione”. Ma il Mef smentisce.
Grillini ai ferri corti con Tria: dubbi di Di Maio sul numero uno del
Tesoro, ritenuto troppo vicino all'Europa (Stampa p.4). L'attacco del
M5S: “Faremo pulizia delle vipere”. Corriere (p.8) evidenzia come a
finire nel mirino sia il ragioniere generale Daniele Franco, anche se a
fare la stima sui possibili 80 mila posti di lavoro persi in 10 anni è
stato l'Inps, secondo cui l'effetto della stretta sui contratti a
termine non determinerà automaticamente una loro trasformazione in
contratti stabili. Di Maio sbaglia e grida al complotto, attacca Libero
(p.4). Secondo Repubblica (p.3) il ministero del Lavoro era stato
avvertito con una mail che l'impatto del decreto su conti e occupazione
sarebbe stato negativo, ma ha comunque deciso di procedere. Ma
l'economista e consigliere di Di Maio, Tridico al Corriere (p.9) spiega:
“Dire che nel 2028 8mila persone non verranno assunte mi pare
un'acrobazia probabilistica. Si potrebbe ipotizzare, allo stesso modo,
che quei contratti vengano trasformati a tempo indeterminato: sono
domanda aggregata e investimenti a determinare l'occupazione, non le
ipotesi sul tipo di contratto. Inoltre – aggiunge l'economista – quando
il decreto arriverà in Parlamento, dovrebbe essere aggiunto un incentivo
alle assunzioni stabili. L'idea è introdurre una clausola di
trasformazione automatica”. Poi Tridico torna anche sulla questione
voucher: “Non mi sembra ci sia intenzione di liberalizzarli e tornare
alla situazione precedente”. Giornale (p.10) all'attacco delle misure
del governo su welfare ed occupazione: il “miracolo” gialloverde,
bruciati in pochi giorni 500mila posti di lavoro. Una volta i governi
promettevano un mln di occupati in più. Oggi succede l'esatto contrario
con lo stop al lavoro festivo, il decreto dignità e le esportazioni. Sul
Sole (in prima e p.3) parla il vicepresidente di Confindustia, Maurizio
Stirpe: “Il decreto punisce il lavoro, non ci aspettiamo che riesca a
dare una risposta efficace al problema della precarietà: il decreto
riduce la flessibilità per le imprese e, reintroducendo le causali,
aumenta l'incertezza e il contenzioso sui contratti a termine. E
l'aumento del costo degli indennizzi può scoraggiare i contratti a tempo
indeterminato: si va nella direzione opposta rispetto alle intenzioni
del governo. Il provvedimento contrasta con la creazione di un clima
favorevole per le imprese, che probabilmente faranno maggior ricorso a
tecnologie labour saving”. Secondo Stirpe quello che bisognerebbe fare è
“introdurre detassazione e decontribuzione per favorire le assunzioni di
giovani con il contratto a tempo indeterminato”.
Tra le misure allo studio del governo su economia e fisco, ci sono
l'introduzione della flat tax per le partite Iva e la pace fiscale sugli
accertamenti (Sole in prima e p.2). Al Mef si lavora per inserire
l'ampliamento del regime forfettario di Pmi e professionisti già nel
decreto legge di fine giugno, mentre la rottamazione partirà dal 2019.

