Il Parlamento europeo, riunito oggi a Strasburgo, ha votato contro l’avvio dei negoziati con il Consiglio e la Commissione europea sulla proposta di direttiva di riforma del copyright. La proposta, che tornerà ad essere esaminata e votata a settembre, è incentrata su diritto d’autore in rete. Si è verificata una vera e propria spaccatura nel Parlamento: 318 i voti contrari, 278 i favorevoli e 31 gli astenuti.
Il tema, molto caldo, ma soprattutto caro ai colossi del web ha e agli attivisti della libertà su internet ha creato non pochi problemi. “Si tratta di un argomento molto dibattuto e crea forti tensioni. Il dibattito appassionato è parte essenziale del processo politico, ma dobbiamo garantire che non si passi il limite. È inaccettabile che numerosi parlamentari Ue siano sono stati oggetto di gravi minacce”, ha dichiarato il leader del Gruppo S&D, Udo Bullmann.
L’obiettivo principale della proposta è quello di modernizzare il diritto d’autore obbligando le piattaforme online a pagare meglio i creatori di contenuti e controllando che quanto pubblicato dagli utenti sia protetto da copyright.
La riforma prevede, inoltre, la creazione di un nuovo diritto per gli editori che permetterebbe alle testate online, alle riviste e alle agenzie di stampa di chiedere un pagamento per il riutilizzo dei propri contenuti online.
I cosiddetti Gafa (Google, Apple, Facebook e Amazon) hanno esultato per il risultato del voto in Parlamento parlando di “vittoria della democrazia”
Per gli eurodeputati di Liberi e Uguali, che hanno espresso voto contrario, non c’è chiarezza giuridica nella tutela della libertà di espressione e del libero accesso all’informazione. “Portiamo a casa un importante risultato a difesa dei diritti d’autore e di tutti coloro che producono cultura, arte ed informazione”, scrive sulla sua pagina Facebook Massimo Paolucci capo delegazione di Articolo1-mdp/ Liberi e Uguali che già ieri aveva espresso la propria contrarietà alla riforma sottolineando che il progetto favorirebbe i gruppi media più noti a scapito degli indipendenti e delle start-up minando la libertà di espressione.
Dopo l’esito della votazione, il relatore tedesco del PPE, Axel Voss ha dichiarato di essere sorpreso e dispiaciuto che “la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d’autore per il moderno ambiente digitale”.
In questa vicenda si intravede, seppur in modo sfocato, uno scenario di composizione del quadro politico italiano: la destra si divide, Forza Italia ha espresso, infatti, voto favorevole alla proposta mentre la Lega, come pure il M5S, no. La divisione del PD sul voto, mostra la convergenza di intenti della parte più vicina a Matteo Renzi con il partito di Berlusconi, ma anche una posizione unanime di contrarietà alla riforma tra la cosiddetta "sinistra dem" e i fuoriusciti di Articolo 1-mdp che, sui principi di tutela dei “più deboli”, sembrano essere uniti. Chissà che la disfatta del 4 maro, seguita dalla catastrofe delle amministrative abbia riacceso una passione ideale…
Maura Pisciarelli
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