6 luglio 2018
I rifugiati di via Scorticabove
Prima notte per i rifugiati di Scorticabove per strada, su materassi donati e con le poche coperte raccattate.
Scene viste e riviste, in un anno che ha segnato una lotta feroce in questa città contro gli ultimi ed i poveri.
P. Indipendenza, Cinecittà, Via Vannina; occupazioni sgomberate con donne, uomini e bambini abbandonati a loro stessi.
Cittadini italiani, migranti economici, rifugiati tutti accomunati dall'essere stati privati di una casa e lasciati per strada, senza soluzioni alternative reali.
Il colore della pelle non conta quando si tratta di mettere in campo una guerra contro gli ultimi.
Oggi è la volta dei rifugiati sudanesi che, però, hanno deciso di non arrendersi e di continuare a lottare non solo per loro ma per tutti e tutte noi.
Proprio ora la comunità sudanese è sotto la sede di UNHCR Italia - Agenzia ONU per i Rifugiati. Sono lì sotto con uno striscione che pone una domanda semplice: "dov'è la nostra protezione internazionale?"
Dove sono i loro diritti minimi? I diritti che dovrebbero essere garantiti ad ogni persona all'interno di una Stato realmente civile?
Per questo è importante schierarsi e stare dalla loro parte.
Rinnoviamo, dunque, l'appello alla società solidale ad attivarsi per dare sostegno a questi rifugiati, anche con piccoli ma importanti atti pratici.
A via Scorticabove, ad esempio, hanno bisogno di:
-Gazebo e tendoni per ripararsi dal sole che batte forte;
-Sacchi a pelo, tente, coperte leggere;
-Acqua e bibite;
-Bicchieri e piatti di plastica;
-Cibo a lunga conservazione (es. tonno, fagioli) e frutta.
Venite lì, portate quello che potete, fermatevi a chiacchierare con queste persone e capirete come la loro battaglia per la dignità riguarda anche noi.
Dimostriamo che c'è un'altra città che è solidale e complice con chi lotta contro queste istituzioni forti solo con i deboli.
AlterEgo Fabbrica dei diritti
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