POLITICA
Sul Giornale parla Silvio Berlusconi, che lancia la sua candidatura in
vista delle Europee 2019, poi si rivolge a Salvini: “Forse il suo errore
principale è continuare a parlare come se fosse in campagna elettorale,
ma governare è qualcosa di diverso. Al momento non sembrerebbe che
Salvini si stia facendo carico degli interessi di tutto il centrodestra:
vedremo se saprà bloccare o cambiare il decreto dignità, che è letale
per chi lavora e per chi crea lavoro. E ho dei dubbi che con questo
governo vedrà mai la luce la vera flat tax, che deve consistere in una
sola aliquota: è incompatibile con i programmi pauperistici del M5S”.
Poi sulle prospettive del governo gialloverde, Berlusconi dice: “Durerà
fino a quando Salvini non si renderà conto che permettere a Di Maio di
massacrare l'Italia produttiva non è solo dannoso per il Paese, ma anche
elettoralmente disastroso per la Lega e i leghisti”. Sulla stessa linea
anche Giorgia Meloni, che a Libero (in prima e p.5) dice: “I primi
provvedimenti dimostrano che il M5S rimane strutturalmente di sinistra.
La Lega è stata un punto di riferimento per l'Italia produttiva del
Nord-Est, non so come faranno a spiegare questo provvedimento”. Poi sui
sondaggi che vedono il boom della Lega, la leader di FdI spiega: “Mentre
la Lega cresce, noi registriamo un picco di adesioni. In questi anni FdI
non è mai stato scalfito dagli exploit degli altri: crescevamo quando
Renzi era al 40%, quando sono esplosi i 5S e oggi che la Lega è in
progressione”.
Contro l'esecutivo Di Maio-Salvini-Conte si schiera anche il segretario
del Pd Marina, che alla Stampa (p.7) dice: “Noi progressisti dobbiamo
giocare all'attacco, cercando di rovesciare il confronto con i nuovi
nazionalisti, per dimostrare che la tutela dell'interesse nazionale può
stare meglio nelle mani di altri: perchè le loro scelte minano
l'interesse nazionale. Il Pd andrà unito contro il decreto dignità,
tanto più dopo che Di Maio scopre che i suoi stessi uffici certificano
la drastica riduzione dell'occupazione: lui grida al complotto,
dimostrando la sua irresponsabilità e la sua ansia di prestazione con
Salvini sul fronte della propaganda”.

ESTERI
“Migranti in più Paesi”: l'Italia prova a bissare il modello Lifeline
(Repubblica e tutti). Dei 450 migranti soccorsi in mare che stanno per
sbarcare, una parte sarà redistribuita: 50 andranno in Francia e 50 a
Malta. L'annuncio è arrivato dallo stesso premier Conte, che ha
aggiunto: “A breve arriveranno adesioni di altri Paesi: finalmente
l'Italia è ascoltata” (Corriere p.2). Ad aiutare il premier nella
gestione del caso è stato il ministro Moavero: in asse col premier ha
lavorato alla lettera ai partner europei in cui è stato ribadito il
concetto di “fare un po' per uno” (Fatto in prima e p.2). “La
redistribuzione diventi una prassi” è il messaggio che Conte e Moavero
(Messaggero p.3). Il premier per la prima volta dal suo insediamento si
fa carico dell'emergenza sbarchi (Stampa p.4), stavolta l'esecutivo si è
mostrato compatto sulla strategia (Messaggero p.2). “Conte si converte
alla linea dura e incassa la fiducia di Salvini” titola Repubblica
(p.7). Il ministro dell'Interno in una lettera al Corriere (in prima e
p.5): “I 100 migranti che saranno accolti da Francia e Malta sono
l'ultimo risultato raggiunto, ma non mi basta: voglio invertire la rotta
incrementando il numero dei funzionari delle Commissioni territoriali
che devono riconoscere o meno la protezione internazionale per i
migranti. Usando i fondi Ue – spiega Salvini – taglieremo la burocrazia
per velocizzare l'identificazione dei migranti. Vogliamo togliere
ossigeno a chi utilizza l'immigrazione come business. Intanto, da
Tripoli, fanno sapere che non è esclusa la possibilità che una parte dei
450 migranti salvati in mare possa essere ripresa dalla Libia (Stampa
p.5). Sul Messaggero (p.3) parla l'ammiraglio Lolli: “La legge del mare
non impone di accogliere le persone salvate. Dal punto di vista
giuridico non sono naufraghi, perchè cercano di farsi salvare apposta”.
Domani vertice a Helsinki tra Trump e Putin, ma su Siria e nucleare
l'incontro parte in salita (Messaggero p.8). Il presidente americano
prova a lanciare segnale segnali rassicuranti parlando di “dialogo più
facile” con il numero uno del Cremlino, ma da Mosca arriva
l'avvertimento: “Forse non ci sarà un documento congiunto”. Le carte in
mano a Trump la Siria e il disarmo, mentre il presidente russo chiederà
una minore presenza dei militari Usa in Europa, il suo obiettivo è
indebolire la Nato (Stampa p.1o-11). Per il Fatto (p.3) l'incontro
Trump-Putin è simile a quello Bush-Gorbaciov: un rischiatutto per
l'americano. Ma per Libero (p.9) i guai per il presidente Usa sono in
casa: mentre si prepara al summit di domani con l'omologo russo, il
clima viene guastato dalle accuse a 12 agenti russi nell'ambito
dell'indagine sul Russiagate. Tra depistaggi, bitcoins e alias, i russi
spiavano Hillary Trump (Stampa p.10).

Nessun commento:

Posta un commento